Correvo più veloce di quanto avessi mai corso. Dovevo farlo, altrimenti sarebbe stata la fine. Sfreccia per quei corridoi che ormai conosceva fin troppo bene pronto a combattere, i muscoli contratti, l’adrenalina che scorreva nelle vene, le orecchie che fischiavano a causa dell’aria che mi passava sul corpo ad altissima velocità. Non potevo mollare, non ora. Eccola, l’ultima porta, quella dietro la quale quel farabutto del dottor Eggman si nascondeva. La sfondai con uno spin-dash e mi ritrovai nel suo laboratorio. Stava davanti a me e rideva di gusto. Mi voltai e la vidi. Amy era appesa al muro con delle catene legate ai polsi, la testa chinata. La raggiunsi preoccupato.
  -Amy! Amy, va tutto bene, ora ti porto via di qui!- la rassicurai sollevando la sua testa tenendola per il mento. Era piena di lividi.
  -Povera, piccola riccetta!- esclamò Eggman con un sorriso sadico sul volto.
  -Va al diavolo, testa d’uovo!- ringhiai. Mi scagliai verso di lui proprio nel momento in cui azionò una leva. Mentre lo colpivo e lui cadeva a terra con un tonfo sentii un rumore, una vibrazione. Mi girai di scatto. Un cannone sparò un laser rosso contro Amy, che urlò di dolore nel momento in cui lo feci anch’io.
  -Amy!- urlo alzandomi di scatto dal letto. Sospiro -No, non di nuovo.- sussurro allora, portando le mani al volto. Sei anni. Sono passati sei anni dalla sua morte e io sogno ancora lo stesso giorno, da sei lunghi anni.
Il giorno dopo, subito dopo il suo funerale mi diressi alla base di Eggman e lo uccisi. Gli puntai una pistola alla testa mentre dormiva. Da vigliacchi, penserete, non è un’azione degna di Sonic the Hedgehog, ma lo feci lo stesso. Mi feci schifo per questo, ma era come se ne sentissi il bisogno. Amy non lo avrebbe mai voluto. E da quel giorno non smetto di chiederle scusa per non essere riuscito a salvarla, per aver compiuto un’azione che nessuno si sarebbe mai aspettato da me, per non averle mai detto che anche io provavo qualcosa per lei.
  -Ti chiedo scusa, Amy Rose... potrai mai perdonarmi?- ma quella risposta non mi arriverà mai e io continuerò a struggermi per tutta la vita.


 
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Cabina del Capitano:
Si, torturatemi, massacratemi, feritemi mortalmente, ma senza lasciarmi morire subito in modo che io possa soffrire e morire solo di una morte lenta e dolorosa. 
Okay, forse ora esagero, infondo non è così terribile e struggente, giusto? Giusto? 
Boh, comunque volevo dedicare questa storia alla mia carissima amica Vickyfaro <3
Vi saluto!
KNUCKOUGE IS THE WAY!
BD

P.S.: la storia mi è venuta in mente dopo aver trovato quell'immagine su internet