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Autore: UlquiorraSegundaEtapa    26/02/2014    3 recensioni
Tuti conoscono la storia di Dark Souls, tutti sanno benissimo com'era prima il mondo e come tutto è cominciato. Ma nessuno l'ha mai sentito raccontare da chi quel giorno c'era, da chi l'ha vissuto sulla propria pelle.
La nascita del mondo raccontata dalla voce di uno dei grandi che guidarono i primi uomini alla vittoria contro i draghi, e con un insolito pairing.
Vi auguro buona lettura!!
Genere: Dark, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Fiamma
 
 
Che cos’era prima il mondo? Nulla, se non una terra amorfa ed avvolta dalla nebbia. Una landa desolata di rupi frastagliate, grigi alberi, e draghi eterni. Ma poi, un giorno, dal nulla, venne il fuoco, e con il fuoco vennero anche le diversità.
Luce e Tenebra.
Caldo e Freddo.
E, naturalmente, Vita e Morte.
Quella piccola fiammella, quel sottile coltello di luce nato alla base della cavità del tronco di una gigantesca quercia, nel sottosuolo della terra primordiale, avrebbe cambiato per sempre il destino del mondo. Perché il fuoco portò la luce e le tenebre, e dalle tenebre emergemmo noi. E trovammo le anime dei Lord che ardevano come fuochi bianchi in mezzo alle fiamme. Chi può davvero dire che cosa fosse l’alba dei tempi?
Be’, noi possiamo. Perché noi c’eravamo, noi eravamo l’alba dei tempi. Un gruppo di esseri vuoti si era levato dalle tenebre della notte, nel sottosuolo, al riparo dagli occhi vigili dei possenti draghi. Non eravamo altro che un mucchio di corpi spogli, dagli arti secchi e le ossa che emergevano dalla carne morta e pallida. Le orbite vuote erano puntate su quella striscia di fiamme che ardeva davanti ai nostri occhi, irradiando quella caverna sotterranea con la sua luce ed il suo colore. Eravamo come falene attratte dal fuoco primordiale. Zoppicanti, ci avviammo verso il fuoco, desiderosi di lasciarci alle spalle il freddo della morte, e inconsapevoli che quelle fiamme avrebbero potuto consumarci fino a distruggerci. Ma il desiderio era troppo e troppo potente per poterlo contrastare. E poi le vidimo.
Come luci ardevano qui globi bianchi. E come bambini catturati da un nuovo giocattolo, noi le afferrammo. Le anime dei Lord entrarono in noi, sentimmo la Loro forza pervaderci, una sensazione di potere che si propagava in ogni singolo centimetro dei nostri corpi scarni. E così i vuoti, dapprima tutti uguali, si riempirono di forme e poteri diversi. Così io nacqui, così nascemmo tutti.
Vidi i miei fratelli e le mie sorelle emergere dalle fiamme, sorgere e levarsi dal fuoco, e questo ci accarezzava la pelle come un fedele amante da troppo tempo dimenticato, ed ora finalmente ritrovato. E mentre contemplavo le mie stesse mani, quasi incredulo, ed osservavo il mio corpo nudo, la vidi.
Davanti ai miei occhi, in una vampata di fuoco che propagò scintille nell’aria, si levò la più bella creatura che il mondo avrebbe mai conosciuto. Bella fin dalla sua nascita, essa emerse nuda da una spirale di fiamme, i capelli neri che rilucevano di riflessi di fiamma, e le ricadevano sulla schiena, coprendole il seno. Nei suoi occhi brillava il fuoco genitrice che ci aveva portato alla vita, e la sua espressione truce e nello stesso tempo dolcissima mi giudicava mutamente. Sapevo, fin da quel primo istante in cui l’avevo vista nascere assieme a me, che non avrei mai potuto dimenticare l’immagine di quella donna. Se donna la si poteva chiamare. E mentre, senza alcun pudore od imbarazzo, restavamo muti a fissarci, un poderoso ruggito echeggiò in superficie e fece vibrare l’intera caverna. I non morti che non avevano ancora recuperato le anime si rannicchiarono gementi tra le fiamme, temendo la collera dei draghi.
Ma noi, e tutti coloro che avevano ottenuto un corpo ed una forma, noi no. Noi alzammo lo sguardo fiero verso il soffitto scuro della caverna, e le fiamme che ci avvolgevano si propagarono in un incendio senza fine, un immenso turbine di fuoco che risalì fino in superficie ed inondò la terra e il cielo.
Dovevamo combattere, lo sapevamo. Perché non sarebbe esistito alcun futuro per la nostra razza, finché fossero esistiti i nostri immortali soggiogatori dalla forza di dei. E così, forti del potere dei Lord, emergemmo dal profondo della terra e dichiarammo guerra ai draghi. Percependo che il pericolo andava schiacciato fin dall’istante in cui era nato, gli eterni si levarono in volo. Migliaia e migliaia di possenti corpi alati solcarono il cielo, muovendosi verso di noi. Ma le fiamme arsero, e nemmeno i draghi avrebbero potuto contrastarle. I fuochi si accesero, risplendendo nella mano del primo dei Morti, ricoperto dal suo mantello di pelli animali e dai teschi dei suoi servi, in quelle della Strega di Izalith e delle sue Figlie del Caos, la mia bellissima donna nata davanti ai miei occhi e ora adornata di una veste di ragnatele finemente intrecciate, in cerchio insieme alle sue figlie, e i raggi di fuoco si rifletterono sulle corazze del Re del Sole e dei suoi Cavalieri d’Argento, mentre nel sottosuolo, ancora colmo di paura rispetto ai suoi fratelli e sorelle, il Nano Furtivo, così facilmente dimenticato, stringeva una piccola fiammella che andava estinguendosi.
Il fragore del battito delle loro ali, la cacofonia prodotta dai loro ruggiti, non fecero vacillare i nostri cuori. Poiché i primi uomini non conoscevano la paura. I discendenti sarebbero stati mortali; ma i Lord sono eterni.
I miei dardi di fuoco fenderono l’aria con il fragore della tempesta, penetrando le scaglie di pietra dei draghi e facendo a pezzi tutto ciò che ostacolasse il loro passaggio. Mille e ancora mille saette di luce solcarono la notte primordiale come comete, e quanti dardi di fuoco lasciavano terra, altrettanti draghi toccarono il suolo. Voltai il mio sguardo verso una rupe, dove la vidi: comandava il fuoco semplicemente con la sua volontà, lo lasciava scivolare sulla sua pelle ed accarezzarla, e poi lo lasciava libero come un falco, libero di incendiare la terra e il cielo e di bruciare i suoi nemici. I suoi capelli avevano il colore del sangue, al riflesso delle fiamme, e ogni suo movimento aveva lo stile e l’eleganza di un passo di danza. Sopra a quella rupe frastagliata, danzava comandando il fuoco con riflessi innaturali, e mai cosa mi sembrò più bella, né mai ci sarebbe stata. In quell’esibizione dalla bellezza mortale, le fiamme si alzavano e danzavano al ritmo del suo corpo, e la sua figura longilinea si articolava nell’oscurità, assieme alle sue figlie, che eppure non avevano lo stesso fascino che suscitava in me la figura della madre. Assieme a loro un sentore di tomba e putrefazione si levò in cielo, mischiandosi alle fiamme e disgregando ogni forma di vita sul suo passaggio. Le radici degli alberi marcivano e si riducevano in una poltiglia informe al passaggio del signore dei Morti, che scatenò un miasma di morte e malattia che pervase l’aria ed avvelenò anche i draghi. I nostri progenitori non poterono resisterci, non quando Seath, il Senzascaglie, decise di tradire la sua razza. Quando gli eterni videro un loro simile stringere in mano un frammento di scaglia di drago macchiato di sangue, per poi frantumarlo senza alcuna pietà, seppero di essere ormai condannati. Il drago albino dalle quattro ali, sul picco di una montagna formata da una moltitudine infinità di cadaveri, levò il suo grido di trionfo e di dolore al cielo, in una nube di lampi cremisi, e i draghi si estinsero.
Al termine della battaglia, quando ancora si levavano colonne di fumo e i corpi dei nostri nemici giacevano decomposti al suolo, avanzai verso la rupe, dove la donna restava immobile a guardare i roghi che ancora ardevano in quella landa desolata.
Mi accostai a lei, non una parola, e restammo così per molto tempo, fino a quando seppi di non poter sopportare più quel silenzio.
- La guerra è vinta – dissi. – Tutti i draghi sono morti.
- No. Non tutti – mi corresse lei, senza nemmeno guardarmi. La sua voce aveva una cadenza che non saprei descrivere, ma che mi toccò il cuore come avrebbe fatto una punta di lancia.
- Figlia del Caos, è un onore stare in tua presenza.
- Voi siete troppo buono, Re del Sole. Siamo nati dallo stesso inferno: siamo uno alla presenza dell’altra fin dal primo momento in cui siamo venuti al mondo.
- Ma non c’è nulla a questo mondo che possieda una bellezza pari alla tua.
Lei si voltò, finalmente, e mi trafisse con uno sguardo indecifrabile, al quale non seppi cosa rispondere.
- Cerchi di non esagerare con i complimenti, mio Lord. Sono solo un corpo vuoto.
Io continuai a fissarla, incurante di tutto ciò che succedeva intorno a noi, e con audacia le accarezzai una guancia: la sua pelle era calda, e delicata.
- Ma non lo sei ai miei occhi. Mille soli potranno levarsi e mille lune potranno tramontare, le terre potranno essere sommerse e i mari potranno prosciugarsi, i deserti rinverdire e le foreste seccarsi, e i popoli di questa terra sorgere e morire centomila volte, prima che io possa dimenticarmi di te.
L’ombra di un sorriso si palesò sul suo volto, scaldandomi il cuore più di quanto avrebbe fatto il fuoco più caldo. Accostò le sue labbra al mio orecchio, e prima di baciarmi mi sussurrò queste parole: - Fate attenzione, mio lord. La fiamma che arde col doppio di splendore brucia per metà tempo. E tu stai bruciando la tua candela da due parti. Estinguerci e morire tra le fiamme, non è questo il mio desiderio, non ancora. Resta al mio fianco, mio signore, poiché è con te che voglio trascorrere la prima alba di questo mondo senza fine.

Angolo dell'autore: spero vivamente che la storia vi sia piaciuta. E' da molto che conosco Dark Souls, ma mi sono introdotto in prima per persona nel suo affascinante mondo solo da poco, e posso confermare con assoluta certezza che si tratti di un'esperienza emozionante e terrificante nello stesso tempo. Ma la cosa che mi ha affascinato di più è stato il video di presentazione che narrava la storia di Dark Souls. Sono rimasto incantato nel vedere quei guerrieri che si battevano con i draghi durante l'alba dei tempi; i dardi di Gwynn che solcavano il cielo mi hanno ipnotizzato, così come le tempeste di fuoco delle streghe di Izalith, i miasmi di Nito e il cielo rosso di lampi sopra Seath. Eeeee... diciamo che l'idea del pairing mi è nata così su due piedi. Ma posso dirvi una cosa: a parte che tra le ultime frasi c'è una citazione di Blade Runner, ma vabè, mea culpa, comunque, c'è un motivo se non faccio mai i nomi di Gwynn nè di Nito. Posso solo dirvi: non aspettatevi che non succeda altro.
Ringrazio chiunque vorrà leggere. 
Alla prossima.
UlquiorraSegundaEtapa.
  
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