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Autore: Scarl_Bloom 94    28/02/2014    6 recensioni
Una bambina viene trovata a Bosco Atro da Legolas e da suo padre Thranduil. Le viene dato il nome di Lùthien e successivamente portata a Reame Boscoso. Lùthien cresce insieme al figlio del sovrano e col tempo il loro legame si rafforzerà. Quello che ha sempre visto come un fratello maggiore si rivelerà essere qualcosa di più.
Nessuno però conosce la sua vera identità. Passo dopo passo tutti i segreti verranno svelati.
In questa Fan Fiction ripercorreremo i fatti narrati ne "Lo Hobbit" e ne "Il Signore degli Anelli", dal punto di vista degli Elfi.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Legolas
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Light into Darkness'
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Capitolo 7 – Finché si odia si ama ancora

 

 

Era come se il tempo si fosse fermato.  Il rimbombo della spada caduta a terra, lo sguardo perso di Legolas, quello inerme di Lùthien, rendevano quel momento unico.  Avevano gli occhi di tutti puntati addosso. I Nani si stavano giusto chiedendo come facesse la ragazza a conoscere quell’Elfo e lo stesso si chiedevano i soldati dell’esercito.

 

<< Cosa ci fai qui? >> le domandò l’Elfo non sapendo cos’altro dirle.

 

Lùthien non riuscì a rispondere. Non faceva che guardarlo cercando di mantenere la calma. Si sentiva così debole, inerme e senza un briciolo di forza. Si chiedeva se fosse colpa di quella foresta oppure se la causa di tutto fosse proprio l’Elfo. D’un tratto vide la mano di Legolas alzarsi e avvicinarsi lentamente e con timore al suo viso. Il cuore di Lùthien partì cominciando a battere all’impazzata. Lei stessa non riusciva a capire il motivo di quella reazione. Prima che la mano dell’Elfo potesse toccare la sua pelle la ragazza si scansò, indietreggiando di qualche passo. Legolas ritrasse la mano, sospirò e prima di voltarsi la guardò con uno sguardo ferito e dispiaciuto al tempo stesso.

 

<< Perquisiteli >> ordinò Legolas << e legateli bene. >>

 

<< Lasciali liberi >> si sentì dire alle spalle << lasciaci proseguire. >>

 

Era stata Lùthien a parlare. Legolas si sentì tremare il cuore. Si voltò verso di lei,lentamente. La ragazza aveva gli occhi abbassati, non osava alzare lo sguardo su di lui. In quei secoli erano cambiati entrambi, da ragazzini ad adulti. Legolas era bellissimo e questo Lùthien non poteva negarlo. L'Elfo la guardò per un’infinità di tempo. Non poteva lasciarla andare via adesso che l’aveva ritrovata. Doveva fare qualcosa.

 

<< Non posso >> le disse voltandosi di nuovo << mio padre deciderà se lasciarvi liberi o meno. >>

 

 

Solo il ricordo di Re Thranduil fece gelare il sangue alla ragazza. Il Re non li avrebbe mai e poi mai liberati. Decise di fare a modo suo. Con un abile scatto si avviò verso l’Elfo, alzò la gamba per colpirlo, ma prontamente Legolas afferrò il suo ginocchio. Scaraventò la ragazza a pochi metri da se, senza farle del male. Lùthien spalancò gli occhi dallo stupore. Non aveva più la sua forza o meglio non riusciva ad usarla contro di lui. Cercò di alzarsi per tornare all’attacco, ma due soldati l’afferrarono dalle braccia. La ragazza cercò di liberarsi, dimenandosi con tutta la sua forza. Legolas le si avvicinò e disse alle due guardie di lasciarla a lui.

Così si avviarono verso Reame Boscoso. Le guardie tennero a bada i Nani e dietro di loro Legolas teneva ben stretta Lùthien. Sentiva il calore dell’Elfo, dolce e al contempo strano. Le teneva le mani, senza però farle male.  La ragazza si sentiva un’idiota, non era stata capace di aiutare la Compagnia a fuggire. Tutta la forza di cui era in possesso le era come volata via.

Per tutto il tragitto non parlarono. Ogni tanto Legolas si accorgeva che uno dei Nani si voltava spesso verso di loro e precisamente verso Lùthien. Il suo sguardo lo irritava. Quel Nano guardava la ragazza non come un amico, c’era dell’altro nei suoi occhi, una luce strana e diversa.

In quel preciso istante Lùthien si rese conto che Bilbo non fosse con loro. Guardò dappertutto, ma non riuscì a vederlo da nessuna parte. Capì allora che il piccolo Hobbit era riuscito a fuggire senza essere visto.

D’improvviso sentì dei piccoli passi dietro alle sue spalle. Aveva imparato a riconoscere i piccoli movimenti del Mezz’uomo. Si voltò leggermente, cercando di non far insospettire Legolas. Dietro ad un albero lo vide, vide il piccolo Hobbit intento ad osservarli. Li stava seguendo, di sicuro sarebbe riuscito a trovare un modo per liberarli. Quel piccolo essere nascondeva molte abilità, lo si doveva riconoscere. L’Elfo però si rese conto che Lùthien stesse guardando qualcosa, o meglio qualcuno. Essendo curioso decise di voltarsi. Bilbo temette di essere scoperto e di scatto si mise la mano in tasca. Lùthien lo osservò attentamente. Fu un attimo e il Mezz’uomo sparì. Legolas non riuscì a vederlo in tempo. Davanti a sé non vide altro che alberi e cespugli. Non appena si voltò sentì la ragazza lamentarsi e un secondo dopo la vide accasciarsi a terra. Lùthien urlava e l’Elfo non sapeva cosa fare per aiutarla. I soldati interruppero la marcia al sentire quegli urli atroci. Kili si voltò verso  Lùthien e non appena la vide in quello stato cercò con tutte le sue forze di liberarsi dalle corde per correre da lei. Prontamente due soldati provvidero a tenerlo.

 

<< Lasciatemi andare!! >> urlava il Nano disperato << Devo andare da lei, lasciatemi!! >>

 

Il giovane si dimenava come un toro. Voleva andare dalla ragazza, doveva fare qualcosa per aiutarla. Anche gli altri Nani cercarono di correre da lei, ma invano. Nel frattempo Legolas si era accasciato a terra insieme a lei. Aveva paura di toccarla, di parlarle, non osava nemmeno sfiorarla.

Lùthien sentiva una voce nella sua testa. Era una voce demoniaca che la chiamava, come era già successo, ma quella volta il richiamo era più intenso e doloroso.

 

<<  Tinúviel >> diceva la voce << ti sto cercando. Ritorna da me. >>

 

La ragazza vedeva un occhio avvolto tra le fiamme. Qualcuno la stava cercando. Qualcuno la voleva, o per meglio dire, la rivoleva. Sentiva come se gli stessero portando via l’anima. Un bruciore tremendo al petto, non riusciva più a respirare, davanti a sé non vedeva più niente, se non quel dannato occhio.

Legolas si sentì perduto. Non pensò più a niente, semplicemente agì. La prese e l’avvolse fra le sue braccia, stringendola forte a se. E nell’istante in cui Lùthien entrò a contatto con il corpo dell’Elfo tutto il dolore sparì e l’occhio infuocato insieme alla voce demoniaca smisero di tormentarla. La ragazza aveva perso i sensi, Legolas le toccò la fronte ed ebbe modo di constatare che fosse molto calda. Si alzò tenendola fra le sue braccia e stando bene attento a non farle del male. Si mise a correre e ordinò al suo esercito di portare i prigionieri a palazzo.

Il giovane Elfo corse a tutta velocità per arrivare nel suo Regno prima che fosse troppo tardi. Lùthien era viva, ma stava molto male. Suo padre poteva di sicuro fare qualcosa per lei.  Appena arrivò a Reame Boscoso domandò immediatamente alle guardie dove fosse Re Thranduil. I servitori risposero dicendogli che il Sovrano al momento si trovava a visitare la tomba della sua amata Eleanor. Legolas sospirò e dopo qualche secondo di esitazione riprese a correre alla ricerca di suo padre.

Appena lo vide, urlò il suo nome e Sire Thranduil si voltò di scatto verso il figlio. Vide la ragazza giacere fra le sue braccia e riuscì a riconoscerla subito. Rimase alquanto stupito dalla scena che gli si presentava davanti agli occhi.

 

<< Ti prego, fai qualcosa >> lo implorò Legolas << salvala. >>

 

<<  Come hai fatto a trovarla? >> domandò il Re ancora abbastanza sconvolto.

 

<< Non ha importanza! >> tuonò il Principe << aiutala! >>

 

Thranduil annuì leggermente e Legolas distese la ragazza per terra. Il Re si avvicinò a lei, la osservò dopodiché mise una mano sulla sua fronte e chiuse gli occhi. Vide e sentì del male, le fiamme dell’inferno ergersi e l’occhio lì a guardare. Fu scosso da quella visione e per un momento si sentì indebolito. Sospirò profondamente e una volta essersi ripreso pronunciò una serie di parole in lingua Elfica. La ragazza riaprì gli occhi qualche secondo dopo. Legolas sorrise raggiante.

 

<< Stai bene? >> le domandò il Principe << sei svenuta. >>

 

<< Ehi, ma cosa mi state facendo?! >> sbraitò la ragazza cercando di allontanarsi da loro << Io non voglio avere più niente a che fare con voi due! >>

 

<< Calmati, non ti abbiamo fatto niente. Mio padre ti ha salvata >> le disse il giovane Elfo cercando di tranquillizzarla.

 

La ragazza parve calmarsi. Cercò di ricordare cos’era successo e in un attimo tutto le fu più chiaro. Aveva sentito quella voce e quel dolore atroce nella testa e nel petto. Non si ricordava più nulla e capì subito che aveva sul serio perso i sensi. Ma comunque continuava a guardare diffidente sia il Re che suo figlio. Legolas da parte sua non sapeva come comportarsi con lei. Erano passati così tanti secoli anche se, appena l’aveva vista era stato come se tutto quel tempo non fosse mai passato. Re Thranduil invece non aveva ancora aperto bocca. Era troppo scosso per quello che aveva visto nella ragazza. Tutto ciò lo preoccupava tanto da non riuscire più a pronunciare parola.

 

<< Dove sono i miei amici? >> domandò Lùthien guardandosi attorno << dove li avete portati? >>

 

<< Di quale amici sta parlando? >> chiese Re Thranduil a suo figlio.

 

<< Vieni, padre >> gli disse l’Elfo << abbiamo dei prigionieri. Li abbiamo trovati a Bosco Atro. >>

 

Re Thranduil si incuriosì e decise di andare subito a vedere di chi si trattasse. Legolas indugiò un attimo nel seguirlo. Si voltò verso la ragazza che nel frattempo cercava di rimettersi in piedi. Non poteva non aiutarla. Le si avvicinò e titubante le porse la mano. La ragazza lo guardò per un attimo, ma alla fine rifiutò il suo aiuto.

 

<< Non voglio farti del male >> le disse quasi dispiaciuto.

 

<< Non mi serve il tuo aiuto! >> tuonò la ragazza rimettendosi in piedi << preferirei morire piuttosto. >>

 

Quelle parole arrivarono dritte al cuore dell’Elfo. Lei lo odiava e non si sforzava nemmeno di nasconderlo. Lo guardava con disprezzo e questo gli faceva un grande male. Lùthien andò verso il palazzo alla ricerca dei Nani e Legolas le andò dietro, mantenendosi ad una giusta distanza.

I prigionieri furono portati nella stanza del trono e lì Re Thranduil li ricevette. Fu molto colpito nel sapere che una Compagnia di Nani si fosse avventurata a Bosco Atro e subito volle saperne di più.

 

<< Io vi lascerò andare ad una sola condizione >> annunciò loro Sire Thranduil << ditemi dove siete diretti. >>

 

I Nani si guardarono l’un l’altro bisbigliando qualcosa. Era ovvio che nessuno di loro avrebbe mai detto niente riguardo la loro impresa. Sapevano bene che molti non erano d’accordo su quello che avevano in mente di fare e che avrebbero fatto di tutto pur di ostacolarli.

 

<< I nostri affari non riguardano gli Elfi >> rispose Thorin sfidandolo.

 

Il Re lo osservò per bene. Lo riconobbe subito. Sapeva perfettamente che quello dinnanzi a se era proprio Thorin Scudodiquercia. Riflettè un attimo sul da farsi. Se i Nani non si decidevano a parlare non li avrebbe liberati.

 

<< Ebbene >> disse infine << marcirete nelle prigioni fino a quando non vi deciderete a parlare. >>

 

 

I soldati eseguirono l’ordine impartito dal sovrano. I Nani cercarono di protestare, ma non ci fu niente da fare. Thranduil non avrebbe cambiato idea. Lùthien si trovava lì, poco distante da loro. Un soldato l’afferrò dal braccio con l’intento di portare anche lei nelle prigioni. Legolas prontamente richiamò il soldato. Re Thranduil guardò il figlio. E allora capì che infondo lui l’amava ancora e che non aveva mai smesso di farlo.

 

<< Io andrò insieme alla mia Compagnia >> intervenne Lùthien << non accetterò nessun altro tipo di trattamento. >>

 

<< Non ti farò rinchiudere in una cella >> le disse Legolas avvicinandosi << non posso. >>

 

<< Invece lo farai >> proseguì la ragazza << perché è quello che voglio. >>

 

Lùthien stava ancora male, aveva ancora la febbre addosso. Re Thranduil aveva soltanto alleviato il suo dolore. Di fatti le girava ancora la testa e con fatica riusciva a mantenersi in equilibrio. Legolas stava per aprire di nuovo bocca dicendole che non l’avrebbe rinchiusa, ma suo padre lo interruppe.

 

<< Legolas, figlio mio >> gli disse quello << se è il volere della ragazza noi non possiamo farci niente. >>

 

L’Elfo guardò suo padre per un attimo. Forse aveva ragione lui, non poteva fare niente se era lei a voler essere rinchiusa insieme agli altri. Finchè sarebbe stata lì le possibilità di riavvicinarsi a lei aumentavano. Allo stato attuale Lùthien non avrebbe voluto sentire nessuna spiegazione da parte dell’Elfo e quest’ultimo aveva tante cose da dirle. Doveva far chiarezza su quello che era accaduto secoli prima e soprattutto doveva placare quell’odio che la ragazza nutriva nei suoi confronti.

I soldati portarono i prigionieri alle prigioni e Legolas andò con loro. Mentre gli altri mettevano in cella i Nani, lui si occupò personalmente e a malincuore di Lùthien. La ragazza entrò senza porre nessuna resistenza. Legolas non sopportava di vederla dietro le sbarre e senza riflettere entrò dentro da lei. Lùthien se lo trovò davanti e incredibilmente vicino. Si aggrappò alle sbarre della cella e cercò di non posare lo sguardo sull’Elfo. Sentiva lo stomaco contorcersi ogni volta che Legolas le stava vicino.

 

<< Resti sempre della stessa opinione? >> le domandò quasi sussurrando << sei ancora debole, esci da qui >> aggiunse cercando di farla voltare verso di se << Vieni con me. >>

 

<< Va via >> bisbigliò la ragazza << non ho bisogno di te. >>

 

<< Sempre testarda >> sorrise nel dirlo << non sei cambiata molto. >>

 

<<  Oh si invece >> lo corresse << sono cambiata e lo devo soprattutto a te. >>

 

Legolas si irrigidì d’improvviso. Gli occhi di Lùthien finalmente lo guardarono. Si perse in quell’azzurro e non riuscì più a dire altro. Legolas non poté non rimanere rapito alla vista di quei suoi occhi incantatori. Seguì un lungo e pesante silenzio in cui nessuno dei due parlò. Ad interrompere quello scambio infinito di sguardi fu un soldato. Legolas parve come ritornare alla realtà e si mise a scuotere la testa per riprendersi. Congedò i soldati e nel mentre Lùthien si voltò dall’altra parte dandogli le spalle. La ragazza stava guardando qualcuno e Legolas si sporse quel tanto che bastava per capire a chi stesse osservando. Vide il Nano che quel giorno non aveva fatto altro che cercarla con lo sguardo. L’Elfo strinse i pugni e decise di uscire dalla cella. Lentamente girò la chiave dopodiché rimase qualche secondo ancora ad osservarla. Lùthien sentiva i suoi occhi addosso e per questo motivo non si voltò. Non appena sentì l’Elfo allontanarsi tirò un sospiro di sollievo e tornò a tranquillizzarsi.

 

<< Lùthien, stai bene? >> le chiese Kili preoccupato << quell’Elfo non mi piace per niente. >>

 

<< Si, sto bene, non preoccuparti >> sorrise la ragazza << dobbiamo pensare a un modo per fuggire da qui. >>

 

<< E come? >> chiese Thorin << io non ho intenzione di dire a quella sottospecie di Re degli Elfi l’obbiettivo della nostra missione. >>

 

<< Dobbiamo scendere a patti >> intervenne Balin << dobbiamo per forza. >>

 

 

Nel frattempo Legolas era tornato da suo padre. Thranduil stava ripensando a quello che aveva sentito nel toccare la ragazza. Nascondeva qualcosa di malvagio e di oscuro dentro di se e questo lo preoccupava e non poco. Come se non bastasse suo figlio ne era innamorato. Per quanto malvagia possa essere stata la sua idea di allontanare quei due si era rivelata ugualmente inutile. Quello che però si chiedeva era se anche la ragazza fosse innamorata di Legolas. Di questo non aveva mai saputo nulla e aveva intenzione di scoprirlo.

 

<< Padre >> la voce di Legolas interruppe i suoi pensieri << non so cosa fare. >>

 

<< Tu non l’hai mai odiata >> disse Re Thranduil senza nemmeno voltarsi verso di lui << tu l’hai sempre amata, nonostante tutto. >>

 

<< Credo che nel corso di questi anni io abbia provato ad odiarla con tutto me stesso >> ammise Legolas << ma non ci sono riuscito. L’amo troppo per odiarla. >>

 

<< E pensi che lei ricambi i tuoi sentimenti? >> chiese curioso il Re << credi che potrebbe amarti? >>

 

Legolas abbassò il capo << Lei mi odia >> sussurrò appena << come potrebbe mai amarmi? >>

 

Re Thranduil parve risollevato << Quella ragazza nasconde un grande mistero >> proseguì << porta con se un grande male. >>

 

<< Cosa intendi dire? >> gli chiese suo figlio non capendo le sue parole.

 

<< Non lo so >> fu la risposta di Re Thranduil << vorrei tanto saperlo anch’io. >>

 

Verso sera venne portato del cibo ai prigionieri. Legolas tornò a visitare Lùthien e quest’ultima si dimostrò per niente felice nel rivederlo. L’Elfo aprì la sua cella e tornò dentro da lei. Questo infastidì molto Kili, il quale non aveva smesso un attimo di seguire i suoi movimenti. Legolas se ne era accorto e aveva capito anche bene il motivo.

 

<< Perché quel Nano ti guarda in continuazione? >> chiese a bassa voce alla ragazza.

 

<< Non ti riguarda >> rispose freddamente Lùthien << vuoi andartene e lasciarmi in pace una volta per tutte? >>

 

Legolas gettò un ultima occhiata al giovane Nano dopodiché uscì dalla cella e andò via. Lùthien sospirò aggrappandosi di nuovo alle sbarre. La febbre purtroppo non le lasciava tregua. Stava male ma non voleva darlo a vedere. Quando anche le altre guardie andarono via, Kili riprese a chiederle come stava. Lùthien ringraziò di cuore il coraggioso Nano e gli sorrise.

 

<< Tu conosci quell’Elfo, vero? >> le disse dopo poco Kili << Perché è così apprensivo con te? >>

 

<< Apprensivo, dici? >> rifletté la ragazza << lo conosco da molto tempo, ma è come se fosse passato un solo giorno dall'ultima volta che lo vidi. >>

 

<< E’ stato…importante per te? >> domandò ancora titubante.

 

Lùthien inizialmente non rispose. Cercava di evitare sempre quel discorso, ma forse con Kili poteva confidarsi << A te posso dirlo >> disse seria << Io lo odio >> strinse ancora di più le sbarre << odio il suo sorriso, odio il modo in cui mi guarda, il modo in cui parla >> proseguì trasportata da quello che stava ammettendo << ma soprattutto odio il fatto di… >>

 

<< di non odiarlo nemmeno un po’ >> la interruppe Kili << perché in realtà tu lo ami. >>

 

Lùthien rimase stupita nel sentire quelle parole. Sentì un tuffo al cuore e non riuscì a trovare niente contro cui difendersi. Il Nano c’aveva centrato in pieno. No, lei non l’odiava.. nemmeno un po’.

Kili le sorrise leggermente per poi voltarsi dall’altra parte dandole le spalle. La ragazza si sentì scoppiare la testa e si accasciò a terra. Aveva un tremendo bisogno di riposare, di dormire, ma dopo tutto quello che era successo quel giorno non riusciva a rilassarsi.

A tarda notte ancora non era riuscita a chiudere occhio. La febbre era salita e sentiva tanto freddo. D’improvviso sentì la porta della sua cella aprirsi, o forse lo immaginò solamente.

 

Legolas non riusciva a stare tranquillo ed era tornato da lei. Appena la vide in quello stato subito si era precipitato ad entrare nella cella. La prese fra le sue braccia mentre la ragazza sembrava non essere cosciente. La guardò intensamente per poi uscire dalla cella tenendola in braccio e stretta a se.

 

<< Quando sei bella >> le sussurrò << quanto vorrei che non mi odiassi. >>

 

L’Elfo sospirò e riprese a camminare verso la sua stanza.

 

 

 

 

 

Hola!! :D

Scusate per il ritardo ma ho avuto un po’ da fare in questi giorni :/

Comunque, eccomi qui con un nuovo capitolo :) e spero tanto che vi piaccia!

 

Colgo l’occasione per ringraziare : ewan91-KyraPotteredirectioner-Satana1-dollyvally-ElyforLoki-Anaire-

 

Ringrazio anche chi ha messo la storia nelle preferite, nelle ricordate e nelle seguite!

 

Grazie di cuore!

 

E invito a chi ancora non ha detto nulla di intervenire :D

 

Vorrei sapere il vostro parere sulla storia e se vorreste che cambiassi qualcosa della Fan Fic. Accetto qualsiasi tipo di suggerimento, ovviamente ^^

 

A presto

 

Scarl.

   
 
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