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Autore: Alicecream    23/02/2014    0 recensioni
È una storia ambientata in un mondo tanto lontanto quanto vicino a noi. Un mondo di magie e realtà come le nostre. Una realtà in cui un ragazzo si trova solo, senza un nome e senza identità.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Furono anni oscuri per Caos, anni che narrerò. Caos, un regno di cui nessuno ricordava la nascita. Un regno, in cui tutto poteva accadere. Governava allora il saggio re Klusmos III, mio nonno, noto per la sua grande capacità oratoria, riusciva a convincere chiunque delle sue idee. Si racconta che il popolo gioisse nel sentire i suoi discorsi.
Era un re e un uomo buono e giusto, e quando fu al termine della sua vita, decise di dividere il regno in tre parti, spartite tra i suoi figli: Iracon, Optimus e Febo.
Iracon era un uomo grande e robusto, non brillava di intelligenza, ma si guadagnava il rispetto altrui grazie alle sue grandi e sviluppate abilità in battaglia.
Optimus era mio padre, era discretamente alto, era il "principe sognatore" per il popolo, perché teneva molto ai princìpi che il padre aveva insegnato, aveva un carattere debole, ma era un uomo dal cuore d'oro.
Febo era il più piccolo dei tre, era scaltro e acuto, ma molto arrogante.
Klusmos aveva sempre cercato di mantenere la pace nel regno, e nella famiglia, riuscendoci per 40 anni. Diede tutto ai suoi figli, e li educò alla pace e al rispetto di ogni vita. Ma quando il re morì, iniziarono per Caos gli anni oscuri. Febo, il figlio minore, si impose come successore unico alla corona e cercò in tutti i modi di uccidere i suoi fratelli, tendendo intrighi e complotti a loro insaputa. E quando Iracon scoprì il tutto si infuriò e decise di dichiarare guerra al fratello.
I due avevano già preparato eserciti e armi, per affrontarsi, ma mio padre
si oppose alla loro folle lotta. Li chiamò nel suo palazzo, parlò loro e cercò di farli ragionare, ma questi non vollero sentire ragioni.
Lo ritenevano infantile per il suo carattere, per le sue idee di pace, e dopo giorni di continue suppliche di fermarsi, folli di odio che si rispecchiava nei loro occhi ormai non più umani, lo uccisero. Mentre uno lo teneva fermo, l'altro lo trafiggeva con un pugnale.
Mentre uno lo uccideva, l'altro lo scherniva.
Mio padre morì così, ucciso dai suoi fratelli, tradito dal suo stesso sangue.
Mentre la sua vita si spegneva, una lacrima solcò il suo viso. Percorrendo le gote, arrivando al mento e candendo a terra, la speranza moriva con lui. "Sorridi, ora Caos ha un problema in meno, sorridi fratello" quelle furono le ultime parole che mio padre sentì, mentre il suo ultimo sguardo fu verso gli occhi di suo fratello Febo, occhi che sembravano demoniaci, occhi di un uomo che sembrava felice nel vedere a terra il sangue.
Il sangue del suo sangue.


Note dell'autore:
Salve gente! Allora, inizio col dire che questa storia non è mia ma del mio migliore (o almeno penso) amico, che ha una fantasia.. come dire, eccentrica. Comunque, nonostante quello che dice, è davvero bravo a scrivere. Qualche recensione non gli farebbe male, insomma. Al prossimo capitolo :)
  
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