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Autore: clodia    20/06/2008    1 recensioni
Vi ho raccontato tutto questo, per farvi capire quanto la mia vita sia legata con un nodo scorsoio ai libri che ho letto, leggo e leggerò. "...dai libri che leggi posso giudicare della tua professione, cultura, curiosità, libertà; dai libri che rileggi conosco la tua età, la tua indole, quello che hai sofferto, quello che speri...” Ugo Ojetti
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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11 Ottobre
Il sole sorge alle 7:29.


BIP BIP BIIIP BIP BIIIP

Devo essermi addormentata di botto appena coricata perché il suono della sveglia mi riporta alla realtà 8 ore dopo. Sono stravolta, è da un pò di tempo che dormire non mi ristora.
Dopo essermi lavata e vestita, esco di casa ed entro nel bar che si trova al piano terra dell’edificio in cui vivo. Nonostante sia una habituée, prediligo stare in disparte a leggere in pace le notizie del giorno mentre metto giù il caffé più schifoso che abbia mai bevuto in tutta la mia vita.

- E' disgustoso, eh? – il barman deve aver notato la smorfia involontaria comparsa sul mio viso.
Mannaggia! Sono certa di essere diventata rossa come un pomodoro.
- … Nono, è solo un po’ caldo. – la verità è che “è sempre la solita amara acqua sporca”; ma la mia timidezza si trasforma in falsità.
- Strano.
- Cosa? –
ho la gola secca e la voce esce stridula.
- Che tu riesca a berlo.
Evito di gracchiare e abbozzo una faccia interrogativa che, sul momento, mi sembra il male migliore.
- Perché è veramente cattivo! Abbiamo cercato di fare di tutto per renderlo anche solo accettabile. Ubaldo, il proprietario, ha cambiato acqua, miscela, macchina, guarnizioni…ma è rimasta la brodaglia amara di prima. Continuiamo a tenere la macchina da caffé per dare un tono al locale.


Il suo tono di voce gioviale ed allegro, mi distende. Il mio cuore, a poco a poco, torna a battere normalmente.
Mi sento quasi a mio agio.

- Forse è un po’ troppo amaro, ma ha un ottimo effetto energizzante.
- Il cliente ha sempre ragione! Ma permettimi di consigliarti le cupcakes, sono veramente squisite.
- A colazione non mangio mai, mi spiace.
- Non sai cosa ti perdi!
Nell'incertezza del cosa fare o dire, fisso l'orologio sopra la sua testa. - Mannaggia! È tardissimo! –
lascio i soldi per il caffè sul bancone e metto il giornale in borsa. - Arrivederci!

Prima di chiudere la porta alle mie spalle sento un lontano “Ciao!”, ma già lo odio: è tutta colpa sua se arriverò in ritardo.
Non sono mai arrivata in ritardo.
Corro a perdifiato fino alla fermata del tram più vicina e mi scaravento dentro il primo che passa. Dopo dieci minuti sono davanti alla biblioteca, tutta trafelata per la corsa e per il caldo del tram affollato ed entro con esattamente 1 minuti e 49 secondi di ritardo.

- Cherilyn!

Beccata!

- Professor Livre, mi scusi per il ritardo. Non succederà mai più.
- Ritardo? Oh, Cherilyn. Ho appena aperto.
Devo aver visto male l'orologio.
- Mento, solo per non dirgli che è lui ad essere in ritardo. - Ha bisogno di me?
- Nono, volevo solo salutarti. Buon lavoro.
- Grazie e anche a lei.

Non appena prendo posto al desk, mi sento adeguata e quasi felice.
Fuori da quella porta c’è il caos della vita frenetica, mentre qui regna la pace e il silenzio. La mia timidezza – quando sono dietro a questo banco – si dissolve e non è che un ricordo. Tutto però finisce alle sei di sera, quando devo tornare nel mondo.
Il rumore della città, lo smog del traffico, il sovraffollamento globale.
Amo lavorare qui: ogni volta che cerco un libro nell’immensa distesa di scaffali, mi sento come una temeraria esploratrice d’altri tempi pronta a tutto per realizzare (leggi trovare) il proprio obiettivo (leggi libro) ed assaporo anch’io la mia personale avventura.

Bzz Bzz Bzz. È quel dannato telefono portatile.

- Pronto! – Odio contravvenire alle regole, senza di esse non è possibile la convivenza sociale. Ma l'unico motivo per cui mi sono convinta ad usare quella tecnologia mi sta chiamando.
- Ehi!
- Non puoi chiamarmi mentre lavoro, lo sai.
- Cacchio, scusa! Ma avevo finalmente racimolato un po’ di soldi per chiamarti e la felicità mi ha offuscato la mente.
- E così stai sperperando i pochi soldi “guadagnati” per chiamarmi, eh? … Di cosa hai bisogno?
- Ok. Non ci girerò attorno, come al solito, perché la chiamata mi costa una fortuna…Ehm, Mi spediresti un po’ di soldi? Prima di rispondere avventatamente, fai un grosso respiro e pensa a quanto sono necessario per la tua felicità.


Ed ecco il mio insostituibile fratello Cadmo. Per descriverlo bastano 3 semplici parole: scansafatiche, quindi parassita, ma soprattutto matto.

- Mandami un messaggio con l’indirizzo di dove ti trovi. Se mi viene voglia, potrei inviarti un vaglia. – Nonostante sia l'unica persona al mondo con cui mi permetto di fare la dura, sa perfettamente che sto bluffando e che lo farò subito.
- Ti sarò debitore per tutta la vita.
- Come vuoi..
- Cher?
- Si?
- Sai come si leggono i messaggi?

- Idiota! -
Se avrò dei problemi a leggere dei messaggi, mi farò aiutare da qualcuno.

Non gli permetto di ribattere e interrompo la comunicazione. Il tempo di prendermi un pò in giro e sarebbe subito tornato a chiedere altri favori.


  
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