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Autore: julierebel17    04/03/2014    1 recensioni
Un'adolescente in preda alle proprie crisi isteriche; una tosta lei, Lilian.
Una di quelle che non si fanno sottomettere, una ribelle.
E poi c'è Tomhas, il figo di turno, che sbuca da chissà quale strano posto.
Il loro incontro, per quanto casuale, sembra progettato da secoli.
Era destino? Si odieranno? Si ameranno?
Ecco a voi una storia d'amore al contrario!
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Lilian alzati, sono le sette e venti”
“Mamma è sabato”
“Appunto, sbrigati che fai tardi a scuola!”
L’urlo di mia madre è così forte che quasi cado dal letto.
Ah si, il sabato ho scuola…che ebete.
Mi alzo in fretta e corro in bagno.
Doccia veloce, pettinata altrettanto frettolosa. Ho tipo venti minuti per truccarmi, vestirmi, preparare la cartella e fare dieci minuti di strada per arrivare a scuola.
La gente normale come me, fa così, no?
Riga spessa di eye-liner, effetto panda assicurato…mi compiaccio dei miglioramenti nel tracciare linee precise sulle palpebre.
Pochissimo fondotinta, leggero velo di cipria, blush.
Chili di mascara.
Due piccoli diamantini azzurri spuntano tra quelle righe nere, beh, direi che i miei occhi si vedono, più o meno, sono a posto.

Mi vesto in un lampo.
Pantalone nero così strappato che mi si vedono quasi le gambe per intero.
Maglia qualsiasi trovata in giro per l’armadio (?), felpa enorme e qualche accessorio.
Collane con teschi ma per lo più cinture e robe così.

Sono le otto e cinque, sarei dovuta essere in classe cinque minuti fa.

Preparo la cartella volando:
“Ciao ma!”
“Lilian ma quel pantalone! Va a cambiarti!”
Non ha il tempo di dirlo che mi son chiusa la porta alle spalle.

Corro a più non posso e come previsto, mi ritrovo fuori scuola alle otto e un quarto, senza fiato e per giunta con il vice che mi manda in presidenza.

“Signorina Ferguson in presidenza!”
“Signor Grey mi lasci spiegare…io…mia madre sta male e…”
“La smetta con le scuse. In presidenza. Lei in classe non ci entra finché non parla con la preside”
“Ah dannazione!”
Tiro un calcio al cancello.
A quanto pare, la preside mi adora dato che sono nel suo ufficio almeno due o tre volte alla settimana.
“Cosa sono queste imprecazioni?! Vuole un bel rapporto?! Sa cosa significa all’inizio del quinto anno avere un richiamo scritto?! E mi faccia il favore di coprire quelle gambe per una buona volta.
Non è una cubista, è una studentessa e fino a prova contraria, le prostitute battono in strada, non in un istituto scolastico!”

Ovviamente la voce del vicepreside si sente così chiaramente che tutti gli alunni delle classi presenti nella zona “anteriore” della scuola si affacciano divertiti, con tanto di insegnanti per osservare la scena da soap opera.

Con tanta nonchalance e sicuramente una quantità ancor maggiore di pazienza gli passo accanto dicendo:
“Mi scusi, la cubista va in presidenza, sa mi ha fatto perdere cinque minuti e non vorrei fare tardi!”
Lo dico a voce alta in modo tale che i ragazzini di prima mi sentano e comincino ad applaudire mentre ai professori scappa un risolino.
 
Faccio un giro su me stessa, un inchino alle prime del piano terra e con sottofondo di urla entro diretta in presidenza.
Mi han ferita nell’orgoglio, ma non hanno capito che in questa scuola ci sto solo per obbligo e che sto aspettando la fine di quest’anno per diplomarmi ed andarmene.

“Buongiorno, posso? Vorrei andare in classe, sa com’è, è quasi passata la prima ora di lezione” dico acidamente alla preside.
“E lei signorina dove crede di andare con quello straccio addosso? Forse sua madre non ha denaro per comprarle degli abiti adatti?”
Mi sale il sangue al cervello.
Vorrei urlarle che è solo una vecchia zitella indispettita, ma evito.
“La prego di non tirare in ballo mia madre. Questo è il mio stile, a prima mattina stava per venire a prendermi giù per le scale per tirarmi via questo pantalone, ma non gliel’ho permesso.
Quindi non credo neanche le sue parole siano ADATTE”.
La vecchiaccia mi guarda con tono di sfida.
“Lei, in classe vestita così non entra, se vuole può accomodarsi fuori ed aspettare per il resto del giorno”
“Non posso tornarmene a casa? Almeno tolgo il disturbo visto che, a quanto pare, la mia presenza NON E’ gradita”
“Suvvia signorina, pochi capricci, dimentica chi ha il coltello dalla parte del manico, METAFORICAMENTE PARLANDO, sia chiaro. E’ entrata nell’Istituto quindi fino alle tredici è sotto la mia tutela.
Resti all’entrata, ci sono i tavolini, può sempre ripassare per domani, ammesso che lei studi”
“Certo, signora, studio eccome. Ho la media dell’otto e le assicuro che i voti son tutti meritati, ora mi scusi, ma devo andare.
Ah, sa, leggendo ho trovato una citazione molto simpatica:
"Al mondo ci sono solo due modi di elevarsi: o grazie alla propria operosità o grazie all’imbecillità altrui".
Carina vero? Buongiorno”.

Esco vincente dalla mia discussione dopo aver lasciato a bocca aperta la vecchiaccia.

Mi siedo nel corridoio, giusto fuori alla sua camera, con quest’arrabbiatura non ce la faccio proprio a studiare.

Allungo le gambe in avanti, mi stiracchio per un attimo, da seduta, chiudendo gli occhi e sbabababam!!!
Qualcuno inciampa sui miei piedi.

“Insomma che diavolo di modi sono?! Se ero in te, mi stendevo in mezzo al corridoio!”
Noto un ragazzo abbastanza alto, sicuramente magro, capelli neri abbastanza lunghi, evidentemente piastrati e con ciocche tinte di rosso fuoco.

I suoi occhi sono azzurri e la pelle chiara.

Ha due o tre buchi all’orecchio destro, un piercing al naso e due al labbro.

La sua voce m’indispone.

“Ma chi ti credi di essere per parlarmi così?!” gli faccio mentre lo vedo rialzarsi dal pavimento.
“Senti cara, modera i toni e piuttosto non fare tanto la scema con chi sta più in alto di te”

“Ancora continui? Tu? Dovrei avere paura di te?!”
“Di me no, mica posso bocciarti per cattiva condotta?”
“Ma che cazzo ne sai della mia condotta?! E chi saresti?”. Non l’ho mai visto in giro.
“Thomas Sterne, piccola ribelle. Ho visto la scenata col vice ed ho sentito la conversazione con la preside, devo parlare con lei di alcune cose. Mi sono appena trasferito in questo cazzo di paesino e questa scuola di merda quindi non ti ci mettere anche tu, sfigata”

Gli mollo uno schiaffo sulla guancia…con tutta la rabbia che ho.
Non permetto ad uno nuovo di venire nel mio territorio e chiamarmi sfigata, credendosi chissà chi.
“Senti pivellino, sfigata lo dici a tua sorella! Adesso origli anche le conversazioni, sta attento, potresti farti male, sul serio. Questa è zona mia!”
“E pisciaci, così marchi il territorio, come i cani, che dici?”
“Vuoi che ti molli un altro schiaffo?”
“Provaci”
La mia mano parte a raffica, ma non so con quale presa mi viene bloccato il polso e mi ritrovo quel tipo alle spalle, col suo braccio lungo il mio collo.
“Senti, hai un bel caratterino, ma non permetterti più di alzare un solo dito, ok? Altrimenti sarai tu quella che si farà male”

“Clarisse, veda dov’è il nuovo alunno, Sterne, devo parlargli per il modulo d’iscrizione”.
La voce della preside fa sì che l’idiota molli la presa, liberandomi il collo.
Quasi non respiravo, Dio che male.
“Signora Setter mi scusi, ero andato in bagno, ho sentito che mi cercava” dice con voce angelica entrando in presidenza.

Mi allontano dal corridoio e mi siedo nei pressi della reception.
Prendo l’ipod e comincio ad ascoltare un po’ di musica per tranquillizzarmi.
Vedi tu se mi devo far venire il sangue acido di sabato mattina.

Si fanno le tredici e finalmente posso tornare a casa.

Non mangio molto, piuttosto, mi concentro su come vestirmi stasera.
Probabilmente con lo stesso pantalone.
Cambio felpa e maglia.
Sistemo il trucco, cotono meglio i capelli neri da cui spuntano ciocche verdi acido.

Improvvisamente squilla il cellulare.
“Eeeehi angel, come stai?!” grido divertita.
E’ la mia migliore amica, Meredith.

“Senti, stasera allora venite da me? Invita anche gli altri, si si, mia madre va dalla nonna per il week-end, casa libera. Ah davvero? Wow, bella notizia dai, magari è più figo di Mark, altrimenti torno sulla vecchia strada, ahahah, a dopo, alle otto da me”.

Mia madre, molto spesso, deve recarsi (soprattutto durante i week-end) da mia nonna che abita a qualche chilometro da noi.
Mio padre questo mese è fuori per lavoro, fa l’ingegnere e sono abituata alla sua assenza.
Una volta lo mandano in Cina, un’altra in Giappone, un’altra ancora in Olanda, è normale.

Dunque…ricapitolando…genitori altrove…casa vuota…bella comitiva…voi cosa fareste?

Io do festini.
Ok detta così suona male:
organizzo semplici ed innocue feste in casa che durano fino al mattino seguente.
Gli invitati non sono molti, saranno sette persone in tutto.
Meredith e Francis, lei come sapete è la mia migliore amica, mentre quello stronzo di Fra l’ho conosciuto tipo due anni fa, è il tipico coglione col berretto al contrario. Capelli biondi, fisico perfetto, pelle dorata, battutine squallide, occhi verdi, avete presente?
Ecco, stanno insieme da tre anni circa.

Poi ci sono Alexandra e Daniel, lei è di origine russa, alta, magra, con un culo da paura (forse questo non avrei dovuto dirlo io…certo, però, dai, tra amiche, capita di giudicarsi), bionda, occhi chiari, un metro e ottanta.
Daniel ovviamente è il suo ragazzo, una specie di Francis con i capelli scuri ma più corti e mossi.

Infine ci sono Lucas e Charlene.
Credo che Lucas sia l’unico un po’ più serio della compagnia, sicuramente diverso dal mio ragazzo, Mark…oddio, se si può chiamare ragazzo.
Non è nulla di ufficiale, però, dai, quando ci incontriamo è sempre per fare qualcosa di divertente e mi basta.
Charlene ha i capelli rossi, tinti, e dipende assolutamente da Lucas.

Mark? Mark è il figo di turno, addominali bene in vista, sguardo fiero, occhi scuri come la pece, il classico “tipo buono” direi io.
Infatti, sta con una alla sua altezza:
Lilian.
Ecco la mia comitiva.
Che dire…questa sera, quei sette matti verranno in casa mia e berremo, fumeremo e ci divertiremo con un po’ di buona musica, qual è il problema?
Ah si, ci dovrebbe essere anche un tipo nuovo, Meredith ha detto che lo ha conosciuto Mark, a quanto pare è un ragazzo simpatico, buon per me.

So che il mio “quasi ragazzo” non mi è per nulla fedele, potrei dire che la nostra è una “relazione aperta”.
Io sto con chi voglio, lui pure.

“Lilian, si sono fatte già le tre, devo andare altrimenti arriverò da tua nonna che sarà buio, sta attenta e non aprire a nessuno, d’accordo? Un bacio”.
Mia madre mi stampa un bacio in fronte e va via con tipo venti buste della spesa, manco la nonna non avesse cibo.

“E’ fatta!” penso.

Sistemo la casa, il divano, i letti, prendo scodelle e piatti vari per la pizza e le patatine.

Per mettere tutto in ordine, si fanno le sette, faccio una doccia e rimetto i vestiti di prima (li avevo tolti prima di cominciare a pulire, sapevo che avrei sudato).

Il trucco, come previsto, si è sciolto…si sono intelligente a truccarmi prima delle pulizie.
Lo risistemo e mentre organizzo i dettagli si fanno le otto.

Improvvisamente sento bussare al campanello:
Perfetto! Quei folli sono qui!
Apro gioiosa osservando la faccia sorridente di Meredith, entrano uno alla volta battendomi “il cinque”.
Meredith…Francis…Lucas…Charlene…Alexandra…Daniel…Mark che saluto abbracciando energicamente ed infine il famoso “simpatico ragazzo sconosciuto” che avrei preferito restasse tale…
“Ciao! Io sono Lilian, tu saresti?” dico con un sorriso finto quanto i capelli delle bionde ossigenate.
“Lilian? Bel nome, io sono Tomhas, per gli amici Tom”
“Sei nuovo di qui, Tom?”
“Si, mi sono appena trasferito, non ho molti amici ma FORTUNATAMENTE ho conosciuto Mark pochi giorni fa”.
“Mi fa piacere, beh…sei il BENVENUTO in casa mia, allora”.
Lo invito ad entrare con un filo di bile che mi si rivolta in corpo.
Questo qui a casa mia, non ce lo voglio proprio.

In men che non si dica, il soggiorno sembra un accampamento.
Scodelle di patatine ovunque, gente che limona sul pavimento, bottiglie di birra vuote e chi più ne ha più ne metta.

“Lil..mmhh…Lilian…dai smettila Daniel! Li noi andiamo in camera tua ok?”
“Certo, buonanotte” dico sorridente ai piccioncini che continuano a baciarsi vogliosamente.

“Lilian…noi andiamo nella camera degli ospiti invec....aah…giù quelle mani Francis! Aspetta solo cinque minuti!” mi dice Meredith mentre salgono al piano superiore anche loro.

Scena comica: Mark ed io che quasi ci baciamo sul divano e Tomhas, da solo, su una poltrona a fissarci.
Mi sento quasi a disagio.

Improvvisamente suona il campanello ed il mio terrore è che possa essere tornata mia madre per non so quale strana ed incompresa ragione.

Apro con non poco timore:
“Ella! Sei tu! Dannazione che paura! Che vuoi?”
“Ho saputo che stai dando una festa, fammi entrare!”
“Scusa è per pochi amici intimi, non puoi…”
Non ho il tempo di ribattere che quell’oca, se non ex del mio ragazzo si fionda in casa mia.
Dovrei denunciarla per violazione di domicilio.
Ah si, per la cronaca, questa è una di quelle con i capelli finti…avete presente?
Quelle di cui parlavo prima.

Bionda fino alle punte dei piedi. Bleah.
Puzza ancora di ossigeno.

In un attimo la ritrovo sul divano accanto a Mark.
Eh no, eh, questo è troppo.
“Sei al mio posto!”
“Ma che vuoi scusa, sto con Mark, mettiti su una sedia, a terra, ci sono tanti posti, devi stare proprio qui?”
Stasera è la volta buona che la caccio di casa prendendola per i capelli.

“Senti, o ti sposti o ti caccio fuori, decidi tu”.
Il mio “quasi ragazzo” ovviamente, da bravo coglione che è, mentre bacia quella “bella” topa, se ne esce con:
“Su ragazze, non fate tante storie, si può sempre fare un ménage à trois”
“Adesso basta, cari miei…fuori!”.
Prendo il cuscino del divano su cui sono seduti e comincio a tirarlo via facendoli quasi cascare per terra.
La cosa bella è che faccio tutto ciò davanti agli occhi divertiti di Tom.
“Ehi! Piccola che ti prende?!” mi urla Mark.
“Piccola dillo a quest’animale che ti porti dietro, tu e la tua zecca adesso andate a trovarvi un altro posto in cui farlo. A casa mia NO!”.
Li sbatto fuori chiudendomi la porta alle spalle molto violentemente.

“Immagino fossi tosta, ma non così tanto da cacciare fuori di casa gli ospiti sgraditi”.
Tom ride.
“Smettila di fare lo stronzo, altrimenti caccio fuori anche te”.

“Davvero? Vedi che non sono né ubriaco né in preda alle canne, quindi non credo ci riusciresti con quel po’ di forza che ti ritrovi”.

In effetti, ho bevuto già sei birre, senza mangiare nulla tra l’altro.
Molto stabile non sono…tanto che stavo per cadere mentre buttavo al di là della porta quei due idioti.

“Non hai bevuto?”
“Certo, una sola birra, sono un tipo a posto io, mica come te”

“Oh smettila cazzo! Smettila di fare il saputello, ti odio!” gli urlo con rabbia, forse più a causa di Mark che sua.

“Sicura che è me che odi? O odi Mark perché ti considera una delle tante? Una qualunque? O odi te stessa perché ci sei andata a letto credendo nella favola dell’amore e del bel principe che vive in un castello?”

Provo una fitta al cuore a causa delle sue parole.

“O odi te stessa?”
Si forse mi odio per essermi fatta trattare come una stupida. Come un oggetto.

“E tu? Tu non ti odi per essere così fottutamente stronzo con qualsiasi persona che incontri?
Se fossi in te, mi sarei suicidata per quanto facessi schifo”

“Sai che le tue parole non mi feriscono, vero?” ride ancora.

Il mio sangue ribolle.

“Vattene di qui”.

“Ma dai, è divertente prenderti in giro”.

Sono girata di spalle e raccolgo da terra le bottiglie per buttarle in un enorme sacco dell’immondizia.
Do una pulita alla stanza, ma lui continua a parlarmi:
“Poverinaaa”
“Ti ho detto di andartene”
“Nooo…resterò qui a scherzare quanto voglio invece…piccola illusa. Ah scusa, non volevo.
Chiamo Mark? Così ti risolleva il morale dopo le mie cattiverie.
Ah scusa ancora…Mark adesso si starà facendo la sua bionda.
Ops…ho parlato troppo…ahahahah”.

Per una volta non riesco a tener testa a qualcuno e ciò mi addolora.

Capisco per un attimo quanto siano cattive e brutte le battutine pungenti che faccio solitamente con le sfigate che mi circondano.

Allora è così che ci si sente quando si viene feriti.

Ciao a tutti! Eccomi con una nuova storia! Probabilmente mi odierete in questo momento, dicendo:"Hai 3 storie in corso ed al posto di continuarle, ti metti a scriverne un'altra?!"
Beh, si, sono folle. Quando mi gira, mi gira ed oggi mi andava di scrivere una nuova storia. Di solito non scrivo così, ma ho provato a ribaltare un po' i ruoli dei personaggi. Hope u like it! Bye guys! Love u! <3 *recensite ù_ù*
  
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