[...]Mi abbassai ancora e potei sentire quanto fosse caldo a contatto con le mie labbra. Feci scorrere le mani, prima arpionate alla sua vita, sempre più giù, fino alla curva del suo fondo schiena.
Percepivo il calore della sua pelle, ero cosciente di ogni centimetro del mio corpo a contatto con il suo. [...]
Mi staccai dalla ragazza appena riconobbi il suono della sua risata.
[...]
Intenzionato a scusarmi per le parole del mio amico, mi voltai verso di lei, giusto in tempo per vedere le sue gambe snelle muoversi lontano da me.
“Prima o poi ti uccido”gli ringhiai mentre mi avvicinavo a lui.
Lo affiancai e “Haz, ho sonno. Portami a casa” mi sussurrò [...]
“Haz” disse solo lui, continuando a fissarmi.
“Sì?” risposi ancora perso nella sua immagine. Ma lui non disse niente, rimase fermo a guardarmi.
Abbassai lo sguardo sulle sue labbra rosee e sottili che adesso si erano dischiuse. Non ci riflettei molto prima di baciarle, mi sembrava una cosa troppo naturale, così lo feci e basta.
[...]
“Scusa” mormorai con voce tremante.
Lui non reagì, si strinse di più a me e appoggiò la testa sul mio petto.
Larry/Ziam