The End of
September
Passo dopo
passo, quel senso di inadeguatezza lo tormentava.
Certo,
c’era chi se la passava peggio.
Ma
dopotutto, cosa ci si aspettava da un posto così?
Here comes the rain
again
Falling from the stars
Drenched in my pain again
Becoming who we are
Fiamme a
destra, a sinistra, sotto i piedi che ardevano continuamente.
Era
veramente terribile.
Ma quello,
era l’Inferno.
Neanche
pensava esistesse, quando era un Ninja.
Eppure,
ora che si trovava lì, avrebbe cambiato qualcosa pur di non esserci.
Un grido
di dolore riecheggia nell’aria, ma nessuno vi fa caso.
Ecco, sta
sprofondando anche lui.
As my memory rests
But never forgets what I lost
Wake me up when September ends
Ogni volta
che un’anima pensa, dice qualcosa di buono o ricorda e parla del proprio
passato, affonda di tanto in tanto nelle fiamme, fino a diventare cenere. Un
bruttissimo spettacolo solitamente.
Il posto è
pieno di spiriti che vagano, così umani, così perfettamente riconoscibili,
senza meta in quest’enorme massa di fuoco sentendosi scomodi, come se tutto
fosse solo un orribile sogno, e quando ci si sveglia, è ancora più brutto
dell’incubo.
Come le
bellezze estive spazzate via da un settembre freddo, di cui nessuno sembra
volersi rassegnare.
Summer has come and
passed
The innocent can never last
Wake me up when September ends
Ogni tanto
riconosce qualcuno, del suo villaggio natale o di quello alleato.
Ma non
incontrò mai suo padre, che sperava di vederlo ardere nelle fiamme più
violente.
E nemmeno
sua madre, che si augurava fosse nel luogo Beato.
Eccolo che
cammina. Come tutti quanti.
Like my father's come
to pass
Twenty years has gone so fast
Wake me up when September ends
Ma, poco
più avanti scorge una figura che non è al suo posto. È una figura angelica.
Con questi
lunghi capelli neri e questa pelle pallida.
Qualcosa
affiora nella sua memoria.
È quella
ragazzina che guardava sempre Naruto…
Ora
ricorda. La vede venire verso di lui.
Ha
un’espressione distrutta e rassegnata sul volto.
“Tu s-sei il
Kazekage Gaara?” Sembra così timida e indifesa. Chissà che cosa ci fa lì.
“Si. Or
ora mi sfugge il tuo nome…” Sprofondano un poco nelle fiamme. Non si può
parlare del tempo andato, è la regola.
“S-sono
Hinata Hyuga, del villaggio di Konhoa.” La timidezza. Non è riuscita a perderla
neanche in quel luogo maledetto.
“Molto
piacere. Da quanto sei qui?” Non è mai stato un granché nelle conversazioni, ma
fare il Kazekage lo ha aiutato non poco.
“Sono 5
mesi. T-tu?” Stanno affondando sempre di più, ma sembra non importargli.
“È un anno
passato. Ma sto perdendo la cognizione del tempo. Come mai sei qui?” Glielo
doveva chiedere. Era troppo strano vedere una creatura così là dentro.
“Ecco io…
mi sono suicidata. Non ne potevo più” Lo disse piano, quasi se ne vergognasse.
“Di cosa?”
Il fuoco arrivava loro a metà busto.
“Di tutto.
D-di mio padre, di mio cugino e mia sorella. Poi quando…” Fece una piccola
pausa. Riprese fiato e continuò: “…quando Naruto si è f-fidanzato con Sakura,
ho deciso che non aveva più senso stare lì. Tu invece? A-alla fine mi sembravi
buono laggiù.”
Ring out the bells
again
Like we did when spring began
Wake me up when September ends
“Alla
fine. Ma sembra non sia importato a nessuno. Ho ucciso troppo prima.” Lui era
sempre così freddo, ma intanto si stavano quasi sommergendo di quel fuoco
incessabile.
Erano
rimasti allo scoperto solo dalle spalle in su. Ma nulla bloccava la loro voglia
di sapere, di conoscere. O di certo non le regole di un luogo così odiato dagli
interessati.
“Gaara…
T-tu… se potessi tornare indietro… cambieresti qualcosa?”
“Si,
molto. E tu, Hinata, lo rifaresti?” Ecco che il collo iniziava ad ardere.
Lei lo
guardò lanciandogli un’occhiata triste, ma soddisfatta, di chi vedrà solo il
nulla tra poco.
Lui prima
che lei dicesse qualsiasi cosa, lui appoggiò la guancia contro quella della
mora.
Il rossore
avvampò sulle guance di lei. Un gesto d’affetto in quel posto era come trovare
l’ago più piccolo del mondo in un enorme pagliaio.
Quelli che
li guardavano sorrisero. Tra quelli vi era anche colui che non si sarebbero mai
immaginati.
Sorrise,
la piccola Hinata. Uno dei più bei sorrisi che avesse mai fatto.
“No.”
Wake me up when
September ends
Wake me up when September ends
Un vortice
di fumo e fiamme li avvolse, come in una morsa. Portò via due anime pure che in
fin dei conti erano capitate nel posto sbagliato. Ecco. Quel freddo settembre è
finalmente finito, per loro.
Ma tanto a
chi importava della timida Hinata e del taciturno Gaara?
Quello fu uno
degli spettacoli più belli dell’Inferno, di cui molti si ricordano. In primo
piano quello spettatore che li ha sempre osservati sin dall’inizio della
conversazione.
Colui che
è sempre stato il primo amico per lui e la prima cotta per lei.
Accecato e
divorato dal Kyubi si è trovato in quel luogo a sorridere per quei due così
ignorati ma, alla fine, fortunati.
Ecco qua una ficcy su
una coppia a parer mio molto intrigante, con un Naruto finale e una rivitazione dell’inferno che ho cercato di fare come potevo!
XD!
Ringrazio V@le, il
giudice del concorso a cui a partecipato la fic.. nonché “Made Abroad”. Complimenti anche a tutte le partecipanti!
Bacione, Miki!
© Masashi Kishimoto -> Naruto
Green Day -> Wake me
up when september ends