Capitolo
7 – Finché si
odia si ama ancora
Era
come se il tempo si fosse fermato.
Il
rimbombo della spada caduta a terra, lo sguardo perso di Legolas,
quello inerme
di Lùthien, rendevano quel momento unico.
Avevano gli occhi di tutti puntati addosso. I Nani si
stavano giusto
chiedendo come facesse la ragazza a conoscere quell’Elfo e lo
stesso si
chiedevano i soldati dell’esercito.
<<
Cosa ci fai qui? >> le domandò
l’Elfo non sapendo cos’altro dirle.
Lùthien
non riuscì a rispondere. Non faceva che guardarlo cercando
di mantenere la
calma. Si sentiva così debole, inerme e senza un briciolo di
forza. Si chiedeva
se fosse colpa di quella foresta oppure se la causa di tutto fosse
proprio
l’Elfo. D’un tratto vide la mano di Legolas alzarsi
e avvicinarsi lentamente e
con timore al suo viso. Il cuore di Lùthien partì
cominciando a battere
all’impazzata. Lei stessa non riusciva a capire il motivo di
quella reazione.
Prima che la mano dell’Elfo potesse toccare la sua pelle la
ragazza si scansò,
indietreggiando di qualche passo. Legolas ritrasse la mano,
sospirò e prima di
voltarsi la guardò con uno sguardo ferito e dispiaciuto al
tempo stesso.
<<
Perquisiteli >> ordinò Legolas
<< e legateli bene. >>
<<
Lasciali liberi >> si sentì dire alle spalle
<< lasciaci
proseguire. >>
Era
stata Lùthien a parlare. Legolas si sentì tremare
il cuore. Si voltò verso di
lei,lentamente. La ragazza aveva gli occhi abbassati, non osava alzare
lo sguardo
su di lui. In quei secoli erano cambiati entrambi, da ragazzini ad
adulti.
Legolas era bellissimo e questo Lùthien non poteva negarlo.
L'Elfo la guardò
per un’infinità di tempo. Non poteva lasciarla
andare via adesso che l’aveva
ritrovata. Doveva fare qualcosa.
<<
Non posso >> le disse voltandosi di nuovo
<< mio padre deciderà se
lasciarvi liberi o meno. >>
Solo
il
ricordo di Re Thranduil fece gelare il sangue alla ragazza. Il Re non
li
avrebbe mai e poi mai liberati. Decise di fare a modo suo. Con un abile
scatto
si avviò verso l’Elfo, alzò la gamba
per colpirlo, ma prontamente Legolas
afferrò il suo ginocchio. Scaraventò la ragazza a
pochi metri da se, senza
farle del male. Lùthien spalancò gli occhi dallo
stupore. Non aveva più la sua
forza o meglio non riusciva ad usarla contro di lui. Cercò
di alzarsi per
tornare all’attacco, ma due soldati l’afferrarono
dalle braccia. La ragazza
cercò di liberarsi, dimenandosi con tutta la sua
forza. Legolas le si avvicinò e disse
alle due guardie di lasciarla a lui.
Così
si
avviarono verso Reame Boscoso. Le guardie tennero a bada i Nani e
dietro di
loro Legolas teneva ben stretta Lùthien. Sentiva il calore
dell’Elfo, dolce e
al contempo strano. Le teneva le mani, senza però farle male. La ragazza si sentiva
un’idiota, non era
stata capace di aiutare la Compagnia a fuggire. Tutta la forza di cui
era in
possesso le era come volata via.
Per
tutto il tragitto non parlarono. Ogni tanto Legolas si accorgeva che
uno dei Nani si
voltava spesso verso di loro e precisamente verso Lùthien.
Il suo sguardo lo irritava.
Quel Nano guardava la ragazza non come un amico, c’era
dell’altro nei suoi
occhi, una luce strana e diversa.
In
quel
preciso istante Lùthien si rese conto che Bilbo non fosse
con loro. Guardò dappertutto,
ma non riuscì a vederlo da nessuna parte. Capì
allora che il piccolo Hobbit era
riuscito a fuggire senza essere visto.
D’improvviso
sentì dei piccoli passi dietro alle sue spalle. Aveva
imparato a riconoscere i
piccoli movimenti del Mezz’uomo. Si voltò
leggermente, cercando di non far
insospettire Legolas. Dietro ad un albero lo vide, vide il piccolo
Hobbit
intento ad osservarli. Li stava seguendo, di sicuro sarebbe riuscito a
trovare
un modo per liberarli. Quel piccolo essere nascondeva molte
abilità, lo si doveva riconoscere. L’Elfo
però si rese conto che Lùthien stesse guardando
qualcosa, o meglio qualcuno.
Essendo curioso decise di voltarsi. Bilbo temette di essere scoperto e
di
scatto si mise la mano in tasca. Lùthien lo
osservò attentamente. Fu un attimo
e il Mezz’uomo sparì. Legolas non
riuscì a vederlo in tempo. Davanti a sé non
vide altro che alberi e cespugli. Non appena si voltò
sentì la ragazza
lamentarsi e un secondo dopo la vide accasciarsi a terra.
Lùthien urlava e l’Elfo
non sapeva cosa fare per aiutarla. I soldati interruppero la marcia al
sentire
quegli urli atroci. Kili si voltò verso
Lùthien e non appena la vide in
quello stato cercò con tutte le sue forze di liberarsi dalle
corde per correre
da lei. Prontamente due soldati provvidero a tenerlo.
<<
Lasciatemi andare!! >> urlava il Nano disperato
<< Devo andare da
lei, lasciatemi!! >>
Il
giovane si dimenava come un toro. Voleva andare dalla ragazza, doveva
fare
qualcosa per aiutarla. Anche gli altri Nani cercarono di correre da
lei, ma
invano. Nel frattempo Legolas si era accasciato a terra insieme a lei.
Aveva
paura di toccarla, di parlarle, non osava nemmeno sfiorarla.
Lùthien
sentiva una voce nella sua testa. Era una voce demoniaca che la
chiamava, come
era già successo, ma quella volta il richiamo era
più intenso e doloroso.
<<
Tinúviel >> diceva la
voce
<< ti sto cercando. Ritorna da me. >>
La
ragazza vedeva un occhio avvolto tra le
fiamme. Qualcuno la stava cercando. Qualcuno la voleva, o per meglio
dire, la
rivoleva. Sentiva come se gli stessero portando via l’anima.
Un bruciore tremendo
al petto, non riusciva più a respirare, davanti a
sé non vedeva più niente, se
non quel dannato occhio.
Legolas
si sentì perduto. Non pensò più a
niente,
semplicemente agì. La prese e l’avvolse fra le sue
braccia, stringendola forte
a se. E nell’istante in cui Lùthien
entrò a contatto con il corpo dell’Elfo
tutto il dolore sparì e l’occhio infuocato insieme
alla voce demoniaca smisero
di tormentarla. La ragazza aveva perso i sensi, Legolas le
toccò la fronte ed
ebbe modo di constatare che fosse molto calda. Si alzò
tenendola fra le sue
braccia e stando bene attento a non farle del male. Si mise a correre e
ordinò al
suo esercito di portare i prigionieri a palazzo.
Il
giovane Elfo corse a tutta velocità per
arrivare nel suo Regno prima che fosse troppo tardi. Lùthien
era viva, ma stava
molto male. Suo padre poteva di sicuro fare qualcosa per lei. Appena arrivò a
Reame Boscoso domandò
immediatamente alle guardie dove fosse Re Thranduil. I servitori
risposero
dicendogli che il Sovrano al momento si trovava a visitare la tomba
della sua
amata Eleanor. Legolas sospirò e dopo qualche secondo di
esitazione riprese a
correre alla ricerca di suo padre.
Appena
lo vide, urlò il suo nome e Sire Thranduil
si voltò di scatto verso il figlio. Vide la ragazza giacere
fra le sue braccia
e riuscì a riconoscerla subito. Rimase alquanto stupito
dalla scena che gli si presentava davanti agli occhi.
<<
Ti prego, fai qualcosa >> lo
implorò Legolas << salvala. >>
<<
Come hai fatto a
trovarla? >> domandò il
Re ancora abbastanza sconvolto.
<<
Non ha importanza! >> tuonò il
Principe << aiutala! >>
Thranduil
annuì leggermente e Legolas distese la
ragazza per terra. Il Re si avvicinò a lei, la
osservò dopodiché mise una mano
sulla sua fronte e chiuse gli occhi. Vide e sentì del male,
le fiamme dell’inferno
ergersi e l’occhio lì a guardare. Fu scosso da
quella visione e per un momento
si sentì indebolito. Sospirò profondamente e una
volta essersi ripreso
pronunciò una serie di parole in lingua Elfica. La ragazza
riaprì gli occhi
qualche secondo dopo. Legolas sorrise raggiante.
<<
Stai bene? >> le domandò il
Principe << sei svenuta. >>
<<
Ehi, ma cosa mi state facendo?! >>
sbraitò la ragazza cercando di allontanarsi da loro
<< Io non voglio
avere più niente a che fare con voi due! >>
<<
Calmati, non ti abbiamo fatto niente.
Mio padre ti ha salvata >> le disse il giovane Elfo
cercando di
tranquillizzarla.
La
ragazza parve calmarsi. Cercò di ricordare cos’era
successo e in un attimo tutto le fu più chiaro. Aveva
sentito quella voce e quel
dolore atroce nella testa e nel petto. Non si ricordava più
nulla e capì subito
che aveva sul serio perso i sensi. Ma comunque continuava a guardare
diffidente
sia il Re che suo figlio. Legolas da parte sua non sapeva come
comportarsi con
lei. Erano passati così tanti secoli anche se, appena
l’aveva vista era stato
come se tutto quel tempo non fosse mai passato. Re Thranduil invece non
aveva
ancora aperto bocca. Era troppo scosso per quello che aveva visto nella
ragazza. Tutto ciò lo preoccupava tanto da non riuscire
più a pronunciare parola.
<<
Dove sono i miei amici? >> domandò
Lùthien guardandosi attorno << dove li avete
portati? >>
<<
Di quale amici sta parlando? >>
chiese Re Thranduil a suo figlio.
<<
Vieni, padre >> gli disse l’Elfo
<< abbiamo dei prigionieri. Li abbiamo trovati a Bosco
Atro. >>
Re
Thranduil si incuriosì e decise di andare
subito a vedere di chi si trattasse. Legolas indugiò un
attimo nel seguirlo. Si
voltò verso la ragazza che nel frattempo cercava di
rimettersi in piedi. Non
poteva non aiutarla. Le si avvicinò e titubante le porse la
mano. La ragazza lo
guardò per un attimo, ma alla fine rifiutò il suo
aiuto.
<<
Non voglio farti del male >> le
disse quasi dispiaciuto.
<<
Non mi serve il tuo aiuto! >>
tuonò la ragazza rimettendosi in piedi <<
preferirei morire piuttosto.
>>
Quelle
parole arrivarono dritte al cuore dell’Elfo.
Lei lo odiava e non si sforzava nemmeno di nasconderlo. Lo guardava con
disprezzo
e questo gli faceva un grande male. Lùthien andò
verso il palazzo alla ricerca
dei Nani e Legolas le andò dietro, mantenendosi ad una
giusta distanza.
I
prigionieri furono portati nella stanza del
trono e lì Re Thranduil li ricevette. Fu molto colpito nel
sapere che una
Compagnia di Nani si fosse avventurata a Bosco Atro e subito volle
saperne di
più.
<<
Io vi lascerò andare ad una sola
condizione >> annunciò loro Sire Thranduil
<< ditemi dove siete
diretti. >>
I
Nani si guardarono l’un l’altro bisbigliando
qualcosa. Era ovvio che nessuno di loro avrebbe mai detto niente
riguardo la
loro impresa. Sapevano bene che molti non erano d’accordo su
quello che avevano
in mente di fare e che avrebbero fatto di tutto pur di ostacolarli.
<<
I nostri affari non riguardano gli Elfi
>> rispose Thorin sfidandolo.
Il
Re lo osservò per bene. Lo riconobbe subito.
Sapeva perfettamente che quello dinnanzi a se era proprio Thorin
Scudodiquercia.
Riflettè un attimo sul da farsi. Se i Nani non si decidevano
a parlare non li
avrebbe liberati.
<<
Ebbene >> disse infine <<
marcirete nelle prigioni fino a quando non vi deciderete a parlare.
>>
I
soldati eseguirono l’ordine impartito dal sovrano. I Nani
cercarono di
protestare, ma non ci fu niente da fare. Thranduil non avrebbe cambiato
idea.
Lùthien si trovava lì, poco distante da loro. Un
soldato l’afferrò dal braccio
con l’intento di portare anche lei nelle prigioni. Legolas
prontamente
richiamò il soldato. Re Thranduil guardò il
figlio. E allora capì che infondo
lui l’amava ancora e che non aveva mai smesso di farlo.
<<
Io andrò insieme alla mia Compagnia >>
intervenne Lùthien << non
accetterò nessun altro tipo di trattamento. >>
<<
Non ti farò rinchiudere in una cella >> le
disse Legolas avvicinandosi
<< non posso. >>
<<
Invece lo farai >> proseguì la ragazza
<< perché è quello che
voglio. >>
Lùthien
stava ancora male, aveva ancora la febbre addosso. Re Thranduil aveva
soltanto
alleviato il suo dolore. Di fatti le girava ancora la testa e con
fatica
riusciva a mantenersi in equilibrio. Legolas stava per aprire di nuovo
bocca
dicendole che non l’avrebbe rinchiusa, ma suo padre lo
interruppe.
<<
Legolas, figlio mio >> gli disse quello <<
se è il volere della
ragazza noi non possiamo farci niente. >>
L’Elfo
guardò suo padre per un attimo. Forse aveva ragione lui, non
poteva fare niente
se era lei a voler essere rinchiusa insieme agli altri.
Finchè sarebbe stata lì
le possibilità di riavvicinarsi a lei aumentavano. Allo
stato attuale Lùthien
non avrebbe voluto sentire nessuna spiegazione da parte
dell’Elfo e quest’ultimo
aveva tante cose da dirle. Doveva far chiarezza su quello che era
accaduto
secoli prima e soprattutto doveva placare quell’odio che la
ragazza nutriva nei
suoi confronti.
I
soldati portarono i prigionieri alle prigioni e Legolas andò
con loro. Mentre
gli altri mettevano in cella i Nani, lui si occupò
personalmente e a malincuore
di Lùthien. La ragazza entrò senza porre nessuna
resistenza. Legolas non
sopportava di vederla dietro le sbarre e senza riflettere
entrò dentro da lei.
Lùthien se lo trovò davanti e incredibilmente
vicino. Si aggrappò alle sbarre
della cella e cercò di non posare lo sguardo
sull’Elfo. Sentiva lo stomaco
contorcersi ogni volta che Legolas le stava vicino.
<<
Resti sempre della stessa opinione? >> le
domandò quasi sussurrando
<< sei ancora debole, esci da qui >>
aggiunse cercando di farla
voltare verso di se << Vieni con me. >>
<<
Va via >> bisbigliò la ragazza
<< non ho bisogno di te. >>
<<
Sempre testarda >> sorrise nel dirlo << non
sei cambiata molto.
>>
<< Oh si invece
>> lo corresse <<
sono cambiata e lo devo soprattutto a te. >>
Legolas
si irrigidì d’improvviso. Gli occhi di
Lùthien finalmente lo guardarono. Si
perse in quell’azzurro e non riuscì più
a dire altro. Legolas non poté non
rimanere rapito alla vista di quei suoi occhi incantatori.
Seguì un lungo e
pesante silenzio in cui nessuno dei due parlò. Ad
interrompere quello scambio
infinito di sguardi fu un soldato. Legolas parve come ritornare alla
realtà e
si mise a scuotere la testa per riprendersi. Congedò i
soldati e nel mentre
Lùthien si voltò dall’altra parte
dandogli le spalle. La ragazza stava
guardando qualcuno e Legolas si sporse quel tanto che bastava per
capire a chi
stesse osservando. Vide il Nano che quel giorno non aveva fatto altro
che
cercarla con lo sguardo. L’Elfo strinse i pugni e decise di
uscire dalla cella.
Lentamente girò la chiave dopodiché rimase
qualche secondo ancora ad
osservarla. Lùthien sentiva i suoi occhi addosso e per
questo motivo non si voltò. Non
appena sentì l’Elfo allontanarsi tirò
un sospiro di sollievo e tornò a tranquillizzarsi.
<<
Lùthien, stai bene? >> le chiese Kili
preoccupato << quell’Elfo non
mi piace per niente. >>
<<
Si, sto bene, non preoccuparti >> sorrise la ragazza
<< dobbiamo
pensare a un modo per fuggire da qui. >>
<<
E come? >> chiese Thorin << io non ho
intenzione di dire a quella sottospecie
di Re degli Elfi l’obbiettivo della nostra missione.
>>
<<
Dobbiamo scendere a patti >> intervenne Balin
<< dobbiamo per
forza. >>
Nel
frattempo
Legolas era tornato da suo padre. Thranduil stava ripensando a quello
che aveva
sentito nel toccare la ragazza. Nascondeva qualcosa di malvagio e di
oscuro
dentro di se e questo lo preoccupava e non poco. Come se non bastasse
suo
figlio ne era innamorato. Per quanto malvagia possa essere stata la sua
idea di
allontanare quei due si era rivelata ugualmente inutile. Quello che
però si
chiedeva era se anche la ragazza fosse innamorata di Legolas. Di questo
non
aveva mai saputo nulla e aveva intenzione di scoprirlo.
<<
Padre >> la voce di Legolas interruppe i suoi pensieri
<< non so
cosa fare. >>
<<
Tu non l’hai mai odiata >> disse Re Thranduil
senza nemmeno voltarsi
verso di lui << tu l’hai sempre amata,
nonostante tutto. >>
<<
Credo che nel corso di questi anni io abbia provato ad odiarla con
tutto me
stesso >> ammise Legolas << ma non ci sono
riuscito. L’amo troppo
per odiarla. >>
<<
E pensi che lei ricambi i tuoi sentimenti? >> chiese
curioso il Re
<< credi che potrebbe amarti? >>
Legolas
abbassò il capo << Lei mi odia
>> sussurrò appena << come
potrebbe mai amarmi? >>
Re
Thranduil
parve risollevato << Quella ragazza nasconde un grande
mistero >>
proseguì << porta con se un grande male.
>>
<<
Cosa intendi dire? >> gli chiese suo figlio non capendo
le sue parole.
<<
Non lo so >> fu la risposta di Re Thranduil
<< vorrei tanto saperlo
anch’io. >>
Verso
sera venne portato del cibo ai prigionieri. Legolas tornò a
visitare Lùthien e
quest’ultima si dimostrò per niente felice nel
rivederlo. L’Elfo aprì la sua
cella e tornò dentro da lei. Questo infastidì
molto Kili, il quale non aveva
smesso un attimo di seguire i suoi movimenti. Legolas se ne era accorto
e aveva
capito anche bene il motivo.
<<
Perché quel Nano ti guarda in continuazione?
>> chiese a bassa voce alla
ragazza.
<<
Non ti riguarda >> rispose freddamente Lùthien
<< vuoi andartene e
lasciarmi in pace una volta per tutte? >>
Legolas
gettò un ultima occhiata al giovane Nano
dopodiché uscì dalla cella e andò via.
Lùthien sospirò aggrappandosi di nuovo alle
sbarre. La febbre purtroppo non le
lasciava tregua. Stava male ma non voleva darlo a vedere. Quando anche
le altre
guardie andarono via, Kili riprese a chiederle come stava.
Lùthien ringraziò di
cuore il coraggioso Nano e gli sorrise.
<<
Tu conosci quell’Elfo, vero? >> le disse dopo
poco Kili << Perché è
così apprensivo con te? >>
<<
Apprensivo, dici? >> rifletté la ragazza
<< lo conosco da molto
tempo, ma è come se fosse passato un solo giorno dall'ultima
volta che lo
vidi. >>
<<
E’ stato…importante per te? >>
domandò ancora titubante.
Lùthien
inizialmente non rispose. Cercava di evitare sempre quel discorso, ma
forse con
Kili poteva confidarsi << A te posso dirlo
>> disse seria <<
Io lo odio >> strinse ancora di più le sbarre
<< odio il suo
sorriso, odio il modo in cui mi guarda, il modo in cui parla
>> proseguì
trasportata da quello che stava ammettendo << ma
soprattutto odio il
fatto di… >>
<<
di non odiarlo nemmeno un po’ >> la interruppe
Kili << perché in
realtà tu lo ami. >>
Lùthien
rimase stupita nel sentire quelle parole. Sentì un tuffo al
cuore e non riuscì
a trovare niente contro cui difendersi. Il Nano c’aveva
centrato in pieno. No,
lei non l’odiava.. nemmeno un po’.
Kili
le
sorrise leggermente per poi voltarsi dall’altra parte dandole
le spalle. La
ragazza si sentì scoppiare la testa e si accasciò
a terra. Aveva un tremendo
bisogno di riposare, di dormire, ma dopo tutto quello che era successo
quel
giorno non riusciva a rilassarsi.
A
tarda
notte ancora non era riuscita a chiudere occhio. La febbre era salita e
sentiva
tanto freddo. D’improvviso sentì la porta della
sua cella aprirsi, o forse lo
immaginò solamente.
Legolas
non riusciva a stare tranquillo ed era tornato da lei. Appena la vide
in quello
stato subito si era precipitato ad entrare nella cella. La prese fra le
sue braccia mentre la
ragazza sembrava non essere cosciente. La guardò
intensamente per poi uscire
dalla cella tenendola in braccio e stretta a se.
<<
Quando sei bella >> le sussurrò
<< quanto vorrei che non mi
odiassi. >>
L’Elfo
sospirò e riprese a camminare verso la sua stanza.
Hola!!
:D
Scusate
per il ritardo ma ho
avuto un po’ da fare in questi giorni :/
Comunque,
eccomi qui con un
nuovo capitolo :) e spero tanto che vi piaccia!
Colgo
l’occasione per
ringraziare : ewan91-KyraPotteredirectioner-Satana1-dollyvally-ElyforLoki-Anaire-
Ringrazio
anche
chi ha messo la storia nelle preferite, nelle ricordate e nelle seguite!
Grazie
di cuore!
E
invito a chi
ancora non ha detto nulla di intervenire :D
Vorrei
sapere il
vostro parere sulla storia e se vorreste che cambiassi qualcosa della
Fan Fic.
Accetto qualsiasi tipo di suggerimento, ovviamente ^^
A
presto
Scarl.