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Autore: velvetmouth    28/02/2014    1 recensioni
Questa One shot si svolge dopo le puntate fin'ora trasmesse della 4° serie ed i personaggi sono Daryl e Beth. Ho voluto trasporre i pensieri di entrambi in un momento delicato di separazione e perdita. Non so, io questi due li shippo tantissimo! Enjoy!
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Daryl Dixon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hurt is kinda part of the package
Lo aveva promesso a suo padre. Sarebbe stata forte, lo sarebbe stata davvero, adesso più che mai.


Aveva pianto per tutto il giorno dopo la scoperta dei corpi vicino alle rotaie. Sapeva benissimo che non avrebbe dovuto farlo, che era inutile ma... Non aveva potuto farne a meno, più cercava di cacciarle dentro gli occhi, più quelle le sgorgavano prepotenti giù dalle guance.
''Non moriremo, nessuno di noi''
Quelle parole continuavano a balzarle in mente, dolorose, scottanti. Si era improvvisamente resa conto di quanto lei e tutti gli altri fossero stati ingenui... La consapevolezza di ciò che era successo e che continuava a capitare l'aveva svegliata dallo sprovveduto torpore che l'aveva avvolta fino ad allora.
Era stato stupido pensare di poter arginare tutto quel dolore, quella violenza, quel mondo infetto e brutale che ogni tanto (anzi spesso) divorava qualcuno di loro, se lo portava dietro, alimentando la sofferenza.
Riprendersi dopo ogni perdita sembrava ogni volta più difficile; invece che assuefarsi alla morte come tanti, lei sembrava sprofondare sempre più nel dolore.
Stupida, stupida, stupida. Come poteva pensare che tre bambini sarebbero potuti sopravvivere, sperduti nel bosco, tutti soli, circondati da Vaganti!?
Soltanto adesso si malediceva per averli persi di vista durante l'attacco del Governatore alla prigione. 
Già, la prigione... Era parsa così sicura e inespugnabile ed era stata distrutta, violata. Ma già prima dell'assalto quella mastodontica costruzione si era rivelata per quello che era: una enorme tomba a cielo aperto.
Prima Lori, poi dopo una bonaccia relativamente breve, anche un virus misterioso aveva mietuto vittime, decimandoli inesorabilmente.
Non c'era più nulla da fare... Era tutto perduto. Nemmeno lei riusciva più a credere a quello di cui si era lentamente convinta.
Dopo quello che era successo alla fattoria, nel granaio, aveva perso la voglia di vivere, di combattere. Non le interessava più continuare a soffrire in quel mondo che non riconosceva più, che le aveva sottratto tutto quello che aveva amato di più.
Poi, dopo aver provato a farla finita, aveva capito che forse valeva la pena insistere, cercare di andare avanti. Per la mamma, che ormai non c'era più, per papà e per Maggie. Si era imposta di credere che la forza della speranza avrebbe fatto la differenza tra la vita e la morte, che se avesse creduto fermamente che tutto sarebbe andato bene, allora sarebbe andato bene davvero. Tutti insieme avrebbero potuto sconfiggere quel Male, sarebbero sopravvisuti, sarebbero stati persino felici un giorno, al sicuro da qualche parte, lontano dai ricordi e dai rimpianti.
Ma adesso capiva che si era sbagliata. Si era sbagliata come si erano sbagliati Rick, Carol, Glenn, suo padre, Maggie...
Per un attimo desiderò di averla fatta finita quel giorno alla fattoria, desiderò di aver spinto più a fondo il vetro nel polso. Si sarebbe risparmiata tanto di quel male che sentiva bruciarle sotto la pelle, che continuava a farle pungere gli occhi.
Poi ripensò a suo padre. Al suo sguardo pieno d'amore, ai sacrifici fatti per loro, per le sue ragazze. Pensò alle sue parole, al suo abbraccio caldo e amorevole.
Le aveva detto che avrebbe dovuto avere fede, che ce l'avrebbero fatta dopo tutto.
Poi... Poi pensò al sangue che gli sgorgava dal collo mentre...
- Scusa.-
A malapena riuscì a sentirlo, così profondamente immersa nei pensieri come era. Distolse lo sguardo dal fuoco che avevano acceso al calare del sole.
Daryl la guardava fisso, molto intensamente. Era la prima parola che le rivolgeva dopo ore ed ore di ostinato silenzio.
Era sempre stato un tipo solitario, scontroso e scostante, ma col passare del tempo aveva mostrato sempre più un suo lato diverso...
Sembrava vivere per il gruppo, per aiutare... In numerose occasioni si era rivelato un membro importante grazie alla sua abilità di segugio e alla sua straordinaria capacità strategica.
Anche se odiava ammetterlo, Beth sapeva che dietro quella scorza da duro si nascondeva un animo profondamente buono e sensibile. Le tornò in mente la testardaggine con cui aveva continuato le ricerche di Sophia, nonostante tutti avessero ormai perso le speranze.
Lei scacciò per un attimo il filo dei pensieri, lasciando che tornassero nell'oblio dentro al quale li confinava per poter sopravvivere.
- Per cosa ti stai scusando?-
Gli chiese, passandosi una mano sugli occhi rossi e gonfi. Sapeva che anche lui stava soffrendo, spiccicava a stento qualche parola (cosa che in realtà aveva sempre fatto), ma odiava lo stesso farsi vedere da lui così debole e indifesa. Non voleva che pensasse che fosse soltanto una ragazzina piagnucolosa, anche se viste le circostanze ne avrebbe avuto tutte le ragioni.
Daryl continuò a guardarla, stavolta un po' interdetto.
- Riguardo a prima... Per quello che ho detto su tuo padre, sulla... fede...-
Il viso di Dixon era scuro, anche se il fuoco lo illuminava appieno. I suoi occhi si strinsero ancor più a fessura, guardandola con dispiacere.
Beth accennò un sorriso a mezza bocca, come a voler dirgli di non preoccuparsi.
- Anche se non me lo diresti mai, sono stato uno stronzo... E non mi guardare come se non dovessi pensarci, perchè non avevo diritto di dirti...-
- Daryl, basta!-
Lo interruppe, sbilanciandosi in avanti e toccandogli il dorso della mano. Lui la ritrasse d'istinto ma, dopo qualche istante, la pose sopra la sua.
Si guardarono per una manciata di secondi e Beth si sentì così sola e sperduta che avrebbe voluto tanto abbracciarlo, come alla prigione, ma Daryl si alzò per attizzare la legna.
- Non importa, davvero... Hai...Hai perfettamente ragione, la fede non c'entra... Non serve averne quando succedono certe cose...-
Lasciò morire la frase, ripensando ai resti dei bambini, allo scarponcino abbandonato, a tutti gli altri, ma sopratutto alla piccola Judit, a papà, a Maggie...Erano ancora viva? E se sì, dispersi dove? Si sarebbero mai rivisti?
- Non dire stronzate...-
La ammonì Dixon serafico, tornando a sedersi di fronte a lei, il fuoco che li separava, scoppiettante.
Rimasero in silenzio per un tempo che le sembrò interminabile.
- Troveremo gli altri, li ritroveremo tutti... Te lo prometto, Beth.-
Sapeva che lui lo stava facendo per tranquillizzarla, per alimentare quella flebile speranza che li teneva in vita, che permetteva loro di continuare a respirare.
Ma non riuscì a credergli e forse, forse neppure lui. Era questo che odiava, odiava il fatto che gli altri le nascondessero quanto in realtà la speranza fosse perduta, quanto la situazione fosse critica e quanto tutti si sforzassero di far apparire il mondo roseo, solo per abbindolarla un altro po'. Non era più la ragazzina della fattoria, la figlia di Hershel il veterinario. Non più.
- Non promettere cose che non puoi mantenere...-
Gli rispose, rude. Daryl ne rimase di stucco, ma solo per qualche secondo. Poi si alzò, rimase in piedi di fronte a lei. Beth non volle guardarlo, sentendo come se in qualche modo la stesse giudicando. Oh, si adesso anche Daryl Dixon mostrava più buon cuore di lei! Magari stava pensando proprio che doveva essere una pazza, visto che quello stesso pomeriggio sembrava credere che il mondo fosse fatto di zucchero filato e marshmallow, che tutti si sarebbero ritrovati sani e salvi, felici e contenti. Ma non le importava, adesso... Avrebbe soltanto voluto addormentarsi e svegliarsi nel suo letto, a casa, nella fattoria, come se tutto fosse stato un enorme ,orrendo incubo.
Ma Daryl la superò, raggiungendo lo zaino che aveva abbandonato dietro un tronco. Ne estrasse qualcosa. Poi tornò vicino a lei e le si sedette affianco.
Fra le mani stringeva la sua bandana, arrotolata. Daryl ne sollevò i lembi, scoprendo al suo interno una dozzina di bacche rosse che Beth aveva colto per i bambini.
''Avranno fame quando li troveremo''
Aveva detto, cercando di crederci.
Osservò la superficie liscia dei frutti, poi si voltò alla destra, trovando i suoi occhi profondi, scuri, scurissimi come quella notte che li avvolgeva.
Stavolta non nascose le lacrime, non ci provò nemmeno ed anzi, lasciò che le rigassero le guance, bagnando la spalla di Daryl su cui si era poggiata.

La mattina dopo si svegliò con il sole già alto che le feriva gli occhi. Si alzò di scatto sui gomiti, cercando Daryl. Si accorse di stringere tra le mani il suo poncho con i motivi indiani, che la copriva fino alle ginocchia, lo scostò, mettendosi in piedi.
Il fuoco della sera prima era spento ormai da un pezzo e non sembravano esserci tracce di lui da nessuna parte. Per un attimo l'idea che l'avesse abbandonata le rimbalzò per il cervello. Ma non ebbe il tempo di realizzare, perché sentì uno schricchìo di foglie dietro le spalle. Si volse subito, estraendo il coltellino dalla tasca dei jeans, pronta ad utilizzarlo contro un Vagante.
Il rumore si fece sempre più vicino, Beth indietreggiò, tenendo il braccio teso seguendone la provenienza. Trattenne il respiro quando vide le foglie muoversi, separarsi e...Daryl uscirne, con una fila di scoiattoli nella cintura.
- Woh, Woh, sono io bella addormentata!-
Abbassò il coltello, guardandolo in cagnesco.
- Mi aspettavo almeno un ringraziamento, ti ho portato la cena!-
Aggiunse cinico, sventolandole una carcassa pelosa sotto il naso.
- Potevano saltarmi addosso nel sonno...-
- A me sembra che tu possa cavartela benissimo!-
Con un cenno del capo indicò il coltello che Beth teneva ancora stretto in pugno.
- E comunque non mi sono allontanato troppo... Ho fatto in modo di controllare tutta la zona, tracce comprese...-
Aggiunse, caricando la balestra.
- E...?-
Daryl sollevò lo sguardo dalla sua arma, che non abbandonava mai. Scosse impercettibilmente la testa, tornando poi a riordinare le sue frecce, con meticolosa attenzione.
Nessuna traccia di Vaganti... Ma neppure di umani. Beth non seppe se esserne felice o meno. Erano soli. Irrimediabilmente, incredibilmente soli.
Si parò davanti a Daryl, oscurandogli il riverbero del sole. Lui alzò lo sguardo di nuovo aspettando che lei dicesse qualcosa, che gli chiedesse cosa avrebbero fatto adesso, dove sarebbero dovuti andare, quale fosse la scelta migliore.
Ma non lo fece.
Semplicemente avanzò di qualche passo, colmando la distanza fra i loro corpi e appoggiandosi al suo petto.
La lasciò fare facendosi scivolare la balestra di mano e con essa tutti i dardi che stava mettendo a posto.
Le braccia, ormai libere e inerti lungo i fianchi, circondarono istintivamente quel corpo raggomitolato contro il suo, tremante, indifeso.
Anche se si sforzava di sembrare coraggiosa e insensibile, Beth era ancora una ragazza e il suo compito era quello di proteggerla fino alla fine, se necessario.
Lo doveva ad Hershel. Lo doveva a se stesso.
Chiuse gli occhi quando lei si alzò in punta di piedi e pose le sue labbra contro sue. Non era propriamente un bacio, quanto una richiesta di aiuto, di assistenza, di protezione. Gli sembrò così goffo e teneramente candido, fantastico. Il più bel bacio che avesse mai ricevuto.
Un brivido gli percorse l'intero corpo. Le sue mani stringevano ancora le braccia di lei e per un attimo non pensò che fosse sbagliato.
Dopotutto come poteva essere sbagliato che una ragazzina di 17 anni lo stesse baciando, quando nel mondo si stava scatenando l'Apocalisse?
Lasciò che il calore della sua bocca si unisse alla sua, la stretta delle braccia ancora più forte. Avrebbe voluto rimanere così per sempre, perchè lei non era la sola ad avere paura. Non era la sola ad avere bisogno di aiuto. Non era la sola a volere un po' di amore, in qualunque forma esso si manifestasse.
Daryl Dixon non aveva mai provato amore, per nessuno. La cosa che più assomigliasse all'amore la aveva provata per suo fratello, ma non era così stupido da pensare che quello su cui si basava il loro rapporto fosse un affetto sano.
Si sentì così legato a lei in quel momento, così invincibile che neppure un'orda di Zombie lo avrebbe potuto staccare da quella situazione.
Un rumore dal profondo del fogliame li fece sussultare. Beth si aggrappò al suo gilet, gemendo. Quasi odiò doversi separare dal soffio vellutato delle sue labbra.
- Cosa è stato?-
Sussurrò lei, poggiandosi una mano sulla sagoma che il coltellino formava attraverso i jeans.
Daryl si sentì improvvisamente stupido. Cosa cazzo si era messo a fare? Da quando in qua era diventato un maniaco? Baciare una diciassettenne che aveva appena perso suo padre e probabilmente anche la sorella e che ne aveva passate di cotte e di crude...
Si sentì come un animale, uno schifo... Approfittarsi così della sua debolezza... Gli venne da vomitare.
- Vado a controllare...-
Arraffò la balestra da terra, brusco, fece per addentrarsi fra i cespugli, quando sentì la sua mano stringergli le dita.
- Andiamo a controllare.-
Lo corresse, sorridendo appena. Anche quello era il sorriso più bello che qualcuno gli avesse mai rivolto in vita sua.

  
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