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Autore: Palindromo_    02/03/2014    2 recensioni
"Sentì le mascelle schioccare nel vuoto a pochi centimetri dal suo viso, poi più nulla. Allora era questo che si provava nel passare nell'Altro Lato? Aprì cautamente gli occhi, ma non vide il bianco candore del regno dei morti. Era sempre nella sala, ma stavolta qualcuno si era messo tra lei e la creatura, qualcuno che mai e poi mai avrebbe pensato l’avrebbe difesa."
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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From Darkness.






 

 

00. Prologo










Nelle Terre Nuove qualcosa stava cambiando. In tutte e quattro le città erano iniziate ad aleggiare ombre sinistre. C’era chi diceva si impossessassero delle menti delle persone. C’era chi invece pensava fossero le anime dei loro morti che dal cimitero monumentale risalivano sulla terra per stare più vicine ai vivi, perché sì qualcosa stava cambiando e tutti ormai se ne rendevano conto. Nessuno camminava più per le strade se non era strettamente necessario e chi usciva di casa sembrava un piccolo topolino braccato : camminava a passo spedito, nascondendo il volto sotto una mantellina e guardandosi freneticamente attorno, pronto a nascondersi nell’ombra di qualche portone o a rifugiarsi nei pochi negozi che ancora non avevano le serrande abbassate. Per non parlare poi di quelle bestie che senza preavviso comparivano nelle campagne sterminando poveri innocenti e stavano iniziando a avvicinarsi pericolosamente alle città e alle abitazioni. Mercoledì notte erano riusciti ad abbatterne una prima che riuscisse a entrare in un portone lasciato aperto per sbadataggine e fortunatamente avevano occultato il corpo appena in tempo. Sicuramente se qualcuno avesse assistito alla scena e si fosse reso conto della reale situazione sarebbe esploso il panico e le cose sarebbero peggiorate ancora di più, per quanto forse era impossibile che la situazione diventasse ancora più critica.                       Una crisi simile non si vedeva dai tempi della Grande Guerra e il Governatore  Major iniziava a essere seriamente preoccupato. Le Terre Nuove stavano sprofondando verso una rovina sconosciuta, di cui nessuno sapeva darsi una spiegazione. E pensare che avevano raggiunto il loro florido splendore dopo anni di scontri e fatiche, dopo la cacciata del Tiranno e l’alleanza tra i popoli di Acqua, Terra, Aria e Fuoco. Nel trattato di pace firmato nel meraviglioso giardino che Major osservava dalla sua finestra avevano sancito che la concordia perpetua sarebbe stata preservata e difesa e che il sangue non avrebbe mai più imporporato le acque cristalline dei placidi fiumi. E adesso? L’economia era totalmente bloccata, in tutte le regioni i campi iniziavano a essere abbandonati e la qualità della vita era peggiorata così tanto che ci si aspettava scoppiasse un’epidemia da un momento all’altro. Nel porto di Vesi non arrivavano e non partivano più navi, la carestia attanagliava Maa e i commercianti di Palo avevano praticamente annullato le produzioni, mentre a Ilma le correnti d’aria erano diventate violente e generavano sempre più spesso tornado devastanti. Major sapeva a chi doveva rivolgersi. Ogni regione godeva infatti di una sorta di Protettore, un individuo scelto che fin dalla tenera età veniva addestrato nell’arte di padroneggiare il proprio elemento e aveva il gravoso compito di rappresentare la sua terra e proteggerla guidandone gli eserciti. Ma subito il pensiero sfumò nella mente dell’anziano Governatore. Il ragazzo di Palo, protettore del fuoco, era morto in uno scontro recente  e la città era perciò indifesa, per non parlare poi degli altri tre ragazzi che, sconvolti dalla fresca perdita, non avrebbero mai accettato di tornare a collaborare con lui così presto e per lo più privi di un membro così importante. Richiamare gli eserciti regolari delle Terre Nuove era pressoché impossibile. I soldati stanchi di non ricevere il giusto compenso avevano tutti abbandonato l’armatura, i più erano fuggiti altrove in cerca di fortuna, gli altri si erano ritirati alla vita privata. Purtroppo però la concatenazione di eventi funesti e inspiegabili richiedeva un immediato intervento : qualcuno doveva capire cosa stava succedendo, qualcuno doveva spiegare il fenomeno delle ombre che si aggiravano nelle strade, la sparizione di persone, le urla bestiali che squarciavano i sonni tranquilli dei cittadini. Era come se un’immensa mano nera di devastazione stesse a poco a poco stringendosi su tutte le regioni e le riducesse in cenere. Major con un turbinio di pensieri in testa si allontanò dalla finestra e sedendosi alla grande scrivania di mogano nero chiamò la sua assistente e con parole spicce e gesti eloquenti la esortò a convocare una riunione straordinaria. Dopo aver ricevuto la conferma da parte di tutti i partecipanti si ritirò nei suoi alloggi dove stanco si abbandonò su quel letto diventato ormai troppo grande e troppo vuoto. Chiuse gli occhi e cercò di scacciare quella foschia che gli annebbiava il vecchio cervello, ripetendo mentalmente il discorso che da lì a pochi minuti avrebbe tenuto, sperando con tutto se stesso di riuscire a risolvere anche questa crisi che tentava di minimizzare il più possibile nelle sue apparizioni televisive. Ma ora non poteva più andare avanti con il suo patetico teatrino, doveva trovare assolutamente una soluzione.
 
Il buio della sera era sceso in fretta e tre delle quattro delegazioni presero posto nella grande Sala del Consiglio del palazzo governativo, in attesa di notizie e pronte a esprimere le proprie opinioni. Major fece il suo ingresso e da sopra gli spessi occhiali soppesò i partecipanti, rendendosi subito conto che la rappresentanza di Palo aveva lasciato il proprio seggio vuoto, probabilmente ancora chiusa nel suo lutto. La discussione iniziò subito a scaldarsi e volarono insulti e parole pesanti, giustificati dalla disperazione dilagante e dall’impossibilità di trovare risposte concrete o responsabili contro cui scagliarsi. Major con autorità riuscì a riportare, non senza fatica, il silenzio nella sala e avanzò la sua proposta : i tre Protettori rimasti non potevano stare ancora con le mani in mano. Ovviamente capiva il loro dolore, ma era il momento che tornassero a combattere e lo aiutassero a risollevare la disastrosa situazione. Quello era il compito che gli era stato assegnato fin dalla nascita e non potevano certo sottrarsene. Dai tre seggi quasi in contemporanea scattarono i tre ragazzi e le loro voci si sovrapposero cariche di indignazione :

 “ IO NON TORNERÒ A COMBATTERE!”
“ SEI STATO TU A UCCIDERLO, TU E LA TUA STUPIDAGGINE!”

“PER QUANTO ANCORA AVRESTI TENUTO NASCOSTO QUELLO CHE STAVA SUCCEDENDO SE NON FOSSE MORTO?!”

“ASSASSINO!!

Major incassò le urla cercando di rimanere impassibile. In effetti era anche colpa sua se il ragazzo era morto, forse se avesse palesato la situazione in tempo sarebbe stato risparmiato, ma il suo pragmatismo lo spingeva a pensare che ormai era inutile piangere su ciò che era stato e le sue azioni erano più che giustificate dal nobile fine di proteggere le sue genti e le sue terre. Provò a parlare ma gli insulti coprivano la sua voce. Stava per ordinare al suo assistente di cacciare via quei bifolchi dal suo palazzo quando la porta principale si spalancò e dentro la sala si riversò la delegazione di Palo. Major osservò le loro facce : erano emozionati, esaltati da una gioia che in quella circostanza appariva tragicamente fuori luogo e avevano formato un piccolo corteo che ciarlava festoso. Un uomo tremante venne spinto fuori dalla folla e con voce baritonale annunciò la notizia

“Palo non è più indifesa. Il fuoco è tornato. Il fuoco ci protegge di nuovo.”

Detto questo prese per il braccio una ragazza e la trascinò in mezzo alla sala in modo che tutti potessero vederla. Lei incespicando nei propri piedi avanzò a testa china fin sotto la loggia del Governatore. Nella sala calò il silenzio e lei finalmente alzò il viso fino ad incontrare gli occhi di Major che incuriosito osservava la scena. E in quegli occhi il vecchio incredulo vide chiaramente ardere il fuoco in tutta la sua maestosa potenza. Palo aveva dunque un nuovo Protettore.
Le sorti delle Terre Nuove erano forse ancora tutte da decidere.
  
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