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Autore: Scarl_Bloom 94    02/03/2014    3 recensioni
Storia ispirata al film " The good Doctor" .
Angel è una ragazza di 18 anni con dei gravi problemi al cuore. Dopo una serata passata con gli amici,beve un pò troppo e ha un malore. Dopo questo spiacevole episodio è costretta a rimanere in ospedale perchè la sua salute è in grave pericolo. Qui incontra un giovane medico, Orlando Bloom, per l'esattezza, che in questa storia lascia i panni di attore per prendere quelli di un normale Dottore, il quale ha il compito di prendersi cura di Angel. Cosa succederà tra i due?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 11 – Non riesco a immaginare un mondo senza di te

-         1 Parte

 

 

Apro gli occhi e davanti a me vedo tutto bianco. Ci metto un po’ a capire che si tratta di un soffitto e precisamente quello di una stanza d’ospedale. Provo a muovermi e sento dolore. E’ come se avessi tutte le ossa rotte. Sposto lo sguardo  da una parte all’altra della stanza. Vedo tutto sfocato. Non riesco a capire se si tratta di un sogno oppure se è la realtà. E’ un attimo e tutto prende forma nella mia testa. L’incidente. Chiudo gli occhi e scuoto la testa mentre rivivo quel tragico momento. Una macchina ci è venuta addosso. L’ultima cosa che ricordo è una luce. Una luce immensa farsi sempre più grande. Stringo forte il lenzuolo fra le mie mani e torno a guardarmi intorno. Non lo vedo. Dov’è? Perché non è qui con me?  Le lacrime iniziano a punzecchiarmi sugli occhi. Non può avermi lasciata. Cerco di alzarmi dal maledetto letto stringendo i denti per combattere il dolore. D’improvviso vedo mia madre spuntare dalla porta. Subito corre verso di me e mi abbraccia forte. La sento piangere di gioia mentre io non riesco a non pensare a Orlando. Devo sapere come sta, devo vederlo. Perché io so che lui è vivo. Non se n’è andato via, lo so. Ha promesso che si sarebbe preso cura di me e continuerà a farlo. Io mi fido di lui e so che non mi lascerebbe mai.

 

“ mamma, mamma! “ le dico ripetutamente “ dov’è Orlando?! Dove l’hanno messo?! Come sta?!”.

 

“ Oh Angel, non posso crederci!”, mi prende il viso tra le mani “ sei viva, figlia mia! Sei viva!”.

 

“ Voglio sapere dov’è lui, mamma! Ti prego!”, le urlo esasperata e sul punto di scoppiare in lacrime.

 

Mia madre mi fissa per un lungo momento. Questo silenzio mi sta facendo impazzire. Devo assolutamente sapere. Non mi importa di aver le ossa rotte, di stare male, io ho bisogno di lui, devo vederlo.

 

“ Angel, adesso riposa”, continua a dirmi “ non sei ancora nel pieno delle tue forze.”

 

“ Mamma!!!”, le urlo contro portandomi le mani alla testa “ Dimmi dov’è Orlando, cazzo!!”.

 

Le mie urla arrivano alle orecchie di infermieri e dottori che stavano lì vicino. Subito questi si precipitano nella mia stanza e cercano di calmarmi. Cerco di alzarmi dal letto, di liberarmi di loro per correre da lui, ma non me lo permettono. Scoppio a piangere e li imploro di dirmi dove si trova Orlando. L’infermiera mette una mano sulla spalla di mia madre e le sussurra di dirmi la verità. Le guardo pensando al peggio. No, non può essere.

 

“ E’ in coma “, mi dice alla fine, “ ha picchiato forte la testa e non ha ancora ripreso conoscenza. “

 

“ Lo voglio vedere!”, faccio per scendere dal letto, ma qualcuno mi ferma.

 

“ No, devi riposare”, mia madre afferra il mio braccio, “ non ti sei ancora ripresa”.

 

“ Lasciami andare, mamma “ , la supplico “ Devo vederlo, ne ho l’assoluto bisogno”.

 

L’infermiera toglie la mano di mia madre dal mio braccio. Mi sorride appena e mi aiuta a scendere dal letto. Dovrei ringraziarla, ma non riesco a dire niente. Voglio solo andare da lui.

A piccoli passi ci avviamo verso la sua stanza. Sento del dolore, ma non gli do peso. Fortunatamente il tragitto da percorrere non è molto. Appena entriamo nella stanza lo vedo giacere su di un letto, attaccato ad un macchinario. Sembra che stia dormendo beato. Man mano che mi avvicino vedo dei graffi sul suo viso e una spacca sulla fronte. Sto per mettermi a piangere di nuovo e l’infermiera cerca di darmi forza. Mi fa sedere davanti al letto e lì posso osservarlo meglio. Allungo la mano per toccare la sua. Fa troppo male vederlo ridotto in quel modo.

 

  Si rimetterà,vero?”, chiedo all’infermiera.

 

“ Non posso dirtelo con certezza”, risponde la donna, “ la sua situazione è critica e anche se i dottori sono riusciti a salvarlo, non sappiamo se mai si risveglierà”.

 

“ Ma com’è possibile che quello ridotto in questo stato sia lui?!”, le chiedo ancora disperata, “ la macchina veniva verso di me, è me che ha colpito!”.

 

“ Calmati, piccola”, mi abbraccia per tranquillizzarmi “ il Dottor Bloom ha praticamente…usato il suo corpo come scudo per.. proteggerti”.

 

Mi porto la mano alla testa disperata. E’ stato uno stupido, un imbecille, un idiota. Come ha potuto fare una cosa del genere? Mettersi davanti a me e farsi colpire per poi finire in questo stato? Dopo quella notte bellissima che abbiamo passato non è giusto che tutto finisca così. Non posso pensare che per dei deficienti ubriachi io debba perdere l’amore della mia vita. Non accetterò mai una cosa del genere. Mai.

 

“ Mi lasci da sola, per favore”, prendo a dirle poco dopo, “ voglio stare da sola con lui.”

 

L’infermiera annuisce e in pochi secondi esce dalla stanza.  Respiro profondamente e resto per molto tempo in silenzio ad osservarlo. Qualcuno una volta mi ha detto che se si parla alle persone in coma, queste possono sentire anche se sembra che stiano dormendo. Sembra assurdo perché lo guardo e non credo che possa realmente ascoltarmi, ma decido di parargli lo stesso.

 

“ Ehi.. “ prendo a dirgli, “ Lo sai che sei davvero un coglione?”, porto la mia mano sulla bocca per trattenere il mio dolore, “ metterti davanti a me, ma che ti salta in mente?”.

 

Afferro la sua mano e la stringo forte nella mia. Appoggio la testa sul letto e piano ancora.

 

“ Devi svegliarti, hai capito? Non puoi andartene così un attimo dopo  aver fatto l’amore con me”, rido mentre le lacrime scendono ancora incessantemente, “ Se ti svegli lo facciamo ancora. Tutte le volte che vorrai. Non mi sono mai sentita come ieri notte in vita mia. E non sono nemmeno riuscita a dirti che Ti amo. E te lo dico adesso. Forse nemmeno mi stai ascoltando, ma te lo dico lo stesso. Ti amo, hai capito, stupido? Renditi conto che sei la prima persona a cui lo dico e di sicuro anche l’unica al mondo.  Ti giuro che se ti svegli, la prima cosa che faccio è mandare a fanculo tutti e tutto e scappare insieme a te!”

 

Mi avvicino al suo viso e gli bacio la bocca. Resto un po’ in quella posizione. Ho bisogno di sentire le sue labbra sulle mie. Magari potesse aprire la bocca e baciarmi come lui sa fare. Ma purtroppo non succederà. Tocco con le mie dita il suo viso. E’ così bello, non può morire.  Ricordo come se fosse ieri la prima volta che l’ho incontrato. Quando i suoi occhi e i miei si sono incrociati non ho capito più niente. Ho sentito un colpo al cuore e poco dopo sono svenuta. Non capisco ancora come ci sia riuscito, ma col solo tocco della sua mano sul mio petto e con le sue dolci parole,è riuscito a salvarmi più di una volta. Ho bisogno di lui per vivere, di questo ormai ne sono sicura.

E’ il mio cuore. Si può vivere senza cuore?

 

 

Nella stanza entra qualcuno. Sento dei passi dietro di me, ma non mi giro a vedere di chi si tratta. D’improvviso questo qualcuno mette la sua mano sulla mia spalla. E a quel punto alzo lo sguardo per guardarlo in viso. E’ il direttore dell’ospedale. Ha un’espressione triste anche se cerca di sorridermi. So bene che si può fingere, ma fino a un certo punto. Il dolore prima o poi prende il sopravvento su tutti e non puoi tentare di nasconderlo dietro un sorriso falso. Perché quel sorriso cadrà, non avrai più voglia di sorridere. E’ inevitabile.

 

“ Mi dispiace, Angel”, mi sussurra appena “ Siamo stati tutti degli stupidi, io soprattutto. “

 

“ Non… non capisco. Cosa intende dire?”.

 

“ Vi abbiamo giudicato male e adesso che Orlando si trova in questo stato mi sento un verme. Chi sono io per giudicare il vostro amore? Eh? Non sono nessuno.”

 

“ Non si preoccupi”, lo rassicuro “ a noi della gente importa ben poco. Anche se credo che a lui facevano molto male i vostri sguardi freddi e distaccati.”

 

“ Lo conosco da una vita”, mi rivela “ Dovevo sostenerlo, capirlo e non giudicarlo. Infondo siete un uomo e una donna che si sono innamorati l’un l’altro, cosa c’è di tanto sbagliato? Siamo stati ciechi e sciocchi.”

 

Il direttore mi stringe forte la mano nella sua. Capisco che è veramente pentito e dispiaciuto. Le sue parole arrivano dritte al mio cuore e spero anche al cuore di Orlando. Nonostante tutto credo fortemente che lui stia ascoltando tutto quanto. Deve ascoltare per forza.

 

“ Credo che quello che mi ha fatto arrabbiare di più sia stato il fatto che un medico si sia innamorato di una sua paziente”, prosegue l’uomo “ questo non dovrebbe mai accadere. Ma si vede che era destino.  Vi amate così tanto, è impossibile non capirlo. Il modo in cui lui guarda te e tu guardi lui. La dichiarazione che ti ha fatto davanti a tutti quanti, quel giorno, è stata inaspettata e toccante al tempo stesso. Anche se siamo rimasti tutti alquanto stupiti in quello che ha detto, non posso negare che le sue parole non siano state belle e toccanti. Ha dimostrato tutto l’amore che prova per te davanti a tanta gente, senza doversene vergognare e questo gli fa onore. E io che ho fatto? Invece di congratularmi con lui per aver incontrato una persona come te, gli ho detto delle parole tremende. Quasi lo licenziavo.”

 

“ Non si disperi, signore”, lo fermo d’un tratto “ tutti possono sbagliare. Forse la nostra storia d’amore ha stupito un po’ molti. Certo lui è più grande di me e io sono solo una ragazzina, ma come ha detto lei poco fa, siamo un uomo e una donna che si sono innamorati perdutamente. Cosa c’è di più semplice al mondo? Io lo amo e non posso farci niente. Mi sono innamorata di lui appena ho incontrato quei suoi occhi bellissimi. E piano piano, giorno dopo giorno, quel sentimento è cresciuto sempre di più e si è trasformato in amore. E inspiegabilmente anche lui provava lo stesso per me. Ho cercato di rifiutare questo sentimento, di pensare ad altro, ma non ci sono riuscita. E fino al giorno della dichiarazione non c’eravamo nemmeno baciati. Solo piccoli gesti, sfioravamo i nostri corpi e solo questo bastava per far accelerare i battiti del mio cuore.  Non so perché le sto raccontando tutto questo, ma è quello che sento e devo dirlo a qualcuno altrimenti mi scoppierà il cuore!”.

 

Il direttore mi abbraccia forte e mi abbandono subito a quel piccolo gesto. Ho bisogno di conforto, di essere capita, di piangere il mio dolore con qualcuno. Il mio dottore è grave, non ci sono molte speranze. Io però non posso smettere di sperare, perché se lo faccio sarà la mia fine.

 

Resto giorno e notte in quella stanza in attesa del suo risveglio. Forse non accadrà mai, ma non voglio pensarci. Speranza viene a trovarmi tutti i giorni. Anche lei sta molto male per Orlando. In più si aggiunge anche l’aggravarsi della malattia di sua madre. Le cose non vanno per il meglio per nessuno in quel dannato ospedale. Orlando non da alcun segno di miglioramento e i giorni passano. Se non succederà qualcosa passerà il resto della sua “vita” attaccato a quella maledetta macchina. Muoio dentro solo a pensarci. Comunque andranno le cose io non lo lascerò mai, starò sempre in quella stanza a stringere forte la sua mano nella mia e a parlargli. Gli parlerò finché non gli verrà la nausea, finché non si stancherà così tanto da svegliarsi e implorarmi di smetterla.

Sono venuti a trovarci anche le mie compagne di scuola e persino Robert. Tutti ci stavano vicino e allora mi sono chiesta per quale diavolo di motivo hanno dovuto capire il nostro amore solo adesso? Perché non c’hanno accettati quando eravamo entrambi felici e innamorati?

L’unica che ancora non capisce è mia madre. Non la sopporto più e la mia pazienza sta raggiungendo il limite. Tutti hanno capito quanto è forte il nostro amore e lei si ostina ancora a non accettarlo.

Passano cinque giorni e io continuo a non voler staccarmi dalla sua stanza. Mia madre è esasperata, vuole che io riposi nel mio letto per un po’. Non ce la faccio più a sentire le sue sciocchezze.

 

“ Ma lo vuoi capire una volta per tutte che io lo amo?!”, le urlo con tutte le mie forze.

 

“ Angel, non urlare, per favore”.

 

“ No, io urlo quanto voglio! Tutti qui dentro mi stanno accanto, mi capiscono, invece tu no! Perché?!”.

 

“ Ma ti rendi conto quello che ti è accaduto? Potevi morire! E tutto per quest’uomo!”

 

“ Io ho iniziato a vivere grazie a lui! Ho imparato cosa significa amare, per la prima volta il mio cuore ha iniziato a battere all’impazzata per qualcuno, sorridevo quando pensavo a lui!

 

Mia madre mi da le spalle ed esce dalla stanza. Non può finire così. La seguo e l’afferro per il braccio. Deve ascoltarmi.

 

“ Mi ha salvato la vita, vuoi capirlo? E non solo una volta, ma un’infinità di volte. Mi salvava ogni volta che mi guardava, che mi sorrideva, che mi accarezzava e ogni volta che mi toccava”.

 

“ smettila, Angel, ci sono persone.”

 

“ No, mamma, finché tu non capirai io non la smetterò. Io ho fatto l’amore con lui quella maledetta notte! Ed è stata la cosa più bella di tutta la mia vita! Ho provato la felicità, l’ho provata sulla mia pelle e un attimo dopo me la sono vista scivolare dalle mani! E non sono stata in grado nemmeno di dirgli che l’amavo, nonostante lui me l’avesse detto e ridetto. Ti amo, due semplici parole ma che ti fanno tremare il cuore se dette da qualcuno che ami con tutta te stessa. Ed è così che mi sono sentita appena me le ha dette. Tremavo, mamma. Tremavo come non mai. Non mi importa più di niente, adesso. Se tu vorrai capire o meno. Lui non si risveglierà  e io non potrò più essere felice. Non potrò dirgli quelle due parole e questo rimpianto me lo porterò dietro per tutta la vita.”

 

Nemmeno me ne sono accorta. Sto piangendo, le lacrime scivolano sul mio viso. Attorno a noi ci sono tante persone. Non ci posso credere di aver urlato quelle parole davanti a tutti. Ma infondo che importanza ha? Mia madre avanza lentamente verso di me e inaspettatamente mi abbraccia e mi stringe forte a se. Ricambio subito e mi lascio andare a un pianto disperato. Sento anche lei piangere insieme a me.

 

“Scusami piccola mia. Lo so che lo ami, lo so”, mi dice singhiozzando “ l’ho sempre saputo. Solo che avevo paura che potessi soffrire perché lui è più grande di te e tu sei così piccola ancora. Perdonami, perdonami”.

 

Ci stringiamo forte ed entrambe ci abbandoniamo al nostro dolore.

Dopo poco mi accompagna nella mia stanza per farmi risposare un po’. Le dico non lasciarmi dormire per molto perché non voglio lasciarlo per troppo tempo da solo. Mia madre annuisce e capisco dal modo in cui mi guarda che esaudirà questo mio volere.  Mi addormento pochi secondi dopo essendo stanca e provata dal pianto e dalla sofferenza.

 

Sento un allarme nel sonno. Infermieri e dottori che corrono nel corridoio trascinando una barella. “codice rosso, codice rosso”, urlano. Apro gli occhi e capisco di non stare affatto sognando. Subito balzo dal letto ed esco dalla stanza. Vedo infermieri uscire ed entrare dalla sala operatoria. Mi metto le mani ai capelli. Cerco di chiedere a un’infermiera di passaggio cosa sia successo. Quest’ultima mi dice che si è sentito male qualcuno delle stanze accanto. Non dice nient’altro e scappa via. Oh Dio, è Orlando, è Orlando! Corro verso la sala operatoria e dalla piccola finestra sulla porta vedo un dottore ricoprire con il lenzuolo colui che si trovava su quel letto. Le infermiere scuotono la testa mortificate e una di loro scoppia a piangere. Sento di star per morire.  Cado a terra mentre urlo disperata.

Non dovevi lasciarmi. Non dovevi farlo. Voglio vederti ancora, voglio vedere quel tuo sorriso meraviglioso, voglio sentire i tuoi baci, il tuo sapore. E adesso tutto questo non sarà più possibile.

Continuo a piangere e ad urlare disperata mentre sento qualcuno abbracciarmi da dietro le spalle.

 

 

 

 

 

Saaaaaaaalve

Chiedo perdono mille volte per l’enorme ritardo! Ma ho avuto da fare xD

 

Spero che questo capitolo vi abbia fatto deprimere tanto tanto xD scherzo ovviamente !

 

E… vi annuncio che il prossimo sarà l’ultimo :)

 

A presto

 

Scarl.

   
 
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