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Autore: _IWantAnIceCream_    21/02/2014    0 recensioni
16 gifts – 16 regali.
Una raccolta di sedici One Shot su stralci di vita, lettere, per i più creativi perfino video, di coppie di innamorati, coppie di amici inseparabili, coppie che non sanno di essere tali e famiglie più o meno comuni. Tanti personaggi tutti uniti l’uno con l’altro da una scuola privata londinese, la Churchill.
Sedici voci – o poco più – che pretendono di essere sentite.
Sedici modi per dire alla mia migliore amica "Buon compleanno."
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{Non tutti i personaggi sono miei. Alcuni – almeno uno per One Shot – appartengono e sono stati creati, ideati e partoriti dalla mente geniale della suddetta migliore amica, che è una scrittrice fantastica, e che è stata così gentile da darmi il permesso di utilizzarli senza gridare: “Al plagio!”}
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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A te, che mi sopporti sempre e comunque per tutte le mie idee pazzoidi e le mie mille paranoie.
A te, che non mi dici che ho rotto troppo le scatole anche se effettivamente non mi reggo più nemmeno io.
A te, che mi dici che mi vuoi bene sempre e comunque, nonostante sai che lo so benissimo, ma me lo ripeti lo stesso perché sai che ho bisogno di sentirlo.
A te, che sei la mia migliore amica.
Buon sedicesimo compleanno, Ire.

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Rob(ert)bie Kennedy e Pen(elope)ny Hill: "Happy Birthday, Robbie!"



 
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Caro Robbie,
 
non ho esattamente un’idea chiara del perché io ti stia scrivendo una lettera, ma, se incrociamo le dita, forse il senso spunterà sul foglio da solo fra qualche rigo – o forse non lo farà, ma sai che le cose senza senso sono, in effetti, le mie preferite.
E ce ne sono tante di cose senza senso a questo mondo. Prendi le persone, ad esempio. Le persone sono strane, perfino assurde – e con questo non voglio insultare nessuno, ovviamente, sono io la prima ad essere fuori di testa.
Ognuno, alla fine, anche il più serio, è assurdo, a modo suo: come le persone che vanno in pizzeria ed ordinano una pizza senza mozzarella. Ed io mi chiedo perché lo fanno. Beh, ho capito che ti piace così, ma cos’è la pizza senza mozzarella? – forse qualcosa di meno calorico, in effetti, è vero.
Ma non guardare me, io trangugio caramelle! E spesso tu mi fai compagnia, devo ammettere che sei un orsetto gommoso fuori e dentro.  Mi fai anche più compagnia di Thor a mangiare caramelle e guardare cartoni animati, e Thor ha quasi nove anni.
Rileggendo queste ultime frasi mi sorge un piccolo dubbio, lo devo ammettere: dici che facciamo così schifo? Secondo me siamo semplicemente fantastici, dai.
Dove li trovi un altro paio di adulti – che brutta, brutta, bruttissima parola – che si estraniano – scriverò quasi, nel tentativo di salvarci la reputazione ormai irrecuperabile – completamente dalle riunioni di quello che dovrebbe essere lavoro, per poi venire richiamati all’ordine, fissarsi per due secondi negli occhi e dire: “Pizza!” all’unisono? – quella volta è stata epica. 
Probabilmente ci siamo solo noi.
Dimostra anche che abbiamo una sorta di connessione astrale, o qualcosa del genere: ci capiamo al volo praticamente sempre – e no, la cosa non è per niente preoccupante –, forse è perché siamo abbastanza simili per avere gli stessi pensieri che ci frullano per la testa.
So che le persone possono pensare che siamo più o meno sbagliati.
D’altronde, dovremmo imparare a crescere, no? 
Che pizza, però, crescere. Me lo dicono da una vita, eppure sono ancora qui.
Ho ventisei anni scherzavo, ventisette, ma diciamo ancora ventisei, per favore per favore per favore! , ed ho una vita intera di fronte a me – ammetto che da piccola pensavo ai trent’anni come l’estrema vecchiaia, okay…e con “da piccola” intendo esattamente dieci anni fa –, penso che avrò tempo per crescere, no? E se non crescerò, beh, pazienza. Perlomeno non dovrò essere vittima delle paranoie che assillano il mondo delle persone propriamente adulte.
Penso proprio di essere l’eterna bambina, comunque, o almeno è quello che dice mio fratello Bran, e la cosa non mi dispiace per niente.
Dovresti iniziare a chiamarmi Peter Pan – o Petra Pane, se vogliamo optare per qualcosa di più femminile – quando mi vedi passare per i corridoi e raggiungerti saltellando per attaccarmi al tuo braccio!
Oppure no, se non vuoi.
Però d’ora in poi sappi che io sono quel cosino vestito di verde che vola e che insegue la sua ombra perché l’ha persa lottando contro i pregiudizi degli adulti che lo vogliono fare crescere. E che rimarrò sempre così.
Se vuoi, puoi fare la Wendy della situazione – sempre per rimarcare l’amore che nutro per te vestito da donna, ovviamente –, ma onestamente, non penso che faccia per te: ti ci vedo di più come il compagno d’avventure del cosino verde, una montagna abbracciosa che riporta il sorriso sulle lande desolate dei corridoi scolastici.
Mio figlio potrebbe perfino scriverci una favola su questa cosa, se gliene parlerò. L’idea gli piacerebbe…forse dovremmo parlargliene insieme, non so perché, ma penso proprio che sarebbe divertente. Forse Thor non è James Matthew Barrie, ma qualcosa di carino potrebbe uscirne.
E lui, come sono certa che farà, immaginerà noi due con indosso una calzamaglia ed una tunica verde dai bordi frastagliati, il tutto che fa pendant con un cappellino in testa e delle scarpette a punta, che combattiamo il mondo degli adulti con il sorriso stampato sulla faccia e senza tirar fuori nessuna spada.
So di per certo che, inoltre, correrà da me dicendomi che “Sarebbe un ottimo film!”, e ci costringerebbe a vestirci a quel modo ed a recitare per i suoi filmini, così che, quando saremo vecchi – bada bene, vecchi, non adulti, ovviamente –, potremo riguardarci e sorridere.
Spero, anche se in un certo senso lo so, che vada così: spero di averti ancora al mio fianco, anche quando sarò troppo vecchia per saltellare per la strada e sarò costretta a guardare la mia nipotina – io pretendo una nipote che mi assomigli! – che saltellerà per me – e per noi.
Se sarà davvero così, allora, beh, grazie, Robbie.
Grazie per questi due anni fantastici, che, nella mia immaginazione, sono solo l’inizio di una lunga serie.
Grazie per i tuoi abbracci da orsetto gommoso, grazie per sopportarmi quando ti chiamo così senza dirmi di smettere – perché, ovviamente, non lo faccio per farti un dispetto: dico “Sei un orsetto gommoso!”, ma in realtà è come se ti stessi dicendo “Sei il mio migliore amico.”
Le persone che mi conoscono dicono che ringrazio un po’ troppe volte, ma per me va bene così: perché non ringraziare quando si è felici, finalmente, come lo sono io? Perché non esprimere la propria gioia cercando di far sorridere gli altri? Io l’ho detto che le persone sono assurde – se non lo ricordi in questo fiume sconnesso di concetti, torna all’inizio.
Quindi grazie ancora, Robbie. Grazie per esserci e per esserci stato anche quando rompo o rompevo un po’ troppo le scatole, grazie per non avermi mai mandato via quando urlavo il tuo nome in preda al panico o alla frustrazione perché avevo bisogno del tuo aiuto – che non è, ovviamente, l’aiuto degli altri: il tuo è un aiuto speciale. Grazie per avermi abbracciato quando ne avevo bisogno e anche quando non ne avevo bisogno, tanto per sicurezza. Grazie per essere il migliore amico che ho mai avuto.
Ti voglio tanto, tanto, tanto bene.
 
-Penny.
 
Ps: Buon compleanno, Orsetto Gommoso!


Angolo autrice:

Ciao! 
Inormazioni flash, per iniziare: Robert Robbie Gregory Kennedy (Chris Hemsworth, già.) è il personaggio di Irene, e Penelope Penny Caitlin Hill (Katie McGrath) è la mia pupilla (?), o una delle tante – ma lei è speciale! 
La gif all'inizio è stata fatta da me (io ho solo unito le gif, ovviamente, sono incapace a fare altro), e serve principalmente a far vedere quanto sono fighi i nostri personaggi, sì. 
Ad ogni modo, auguri, auguri, auguri, Ire, ti voglio bene!

xAlly.
  
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