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Autore: J_Ari    02/03/2014    2 recensioni
«Hey, Junsu! Vieni a festeggiare anche tu! Jiho è stato assunto alla Hyosung!» esclamò Jaejoong alzando in aria una bottiglietta di soju mezza vuota.
Eh, sì, l'amico col quale condivideva vita e disavventure da ormai tre lunghi anni era proprio lui, quel ragazzo dall'aria fredda e distaccata, ma solo in apparenza...
[Jaesu]
Genere: Erotico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jaejoong, Junsu
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi con una storia sulla mia OTP preferita <3
Buona lettura a tutti^^

 

 

Anche per quella sera gli allenamenti di danza si erano conclusi. Stanco ma soddisfatto per i risultati ottenuti, Junsu abbassò la maniglia della porta d'entrata; appena l'aprì delle risate lo raggiunsero strappandogli un sorriso. Entrò e lasciò cadere lo zaino a terra, appena sotto il grande specchio ovale che accoglieva chiunque si accingesse ad entrare in quella casa. Con una mano appoggiata contro il muro sostenendosi mentre si toglieva le scarpe, immaginò i suoi coinquilini intenti a far festa (e non poteva essere altrimenti visto il gran baccano che stavano facendo).

Con tre di loro non aveva un rapporto troppo stretto, erano ragazzi che si erano trasferiti lì da meno di due mesi e non aveva avuto ancora modo di conoscerli bene; con il quarto aveva invece un legame molto profondo che si era accentuato col passare del tempo. Era da tre anni che condividevano lo stesso tetto, fin da quando frequentavano l'università, e, anche se ormai avevano trovato un lavoro, nessuno dei due si era mosso da quella casa. Un po' per abitudine, un po' perché il posto di lavoro era facilmente accessibile da lì.

Quando entrò in salotto trovò infatti i quattro ragazzi presi a bere birra e soju tra schiamazzi e risate, seduti a terra intorno al piccolo tavolino che aveva comprato lui stesso mesi prima.

«Hey, Junsu! Vieni a festeggiare anche tu! Jiho è stato assunto alla Hyosung!» esclamò Jaejoong alzando in aria una bottiglietta di soju mezza vuota.

Eh, sì, l'amico col quale condivideva vita e disavventure da ormai tre lunghi anni era proprio lui, quel ragazzo dall'aria fredda e distaccata, ma solo in apparenza; in realtà era una persona amichevole, sempre pronta ad ascoltare un amico ed aiutarlo se in difficoltà (almeno quelli appartenenti alla sua cerchia più stretta). Aveva un grande ascendente su di lui, anche se a volte era un tantino troppo diretto nei modi di fare e nel porsi, e sebbene a Junsu non desse fastidio questa sua peculiarità, agli inizi non era stato facile abituarsi a questo suo carattere così schietto e a tratti (doveva ammetterlo) ammaliante.

Junsu sorrise e si avvicinò al gruppetto, fece i complimenti a Jiho dandogli una pacca sulla spalla e rimase con loro una decina di minuti, giusto il tempo di bere una birra prima di dileguarsi. Era felice per l'amico, ma era veramente distrutto.

Da lì a qualche giorno avrebbero avuto inizio una serie di esibizioni e aveva bisogno di riposo assoluto, soprattutto dopo tutte le ore che passava ogni giorno a provare e a riprovare. Senza poi contare il lavoro part-time che lo impegnava al mattino e nel primo pomeriggio, che però gli permetteva di vivere autonomamente e di seguire i corsi serali.

Si ritirò così in camera propria dopo aver fatto una doccia veloce, non prima di essersi lasciato dietro i numerosi lamenti di Jaejoong che voleva continuasse a bere con loro a tutti i costi.

 

Dopo aver fatto scattare l'interruttore della piccola lampada sulla scrivania che riempì la camera di una luce soffusa, Junsu uscì in terrazzo. A piedi nudi sulle tiepide piastrelle gli ci vollero un paio di secondi per abituarsi all'oscurità. Si appoggiò con gli avambracci sulla ringhiera godendosi il venticello che si era alzato da poco e che gli scompigliò alcuni ciuffi sulla fronte.

Nella sua mente continuavano a scorrere alcuni passi di danza, quelli del balletto più importante dell'intera performance. Finì per ripeterli dal vivo senza quasi accorgersene. Era un perfezionista per natura, non avrebbe smesso di provare e riprovare finché non avesse raggiunto la precisione che voleva e che pretendeva da se stesso.

Diede un ultimo sguardo alla città e tornò in camera. Chiuse la porta finestra scorrevole e tirò le tende con l'intenzione di mettersi subito a letto, ma dei colpi insistenti alla porta l'obbligarono a cambiare programma.

Quando aprì, per poco non fu travolto.

Si ritrovò a sostenere Jaejoong che, completamente ubriaco, gli si era avvinghiato addosso passandogli le braccia attorno al collo.

«Hyung, ma quanto hai bevuto?» fece Junsu pensando che solo mezz'ora prima i quattro ragazzi erano un po' brilli, ma non di certo ubriachi in quel modo. Lo sostenne come meglio poté, mentre con un piede chiuse la porta a fatica.

«Lo sai che quando bevo va sempre a finire così» fece Jaejoong mettendosi a ridere.

Junsu non riusciva mai a capire il grado di ubriachezza del suo amico. Un attimo prima faceva delle affermazioni con un senso logico e due secondi dopo dava l'impressione di non capire nemmeno dove si trovasse.

«Gli altri?»

«Dormono», rispose Jaejoong appoggiando il mento sulla sua spalla. «Si sono addormentati, quegli stupidi. Ci mancavano ancora cinque bottigliette di soju.»

Junsu non chiese nemmeno quante ne avessero bevute. Quando era arrivato lui a casa ce n'erano già un bel po' disperse sul tavolino e qualcuna anche a terra.

«Sto andando a dormire anch'io, veramente...»

Jaejoong voltò leggermente il capo verso Junsu, il quale sentì il caldo respiro dell'amico contro il proprio collo e subito dopo qualcosa di umido bagnargli l'orecchio.

«Hyung!» gridò cercando di scostarsi, ma Jaejoong gli si era avvinghiato talmente bene che non era cosa facile sottrarsi al suo abbraccio.

Non era la prima volta che accadeva una cosa del genere, o meglio, era già successo qualcosa di simile. Jaejoong quando era ubriaco poteva diventare molto pericoloso, ficcando la lingua dove non doveva o usandola in modo poco appropriato lungo i colli altrui. Junsu non ci aveva mai prestato molta attenzione, anche perché erano sempre in gruppo normalmente e aveva sempre preso tutto come uno scherzo, ma stavolta erano soli e per quanto conoscesse bene Jaejoong e per quanto gli volesse bene, la situazione non gli piaceva per nulla.

Vide le sue mani spostarsi e tentare di afferrargli il viso, ma riuscì finalmente a sgusciare via indietreggiando di qualche passo prima che ci riuscisse.

Jaejoong rimase in piedi. Lasciò cadere le braccia lungo i fianchi e lo guardò con sguardo triste e arrabbiato allo stesso tempo.

«Ti voglio, Junsu...»

«Hyung, sei ubriaco, non sai quello che dici.»

«Perché non mi vuoi?!»

Junsu rimase a bocca aperta. Sapeva delle sue tendenze sessuali, ma non che avesse un interesse verso di lui! In tre anni non c'era mai stato nessun segno in quel senso, a parte abbracci o qualche palpata dove non doveva, ma insomma, erano cose abbastanza normali tra amici. Doveva essere solo perché era ubriaco e gli era venuta un po' di voglia e non c'era nessun altro nei paraggi... No?

«PERCHÉ?!»

«Ssh, vuoi svegliare tutto il condominio?!», affermò Junsu allarmato risvegliandosi dai suoi mille pensieri. Da solo, non sapeva bene come gestire la situazione. «Ti porto in camera tua, okey?» concluse avvicinandosi al più grande, convinto che Jaejoong avrebbe ragionato e lo avrebbe seguito, ma il risultato fu completamente opposto.

Con uno scatto Jaejoong riuscì nel suo intento: lo afferrò per il viso e lo baciò. Junsu spalancò gli occhi mentre sentì premere le labbra dell'amico contro le proprie. Erano calde, così come lo erano le sue dita affusolate sul proprio viso.

Provò a scostarsi come aveva fatto poco prima, ma fallì. Jaejoong spostò una mano alla base della nuca inclinandogli maggiormente la testa, premendo contro il suo corpo, tanto che Junsu dovette fare un passo indietro per non cadere di fronte alla veemenza del suo bacio. Ma Jaejoong non voleva solo le sue labbra, e vedendo che Junsu non collaborava gli afferrò i capelli con forza, quel tanto che gli permise di entrare con la lingua nella sua bocca quando il più piccolo gemette per l'improvviso dolore.

C'era così tanta frustrazione in quel bacio, rabbia mescolata al desiderio di possederlo. Era come un'onda, di quelle alte metri, che vedi arrivare ma dalla quale non puoi scappare in nessun modo.

Provò a scostarsi ancora una volta ma Jaejoong lo tratteneva saldamente a sé, non solo per i capelli, ma anche con il braccio che aveva fatto passare intorno alla sua vita. Junsu era completamente bloccato nella sua morsa.

Sapeva perfettamente che il più grande aveva personalità molteplici; se ne usciva con porcate per poi imbarazzarsi per delle stupidate, stava sulle sue per poi diventare estremamente solare e amichevole, ma che fosse così passionale non se lo sarebbe mai aspettato.

Appuntò le mani contro il suo petto staccandosi con uno scatto, riuscendo almeno a sottrarsi da quel bacio famelico. Aveva il respiro affannato così come lo era quello di Jaejoong.

«Hyung! Smettila!» gridò arrabbiato mentre veniva sbattuto di schiena contro la porta. Le mani di Jaejoong scivolarono sotto la sua maglietta mentre la sua lingua percorreva ancora il contorno delle sue labbra, prima leccandole, poi assaporandole tra le sue.

Era come impazzito.

Quando Junsu si accorse che il suo corpo iniziava a rispondere non più alla sua mente ma a quello che lui gli stava facendo, non vide altra alternativa. Gli diede una sberla a mano aperta sperando di fermarlo.

Jaejoong si bloccò incredulo, con il viso piegato leggermente di lato a causa della forza dello schiaffo.

Velocemente Junsu si liberò dalla sua presa e si allontanò, avvicinandosi alla scrivania vicino alla portafinestra. Aveva ancora il respiro accelerato e le labbra umide ed arrossate a causa di quel bacio che lo aveva appena sconvolto.

«Scusami», balbettò mortificato passandosi una mano lungo il braccio non riuscendo a capacitarsi di quello che era appena accaduto.

Jaejoong, che in un primo momento non si era mosso, si era appoggiato contro la porta scivolandovi contro di schiena fino a sedersi a terra. La guancia doveva bruciargli molto.

«Come posso farti cambiare idea?»

«Non sai quello che dici.»

«Se non fossi ubriaco non avrei mai trovato il coraggio... Ma lo sono», affermò ridendo ancora, risata che si trasformò in colpi di tosse.

«Ti voglio così tanto, Junsu», continuò. «Perché non possiamo?»

Nella sua ubriacatura, Jaejoong riusciva ad essere perfino serio.

Nonostante avesse il suo sguardo su di sé, Junsu non riusciva a guardarlo in viso.

«Junsu...» lo chiamò Jaejoong supplicandolo ed alzando un braccio nella sua direzione.

«Siamo amici, non possiamo», affermò infine Junsu tentando ancora di farlo ragionare, ma si sentiva più come il famoso protagonista che combatteva contro i mulini a vento in una famosa storia... Chi era? Don Chisciotte?

«Ma può succedere...»

«No, non può.»

«Perché ti arrabbi?»

«Non sono arrabbiato!» affermò alzando la voce. Era solo stanco, frastornato ed esasperato.

Jaejoong rimase in silenzio per un po'. «Mi aiuti ad alzarmi?»

«Se è una tattica per saltarmi ancora addosso, no. Non ti aiuto.»

Il più grande scoppiò a ridere di nuovo.

«Mi hai beccato», disse passandosi una mano tra i capelli. «Allora dammi un bacio d'addio, come in quei film romantici dove lui parte per la guerra e lascia lei con dieci figli da mantenere.»

Junsu assottigliò lo sguardo chiedendosi quando mai avesse guardato film del genere, e nonostante quello che era appena accaduto non riuscì a trattenersi dal ridere di fronte a quella stupida affermazione. Risero entrambi, la tensione sembrò svanire nel nulla.

«Poi andiamo a dormire?»

Lo sguardo di Jaejoong si illuminò. «Certo.»

Junsu gli si avvicinò e gli porse una mano che Jaejoong afferrò all'istante. Si alzò in piedi a fatica.

«Siediti», disse a Junsu facendogli cenno col capo verso il letto ad una piazza e mezza.

«Non...»

«Solo un bacio, promesso.»

Junsu guardò prima lui e poi il letto e le lenzuola color crema. Sapeva che non c'era molto da fidarsi, ma finì per credergli comunque, ben sapendo che l'eccessiva fiducia che riponeva negli altri non sempre gli era stata molto d'aiuto e anzi, l'aveva spesso messo in grossi casini.

Si sedette sul bordo del letto come il più grande gli aveva chiesto.

Ora iniziava ad imbarazzarsi sul serio. Si aspettava che Jaejoong gli si sedesse accanto, ma lui gli appoggiò le mani sulle spalle e lo fece distendere mentre gli si metteva sopra a cavalcioni.

Junsu, allarmato, fece per protestare, ma Jaejoong lo zittì appoggiando un dito contro le sue labbra.

«Solo un bacio», sussurrò. Appoggiò le labbra sulle sue, stavolta con minor foga ma con altrettanto desiderio. Le sue mani erano ancora una volta sul suo viso.

Junsu chiuse gli occhi lasciando che Jaejoong si impossessasse di ogni centimetro della sua bocca, delle sue labbra prima, e della sua lingua poi.

Perché era così dannatamente piacevole?

Ansimò piano nella sua bocca al contatto col suo corpo, seppur entrambi fossero vestiti.

Perché non riusciva a rimanere impassibile?

Improvvisamente voltò la testa di lato staccandosi dalle sue labbra non appena si accorse che aveva iniziato a rispondere al bacio. Ancora qualche secondo e avrebbe perso il controllo.

Dannazione...

«Hyung, alzati», disse cercando di risultare il più risoluto possibile. Ma Jaejoong, come risposta, si tolse la maglietta e riprese a baciarlo stavolta sul collo.

«Hyung!!!» scattò Junsu ormai in palese difficoltà.

«Solo un altro po'.»

A Junsu girò la testa.

Cercò di afferrargli il viso per tentare di allontanarlo da sé, e ci riuscì. Si guardarono per dei lunghi secondi senza dire nulla.

«Doveva essere solo un bacio.»

Non sapeva nemmeno perché tentasse ancora di farlo ragionare. E cosa peggiore, Jaejoong doveva essersi accorto dell'effetto che gli stava facendo, a partire dal fatto che aveva risposto al bacio. Junsu stesso non se ne capacitava.

«Facciamo così...» iniziò Jaejoong. Dalla luce che gli brillava negli occhi doveva aver avuto una qualche idea, sicuramente malsana. «Se mi lasci fare una cosa, prometto di non toccarti dalla vita in giù. E poi me ne vado.»

Junsu era imbarazzatissimo, rimase in silenzio non sapendo cosa dire.

«Voglio bendarti. E baciarti dappertutto.»

«Solo questo?!» Ora, Junsu, era ben più che imbarazzato. Cercò di sgusciare via da Jaejoong, ma lui lo bloccò afferrandolo per le spalle. Gli era ancora sopra.

«Poi me ne vado», ripeté. «E stavolta per davvero. Per favore...» lo supplicò soffiandogli contro il collo.

Junsu non sapeva come uscirne. Il suo corpo era tornato a rispondergli sempre meno, e anche quei baci sul collo gli avevano offuscato la mente. Era ad un passo dall'accettare.

«Dimmi di sì», fece Jaejoong languido sfiorando con le dita il suo collo e guardandolo negli occhi.

Junsu deglutì a fatica. Sapeva che se avesse accettato avrebbe dovuto mettere in conto qualsiasi cosa, anche che Jaejoong non mantenesse affatto il patto.

«Sì», disse infine in un sussurro. L'eccitazione aveva avuto la meglio sulla ragione.

Il sorriso sul viso di Jaejoong si allargò.

 

 

Jaejoong lo fece sedere e in un attimo gli tolse la maglietta a maniche corte, per poi tirare fuori dalla tasca una benda nera. Sembrava essere di seta.

Junsu lo guardò allibito. Aveva già progettato tutto? Il che voleva dire una cosa sola...

Era meno ubriaco di quanto volesse fargli credere.

«Tu...»

Ma Jaejoong soffocò ogni sua obbiezione con un bacio. Allo stesso tempo gli appoggiò la benda sugli occhi e si staccò mentre gliela legava dietro la testa.

Junsu si ritrovò al buio completo.

«Non aver paura», gli sussurrò Jaejoong notando probabilmente la sua espressione smarrita.

Come diavolo era finito in quella situazione?! Ah, sì, era stato lui ad accettare... Stupido!

Alzò un braccio cercando di afferrare Jaejoong con una mano. L'altra la portò al viso per toccare la benda, ma lui gli afferrò entrambi i polsi. Junsu sentì le sue labbra posarvisi all'interno. Solo ciò, solo sentire la punta della sua lingua stuzzicarlo in quel punto, gli fece venire i brividi.

Jaejoong salì lungo l'interno del suo braccio sfiorandolo prima con le labbra, e baciandolo e leccandolo poi, così lentamente e così languidamente che Junsu socchiuse le labbra in un lieve ansimo. Si stava già eccitando. Non ricordava fosse un punto così terribilmente sensibile.

Quando sentì le sue labbra morbide spostarsi dalla spalla al collo piegò istintivamente la testa di lato lasciando che Jaejoong si approfittasse di lui. L'ansimo che seguì fu più forte del precedente.

«Sei così bello...» gli fece Jaejoong.

Ma Junsu non si sentiva bello, si sentiva dannatamente vulnerabile e basta. Si era cacciato in quella situazione con le sue stesse mani e non poteva fare più nulla per opporsi a lui, non era più in grado. Era completamente in mano sua.

Quella dannata benda aveva amplificato tutti i suoi sensi, non di una, ma di almeno dieci volte. E il non sapere dove Jaejoong avrebbe appoggiato le sue labbra, dove le sue mani lo avrebbero accarezzato, fino a che punto si sarebbe spinto... Anche se non voleva ammetterlo, lo eccitava ancora di più.

Si morse un labbro, scosso da brividi sempre più numerosi.

Potevano dei semplici baci eccitarlo così tanto? Potevano delle semplice dita che sfioravano la sua pelle e che scorrevano lungo il suo corpo, provocargli così tanti brividi?

Se ne era Jaejoong l'artefice, a quanto pareva la risposta era sì.

E lui, ormai, doveva anche essersi accorto del rigonfiamento nei suoi pantaloni. Si sentì avvampare al solo pensiero, ma improvvisamente Jaejoong si spostò alle sue spalle. Quasi gliene fu grato.

«Stenditi in avanti.»

«In avanti?»

Sentì Jaejoong ridacchiare. «In avanti sì», ripeté mentre le sue mani si spostavano sulle sue spalle invitandolo a mettersi nella posizione che voleva lui. «Devo distrarmi da certe visioni, o potrei diventare seriamente pericoloso.»

Junsu avvampò ancora di più sapendo benissimo a cosa si stava riferendo, così assecondò la sua richiesta. Si ritrovò disteso a pancia in giù, il viso piegato di lato e le mani appena sopra la testa a stringere il lenzuolo. Sentì poi Jaejoong mettersi a cavalcioni sopra di lui e appoggiare le mani sul suo fondoschiena.

«Posso ritrattare?»

«Co-cosa?» balbettò Junsu capendoci sempre meno.

«Dalla vita in giù...»

«Eh?»

«Sembri più ubriaco di me», affermò Jaejoong ridendo ancora. Si chinò su di lui iniziando a riempirlo di umidi baci seguendo, ma non troppo, la spina dorsale. Una mano era rimasta sul fondoschiena e continuava ad accarezzarlo. Anche quello era piacevole per Junsu. Tutto di quello che gli stava facendo era piacevole.

«Hai cambiato idea?»

«No», mugolò Junsu come risposta. Sperò con tutto il cuore che Jaejoong non iniziasse ad infierire come al suo solito, era un mago nell'ottenere ciò che voleva. Un “no” era abbastanza facile da dire, a parole era facile fermarlo (neanche troppo), era a fatti che era tutta un'altra cosa.

Ma improvvisamente Jaejoong si scostò, e seguendo le sue indicazioni, Junsu tornò a sedersi. Aveva ancora il respiro accelerato quando Jaejoong gli tolse la benda chinandosi su di lui.

Junsu socchiuse lentamente le palpebre senza riuscire ad aprirle più di tanto a causa della luce nella stanza che, anche se soffusa, gli aveva dato lì per lì fastidio, ma distinse Jaejoong fissarlo.

«Proprio non vuoi andare fino in fondo?»

Junsu scosse leggermente la testa, nonostante avesse socchiuso le labbra per prendere maggior respiro. Era eccitato, anche troppo, ma non voleva farlo, per nessun motivo. A lui piacevano solo le donne... O almeno credeva. Una cosa del genere non gli era mai accaduta.

«Ma quello che ti sto facendo ti piace», affermò Jaejoong accarezzandogli un braccio.

Stavolta Junsu annuì. Imbarazzo o meno, era la verità e lui non mentiva mai.

Jaejoong sospirò. Lo afferrò per il capo con delicatezza e gli fece appoggiare la fronte contro la propria spalla.

Seppur un po' titubante, Junsu si ritrovò ad abbracciarlo a propria volta facendo passare le braccia intorno alla sua vita, percependo il calore del suo corpo. Gli piaceva abbracciarlo, era una bella sensazione, e anche se un po' lo imbarazzava gli aveva sempre dato molta serenità.

«E se continuassimo così per un altro po'? Ti va?»

Junsu ci pensò qualche secondo. Gli andava, ma dirlo a voce alta non era cosa facile.

«Mh...»

«Lo prendo come un sì?»

Junsu sapeva che Jaejoong stava sorridendo, l'aveva capito dal suono della sua voce.

«Sì, ma solo se ammetti che non sei ubriaco.»

Jaejoong scoppiò a ridere. «Brillo però lo sono», affermò lui appoggiando una mano sulla sua nuca e piegandosi leggermente di lato. Tornò sul suo collo.

«Sei un pessimo bugiardo», affermò Junsu sospirando ai quei piccoli e dolci baci. Alzò le mani istintivamente, portandole sul suo petto, dove le sue dita trovarono i capezzoli dell'altro. Come risposta Jaejoong ansimò contro il suo collo.

Junsu prese un po' più di coraggio. Lo accarezzò lungo la schiena, senza scendere troppo in basso, stringendosi un po' di più contro di lui.

Non si era perso in tanti ragionamenti, se fosse giusto o meno quello che stava facendo. Era molto istintivo per natura, Junsu. Nella danza, per esempio, non stava a pensare se un passo era giusto o meno, lasciava che la musica lo catturasse e lo trascinasse con sé nella sua rete invisibile fatta di note musicali.

Ed era quello che stava accadendo con Jaejoong. Lui lo stava facendo sentire bene, per il momento il resto non aveva importanza.

Jaejoong passò all'altra parte del collo, facendolo distendere allo stesso tempo sotto di sé contro il materasso. Junsu gli restò avvinghiato e finalmente riuscì a guardarlo negli occhi, senza imbarazzo o timore. Percepiva un senso di protezione, affetto, non solo quella lussuria che inizialmente c'era stata quando lui era piombato nella sua camera.

Jaejoong aveva le pupille dilatate, forse per la scarsa luce nella stanza, o forse anche per l'eccitazione. Junsu sentì lo stomaco stringersi, ma non per l'ansia.

«Io...»

«Sì?»

«Non credo di riuscire a...»

«Ti ho preso un po' in contropiede, eh?» disse Jaejoong sorridendogli e dandogli un buffetto sul naso con l'indice. «Non accadrà nulla che tu non voglia.»

«Lo so», replicò Junsu sfoderando uno dei suoi bellissimi sorrisi. Sarà stato anche un ingenuo, ma si fidava di lui ciecamente.

«Sono venuto a vederti a scuola l'altro giorno.»

Junsu spalancò gli occhi. «Veramente?»

«Sì.» Gli spostò i capelli dalla fronte, accarezzandolo dolcemente lungo i lineamenti del viso. «Quando balli... Non sono riuscito a staccarti gli occhi da dosso un solo attimo. E come me, chiunque ti stava guardando. Neanche ti rendi conto del potere che emani.»

Junsu arrossì a quelle parole, nessuno gli aveva mai detto una cosa del genere.

«E purtroppo mi hai scatenato non poche fantasie.»

Scoppiò a ridere, ancora più imbarazzato. «Sei uno scemo.»

«Probabile», affermò il più grande dandogli un bacio affettuoso sulla guancia. «E se non ti spiace ora vado in bagno a calmare un po' i bollenti spiriti. Ti voglio in cucina tra dieci minuti per una cioccolata.»

Junsu doveva essere diventato non rosso, di più.

«Okey», gli rispose percependo immediatamente il cambiamento di temperatura quando lui si scostò. Quasi ne fu rattristato.

«Ma senti...» continuò titubante mentre Jaejoong era già arrivato alla porta e lui si era messo a sedere a gambe incrociate.

Jaejoong lo guardò e tornò indietro buttandosi sul letto inginocchiandosi di fronte. Allungò il collo inclinando la testa e gli rubò un piccolo bacio dalle labbra. «Ti conquisterò», affermò Jaejoong sorridendogli.

«Sei un pazzo», sussurrò Junsu contro le sue labbra.

Jaejoong gli diede un altro bacio veloce. «Scemo, pazzo, cosa ancora?»

«La cioccolata...» disse Junsu poco convinto. Era imbarazzato a morte.

Jaejoong uscì dalla camera, non senza avergli rubato l'ennesimo bacio e la promessa di non addormentarsi immediatamente non appena fosse uscito o nei dieci minuti successivi.

Junsu rimase a fissare la porta socchiusa prima di iniziare ad elaborare un qualsiasi pensiero, ma quando iniziò a farlo, arrivarono come un fiume in piena. Fu come risvegliarsi da un sogno.

Era serio?! Realmente?! Pensava fosse stato solo preso da voglie varie per colpa dell'alcol, ma dopo la lussuria iniziale si era fatto così dolce... Come al solito non ci capiva mai nulla. Quindi, tutti quegli abbracci, quando lo toccava per sbaglio o tanto per...

Junsu sospirò, passavano gli anni ma la sua ingenuità rimaneva sempre la stessa.

Certo che erano passati anche tre anni però da quando si conoscevano, non uno, perché ora?!

Basta con le domande!

Per via del ballo, forse?

Taci!

Si mise a pancia in giù chiudendo gli occhi, affondando il viso nel cuscino ed arrossendo ancora mentre ripensava a quello che era appena accaduto. Finì col sorridere tra sé e sé.

Non vedeva l'ora di gustare la cioccolata che gli era appena stata promessa.

 

 

Junsu aprì gli occhi sbattendo le palpebre lentamente. La stanza era immersa nel buio, ma non a sufficienza per nascondere la sagoma della persona che era distesa accanto di lui: Jaejoong, ovviamente.

Solo in quel momento, dal rumore del traffico e dalla luce che filtrava a malapena dalle tende, capì che era già mattina. Si era addormentato!

Trattenne il respiro per qualche secondo e il cuore iniziò a martellargli nel petto non appena la sua mente tornò alla sera precedente. Rivide tutto come un lampo.

Perché era successo?! Okey, non era accaduto nulla di grave, ma tutti i baci che c'erano stati, il fatto che Jaejoong l'aveva bendato, la sua dolcezza... E lui si era lasciato fare tutto ciò passivamente senza quasi controbattere, ansimando parecchio per giunta.

Richiuse gli occhi per un attimo, mordendosi un labbro. Voleva sprofondare in un buco nero e sparire nel nulla per SEMPRE.

Si portò una mano alla bocca cercando di riprendere almeno a respirare e di calmare il turbinio di pensieri e di emozioni che si erano risvegliate in lui.

Che Jaejoong fosse nel suo letto non gli dava nessun problema. Più di una volta era accaduto che dormissero assieme quando avevano avuto ospiti che si erano fermati a casa loro per la notte, ma la situazione era leggermente cambiata.

Si soffermò a guardarlo. Era vestito completamente, con tuta e maglietta a maniche corte; i capelli erano sparsi sul cuscino e gli incorniciavano il viso sul quale vi era un'espressione rilassata. Nulla di strano, insomma. Solo in quel momento si accorse però della sua mano posata sul proprio fianco che iniziò a spostarsi e a risalire lungo la sua schiena.

«Buongiorno, bell'addormentato», sussurrò Jaejoong ancora con gli occhi chiusi.

Junsu lo guardò sorpreso. «Sei sveglio?»

«No, dormo, guarda. E sono offeso. Nonostante tutto quello che ti ho fatto ieri sera sei riuscito ad addormentarti in meno di dieci minuti.»

«Ah, scusami, io...» balbettò Junsu agitato.

«Un scusa non mi basta», sussurrò Jaejoong aprendo le palpebre e guardandolo dritto negli occhi. Fece scivolare la mano un po' più in alto accarezzandolo sulla spalla. «Dammi un bacio e forse ti perdono.»

«Io...» Ora sì che il cuore sembrava volesse schizzargli fuori dal petto, anche perché era bloccato tra lui e il muro, nonostante Jaejoong non avesse ancora per il momento accorciato ulteriormente le distanze.

Jaejoong gli sorrise e finì per mettersi a ridere. «Sei un amore quando ti imbarazzi», affermò dandogli un leggero bacio sulle labbra. «Andiamo, ti devo ancora una cioccolata», concluse stiracchiandosi. Scese dal letto, aprì le tende facendo entrare il calore del sole, gli recuperò la maglietta che lui stesso aveva gettato a terra la sera prima e gliela passò.

«E non credere che mi dimentichi del bacio che mi devi. Lo pretendo con gli interessi.»

Junsu si alzò in piedi dopo essersi rivestito, cercando di nascondere come al solito l'imbarazzo con un sorriso ma senza guardare Jaejoong in volto.

«Con panna?» affermò cercando di cambiare discorso.

«Cosa? Il bacio?»

«La cioccolata!»

Era abituato ad essere “preso in giro” da lui, ma quel tocco di flirt complicava di gran lunga le cose (anche se effettivamente le battutine gliele serviva su un piatto d'argento). O iniziava a darsi una regolata, o avrebbe finito per l'arrossire decine e decine di volte in un solo giorno.

Finirono per mettersi a ridere entrambi.

«E cioccolata con panna sia!» proclamò Jaejoong. I suoi occhi brillarono di una strana luce.

«Cosa ti sta passando per la testa?»

«La scena di un drama. Sai quando si vede sempre lui che toglie la panna dalle labbra di lei... Non vedo l'ora di...»

«Ah! Fuori, fuori, fuori!» fece Junsu cercando di spingerlo verso l'uscita della camera vergognandosi a morte al solo pensiero di quello che stava passando per la mente di Jaejoong, ma lui lo prese in contropiede e l'abbracciò facendo passare le braccia intorno alle sue spalle ed attirandolo a sé.

«Anche questa è una scena da drama.»

«Un po'. Ma quelle le mettono a rallentatore. Io sono più veloce.»

Junsu rise alle stupide parole del più grande, ma appoggiò la testa sulla sua spalla inspirando il profumo della sua pelle. Gli passò le braccia intorno alla vita chiudendo l'abbraccio.

«Cioccolata...» bisbigliò.

«La preferisci a me? Male, malissimo. Due baci più interessi.»

«Se andiamo avanti così arriviamo a cento prima di stasera.»

«È quello l'obiettivo.»

Junsu sorrise. «Lo sai che sono goloso.»

«Infatti ho intenzione di prenderti per la gola d'ora in poi.»

«Non approfittarti dei miei punti deboli!»

«Oh, sì, invece.»

Un giorno intero così e l'avrebbe fatto impazzire, ne era sicuro.

«Quando hai l'esibizione? Giovedì prossimo?»

Junsu, sorpreso, tentò di scansarsi per guardarlo in faccia. Ci riuscì, ma Jaejoong non mollò la presa su di lui.

«Non ne avevo ancora parlato.»

«L'ho visto sulla locandina fuori dalla scuola quando sono venuto a vederti. Per quanto ancora pensavi di tenerlo nascosto?»

«Pensavo di non dirlo a nessuno...»

«E pagherai anche per questo. Vieni.»

Jaejoong lo afferrò per una mano e lo trascinò fuori dalla stanza dirigendosi verso il corridoio prima, e verso la sua camera poi.

Junsu allarmato tentò di fermarlo e di opporsi, ma Jaejoong lo zittì dicendo che avrebbe svegliato gli altri ragazzi.

Quando arrivarono in camera Jaejoong lo lasciò andare e si avvicinò ad un mobile dove teneva su un ripiano un sacco di gioielli di tutti i tipi: anelli, braccialetti, orecchini... Ne aveva così tanti che avrebbe potuto aprire un negozio.

Jaejoong afferrò una catenina molto sottile, tolse il pendente abbandonandolo tra le altre collane e tornò da Junsu, il quale lo stava guardando sorpreso. Per un attimo gli era venuto un colpo, pensava avesse in mente altro.

Jaejoong proseguì togliendosi un anello in argento che teneva sempre sull'anulare, lo fece passare dentro la catenina, afferrò una mano di Junsu e glielo mise sul palmo.

«Come portafortuna.»

Junsu, seppur sorpreso, non poté fare a meno di sorridere. Jaejoong non si era sprecato in tante parole, ma sapeva il grande valore che aveva per lui quell'anello, se gliel'aveva donato era un chiaro segno che teneva a lui. Pensò per un attimo di rifiutarlo, comunque gli dispiaceva sottrarglielo, ma anche se ci avesse provato Jaejoong non si sarebbe smosso di un millimetro e gli avrebbe dato del maleducato dicendogli che i regali non si rifiutano mai.

«Grazie», disse infine guardando prima l'anello che si era trasformato in collana e poi lui. Si sporse dandogli un bacetto sulla guancia. «Lo porterò con me ad ogni esibizione.»

«Dimmi come faccio io a non baciarti adesso.»

E prima che Junsu potesse anche solo provare a replicare qualcosa, Jaejoong lo baciò.

Junsu chiuse gli occhi assaporando e contraccambiando per la prima volta a quel dolce bacio.

Era tutto così assurdo, eppure tutto così vero.

Doveva solo iniziare a crederci.

 

 

 

Io mi ero messa d'impegno per scrivere una lemon, davvero... Ma poi la fluff ha avuto la meglio e ciao!
Cosa fanno al cervello questi due! Cosa!!!!!! -te lo sconquassano ovviamente-

Grazie per aver letto!! E spero vi sia piaciuta quanto a me è piaciuta scriverla (^O^)/

   
 
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