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Autore: itsmeWallflower    03/03/2014    4 recensioni
AU!Klaine Teacher!Blaine, Student!Kurt__
Kurt Hummel è un nuovo studente dell'ultimo anno del liceo Mckinley, Blaine Anderson il nuovo insegnante di letteratura inglese.
Kurt però è anche il ragazzo della metà degli anni di Blaine, conosciuto ad un caffè letterario..
e Blaine è l'uomo che di ragazzo ha ben poco che Kurt ha conosciuto una sera tra l'asteroide 325 e 330.
*Il fatto era che si erano trovati nel momento e nel luogo sbagliati.
Blaine aveva ancora troppe cicatrici da disinfettare e la sua anima da scoprire.
Kurt aveva ancora troppe poche cicatrici da sanare e la sua anima ancora da formare.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 01
 
Le sue mani erano dovunque sulla pelle di Kurt.. nei capelli prima, sulla nuca poi e giù lungo il collo fino al primo bottone della camicia che impediva di proseguire ancora più giù.
Le labbra di Blaine, calde e irrequiete erano su ogni centimetro del viso di Kurt lasciando una serie di piccoli e appassionati baci.
E il suo odore, 'Dio il suo odore, Kurt lo percepiva forte e chiaro e bellissimo.
Blaine steso su di lui, esperto ed affamato era bellissimo.
"Ti voglio Blaine" sussurrò con voce roca al suo orecchio.
 
"..The way you turn me On!"
 
La maledetta sveglia che segnava le sette in punto aveva suonato nell'attimo esatto in cui Blaine stava per farlo suo, con tanto di presa in giro della Perry.
Kurt si voltò a spegnere l'aggeggio infernale con un colpo deciso della mano e poi si lasciò ricadere sul cuscino grugnendo di disappunto, non solo per il piccolo problema umido e duro con cui si era svegliato ma anche perché quella mattina iniziava il suo ultimo anno di liceo.. e l'unica cosa che il suo cervello riuscisse a formulare in quel momento era Blaine e al fatto che se non lo avesse chiamato entro quella sera per un caffè sarebbe finito coll'impazzire.
"Kurt, tesoro? Sei sveglio, vero? Ricordati che oggi c'é scuola!" Urlò Carole dalla cucina,
"Si Carole, sono sveglio! Arrivo subito" rispose Kurt storcendo il naso quando di malavoglia mise il piede fuori dal letto.
Per quanto frequentare quella scuola, fosse l'ultimo dei suoi desideri, odiava comunque arrivare in ritardo, così mezz'ora dopo uscì dalla sua stanza di tutto punto, con la promessa che sarebbe sopravvissuto al primo giorno di scuola e che subito dopo avrebbe chiamato Blaine.
Erano passati tre giorni, il tempo minimo che si era prefissato prima di farsi sentire.
 
Il Mckinley proprio come Kurt aveva immaginato era una jungla e in quanto tale vigeva la legge del più forte.
Esisteva una rigida piramide alimentare e chi c'era alla punta Kurt lo aveva capito dopo solo pochi minuti all'interno di quelle squallide mura: i Titans e i Cheerios regnavano indisturbati e facevano di tutto per non permettere agli altri di dimenticarlo.
E come in ogni jungla che si rispetti, i predatori avevano le loro prede designate e al Mckinley -come del resto dovunque- i deboli erano i diversi, gli emarginati e gli incompresi.
Kurt era stato etichettato alla prima occhiata come preda. Il suo benvenuto era stato uno spintone all'armadietto accompagnato da un poco originale "benarrivato al Mckinley Fatina" e lui aveva creduto di aver un attacco di panico o come minimo isterico al primo atto di bullismo che avrebbe ricevuto dopo due anni di assoluta tolleranza e invece scoprì di avere il cuore più duro e la testa più allenata, merito -forse- del trattamento riservatogli al suo primo anno di liceo a Westerville o della terapia a cui si era sottoposto dopo che era stato costretto ad abbandonare quella maledetta scuola pubblica.
Quindi dopo lo spintone si era sistemato la camicia ed aveva proseguito dritto borbottando un "buon anno Kurt. Sono solo 180 giorni.. puoi farcela".
 
"179 e mezzo" pensò mentre si dirigeva sconfitto alla mensa della scuola, dopo aver seguito le lezioni di calcolo avanzato -che di avanzato non aveva niente-, francese e chimica -che sarebbe stata una lezione utile se avesse voluto imparare come sciogliere del fumo senza farsi accorgere dal professore-, era nel panico più totale.. quella scuola era molto peggio di quanto avesse immaginato e non solo per una percentuale molto alta di omofobia che si poteva notare da tutte le occhiate in tralice e i risolini rivolti a lui, ma anche e soprattutto per i corsi di studio penosi.
Doveva davvero mettersi a studiare per conto proprio se voleva avere anche solo una chance di essere ammesso al college.
 
La mensa era un vero e proprio campo di battaglia e trovare un posto libero in cui sedersi per consumare quel pasto dalla dubbia consistenza, non era affatto facile.
Stava per arrendersi e andare a mangiare in un aula vuota quando una ragazza di colore, che Kurt ricordava aver condiviso il banco nell'ora di calcolo, lo chiamò.
"Ehi pasticcino! Sei nuovo vero!? Vieni qui e siediti con noi!" Kurt si guardò prima intorno come per accertarsi che non gli stessero facendo un agguato e poi si accomodò di fianco alla ragazza ringraziandola.
"Io sono Mercedes, comunque" gli offrì la mano lei.
"Kurt" rispose lui stringendogliela.
"Kurt Hummel, giusto? Io sono Tina. Tina Cohen Chang e noi tutti facciamo parte delle Nuove Direzioni, il glee club della scuola" disse una ragazza asiatica indicando il resto del gruppo.. e come faceva a conoscere il suo cognome Kurt non lo sapeva, ma non ci badò più di tanto, infondo Lima era piccola, fin troppo piccola e lo avrebbe confutato da lì a poco.
"Oh anche qui c'é un glee club?" Domandò solo per iniziare una conversazione,
"Tu ne facevi parte di uno? Quale? Sei interessato ad unirti a noi? Stiamo per esibirci qui in mensa, per trovare nuovi iscritti, accettiamo tutti!" Urlò una ragazzona, ma Kurt non riuscì ad aprire bocca che Mercedes s'intromise,
"Unique! Così me lo spaventi!" Disse  per poi rivolgersi a Kurt, "non badare a lei, ci ha fatto sembrare dei disperati-"
"Ma perché non lo siamo?  io sono Sugar, gran bella camicia, é McQueen?" Kurt sgranò gli occhi dalla sorpresa e poi annuì convinto.
Questi ragazzi, un po’ strambi, gli piacevano.
"Perché siete disperati?" Chiese poi spiluccando del pollo che aveva nel piatto,
"Il nostro glee club non vince una gara da anni, il professore Schue che si occupava di noi si é trasferito con la moglie a Washington e la preside Sylvester vuole tagliarci i fondi" disse sconsolata Mercedes.
"Quindi il glee club qui non é considerato come una specie di rock star?"
"Rock star? Ci stai prendendo in giro?" Disse un ragazzo dal ciuffo alla Justin Bieber alto però il doppio di lui,
"No, no.. solo che nella mia vecchia scuola, i Warblers erano delle vere e proprie-" Kurt fu bloccato da Tina che sembrava sputare fuoco dal naso,
"I warblers?! Tu eri nei Warblers? Quei bastardi ci hanno stracciati alle regionali l'anno scorso!"
"Io non- io non facevo parte del glee, Tina.. smettila di stritolarmi le spalle!" Disse Kurt cercando di sfuggire alla morsa della ragazza.
"Oh okay scusami" mormorò sistemandogli la camicia e ritornando a sedersi al suo posto.
"Beh comunque Kurt, goditi lo spettacolo!" Disse Mercedes facendogli l'occhiolino prima di fare un cenno con la testa ad Artie, saltare sul tavolo e muoversi a tempo di musica, come se fosse tutto all'ordine del giorno.
 
Quei ragazzi erano una bomba. La loro versione di Superstition era stata strepitosa. Le loro voci si mescolavano e univano in una maniera cosi naturale che quasi lo fecero commuovere.
Non c'erano grandi coreografie e armonizzazioni di voci come nei Warblers ma c'era passione, cuore, voce e Kurt proprio non riusciva a capire come questo gruppo non vincesse una gara da anni e perché alla fine dell'esibizione gli applausi erano partiti solo da lui e un altro piccolo gruppetto da in fondo alla sala.
 
Kurt aveva partecipato -perché praticamente costretto da Jeff e Nick- a molte prove dei warblers e mai una volta aveva sentito nostalgia della sua voce come questa volta, in mensa.
Mercedes e quella che doveva essere Marley erano così brave e così passionali che Kurt dovette trattenersi dal piangere.
Il fatto era che la musica gli ricordava sempre sua madre e le loro ore passate al pianoforte a cantare i Beatles.
Erano ormai anni che non cantava più e non solo per i ricordi di un passato che non poteva più tornare ma anche perché la sua voce era diventata, col tempo, motivo di derisioni.
Troppo femminile, troppo acuta e troppo in falsetto per un maschio.. così, dato che c'erano già troppe cose di lui che destavano brutti giudizi, la sua voce la teneva per sé.
Ci aveva provato quando era alle medie a cantare per un pubblico e per sua madre, -che era sicuro dovunque fosse, lo avrebbe ascoltato- ma dopo che nel bel mezzo delle prove per lo spettacolo della scuola, persino all'insegnate era scappato un risolino quando uno dei ragazzi presenti lo aveva chiamato "femminuccia" aveva deciso che non ne valeva la pena.
Da allora, aveva cantato solo sotto la doccia o nella sicurezza della sua camera, dove poteva sentirlo solo sua madre e tanto bastava.
 
"Siete stati strepitosi!" Urlò quasi, quando Mercedes ancora col fiatone per aver corso e ballato e cantato praticamente in ogni angolo della mensa era tornata a sedersi soddisfatta.
"Vallo a dire alla Sylvester! Comunque pasticcino, che lezione hai tra poco?" Kurt sbirciò il suo orario, solo per esserne sicuro anche se sapeva bene che avrebbe dovuto frequentare letteratura inglese avanzata.
Stava aspettando con ansia questo corso, un po' spaventato di trovare l'ennesimo insegnante stufo e sempre speranzoso che ci fosse ancora qualcuno a cui interessasse quell'universo a parte che era la letteratura.
"Letteratura e tu?"
"Lo stesso! La vecchia signora Parker ha finalmente deciso di andare in pensione e ho sentito dire che il nuovo insegnante é sexy. Quindi ci conviene avviarci e prendere i posti migliori, non credi?" Ammiccò Mercedes e Kurt alzò gli occhi al cielo ma non riuscì davvero a infastidirsi.
"Sexy eh?" Scherzò Kurt prendendola a braccetto e avviandosi con lei per i corridoi della scuola.
 
*
 
Blaine Anderson quella mattina indossato il suo papillon portafortuna, messo il quantitativo di gel giusto e controllato per tre volte che tutti i suoi libri e registri fossero nella borsa, era pronto per il suo primo giorno di scuola come insegnante al Mckinley High.
 
Avrebbe di sicuro mentito Blaine, se avesse detto che non era in ansia per questo posto di lavoro.
Il fatto era che non aveva mai frequentato licei pubblici in Ohio.. a suo tempo c'era stata la Dalton e poi aveva insegnato in licei di New York.
Ma il Mckinley di Lima sembrava davvero tutto quello da cui sua madre lo aveva tenuto lontano, quando le risultava difficile farlo nelle quattro mura della loro stessa casa.
Era riuscito a percepire il marcio e il cattivo in una sola unica volta in cui era stato in quella scuola, attraverso le scritte offensive sui muri e la ridicola indifferenza della preside a far cambiare determinate cose.
 
Blaine aveva consumato il suo pasto nella sua classe, mentre stilava tutti i registri con i nomi dei suoi studenti.
Un paio di volte si era trovato davanti il nome Kurt e ogni volta ci si era soffermato col cuore in gola.
Ma non potevano essere lui, no? No.
Quel Kurt era un giovane uomo, magari una matricola di qualche università dei dintorni.
E poi Sebastian gli aveva spiegato per filo e per segno cosa si erano detti giorni prima da Books&Coffe e Kurt gli aveva assicurato che era maggiorenne e non più un liceale.
Non che a lui importasse qualcosa o che avesse minimamente pensato al fatto che Kurt non lo aveva ancora chiamato per un caffè.
"Avresti dovuto chiedere il suo numero, idiota che non sei altro" la voce di Sebastian, nella sua testa, si stava facendo beffe di lui e non sapeva come scacciarla via.
 
Intanto era suonata la prima campana che avvisava l'inizio della lezione e la sua classe si stava riempiendo abbastanza velocemente.
"Altre due ore e puoi tornare a casa" aveva detto a se stesso Blaine che dopo le prime tre lezioni aveva già confermato il degrado e il disinteresse che aveva pensato ci fossero fra quei ragazzi.
Nessuno che gli avesse fatto una domanda pertinente al programma o che almeno lo avesse letto.
Nessuno che aveva proposto la lettura di un libro che non fosse stato Twilight o The Hunger Games.
 
Kurt non stava minimamente prestando attenzione a dove stesse andando, semplicemente si stava lasciando guidare da Mercedes e dalla sua parlantina quando due energumeni della squadra di football si erano parati davanti a loro.
E tutto successe troppo in fretta.
Mercedes un secondo prima urlò loro di non farlo, nascondendo il viso dietro il suo libro di letteratura e un secondo dopo del ghiaccio viola stava colando sulla testa di Kurt inzuppandogli la sua preziosa camicia di McQueen e facendogli bruciare gli occhi.
"Ma che cavo-" Kurt era rimasto impietrito sul posto col cuore che accelerava come impazzito e il respiro mozzato in gola.
"E questo era per ricordarti che non ci piacciono le femminucce come te che scodinzolano per i nostri corridoi spargendo polvere di fata" disse uno dei due ragazzoni e Kurt avrebbe tanto voluto rispondere a tono, avrebbe tanto voluto essere in grado di difendersi in qualche modo, ma tutto quello che riuscì a fare fu continuare a respirare.
-dentro, fuori, dentro, fuori- continuava a ripetersi sperando che il panico si calmasse.
"Hai paura che un po' della sua polvere cada sulle tue orecchie Karofsky?" Disse invece Mercedes con una sorta di sfida nella voce,
"No Mercedes" mormorò Kurt che ancora non riusciva a muovere un muscolo.
"Non farci arrabbiare Fatina, hai capito?" Disse quello che doveva essere Karofsky puntandogli un dito sul petto e spingendolo di qualche passo indietro, e Kurt per tutta risposta si tolse qualche granella dagli occhi e schizzò il giocatore davanti a lui e poi con quella poca dignità che gli era rimasta si voltò a testa alta, spalle larghe e si incamminò verso il primo bagno disponibile per ripulirsi.
"Fidati di me Kurt, il bagno delle ragazze al secondo piano é sempre vuoto.. andiamo su, ti aiuto a pulirti e poi ti accompagno nell'ufficio della preside" disse Mercedes prendendolo sotto braccio e spingendolo gentilmente verso le scale ma Kurt si allontanò come scottato e senza nemmeno guardarla negli occhi le disse che se la sarebbe cavata da solo,
"Va' in classe e inventa una scusa per il mio ritardo, okay?" Domandò lui,
"Una scusa?"
"Una bugia che non comprenda una cazzo di granita e due idioti Mercedes, puoi farlo?"
"Ma-"
"Niente ma"
"Ma la Sylvester e-"
"Va' Mercedes" urlò Kurt salendo velocemente le scale che stavano iniziando a riempirsi di ragazzi che cercavano le loro classi.
 
Kurt si aggrappò al lavandino come se fosse un’ancora di salvezza e stava cercando di riprendere il fiato e di non piangere.
Non avrebbe pianto, non avrebbe dato loro quella soddisfazione, non di nuovo.
Kurt non avrebbe ceduto, non così in fretta e non per un qualcosa di cui lui non poteva fare nulla.
Non era un scelta essere ciò che era e non era un dovere assecondare l'ignoranza che lo circondava.
Ci avrebbe fatto i conti e l' avrebbe affrontata perché fuggire ancora e di nuovo alla Dalton non era un opzione.
Si asciugò e si ripulì come meglio poté, indossò la t-shirt che avrebbe dovuto usare per l'ora di ginnastica il giorno dopo e corse in classe, sperando che l'insegnante non gli avrebbe chiesto niente e che quelle due ultime ore sarebbero passate veloci.
 
Blaine, aveva bisogno di rivedere Blaine e perdersi con lui in posti meno bui.
Era il pensiero inconsapevole di lui che non lasciò scivolare Kurt.
 
 
 
"Hummel, Kurt Hummel" aveva ripetuto due volte Blaine, senza ricevere risposta da nessun alunno della sua classe, "assente il primo giorno? Bene" bofonchiò mentre fece per scrivere una nota sul suo registro, "ehm Scusi professore" una ragazza al primo banco aveva alzato la mano per parlare mentre si sporgeva verso la cattedra per poter leggere quello Blaine stava tentando di scrivere, "dimmi pure" la esortò lui chiudendo il registro "Kurt Hummel non é assente.. lui é in ritardo"
"In ritardo" ripeté Blaine come per registrarlo meglio "cosa lo ha trattenuto?" chiese poi,
"Beh ecco.." cominciò un po'imbarazzata Mercedes, "lui è stato trattenuto da.. ecco- dalla squadra di football!"
"Squadra di football? Okay, va bene, questo però non lo giustifica" disse risoluto Anderson e stava per spiegare la sua politica d'insegnamento da adottare in classe quando Mercedes lo interruppe di nuovo, "gli ha messo una nota di demerito?! Ma non é stata colpa sua! Lui non- oh! Okay ha problemi d'incontinenza!" Disse ad alta voce provocando risolini nei suoi compagni e un espressione dubbiosa sul viso dell'insegnante.
"Non mi piace chi si prende gioco di me e nessuno di voi dovrebbe lasciarsi abbindolare dai papillon che indosso, sono giovane ma non stupido." Blaine si alzò di scatto per chiudere la porta, appoggiarsi alla cattedra con le braccia conserte al petto e scrutare con sguardo grave l'intera classe, "tu.. Adams giusto?" Indicò un ragazzone alto, grosso e di colore con la giacca dei Titans che se la rideva con il compagno di banco,
"Giusto" rispose lui tirando su col naso per le tante risate,
"Sei un giocatore di football?"
"Non sono solo un giocatore Anderson, sono il quarterback della squadra"
"Professor Anderson, Adams.. ma comunque cosa ti fa tanto ridere? Per caso sai qualcosa su Hummel che noi altri non sappiamo?"
"Sulla fatina? So quello che sanno tutti.. ha disturbi e ci disturba" il compagno di banco gli diede una gomitata, ma poi scoppiarono a ridere come se quella fosse stata la battuta del secolo.
"Qui, quello che ha un problema sei tu e tutta la tua stupida squadra!" Sbottò Mercedes alzandosi in piedi pronta a scattare verso il posto di Adams,
"Attenta a come parli Jones. Tu e il tuo glee club-"
"Attenti a come parlate tutti!" Sbottò Blaine sbattendo un libro sulla cattedra sull'orlo di una crisi di nervi.
Sarebbe stato molto più difficile di quanto avesse pensato.
"Continuiamo l'appello" disse poi, quando Mercedes era tornata a sedere e gli altri si erano calmati.
 
Ma ancora una volta non riuscì ad arrivare fino alla fine del suo registro, perché la porta dell'aula si era aperta e Kurt Hummel si era palesato in classe.
Occhi negli occhi, azzurro e oro combinati insieme, per un minuto -forse- che sembrava eterno.
Era Kurt.
Era quel Kurt, il "suo" Kurt e non era possibile, eppure era lì, trafelato, con le guance rosse e irritate, i capelli stranamente in disordine e gli occhi confusi e spaventati.
E Blaine se non lo avesse sognato per tutte le notti dal loro primo incontro, in quel momento -forse- non lo avrebbe nemmeno riconosciuto con quella t-shirt rossa con lo stemma della scuola  sopra quel pantalone grigio che proprio stonava.
Quel ragazzo che aveva davanti e che stava balbettando qualche scusa con lo sguardo basso sulle sue scarpe non aveva niente di quel giovane uomo che Blaine aveva conosciuto da Books&coffe due settimane fa.
 
C'erano così tanti dettagli che sfuggivano agli occhi di Blaine, c'erano così troppe cose a cui pensare e di cui fare i conti, ma in quel momento lui era un insegnante, il suo insegnante e doveva darsi un contegno e comportarsi da tale.
 
Fatina, disturbo, fatina, disturbo.
Quelle parole che erano state riferite a Kurt, a quel Kurt, al suo nuovo alunno Kurt rimbombavano e stonavano nelle orecchie di Blaine.
"Siediti Hummel, ne riparliamo a fine lezione" disse lui con lo sguardo puntato però sul quarterback.
"Adams? Con me nell'ufficio della preside. Ora!"
 
E mentre Blaine combatteva con una preside a cui interessava di più i risultati di una stupida squadra di football invece che dell'etica di un ragazzo, Kurt cercava di mettere ordine ai suoi pensieri e a quelli petulanti della sua amica.
"Se Anderson riesce a mettere in riga quell'idiota di Adams allora, forse, in questa scuola le cose cominceranno a cambiare" disse sicura Mercedes prima di voltarsi verso l'amico "ma sei sicuro di stare bene? Sembra che tu abbia visto un fantasma"
E in effetti Kurt Hummel aveva visto lo spettro di quello che aveva appena perso.
Perché quel Blaine che gli aveva dato la forza per concludere quella giornata era lo stesso che avrebbe dovuto fargli da insegnante ed era colui che per proteggerlo da insulti e risatine gli aveva, forse, complicato la giornata.
-E addio porti sicuri e caffè al Lima Bean- Aveva pensato sconfitto.
 
Blaine dopo venti minuti di discussioni e toni di voce alti e infastiditi era riuscito ad ottenere una punizione per quel bigotto di Adams.
Trattenersi per una settimana dopo le lezioni per leggere fino allo sfinimento il regolamento della scuola, perdendo così gli allenamenti della squadra, non era forse il massimo.. ma era comunque qualcosa.
 
Alla fine della lezione, fu inutile per Kurt raccattare le sue cose in un lampo e procedere verso la porta come inseguito da un nido di vespe, l'altro che lo aveva osservato di sottecchi per tutto il tempo lo richiamò prima ancora di essere riuscito a fare un passo,
"Kurt, non così in fretta" e sussultarono entrambi quando notarono la facilità e la familiarità con cui Blaine avesse detto il suo nome.
Aspettarono che la classe fosse vuota poi Blaine si alzò dal suo posto e si appoggiò alla cattedra incrociando braccia e gambe, tenendo una posa e un atteggiamento tipica di un'insegnate e parandosi di fronte a Kurt.
Nessuno dei due sembrava intenzionato ad aprire bocca, era come se stessero cercando di capire come avrebbero dovuto comportarsi, scrutandosi a vicenda.
Professore e studente.
Kurt e Blaine.
"Io dovrei-"
"Allora come stai?" Dissero entrambi nello stesso momento,
"Me lo stai chiedendo come mio insegnante?" Fece Kurt
"Mi risponderesti in maniera diversa se dicessi di no?" Rispose l'altro
"Sto bene" ma Blaine scosse la testa,
"Abbiamo parlato poco e non so niente di te eppure qualcosa mi dice che non ti saresti mai presentato al tuo primo giorno di scuola con i capelli in disordine e con la maglietta della scuola" era stato un istinto involontario quello di soffermarsi sulla figura di Kurt e di richiamare al presente quelli che erano stati i loro primi incontri, mandando a quel paese i suoi piani di comportarsi da adulto in quella storia.
"Ho fatto ginnastica"
"Allora Jones avrebbe potuto dirmi che ti eri trattenuto negli spogliatoi, invece di mentirmi dicendomi che soffri di incontinenza non credi?" Kurt boccheggiò alla ricerca di una risposta che non trovò,
"Blai- professor Anderson, posso andare adesso?"
"Vorrei poter togliere la nota di demerito che ti ho messo per il ritardo, ma se tu non racconti la verità posso fare ben poco"
"Una nota di demerito al primo giorno? Bene, io- scusami Bl-professore, 'Dio quanto é difficile, ma devo andare" fece per uscire Kurt, ma l'altro lo precedette e chiuse la porta restando lì impalato cercando un modo per trovare di nuovo in quegli occhi azzurri, la sicurezza che aveva visto altre volte.
"Sai perché ho passato mezz'ora nell'ufficio della preside, Kurt?"
"Perché quell'idiota di Adams non sapeva fare lo spelling del suo cognome?" Disse ironico lui facendo sorridere Blaine,
"No. L'ho fatto perché non tollero nessun tipo di violenza e perché a volte le parole fanno più male di molte azioni..  ma a volte invece le azioni possono ferire comunque, quindi ti ripeto la domanda Kurt, come stai? E cosa ti é successo?"
"Ascolta Blaine, io non so se ti sei esposto con la preside per una tua etica personale, o per dovere di insegnante o semplicemente per cercare di aiutare un ragazzo disagiato, ma se lo hai fatto per me, non avresti dovuto. Non avresti dovuto, perché so cavarmela da solo e perché hai peggiorato una situazione già difficile solo al primo giorno di scuola. Vuoi sapere cosa é successo? Un energumeno intelligente quanto un bradipo mi ha inzuppato di granita dalla testa ai piedi perché la mia faccia lo infastidiva e lo ha fatto in mezzo ad un corridoio, dove c'erano altre persone che hanno catalogato l'azione come normale, comune e in alcuni casi anche giusta. Quindi ora professor Anderson, vorrei davvero poter tornare a casa e dimenticare tutto l'accaduto"  Blaine non si mosse di un passo e guardò Kurt con uno sguardo che l'altro aveva imparato a riconoscere come di compassione.
"Chi é stato?" Chiese poi,
"Non lo so" fu la risposta veloce e petulante di Kurt,
"Adams?"
"No"
"Hummel, chi é stato?"
"Non lo so e non importa professor Anderson" Blaine sospirò frustrato e si avvicinò di qualche passo a Kurt che stringeva il manico della tracolla così forte da far diventare le nocche bianche, "Kurt dov'erano i tuoi amici quand'é successo? Chi c'era con te?"
"Amici? É il mio primo giorno in una stupida scuola bigotta.. quanti amici credi che abbia potuto avere?" Tutto quello che riusciva a pensare Blaine, era a quanto fosse forte quel ragazzo che aveva di fronte che neanche per un secondo lo aveva visto vacillare sotto il peso di quello che gli aveva raccontato e Tutto quello che avrebbe voluto fare era stringerlo a sé e cullarlo fino a quando non avrebbe dimenticato ogni stupida offesa ricevuta per un qualcosa che non aveva scelto lui, ma non poteva farlo.
Era il suo insegnante ora.
'Dio com'é difficile- pensò.
"Potrei far mettere in punizione l'intera squadra di football"
"Potresti, ma poi i cheerios chi tiferebbero?" Sorrisero entrambi ed entrambi fecero un passo verso l'altro.
 
"Hai mentito" disse ad un tratto Blaine notando come lo sguardo di Kurt diventasse confuso,
"Su cosa?"
"Avevi detto a Sebastian di avere diciotto anni, di non essere più al liceo e avevi detto che mi avresti chiamato" quel Blaine non era più il professor Anderson e il Kurt che aveva di fronte non era più un suo studente ma era il giovane uomo del Books&coffe,
"Non ho mentito sui miei diciott’anni, ma non ho mai detto di aver finito il liceo e per quanto riguarda il chiamarti, non credi che sia stato meglio così, professore?"
"Okay Hummel. La nota di demerito la cancellerò, ma non fare più ritardi ingiustificati"
"Come se potessi prometterlo" bofonchiò lui, esalando quel respiro che neanche si era accorto di star trattenendo chissà da quanto.
"Buona giornata Hummel"
"Anche a te professor Anderson"
Blaine annuì e si fece da parte per lasciare che Kurt andasse via.
 
"Oh Kurt? Un ultima cosa!" Blaine lo aveva fermato nel bel mezzo del corridoio già vuoto, sorridendo a lui e imprecando a sé stesso per quello che non aveva la forza di tenere dentro, "si dice che trovare un amico il primo giorno di scuola porti bene" cominciò indicandosi, "e sai dove trovarmi" continuò puntando la sua classe, "grazie professor Anderson ma se l'unico amico che riesco a trovare il mio primo giorno di scuola é il mio professore di letteratura, sarebbe un po' patetico.. non credi?" Rispose Kurt mettendo su un sorriso di scuse e facendo spallucce come se l'argomento non lo toccasse affatto, quando invece gli premeva eccome.
 
Doveva fuggire Kurt.
Doveva mettere più distanza possibile tra lui e Blaine.
Tra lui e il bellissimo uomo che gli aveva dato e tolto la possibilità di una nuova storia per lui.
Una storia a cui Kurt non aveva mai avuto il coraggio di pensare o addirittura credere, intrappolato lì a Lima prima di incontrarlo.
 
*
 
Blaine si lasciò cadere sul divano senza neanche premurarsi di togliersi le scarpe o slacciare il papillon.
Si sentiva così spossato e esausto ed era sicuro, che se sua madre lo avesse visto in quel momento gli avrebbe detto che era sotto shock.
E lo era sul serio, cavolo.
L'unico ragazzo che gli aveva scatenato sensazioni, che era meglio non analizzare in quel momento, dopo il disastro di Jeremiah, aveva scoperto essere un suo alunno.
E il pensiero dei sogni che aveva fatto su di lui, degli sguardi che si erano rivolti, del numero che gli aveva dato e del cuore in gola aspettando una sua chiamata, gli faceva venire il voltastomaco.
Era sotto shock e disgustato da sé stesso, perché non era riuscito ad ignorarlo per tutto il tempo in classe, perché quello che lo aveva mosso con quell' idiota di Adams non era stata la sua etica di insegnante ma il suo -inspiegabile- istinto di protezione verso Kurt.
Aveva il voltastomaco per la sua stupida richiesta di diventare amici e per quell' ancor più stupido atteggiamento che aveva avuto nella sua classe, chiudendo la porta, avvicinandosi pericolosamente a Kurt, registrando nella sua mente il suo profumo, racchiudendo una miriade di sensazioni solo fissandolo negli occhi, troppo vicino.. mettendo a rischio il suo lavoro, la sua etica, tutti i suoi interi valori.
 
"Anderson e ci risiamo? Sei in questo stato pietoso perché ti senti un cattivo insegnante perché hai messo una nota il primo giorno di scuola? Avanti B quei somari hanno bisogno di qualche strigliata ogni tanto!" Disse Sebastian quando mise piede in salotto e trovò l'altro steso a faccia in giù sul divano,
"Mmmh" grugnì Blaine che pur sentendo il peso dell'amico di fianco a lui non si spostò di un millimetro.
"Se il problema é il caffè nella sala professori che fa schifo puoi sempre comprarne uno al Lima Bean prima di andare a scuola" provò di nuovo Seb accarezzandogli una spalla, ma dalla reazione inesistente dell'altro capì che non era neanche quello il problema,
"Oh cavolo B! Ho bisogno del divano, okay? Io- io ho un idea in testa e se non la scrivo subito non sarà più la stessa cosa! Non ho tempo per capire cos'hai! Avanti, fammi spazio!"
"Mmmh" grugnì di nuovo Blaine senza muovere un muscolo.
"Oddio! É ancora per quel Kurt non é vero? Quante volte ti ho detto che devi smetterla di pensarci, uscire e trovare un altro che non faccia il verginello prezioso? E poi se proprio vuoi vederlo, posso chiedere a Santana di-"
"Sebastian. Va' via" lo bloccò Blaine con un tono fintamente pacato.
"Come mi hai- Dio, mi hai chiamato Sebastian! Non Seb o Bas o Bastian o Smythe.. ma Sebastian e tu lo fai solo quando sei davvero depresso e arrabbiato e.. hai bisogno di stare da solo, ho capito. Mi prendo il tuo letto, ma chiamami se hai bisogno okay?" Blaine annuì decidendo finalmente di mettersi a sedere e slacciarsi il papillon,
"Bene, io-.. Solo, Blaine? Togli le scarpe dal divano.. io ci dormo qui sopra!"
L'altro per tutta risposta alzò gli occhi al cielo e infilò la testa sotto al cuscino.
 
Ed era ancora lì, su quel divano che lo trovò Rachel, però a differenza di Sebastian, lei sapeva quale fosse il problema che affliggeva Blaine.
Lo sapeva perché era a casa Houdson-Hummel quando Kurt  ritornato da scuola, con una faccia da funerale, vedendola insieme al fratello aveva cominciato a dare di matto.
Aveva accusato il fratello di sapere che Blaine sarebbe stato il suo insegnante,
"ecco perché non facevi altro che chiedermi di lui, ecco perché te la ridevi sotto i baffi ogni volta che ne parlavi. Tu volevi solo divertirti un po' sulle mie spalle! É stata un idea tua, Rachel non é così? Troppo annoiata da questa vita monotona in questo stupido piccolo borgo che hai deciso di tenere in allenamento le tue doti di attrice improvvisando questa stupida farsa con Finn e ridertela un po' con questa stupida cosa di Blaine.."
Rachel ovviamente dopo i suoi primi attimi di smarrimento mise insieme tutti i farneticamenti del ragazzo e capì molto di più di quel che Kurt aveva urlato.
Aveva capito innanzitutto che a Kurt piaceva Blaine, in un modo assai più intimo di quel che voleva far credere.
Aveva capito poi che andava ancora al liceo, che aveva passato un primo giorno di scuola infernale e che aveva trovato nella classe di letteratura proprio Blaine.
Quindi con tutta la calma che possedeva gli spiegò a grandi linee che non ne sapeva niente di quella storia, che era sorpresa quanto lui e Finn e che in tutta quella faccenda non c'era niente di divertente.
"Kurt per quanto possa essere una diva annoiata, di certo non traggo divertimento nelle disavventure di qualcun' altro.. Soprattutto se di mezzo c'é anche il mio migliore amico, che ora ne sono sicura, si trova nella tua stessa identica situazione. Io- beh io credo che-"
"cambia corso" s'intromise Finn che sembrava sinceramente dispiaciuto e più che sorpreso della reazione incandescente di Kurt, che non lo aveva mai visto così sconvolto prima di allora.
"é letteratura avanzata Finn, un corso obbligatorio.. non può farlo" spiegò Rachel comprensiva,
"può dire alla preside che é troppo difficile per lui da seguire e che vorrebbe retrocedere nel corso di letteratura normale. Potrebbe no?"
"Princeton, NYU, Harward, Yale non accetterebbero mai uno studente che non é nemmeno in grado di seguire quel santissimo corso di letteratura, Finn" mormorò Kurt.
"torna alla Dalton. Puoi dire a Burt che il Mckinley ti causa problemi e potresti rivedere Blaine come e quando vuoi" bofonchiò lui cercando soltanto di essere utile al fratello.
"non farne parola con papà, Finn. Io ho solo avuto una giornata stressante. Mi dispiace per aver aggredito entrambi." disse dispiaciuto mettendo su un sorriso che aveva tutta l'aria di una smorfia e salendo al piano di sopra per chiudersi nella sua camera.
Rachel dopo aver rassicurato Finn, che sarebbe andato tutto bene e che forse quella di Kurt era davvero solo una brutta giornata e la fine di una cotta da normale liceale, corse da Blaine.
 
Blaine che di liceale non aveva niente men che meno una cotta.
Quello che stava mangiando vivo l'amico erano pensieri molto più complicati di: "ho flirtato con il mio affascinante professore di letteratura ed ora non potrò più guardarlo negli occhi".
 
"Ehi Blainey, vedrai che troveremo una soluzione. Puoi sempre ritornare a New York, lo sai. Come sai che puoi insegnare in qualsiasi angolo d'America tu voglia" disse Rachel dandogli un bacio sui capelli ormai sfatti e chiudendosi in cucina per preparare qualche piatto prelibato che avrebbe avuto il potere di rallegrare l'amico.
 
"perché tu sai sempre cosa gli succede?" chiese Sebastian mangiucchiando una carota che Rachel aveva appena pelato.
"perché io sono un'amica attenta, Smythe" lo rimbeccò lei con tanto di occhiataccia in tralice per averle rubato la carota.
"se é ancora per quell'idiota di Jeremiah, giuro che-"
"quell'idiota non c'entra niente" lo fermò lei prima che iniziasse una filippica sui mille e più modi in cui avrebbe potuto uccidere quel malcapitato.
"allora di cosa si tratta?"
"Kurt"
"quel ragazzetto sta iniziando sul serio a starmi sulle palle" disse sbuffando Seb, "che ha fatto? L'ha chiamato? Gli ha dato buca? Non ha voluto darglielo?" Rachel alzò gli occhi al soffitto stufa di quelle domande poco consone dell'amico,
"no idiota.. La questione é molto più delicata.. Credi davvero che Blaine si sentirebbe così abbattuto per così poco?"
"Oh mio Dio.. Non dirmi che- non dirmi che non gli si rizza più il-"
"Sebastian!" urlò Rachel minacciandolo col mestolo con cui girava la cena, "sei un grosso idiota! Kurt frequenta la sua classe di letteratura avanzata.. Ma non chiedermi altro.. Perché non so cosa é successo tra i due e-" Rachel fu bloccata dall'entrata in cucina di Blaine che muovendosi come un fantasma per la stanza e guardando inviperito i due, riempì una ciotola di patatine da portare con sé sul divano e poi prima di andarsene, si fermò di colpo sull'uscio della porta,
"é successo che sono fottuto, perché Kurt é bello nel vero senso della parola. É bello di una bellezza racchiusa nei suoi occhi. Occhi che non importa se sono assonnati o diffidenti o se stanno trattenendo le lacrime, non importa se sono tristi o felici perché sono belli in qualsiasi modo."
Sempre.

 
 
 
 
Angolo Wallflower_
 
Okay, tengo a precisare che Il bullismo non sarà l’elemento portante della storia, ci sarà ma non è come pensate, credetemi! Kurt ha già subito abbastanza, capirete più in la’. I Promise.
 
Per il resto, lascio a voi i commenti.
 
Di nuovo, il tempo e la connessione non sono dalla mia parte, quindi posso spiegare ben poco.
Spero che non trarrete conclusione affrettate e darete ancora una possibilità a questa storia.
 
Uhm, prima che vada voglio ringraziare tutte quelle persone che hanno messo tra le seguite\preferite\ricordate la storia.
Non posso crederci, siete più di quanto mi aspettassi! Thank you sooo much.
 
Voglio ringraziare anche Lady_Klaine che mi ha lasciato una recensione adorabilmente lunga ed esauriente e pure divertente. Grazie per aver dato una chance a questa storia.
 
Ringrazio anche ItsColdOutside e wislava che sono state le prime due persone a recensire, lasciandomi un bel sorriso stampato in faccia.
 
Alla prossima, Guys.

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