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Autore: angeljamesj    02/03/2014    3 recensioni
Come potevo resistere? Come facevo senza di lui? Mickey sarebbe venuto a portarmi le sue ciabatte e a ricordarmi insistentemente la sua assenza, come facevo con il letto per metà vuoto? Senza il suo odore la mattina o i baci dopo aver fatto l’amore? Avrei resistito?
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James McVey, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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How can i resist? 


Entrai in casa e uno spettacolo non piacevole si presentò davanti ai miei occhi, accanto al divano di vecchia pelle, che James non si decideva a dar via, c’erano delle valigie che stavano per chiudersi. Sapevo che prima o poi tutto ciò sarebbe accaduto, il successo lo avrebbe portato via, lontano da me e io non potevo entrare nei suoi piani. Non volevo essergli di peso, lo sapeva. Gli ultimi giorni li avevamo vissuti come se non ci fosse stato un domani, perché pochi giorni dopo lui sarebbe stato lontano. Mi aveva portato al parco, dove ci eravamo visti per la prima volta, seduti sulla panchina «ti amo» mi aveva sussurrato baciandomi poi con una dolcezza inaudita. Sapevamo entrambi che sarebbe stato difficile che poteva esser chiamato un ipotetico punto di rottura, una crepa che con il tempo sarebbe stata rimarginata, ma non potevamo evitarlo. Era inevitabile, a poche ore dalla partenza, un improvviso annullamento del viaggio. Era la sua strada ed era giusto che la seguisse, non rinunciando a tutto solo per me. Mi aveva sempre ripetuto che contavo nella sua vita, «più di quanto tu possa pensare» ripeteva ogni volta e io gli credevo, era lo stesso anche per me. Eravamo i nostri punti di riferimento ed eravamo vicini, ma per mesi, da allora saremmo stati divisi, il filo sottile che ci legava si sarebbe teso, e si sarebbe spezzato?
Nessuno di noi poteva saperlo, era tutto nella resistenza, nella forza, nel tempo, era tutto nelle nostre mani e nessun altro poteva sapere cosa sarebbe successo.
 
Mi avvicinai alla valigia e notai che all’interno c’era la mia sciarpa rossa, quella che profumava sempre, l’avrebbe portata con se? Mi accorsi che, sotto al marasma c’era la sua maglia preferita, glie l’avevo regalata al Natale di due anni prima, la presi a strinsi nelle mani cercando di trattenere le lacrime.
«Amore? Sei tu?» si sentì dalla nostra camera, si ero io ma avevo paura a rispondergli perché non sapevo se la voce avrebbe retto.
«Si…si – dissi con voce incrinata – sono io..» corse dalla stanza da letto in salotto e appena vide che ero piegata sulla valigia con la maglia in mano, mi venne vicino e mi strinse al suo petto, era caldo e il suo profumo mi avvolgeva. Mi strinsi a lui e, in quel momento non sentii altro che il battito del suo cuore.
«Andrà bene – mi sussurrò all’orecchio -  andrà tutto bene, lo sai…» ma non lo sapevo, non avevo la certezza che sarebbe andato tutto bene, perché poteva anche non essere così, chi mi avrebbe potuto dire che avrei resistito due mesi senza di lui? Come potevo stare senza i suoi baci, i suoi abbracci e senza quell’odore di bruciato che c’era ogni qual volta tornavo tardi da lavoro e c’era lui in cucina che provava a cucinare qualcosa? Non avevo nessuna certezza e non  ne avrei avuta nessuna se non con il passare del tempo.
Alzai lo sguardo e gli lasciai una bacio sulle labbra, soffici e calde. Mi sorrise dolcemente e mi fece alzare insieme a lui, poi mi prese la mano e mi condusse in camera «mi aiuti a finire?» mi chiese, io lo guardai, non volevo aiutarlo, non volevo che se ne andasse; non ce l’avrei fatta. Restando in silenzio però iniziai a prendere i suoi vestiti e a metterli nella valigia rosso fuoco, che doveva essere la mia.
Quando finimmo, guardò l’orario e si girò verso di me con aria triste «devo andare» annunciò, fissandomi in volto. Io annuii impercettibilmente e alzai lo sguardo verso di lui, gli occhi lucidi a incorniciarmi il volto.
«Oh Jess.. – disse prendendomi tra le sue braccia e cullandomi piano- ci rivedremo presto, lo sai..» annuii come sempre e affondai la testa nel suo petto.
 
Quando dopo pochi minuti prese le valigie e mi diede un ultimo bacio, quindi uscì dalla porta, mi sentii mancare la terra sotto i piedi. Come potevo resistere? Come facevo senza di lui? Mickey sarebbe venuto a portarmi le sue ciabatte e a ricordarmi insistentemente la sua assenza, come facevo con il letto per metà vuoto? Senza il suo odore la mattina o i baci dopo aver fatto l’amore? Avrei resistito?

 

Buongiorno a tutti, questa è la mia prima One-Shot su James, in passato ho scritto altre storie ma non hanno avuto successo così le ho cancellate. 
è una One-Shot molto triste, l'ho scritta ascoltando "Holding on and letting go" che è abbastanza triste; molto probabilmente ci scriverò una storia sopra ma devo ancora ragionarci per bene,poi si vedrà. Spero che vi sia piaciuta almeno un po'. Ci sentiamo presto.
Un abbraccio,
Giulia.

   
 
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