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Autore: Charlotte Atherton    23/02/2014    0 recensioni
In una Roma del 2094, dominata dall'Associazione, una ragazza la cui unica voce è il suo violino incontra un misterioso ammiratore che sarà la principale causa delle sue avventure, ma anche la sua unica possibilità di salvezza.
Dal prologo: "Credevo che sarebbe stato così per sempre, non avevo ancora idea che il nuovo Governatore nominato dall’Associazione avrebbe imposto il divieto della musica, men che meno avrei immaginato che la mia vita sarebbe cambiata così radicalmente, e che quel ragazzo sarebbe diventato così importante per me."
Genere: Introspettivo, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Prologo

La musica ci collega, unisce ogni creatura di questo mondo: voci umane mescolate e raccolte dalla singola voce del vento, insieme col cinguettio dei fringuelli e il gorgoglio dell’acqua… Tutto è uno, e nel contempo è molte cose assieme, e non esiste di meglio che una melodia prodotta da più strumenti: ricca e corposa, riesce ad adattarsi a qualsiasi situazione, dalla più triste alla più gioiosa, semplicemente mettendo in risalto le note soavi dell’arpa piuttosto che quelle cupe e profonde del basso.
Anche io faccio parte di questa melodia, pur essendo muta dalla nascita: il mio violino è la mia voce, il mio mezzo di comunicazione, l’unico modo di esternare pienamente i miei sentimenti. Come il “Wanderer” decantato da Heichendorff, così anch’io non mi separo mai dal mio strumento prediletto e unico amico fedele, che porto meco ovunque mi reco.
Io amo suonare immersa nella natura, e ogni giorno vago per la città in cerca di un posto dove trascorrere il pomeriggio. Fu proprio durante uno dei miei vagabondaggi che incontrai lui, il misterioso ragazzo dagli occhi di ghiaccio, per la prima volta.
Come mio solito stavo suonando, e quella volta era una melodia gaia e spensierata, attinta dal mio repertorio di musica celtica. Ero quindi intenta ad assecondare il ritmo delle note col mio corpo, maestra nel gestire contemporaneamente violino, archetto e passi di ceili, quando avvertii uno sguardo su di me e, girandomi, scoprii che due pozze di cielo mi stavano fissando, sorridendo meravigliate.
È da quel giorno che suono per lui, e lui solo, tutti i pomeriggi, presso quello che ormai ho soprannominato il “nostro” parchetto, all’ombra delle querce. E lui è sempre lì ad attendermi impaziente, il mio “ojos de ciel”. Così lo chiamo, poiché il suo nome mi è ignoto e mai mi ha parlato. Eppure, è come se mi conoscesse più a fondo lui di tutte le altre persone a me vicine, madre e padre compresi.
Credevo che sarebbe stato così per sempre, non avevo ancora idea che il nuovo Governatore nominato dall’Associazione avrebbe imposto il divieto della musica, men che meno avrei immaginato che la mia vita sarebbe cambiata così radicalmente, e che quel ragazzo sarebbe diventato così importante per me.
  
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