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Autore: Queenofsockpuppets    21/02/2014    1 recensioni
Isabel è una ragazza speciale. Abbandonata dai suoi genitori quando era ancora in fasce, viene adottata da una suora che la porta in un istituto cattolico femminile per ragazze orfane. Ma a Isabel la fede sta stretta,nonostante Dio l'abbia investita di un incarico molto importante...salvare l'umanità dal male.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!!! Questa storia a piu' capitoli è un'idea che mi è venuta guardando il film "Constantine", e subito mi sono messa a farmi un film mentale su un suo (più o meno) corrispondente femminile.Spero che vi piaccia....non dimenticate di lasciare una recensioncina,così vedo se andare avanti con i capitoli o eliminare la storia nel caso la giudicaste "una boiata pazzesca" (Fantozzi style xD)
Enjoy! =)



“Nel primo giorno si avrà l'inizio. Alla terza ora del giorno si udrà nel firmamento del cielo una voce grande e forte, una nube sanguigna salirà da Settentrione, accompagnata da grandi tuoni e lampi possenti, coprirà tutto il cielo, e scenderà su tutta la terra una pioggia di sangue. Questi sono i segni del primo giorno.”
(Apocalisse di Tomaso e Giovanni)



"The sky is turning red 
Return to power draws near 
Fall into me, the sky's crimson tears 
Abolish the rules made of stone"
(Slayer-raining blood)

Roma,6 Giugno 2006

Erano le tre del pomeriggio: un ragazzo percorreva pigramente la strada che portava dalla scuola a casa sua. Fortunatamente era venerdì.
Questo voleva dire due cose: l’indomani non sarebbe andato a scuola e quella sera avrebbe potuto fare festa con gli amici fino a tardi.
Stava già pregustandosi la serata imminente, e stava già preoccupandosi per il dopo sbornia dell’indomani, quando una goccia cadde dal cielo e lo colpì in piena fronte.
“No,che sfiga” disse ad alta voce: sperava solo non fosse un acquazzone di quelli violenti, altrimenti addio serata fuori. Un'altra goccia cadde,stavolta sulla manica della sua felpa,e poi un’altra,e un’altra ancora.
E fu lì che il ragazzo se ne accorse.
Le gocce erano rosse.
Un bel color rosso vivo,davvero molto simile a quello del…
”Sangue” disse,incredulo.
Si toccò la fronte,dove era caduta la prima goccia,e strofinò il pollice contro l’indice: non c’erano dubbi,era proprio sangue.
La mente del ragazzo rifiutò comunque la cosa: non era assolutamente possibile che dal cielo piovesse sangue.
Era davvero fuori dal mondo,non poteva esistere.
Continuò a pensarlo,mentre incredulo si fissava la mano,le dita macchiate di rosso,e a quel punto le cataratte del cielo si aprirono,e la pioggia scarlatta si fece più forte.

Milano,6 Giugno 2006

Suor Diomira era una piccola donna sui sessant’anni,i capelli corti e grigi con qualche rara ciocca nera, e un paio di occhi azzurri che esprimevano tutta la sua infinita bontà: era una donna di fede,non ossessionata da essa come molte delle sue colleghe,ma caratterizzata da una vocazione pura,dall’amore per Dio e dalla totale fiducia nel suo operato. Quel pomeriggio,suor Diomira stava placidamente facendo la spesa nel suo piccolo supermercato di fiducia sotto casa,come tutti i giorni.
Si avvicinò al banco della frutta e verdura,esaminando un cavolo: quella sera aveva voglia di zuppa,e il cavolo sarebbe stato proprio adatto per quell’occasione.
Sorridendo,si apprestò a strappare una delle buste di plastica dal dispenser per portare il suo ortaggio a pesare, quando all’improvviso una donna urlò: “Piove sangue! Fuori piove sangue!E’ la fine del mondo,che Dio ci aiuti!”.
Suor Diomira alzò il capo,sorpresa: tutte le persone nel supermercato si stavano accalcando verso l’uscita,il naso schiacciato contro le vetrine che davano sulla strada.
A passo veloce si diresse anche lei verso il capannello di curiosi,con il suo bravo cavolo ancora stretto in mano.
Una anziana signora stava urlando,e pochi secondi dopo svenne tra le braccia di una giovane che le stava accanto. Suor Diomira si alzò sulle punte delle sue scarpette scure, guardando verso il cielo.
Il cavolo le sfuggì di mano,rotolando poco lontano da lei.
Il cielo era di un colore violaceo e rossastro,cupo, un colore innaturale, e le nubi nerastre vomitavano sulle strade,sulle macchine e sulle persone vermiglie gocce di sangue.
La suora strinse il crocefisso di legno che portava al collo: “Signore aiutami” sussurrò,spaventata: “Aiutaci tutti”.
Un uomo in giacca e cravatta la afferrò per un braccio,urlando: “Lei è una donna di fede! Che cos’è tutto questo?”
Suor Diomira inspirò profondamente.
“La fine” rispose poi.
“La fine del mondo.”


Roma,7 Giugno 2006

Un Boeing 747 solcava impavido i cieli scuri,sotto la macabra pioggia che incessantemente batteva da oramai un giorno intero.
“Buongiorno a tutti,qui è il comandante che vi parla” disse una voce all’altoparlante.
“Ho il piacere di annunciarvi che nonostante il maltempo atterreremo a Roma entro mezz’ora. Ci auguriamo che il viaggio sia stato di vostro gradimento e vi invitiamo a servirvi ancora della nostra compagnia per i vostri viaggi futuri”. Suor Diomira chiuse lentamente la sua copia di un romanzo giallo in edizione tascabile e guardò fuori dal piccolo finestrino: la pioggia continuava,senza dar segno di voler smettere.

L’aereo atterrò tranquillamente,e la donna scese,arrivando rapidamente nella sala d’attesa dell’aeroporto.
Cercò con gli occhi Padre Tommaso,il prete che sarebbe dovuta venirla a prendere, e dopo alcuni minuti lo trovò: era un uomo sulla trentina,molto giovane,con i capelli scuri e gli occhi azzurri.
Se ne stava in un angolo della sala d’attesa,affiancato da due grossi uomini in due pezzi nero che Suor Diomira potè facilmente intuire essere due agenti della Polizia Vaticana.
Si avvicinò lentamente a loro,dicendo con tono pacato: “Padre Tommaso? Sono Suor Diomira,da Milano”.
Il giovane uomo la guardò,sorridendo: “Immaginavo che fosse lei. Bentornata a Roma,Suor Diomira. Prego,mi segua: l’auto ci aspetta. Ci porterà direttamente al Vaticano. Sua Santità la sta aspettando.”.
Suor Diomira lasciò che i due agenti si occupassero del suo bagaglio e accettò il braccio che Padre Tommaso le offriva,dirigendosi con lui fuori dall’aeroporto.
“I segni sono chiari” disse il prete,una volta che furono entrati in macchina.
“E’ esattamente come ne “l’apocalisse” di Tomaso e Giovanni.”.
“…e una nube sanguigna salirà da Settentrione, accompagnata da grandi tuoni e lampi possenti, coprirà tutto il cielo, e scenderà su tutta la terra una pioggia di sangue. Questi sono i segni del primo giorno.” Recitò Suor Diomira, con voce grave.
“Indubbiamente ci troviamo di fronte alla fine dei giorni.”
“Sua Santità vorrebbe discutere con lei sul da farsi” la informò Padre Tommaso: “Si fida ciecamente di lei,considerando tutto quello che ha fatto per la Chiesa di Roma in passato.”
Suor Diomira non rispose: si limitò ad abbassare lo sguardo,in un gesto di umiltà.
Alla radio una voce di donna stava dicendo: “E ora spazio alle ultime notizie. Continua incessante la bizzarra pioggia di sangue che ormai da ventiquattro ore sta devastando tutto il mondo,come possiamo notare dai notiziari di tutte le nazioni. Ma come spiegare questo assurdo e inquietante fenomeno? Gli scienziati,dopo un’attenta analisi,sono giunti alla conclusione che si tratta proprio di sangue umano,ma quello che tutti aspettano è il parere della Chiesa,rimasta finora muta alla stampa e ai notiziari…”
“Siamo arrivati” disse Padre Tommaso.
   
 
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