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Autore: Nano    01/03/2014    3 recensioni
Traduzione della mia fanfiction "Dancefloor". AU, Maura incontra Jane in un locale per caso, e finisce a ballare con lei.
Probabile continuo in arrivo.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Traduzione della mia fanfiction inglese Dancefloor (potete trovarla sul mio canale ff.net), Rizzles (ovviamente) e AU. Spero vi piaccia, fatemi sapere!

La voce.
La donna era seduta su un piccolo divanetto rosso, posizionato ad un lato del locale. Musica house commerciale era sparata ad altissimo volume sulla pista da balloo, e la donna dai capelli biondi come il miele aveva perso già da parecchio il suo accompagnatore. Non che le mancasse parecchio. Aveva trascorso una bella serata in sua compagnia in un grazioso ristorante di Boston, ma non appena avevano messo piede nel locale che lui aveva suggerito, si era sentita fuori posto.
Il suo accompagnatore lo aveva notato, ed immediatamente era svanito nella folla. Non l’aveva più visto, ed era passata più di un’ora.
Maura controllò per l'ennesima volta il suo orologio, e si guardò intorno. Un grande numero di persone si stavano muovendo a ritmo di musica sulla pista da ballo, cantando a squarciagola le parole di una canzone famosa che Maura, ovviamente, non conosceva.
La musica improvvisamente cambiò, suggerendo le note di una melodia più lenta e decisamente romantica, e il dj sputò nel microfono, annunciando che quello era il momento giusto per portare la propria ragazza in pista per un dolce lento.
In quell’esatto momento Maura notò il suo accompagnatore.
Teneva la mano ad una ragazza dai lunghi capelli marroni, e la stava trascinando verso il centro della pista. Maura gli sorrise e gli fece gesto con la mano di procedere tranquillo. In ogni caso, non era stato un appuntamento brillante il loro.
Incrociò le gambe e si rilassò contro lo schienale del morbido divanetto rosso. Adorava  la canzone che il dj aveva scelto, ed era l’unica ragione per cui non era ancora saltata su un taxi diretta alla sua villa. Accidenti, da quando era così difficile per lei trovare un uomo attraente, interessante e intelligente? Da quando i suoi appuntamenti finivano sempre così male? Maura non riusciva a spiegarselo. E, dal momento che era il Medico Legale del Dipartimento di Polizia di Boston da poco tempo, stava ancora cercando di capire se il problema risiedesse in lei, o negli uomini di Boston.
Maura guardò distrattamente la pista da ballo, e i suoi occhi finirono nuovamente sul suo accompagnatore. Beh, più che accompagnatore, era il suo ex-accompagnatore adesso. Ex-accompagnatore, che in quel momento era impegnato a strizzare il didietro rotondo della sua nuova conquista.
Gli uomini.
Erano decisamente gli uomini il problema più grande di Boston.
Maura sospirò, preparandosi ad alzarsi e a chiamare un taxi per ritornare a casa, quando una figura si parò di fronte a lei.
“Vuoi ballare?” Le domandò la figura, con un forte accento bostoniano. Maura sollevò lentamente gli occhi, e incontrò due iridi marrone scuro. La loro proprietaria, una donna alta, magra, dai lineamenti italiani, la stava osservando intensamente. La sua mano era tesa verso Maura, e stava solo aspettando che la bionda la afferrasse. Maura riportò nuovamente gli occhi sul volto della donna, e notò per la prima volta la sua massa informe di ricci nerissimi. Come aveva potuto non notarli subito? Sorrise leggermente, pensando a tutti i rimendi che conosceva per gestire i capelli indomabili. Ma, sorprendentemente, non disse niente. Maura semplicemente appoggiò la mano su quella della donna, sentendo le sue lunghe e delicate dita stringersi attorno alle sue.
“Si.” Rispose dolcemente, ma la donna la stava già trascinando verso la pista da ballo.
Non appena furono nel mezzo della pista, a pochi passi dall’ex-accompagnatore di Maura e dal culo della sua nuova conquista, la donna si girò verso Maura e circondò la sua vita con le sue braccia lunghe e magre, attirando la piccola donna verso di se. Maura notò come quel corpo che a prima vista le era sembrato delicato e fragile, troppo magro, in realtà era come roccia pura contro di lei. La donna dai capelli neri mosse i fianchi contro di lei, e sorrise quando Maura sobbalzò.
“Dovresti abbracciarmi anche tu, sai?” Disse a Maura, e il suono di quella voce rimbombò nella sua testa. Maura era certa, non aveva mai sentito nulla di più sexy. Allacciò lentamente le mani attorno al collo della donna, tastando i muscoli delle sue spalle nell’atto. Al contatto con il piccolo lembo di pelle scoperta dietro al collo della donna, sotto i suoi lunghi capelli neri, Maura rabbrividì. Gli occhi della donna a loro volta si inscurirono, e il suo bel sorriso scomparve.
“Ehi.” Maura sussurrò, cercando di riportare quel piccolo sorriso sul volto della sua nuova partner di ballo.
“Ehi.” Rispose la donna. “Come va?” Chiese, sbattendo le lunghe ciglia nere.
“Bene. Tu?” Maura chiese di rimando, seguendo i piccoli passi della donna.
“Bene, adesso che posso ballare con te.” Il tono della donna era arrogante e sicuro di se, e per un momento Maura temette che fosse seria. Proprio quando stava per fare un commento riguardo il suo atteggiamento, vide quel piccolo sorriso comparire di nuovo sul volto della donna. Maura non poté fare altro, se non ricambiare il sorriso.
“Mi piace la tua fossetta.” Dichiarò la donna, i suoi occhi ora puntati sulla guancia di Maura. La bionda arrossì e abbassò gli occhi, osservando le sue scarpe costose in contrasto con gli stivali neri della donna.
“Non fare la timida. Sei bellissima.” A quelle parole, Maura sollevò gli occhi e si immerse nuovamente in quelli scuri della donna di fronte a lei. “Ho dovuto superare una interminabile fila di uomini per venire a chiederti di ballare.” Improvvisamente, la risata roca della donna riempì le orecchie di Maura. La bionda sentì un nuovo brivido correrle giù per la schiena, e sorrise nervosa.
Le due donne si muovevano lentamente a ritmo di musica, sulla pista affollata. Maura non si era mai sentita così a suo agio tra le braccia di qualcuno. E la cosa più sorprendente, era che questo qualcuno era una perfetta sconosciuta. Sconosciuta, che la stava guidando con così tanta sicurezza e gentilezza da far diventare molli le ginocchia di Maura.
Come se non bastasse, la guardava in un modo, con quei suoi enormi occhi scuri, come se fosse la cosa più meravigliosa su cui avesse mai posato lo sguardo. Era come se stesse osservando una delle meraviglie del mondo. Maura non riusciva a capire il motivo, comunque, dato che era evidente che dopo la Grande Muraglia Cinese, Petra, il Cristo Redentore in Brasile, Machu Picchu, Chichén Itzà in Messico, il Colosseo italiano e il Taj Mahal indiano, questa donna dai capelli scompigliati e nerissimi era l’ottava meraviglia del mondo moderno. Forse anche di quello antico.
Quelle labbra sottili, quella voce che anelava di sentire di nuovo, quei lineamenti italiani, il corpo muscoloso ma esile, e quegli occhi. Maura era sicura che se mai si sarebbe persa dentro a degli occhi, quelli sarebbero stati proprio gli occhii della sconosciuta che aveva di fronte in quel momento.
Maura non riusciva a distogliere lo sguardo, e comunque non ne aveva nessuna intenzione. Quegli occhi la tenevano incatenata, e non sarebbe nemmeno stata in grado di muoversi, se non ci fosse stato il corpo di quella donna a muoversi per tutte e due a ritmo di musica.
“Stai bene?” Chiese nuovamente la voce roca. Maura annuì e sorrise dolcemente.
“Sei qui con qualcuno?” A quella domanda, Maura trovò la forza di distogliere lo sguardo da quei penetranti occhi scuri e cercò il suo ex-accompagnatore. Stava ancora ballando, decisamente più lontano dalle due donne, e aveva la lingua conficcata nella gola della sua nuova conquista dai capelli marroni. La donna seguì lo sguardo di Maura. “Che stronza.” Commentò.
“Oh, no.” Maura scosse la testa con una delicata risata. “Ero qui con lui, non con lei.”
La donna guardò nuovamente la copia e sgranò gli occhi. “Quello? Stai scherzando spero.”
“Ad essere sinceri, a cena è stato molto carino. Poi.. Evidentemente qualcosa deve essere andato storto.” Maura concluse, sollevando le spalle.
“Beh, è lui quello storto, non tu.” La donna la stava nuovamente guardando in quel modo tutto speciale, e i suoi occhi stavano brillando. In quel momento, la canzone finì, svanendo lentamente, e il dj scelse prontamente una canzone simile. La donna dai capelli neri non notò il cambiamento, e continuò a guidare Maura nel loro ballo. Questa volta Maura, però, non riuscì a trattenersi. “Non dovresti chiedermi di nuovo di ballare, quando finisce una canzone?”
La donna raddrizzò la schiena, e il suo volto si raddubbiò. Sorrise arrogantemente e liberò Maura dal suo abbraccio, lasciando cadere un braccio lungo il suo corpo asciutto, e sollevando l’altro, il palmo aperto e rivolto verso Maura. Inclinando la testa da un lato, domandò: “Posso avere un altro ballo?”
Maura accennò un sorriso, desiderosa di ristabilire il contatto tra i loro due corpi. Mordendosi il labbro, annui. “Sarebbe un onore.” Affermò.
Quando la donna riportò le braccia attorno alla sua vita, Maura lasciò andare il respiro che stava trattenendo. Per un attimo aveva temuto che la donna l’avrebbe rifiutata, accusandola di essere troppo imbranata e imbarazzante nel suo modo di fare, ma ancora una volta l’italiana l’aveva sorpresa.
“Sei sempre così precisina?” Le chiese, sorridendo quando Maura circondò il suo collo.
“Non credo sia nemmeno una parola, quella.”
“Oh Dio. Scherzi?”
“Se intendi che mi piacciono le cose fatte per bene, allora si, sono precisina. Ma preferirei essere definita rigorosa, o pignola, se proprio devi.”
“Sei davvero strana!” Esclamò la donna, stringendo i fianchi di Maura e soffocando una dolcissima risata.
“Tu sei bellissima.” Le parole scapparono dalle labbra di Maura, e subito se ne pentì. Non era sua intenzione esprimere quel pensiero ad alta voce, ma era evidente che da quando quella donna si era parata di fronte a lei, Maura aveva perso un bel po’ di inibizioni. Si sentiva nuda di fronte a lei. Era così intenta a cercare una scusa per ciò che aveva detto, che non sentì il sussurrato “grazie” e il rossore sulle delicate guance della donna. Quando infine realizzò che la donna la stava guardando sorridente, Maura ricambiò il sorriso, e lasciò che il panico scivolasse via dalla sua mente. Dio, quando quella donna sorrideva, il mondo intero chiedeva pietà. Quelle piccole fossette che si formavano al lato delle sue guance, l’espressione giocosa che assumevano i suoi occhi. Era davvero stupenda.
“Quindi.. A parte quel maniaco, stai con qualcun altro?” La donna le chiese. Maura si morse il labbro inferiore e notò la reazione della donna di fronte a lei a quel gesto. Aveva infatti strinto le mani attorno ai sui fianchi, e i suoi occhi si erano concentrati sulla bocca di Maura in un batter d’occhio. “Più o meno. E’ lontano. Complicato.” Maura rispose semplicemente. “Tu?” Domandò di rimando.
“Più o meno.” La donna rispose piano, riportanto lo sguardo sugli occhi di Maura. “E’ lontano. Complicato.” Aggiunse, seria. Già, da tempo Maura non era più con Ian, ma ciò non significava che il suo pensiero non corresse a lui di tanto in tanto. Era troppo complicato da spiegare, comunque, sopratrtutto a una sconosciuta. Maura lasciò correre l’immaginazione, ipotizzando quale fosse il problema tra la donna di fronte a lei e la sua persona lontana e complicata. Com’era possibile, tra le altre cose, che fosse complicato? Quella donna era stupenda, e Maura avrebbe scommesso che chiunque avrebbe lasciato dietro di se tutti i problemi pur di stare con lei. Non era come Maura, insicura e imbarazzante. Tutto il contrario.
“Non ho mai ballato con una donna, prima.” Affermò ad un trato la donna, interrompendo il flusso di pensieri di Maura. Ah, davvero? Quindi, era la prima volta anche per lei. Ecco una cosa che forse avevano in comune.
“Nemmeno io.”
“E ti sta piacendo?” Le chiese la donna. Il suo bellissimo sorriso era di nuovo inspiegabilmente svanito.
“Si. A te?” Maura non poté fare a meno di pensare al motivo per cui quella donna aveva chiesto proprio a lei di ballare. Nessuno aveva notato nel locale, quanto fosse splendida? 
“Te l’ho detto. Ballare con te ha dato un senso alla mia serata. Ovvio che mi piace.”
“A me piaci tu.” Maura disse improvvisamente, e di nuovo quel piccolo sorriso giocoso riapparve sul viso di.. di.. Aspetta. Com’è che si chiamava questa donna? Maura era stata così concentrata sui suoi occhi, sui suoi capelli, sul suo corpo, sulla sua voce, che si era completamente dimenticata di fare la prima cosa logica quando si comincia a ballare con uno sconiìosciuto. Maura si era dimenticata di chiedere il suo nome.
“Potrei sapere il nome della persona con cui mi sta piacendo ballare?” Formulò emozionata la sua frase.
“Jane. Jane Rizzoli.” Jane rispose, attirando Maura ancora più a se. “Io sono Maura, Maura Isles.”
In quel momento, la seconda canzone lenta scelta dal dj finì, lasciando dietro di se una dolce scia, presto sotituita da una canzone pop più movimentata. Jane liberò il corpo di Maura dalla sua stretta, e le sorrise.
“Hai in programma di tornare a casa con lui?” Le chiese, notando l’ex-accompagnatore di Maura in un angolo della pista. Maura si tormentò per un attimo le mani, incerta. Ora che non avevano più il comodo appoggio della schiena di Jane, Maura non sapeva dove metterle.
“No, pensavo di prendere un taxi.” Le confessò, evitando il suo sguardo.
“Beh.. Io ho una macchina.” La informò Jane, cercando di nascondere l’emozione della sua voce. Maura notò ugualmente il leggero tremore del suo sopracciglio e la tensione del suo collo, e sorrise rassicurante. Avrebbe seguito quella donna in capo al mondo.
“Potresti portarmi a casa, allora.” Suggerì, rivelando ancora una volta la sua piccola fosetta con un sorriso. L’espressione di Jane si rilassò, e la donna annuì.
“Andiamo, allora. Sempre meglio del Signor Strizza-culi.” Disse, seguendo Maura fuori dalla pista da ballo.
“Ehi! Non era così male, mi ha perfino pagato la cena!” Escalmò Maura, cercando di difendere l’uomo. “Aveva anche detto che preferiva le bionde.” Aggiunse, buttando per l’ultima volta sulla pista da ballo, dove l’uomo stava ancora baciando la sua conquista.
“Allora, direi che il nome più adatto sarebbe Signor Bugiardo-strizza-culi.” Jane si corresse, guidando Maura verso un tavolino a lato della pista da ballo, sopra al quale erano posati quattro bicchieri diversi, mezzi vuoti. Maura rise, oservando la donna mentre raccoglieva il suo blazer nero e la sua borsa. “Si, mi piace.”
Jane si fermò, e si girò lentamente verso Maura. I suoi occhi erano di nuovo neri come la pece, e la sua espressione era una delle più serie che Maura avesse visto in quei minuti che avevano passato insieme. Ma anche con quella espressione serissima, Jane era bella da togliere il fiato. “Anche tu mi piaci.” Affermò semplicemente, e la sua voce rimbombò nelle orecchie di Maura. E fu in quel momento, che Maura finalmente capì cosa le ricordava quella voce. Era stato a causa di quella voce così ammaliante che aveva accettato di ballare con lei non più di dieci minuti prima, era stato a causa di quella voce che Maura si era ritrovata per la prima volta a ballare con una donna. Ed era stato a causa di quella voce che per la prima volta in quasi 35 anni, Maura si era ritrovata attratta da una donna.
Tutto questo, perchè quella voce le ricordava il sesso.
Guardando Jane in quel momento, Maura si corresse. Non era solo la voce, tutto in Jane le gridava sesso.
 
   
 
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