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Autore: kurage    23/02/2014    1 recensioni
Per quanto un amore possa sembrare perfetto, c'è sempre una fine per ogni cosa.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi sento solo. Mi sento tanto, incredibilmente solo. Abito assieme ad altre persone, ma spiritualmente non c'è nessuno che mi stia davvero vicino. 

Sollevai lo sguardo e guardai l'orologio blu appeso al muro. Prima di leggere l'orario mi soffermai a pensare: il blu è davvero un bel colore. Poi il mio sguardo si spostò sulle lancette. L'una meno un quarto, di notte. Posai la penna, decisi che forse sarebbe stato meglio se fossi andato a dormire. Sistemai i fogli sulla scrivania come si riordinano le idee. Li posizionai con estrema attenzione da un lato, accanto alla lampada, e poi li lasciai lì, posandoci sopra la penna. Andai in camera e mi spogliai. Poi, mi infilai il pigiama e andai in bagno a lavarmi i denti. Nel mentre che tenevo lo spazzolino tra le mani guardavo la mia immagine riflessa nello specchio. Avevo delle profonde occhiaie, sembrava quasi che non dormissi da giorni. I capelli erano totalmente spettinati, le labbra spaccate. Eppure l'unica cosa che facevo era starmene chiuso tutto il giorno a scrivere nel mio piccolo studio. 
Una figura apparve alle mie spalle. Non mi girai, la guardai dallo specchio. 
« Baekhyun, » mi chiamò.
« Chanyeol. Che ci fai qui? Torna dentro, » gli dissi semplicemente continuando a sciacquarmi la bocca. 
Lui sospirò. 
« Non è giusto. Dici sempre che ti senti solo, eppure non vuoi mai parlare con me. Non ti capisco. »
« Non è parlando con te che posso curare la mia solitudine. »
Spensi la luce del bagno e tornai nella mia stanza. Lui per un po' resto al buio senza muoversi, per poi seguirmi ed entrare con me in camera. 
« Ti prego, » mi guardò. Non ricambiai lo sguardo. « Lasciami dormire qua stanotte, lì fa freddo. » 
« Tecnicamente non hai bisogno di un posto caldo, » risposi infilandomi nelle coperte. 
« Ma ho bisogno di te. »
Senza dire niente poggiai la testa sul cuscino e chiusi gli occhi, permettendogli di restare con me per quella notte. Faceva male ammetterlo, cercavo di cambiarlo, ma anche io avevo un disperato bisogno di lui. 
Lui è fondamentale per me. Eppure mi tortura, non fa che perseguitarmi. Vorrei  liberarmene ma non ci riesco. 

La mattina seguente mi alzai, pultuale, come ogni giorno. Era abbastanza presto, tutti ancora dormivano. Prima di andare nello studio mi vestii, e andai in cucina per prepararmi un caffé. Non lo bevvi subito ma lo portai con me, per berlo durante il lavoro. 
Scrivevo tanto, ma non ero uno scrittore. Pagine su pagine, ma non avevo mai pubblicato niente, né avevo mai fatto leggere qualcosa a qualcuno. Ciò che mettevo per iscritto su quei fogli, era frutto della mia mente, del miei ricordi e delle mie sensazioni, solo il pensiero che qualcun'altro potesse leggerlo mi faceva sentire violato. 
Ogni tanto qualcuno entrava nella stanza per chiedermi se stavo bene, o se avevo bisogno di qualcosa. Ed ogni volta io rispondevo di no. Sentivo bussare, tre colpi. Sollevavo appena la testa e fissavo la porta per un po'. Poi dicevo:
« Avanti. »
E loro:
« Permesso? » 
Questa volta era Jongdae. Entrò. 
« Tutto bene, Baekhyun? »
Accennai un sorriso e annuii. 
Ricambiò il sorriso. 
« Meno male. Hai bisogno di qualcosa? »
Scossi la testa senza cambiare espressione. 
« Va bene. Se hai bisogno non esitare a chiedere, io sono qui. »
Annuii nuovamente. 
Così Jongdae uscì, e abbassando nuovamente lo sguardo tornai a pensare al mio lavoro. 

Amo la scrittura. Trovo che sia la forma d'arte più completa. Con le sole parole sei capace di creare mondi, universi. Non è necessario saperli riprodurre, ma semplicemente saperli immaginare, e descrivere. Ho provato svariate volte a riprodurli con il disegno, ma mai mi è capitato di riuscirci. Immaginai un grande arco in mezzo ad un bosco, con una curvatura perfetta. Provai a disegnarlo. Il disegno distrusse ogni mia immaginazione. Nel foglio quell'arco non era affatto perfetto. Così presi un altro foglio, e scrissi: ad un certo punto, camminando fra gli alberi, vidi un grande arco, dalla curvatura perfetta. In quel momento, nulla era sbagliato. Tutto era perfetto. 

Mi svegliai, la mia faccia era poggiata sulla scrivania. Scrivendo, dovevo essermi addormentato. Guardai l'orologio, le unici e qualche minuto. Non ricordavo di preciso quando avevo cominciato a dormire. Mi guardai intorno un po' stordito, la stanza era in penombra, l'unica fonte di luce era la lampada sulla scrivania. Forse lo immaginai o forse accadde davvero, ma quella poca luce cominciò a vacillare e a farsi sempre più fioca. Sentivo le palpebre pesanti, ero stanco. Cercavo di tenere gli occhi aperti, ma si chiudevano da soli, e la mia visuale diventava sempre meno nitida. Un fischio iniziò a lacerarmi le orecchie. Rimbombava nella mia testa, e la sentivo scoppiare. Cercavo di reagire e di trovare un modo per liberarmi da quella fastidiosa sensazione ma il mio corpo era come paralizzato. Le mie braccia, le mie gambe, il busto, erano immobili. Altrettanto improvvisamente come quando iniziò, il fischio cessò di torturarmi e sentii un sussurro alle mie orecchie. 
« Baekhyun, » diceva. 
Mi ripresi lentamente, riacquistai lucidità mentale e così anche l'illuminazione tornò normale. Chanyeol era lì, accanto a me. 
« La prossima volta che devi arrivare cerca di mettermi meno in crisi, » gli dissi massaggiandomi la testa. 
« Scusa, non pensavo che ti avrei creato tutti questi problemi, » rispose dispiaciuto e mi abbracciò. Ricambiai la stretta, anche se un po' controvoglia. 
« Cosa stavi scrivendo? » mi chiese accarezzandomi piano i capelli. 
« Le solite cose, » risposi. Chiusi gli occhi, godendomi le sue carezze. « Dovresti saperlo. »
« Infatti lo so. »
Sollevai lo sguardo per guardarlo negli occhi. 
« Perché me lo chiedi allora? »
« Non lo so. Però.. ti prego, non smettere mai di scrivere di me. »
« Anche contro la mia volontà, non smetterò mai di farlo. » 
Prese il mio viso tra le sue mani fredde e posò dolcemente le sue labbra sulle mie, baciandomi piano. 

Amavo tanto Chanyeol.  Ma per quanto un amore possa sembrare perfetto, c'è sempre una fine per ogni cosa.  

« Non ne posso più. Voglio liberarmi di te, » dissi tra le lacrime. « Non riesco più a vivere, basta! » 
Se ne stava immobile, non mi guardava neanche. 
« Non ce la faccio a soffrire ancora a causa tua. Vattene! » 

La verità è che Chanyeol non poteva andare via. Non di nuovo, non più. Avevo vissuto degli anni felicissimi assieme a lui, ma un giorno il destino ha deciso di strapparmelo via. E dopo essere morto non può fare altro che continuare a vivere nei miei scritti, nei miei ricordi, in modo tale da non scomparire mai più. Il suo pensiero avrebbe continuato a perseguitarmi fino a che non l'avessi raggiunto, per essere di nuovo alla pari. 


 
〇     

Sì, decisamente corto. Ma come diceva Callimaco: μέγα βιβλίον μέγα κακόν.
  
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