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Autore: Miky Castiel Winchester    02/03/2014    3 recensioni
[Il Segreto]
E poi c'è quell'amore così forte, e nulla può la differenza tra classi sociali contrastanti, quell'amore intenso più di ogni altra cosa al mondo, puro e semplice.
Il Segreto-Fiction spagnola.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Nobildonna ed il Locandiere





Agueda Mesia da sempre aveva tutto ciò che una persona della sua posizione poteva sognare, ricchezze, potere, rispetto, amici, tuttavia non era la classica donna viziata dell'alta società, era da sempre pronta a mettere tutte le sue risorse a disposizione dei più bisognosi. Solo due cose fino a poco tempo prima non possedeva, due cose che tutto il suo denaro e le sue fortune non potevano comprare, poco tempo prima non aveva al suo fianco la figlia perduta ed avuta quando era solo una ragazzina e l'amore di un uomo, quello che sentiva era un amore che celava nel profondo della sua anima e che giorno dopo giorno era sempre più forte, era amore  vero, passionale, sincero e puro il suo da far perdere la testa, quell'amore sopra ogni cosa che non aveva mai conosciuto prima, avvolta e circondata dalla gabbia dorata nella quale viveva da tutta la vita. E poi all'improvviso finalmente tutto era tutto davvero cambiato, aveva ritrovato la sua bambina in un piccolo paese, una goccia nell'immensità dell'oceano, un paese  di gente onesta a lavoratrice assoggettato al controllo della famiglia Montenengro alla cui guida vi era Donna Francisca, temuta da tutti, l'esponente più celebre dell'intero Puente Viejo che offriva lavoro a condizioni disumane alla povera gente che vi viveva, braccianti e non. Mai avrebbe immaginato Donna Agueda che quel piccolo luogo caratteristico e semplice avrebbe potuto donarle tanta gioia, donarle la più grande felicità della sua vita. Dopo anni aveva finalmente potuto ricongiungersi con sua figlia Pepa, bella come l'aveva sempre immaginata, non poteva ancora credere di aver realizzato il suo sogno, i suoi occhi lucidi e carichi di emozione ogni qual volta incontrano quelli della giovane levatrice, sentiva il suo cuore scaldarsi ogni qual volta Pepa le era vicina, per lei avrebbe rinunciato a tutto. Puente Viejo tuttavia le aveva donato anche qualcos'altro, si era innamorata come una ragazzina di un locandiere, Raimundo Ulloa, e sapeva che non avrebbe dovuto lasciarsi coinvolgere dai sentimenti perchè la sua condizione sociale le imponeva di affiancarsi ad un uomo della sua levatura, il suo figliastro, Olmo, sicuramente non avrebbe approvato, capito, ciò che sentiva per quell'uomo, ma come mettere a tacere la voce del proprio cuore?  semplice, era impossibile farlo e lei tra l'altro non era la solita nobildonna  che ergeva barriere tra la sua classe sociale e quella degli altri, per lei differenze non vi erano, ricchi o poveri, erano tutti uguali ed inoltre Raimundo era un uomo colto ed istruito, più intelligente di qualunque rampollo, più intelligente di tanti uomini d'affare che passavano le loro giornate a vantarsi delle proprie tenute, degli ettari posseduti fumando un sigaro standosene tutto il santo giorno con le mani in mano. Solo una nota di amarezza stonava con tutta quella felicità, la malattia che la divorava giorno dopo giorno, non aveva avuto il coraggio di dirlo a Pepa né a Raimundo, tra loro  vi era un legame speciale quello di un amore ancora non confessato, aveva paura di fare del male ad entrambi se avesse rivelato alla figlia ed al locandiere cosa le stava accadendo, tacere le dava l'illusione che tutto andasse per il vero giusto. Era l'ultimo dell'anno, il 1903 era ormai alle porte, quella sera nella piazza del paese si sarebbe festeggiato l'ingresso del nuovo anno e la nobildonna non voleva perdere occasione di mescolarsi ai compaesani che tanto apprezzava, fece preparare il calesse dalla servitù ed in mezzo'ora lei, Pepa ed Olmo arrivarono a destinazione, piccole lanterne appese per i porticati della piccola piazza, la gente che ballava festosa, Olmo con passo veloce intravedendo Soledad tra la folla andò da lei,  mentre Pepa corse ad abbracciare l'amica Emilia, fu allora che gli sguardi di Agueda e Raimundo si incrociarono, l'uomo uscì a passo di carica dalla locanda avvicinandosi alla donna con un sorriso a dipingergli il volto. Attorno alla piazza accogliente quattro tavolini in legno e su ognuno di essi una candela, la loro fioca luce e l'ondeggiare magnetico del fuoco, le stelle che brillavano, sembrava di essere in una favola.

"Agueda pensavo che non vi avrei vista stasera, avevo ormai perso ogni speranza" Commentò Raimundo educatamente baciando poi la mano della dama come si usava fare.

"Siete sempre così galante Raimundo" Disse lei stringendogli la mano e sorridendogli a sua volta.

"Mi concedereste l'onore questo ballo Agueda?" Chiese poco dopo lui e non riusciva a staccare i suoi occhi da quelli della donna, erano anni che il suo cuore non batteva così, forte, all'impazzata, temeva quasi potesse esplodere, aveva sentito sin dal primo istante una travolgente affinità con Agueda, ed in cuor suo sapeva perfettamente di essersene innamorato,  ma non era certamente sprovveduto e sciocco, una donna come lei non avrebbe mai potuto innamorarsi di uno come lui, un umile locandiere che non aveva nulla da offrirle se non il suo amore, la sua anima.

"Sarà un piacere Raimundo, a patto però che io sia l'unica donna con cui stasera voi balliate" Gli rispose lei sorridendogli ancora e scherzosa, lui non perse tempo e le porse il braccio conducendola al centro della piazza tra gli altri.

"E sia allora Agueda, scusate la mia sincerità ma non mi dispiacerà affatto aver solo voi come mia dama stasera" Continuò lui passandole un braccio  attorno alla vita e poggiando la mano sul fianco di lei, quel lieve contatto quasi gli faceva mancare il respiro. Andò ad intrecciare l'altra mano in quella di lei, era stato tutto automatico come se le mani, le loro, fossero la perfetta metà l'una dell'altra, come chiave e serratura, cielo e stelle.

"Non avete nulla da farvi perdonare Raimundo, anche io sarò sincera con voi, sono felice di essere qui, che siate voi, il mio cavaliere" Rispose Agueda e ballando, i loro corpi, i loro visi erano sempre più vicini, i loro respiri quasi potevano mescolarsi.

"Agueda...c'è qualcosa che voglio dirvi, io, non è facile dirlo in realtà, non avrei mai pensato che potesse accadere una cosa simile, mi sento così sciocco"

"Raimundo non siete affatto sciocco non andatevene vi prego" Disse lei trattenendolo, ed i loro occhi si incrociarono ancora. L'uomo che in segreto amava, la amava a sua volta, il suo cuore perse un battito dalla gioia.

" Raimundo forza parlate senza remore ve ne prego" Lo incitò lei con voce dolce.

"Mi sono innamorato di voi Agueda, mi sono innamorato di voi dal primo istante, suppongo di dover ringraziare Carl Marx per questo, e quel libro che quel giorno alla vostra tenuta mi avete donato dopo il nostro primo rocambolesco incontro, in ogni caso scusatemi, perdonate la mia sfacciataggine, la follia di questo pover uomo, non avrei mai dovuto dirvelo, sono stato indelicato, decisamente inopportuno" Tentò di giustificarsi lui e scosse la testa allentando la presa sulla donna per poter sciogliere quel contatto nel quale il ballo li univa, lei lo trattenne prontamente poggiando l'altra mano sul petto di Raimundo e fu allora che ogni distanza venne annullata in maniera definitiva, un bacio, ed erano consapevoli che in quel momento addosso avevano gli occhi dell'intero paese, ma non importava a nessuno dei due lo stupore di tutta quella gente, pechè in amore non avrebbero mai dovuto esserci distinzioni a causa dell'appartenenza a classi sociali opposte, e questo, la nobildonna ed il locandiere lo stavano dimostrando apertamente e senza timore travolti semplicemente dalla passione del sentimento che li univa.



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