Film > Aladdin
Ricorda la storia  |      
Autore: slytherin ele    27/02/2014    0 recensioni
Genio alla prese con il primo giorno di scuola del suo fratellino... che pensa alla prima volta che è entrato in quell'edificio, al fatto di doverlo lasciare... e a che cosa succederà...
FF partecipante al contest, indetto da M4RT1, "ABOUT SPOILED CHILDREN AND PRETTY GIRL".
Genere: Generale, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Genio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Riflessioni e ricordi (perché in ogni società, qualcosa non va!)

 

Genio si guardò intorno, allungò la mano verso il fratello minore, Genietto e insieme cominciarono a volare verso la scuola. Genietto era molto agitato; era il grande giorno, per la prima volta vedrà altri piccoli geni della sua età e imparerà a controllare i suoi poteri.

“Stai tranquillo, fratellino.” Disse Genio, cercando di tranquillizzare il minore. “Andrà tutto bene, vedrai che i tuoi compagni ti adoreranno!” cercò di sdrammatizzare, facendo nascere l’ombra di un sorriso sul volto di Genietto.

Se lo ricordava bene il suo primo giorno all’Accademia Orientale dell’Infanzia per Geni, era molto nervoso e sua madre non aveva potuto accompagnarlo, perché Genietto era nato da poco, il padre lavora vicino ad Agrabrah da quasi due anni e lui si era ritrovato solo e spaventato, davanti a quel gigantesco edificio blu, dove avrebbe passato sette anni della sua eterna vita. I primi minuti erano stati spaventosamente lunghi, dieci insegnanti si erano alternati per spiegare le materie che avrebbero insegnato e i corsi extra che i piccoli allievi potevano seguire. Genio si era sentito spaesato e solo, fino a che un suo futuro compagno non si era avvicinato, presentandosi come “Genie” e dicendo di venire dalla Francia, aveva un accento buffo e un cappello strano in testa, ma a Genio era stato da subito simpatico.

Aveva scoperto poco dopo che lui e Genie sarebbero stati nella stessa classe, era stato entusiasta della notizia. Da quel momento in poi, il primo giorno e le seguenti giornate erano state delle divertenti esperienze all’insegna dell’apprendimento: quella scuola era fantastica e Genio aveva imparato a padroneggiare i suoi poteri in poco tempo. Invidiava Genie, poiché sapeva volare molto meglio di lui; in cambio era diventato un maestro nel far comparire oggetti dal nulla e il più veloce “realizza-desideri” di tutta la sua classe.

 

Poteva capire la paura del suo fratellino, ma era sicuro che si sarebbe trovato bene in quella scuola, in più se avesse avuto bisogno di un aiuto o di un suggerimento, lui ci sarebbe sempre stato.

Arrivarono all’AOIG e Genio dovette sentire, per la seconda volta, tutta la solfa sulle materie, sui corsi e sulla straordinarietà della scuola. Alla fine del discorso, ogni insegnante chiamò uno a uno gli alunni della sua classe.

Quando fu il turno di Genietto, questi si attaccò ai pantaloni del fratello maggiore, sperando che lo riportasse a casa.

“Ehi… io ce l’ho fatta… Sarà così anche per te, rendimi fiero!” disse, guardandolo negli occhi neri il più piccolo, che annuì.

Guardò sfrecciare la piccola figura rossa, verso il maestro Genietico, un genio di mezza età di colore giallo con una folta barba arancione, che gli sorrise e gli indicò la fila di cinque bambini al suo fianco: ce ne era lilla, uno verde, uno bianco, uno viola e uno color senape.

Genio vide suo fratello seguire il maestro per il corridoio e sospirò.

Quanto mi piacerebbe poter ritornare in questa scuola, frequentare ancora le lezioni insieme a Genie… ridere, scherzare e fare i compiti con lui… pensò, leggermente, giù di tono. Quell’anno aveva cominciato il primo anno all’Istituto Superiore per Geni, all’ultimo anno gli avrebbero conferito il diploma di “Genio al lavoro” e gli avrebbero assegnato il suo oggetto.

Non pensava già all’ultimo anno, sarebbe stato inutile, ne aveva ancora sei davanti e temeva di non riuscire a farcela senza Genie, che era dovuto tornare in Francia, poiché suo padre era stato richiamato alla Sede Centrale. Non aveva paura di non farsi dei nuovi amici, anzi si era già creato una bella combriccola nella Prima G, grazie ai suoi modi scherzosi e alla sua naturalezza; sapeva che non sarebbe stato lo stesso senza Genie e si chiedeva quando e se lo avrebbe rivisto.

Scosse la testa, sorridendo mesto e uscendo dalla scuola del fratellino. Vide una “nuvola-navetta” che gli passava di fianco e decise di prenderla per andare a casa, tirò fuori il biglietto e lo fece vedere al conducente, poi si sedette vicino agli altri geni.

Il giorno dopo, sarebbe dovuto andare a scuola e aveva un’interrogazione sulla Storia dei Geni Antichi; non aveva tempo da perdere con inutili paturnie mentali. Nel caso in cui Genie non fosse tornato prima, l’avrebbe cercato lui, una volta preso il diploma! Si batté una mano in fronte, dandosi del cretino da solo, sarebbe stato rinchiuso in un oggetto e avrebbe dovuto ubbidire agli ordini di un padrone, altro che cercava il suo amichetto d’infanzia.

Sbuffò. Forse un giorno troverò qualcuno che sarà disposto a usare uno dei suoi desideri per concedermi la libertà… che idiozia, chi userebbe i miei stessi poteri per me!

Si passò una mano sul mento, pensieroso e poi rimase a bocca aperta per la sua stessa conclusione.

Siamo più liberi da bambini e da adolescenti che da adulti! Non è giusto, non ha senso… perché dobbiamo imparare a essere degli schiavi?

Sapeva che quella domanda non avrebbe mai avuto risposta, che non avrebbe potuto porgerla a nessuno: così era costituita la società dei geni e così sarebbe rimasta per sempre, non sarebbe bastato un giovane genio sognatore a cambiare secoli e secoli di tradizione, di schiavitù quasi volontaria.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Aladdin / Vai alla pagina dell'autore: slytherin ele