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Autore: Gio_Snower    04/03/2014    2 recensioni
[Jeff The Killer]
[Jeff The Killer] [JeffxSally]
Com'è difficile la vita di chi uccide.
Jeff non dimentica.
Jeff ti cerca.
"Go to sleep"
Genere: Horror, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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GO TO SLEEP TOGETHER
 


«Ancora qui, Jeff?», chiede una voce infantile alle mie spalle.
Mi giro e Sally è lì, nel suo abitino rosa sporco di sangue e terra, con il volto freddo e bianco e il sangue che gli cola dall’attaccatura dei capelli color del legno.
«Sally. Sei sempre piccina», sorrido inquietante. Il mio sorriso è davvero, ma davvero largo.
Non l’ho creato io, bensì i miei genitori il giorno in cui mi uccisero esagerando con i soprusi.
“Vai a dormire”, dissero prima che io morissi.
Dopo morirono tutti per mano mia, però. Il mio sorriso s’allarga di più.
Sally invece di rabbrividire si fionda addosso a me e punta quegli occhioni verdi vitrei nei miei bianchi e sfregiati.
«Non sono una bambina, Jeff!!!», urla dandomi dei pugni con le sue piccole manine.
Mi fanno appena il solletico da quanto i suoi colpi sono leggeri.
«Ucciso tutti?», mi chiede.
«Sì», mento.
Il cane abbaia e Sally ride.
Beccato.
«Lui non c’entra. Era quella famiglia…di porci. Meritavano la morte!», dico. Non capisco perché sono così.
Sono bellissimo, però.
«Sì», risponde Sally ridacchiando. «Vuoi giocare con me?», mi chiede.
Io annuisco e impugno forte il coltello. La mia espressione si fa feroce.
«Dov’è Slenderman?», chiedo, pronto a giocare.
«Ha da fare…Dovremo rimandare il gioco, Jeff.», dice prima di scomparire.
 
 
Cammino nella strada buia. Il buio che prima mi spaventava adesso mi piace. È la mia casa.
Non è strano che io che non posso più dormire uccida le mie vittime dicendo la frase “Vai a dormire”?
Ebbene, ho deciso di farlo dopo il mio primo omicidio: cioè quello dei miei genitori.
Sally non venne a trovarmi se non dopo.
Ho il sospetto che lei lo sapesse, però.
Sally uccide tutti gli adulti ingannatori e violenti.
«Slenderman?», chiamo nel bel mezzo di un parco boscoso.
L’uomo senza volto si fa avanti.
«Perché non sei venuto quel giorno?», chiedo.
Lui abbassa la testa.
«Non ero abbastanza», dico.
Poi scoppio a ridere.
Era ovvio. Non sono perfetto, non sono bellissimo, non sono nemmeno più vivo.
Mi disprezzo. Prendo il coltello e mi incido la faccia.
Slenderman è scomparso.
 
Sono ricoperto di sangue nuovamente.
Mi sento vivo per pochi secondi prima che l’euforia e la pazzia s’oscurino nella mia mente passando in secondo piano.
Vedo il mio riflesso nello specchio.
La faccia sfigurata, i capelli neri crespi e lunghi, gli occhi bianchi ed i vestiti strappati e coperti di macchie di sangue, il coltello nella mano destra.
Rido e tiro un pugno allo specchio.
«NON SONO BELLISSIMO?», urlo ridendo istericamente.
Ripenso al mio volto prima che lo sfigurassero. Non era bello ed era sempre pesto, eppure era umano.
Ora non ha più niente di umano se non la forma.
Guardo gli occhi bianchi che prima erano azzurri.
Osservo ogni linea rossa ed arrivo alle mie guance aperte.
Un’enorme bocca.
Per uccidervi ridendo meglio.
«Jeff», sento la voce di Sally.
Mi giro e lei è lì, dietro di me.
Mi porge la sua mano molto piccola rispetto alla mia.
«Vuoi giocare con me?», chiede.
«No, Sally».
«Vuoi giocare con me?», ripete. Vedo che trema e che il suo volto è contorto in un sorriso pazzo mentre i suoi occhi cominciano a sanguinare.
Impugno il coltello e rido istericamente.
Non so se ho paura, se sono triste, se sono stanco o se ho voglia di ucciderla, ma di una cosa sono certo: Sono orrendo e pazzo.
Lei mi arriva dietro alle spalle, poi non so come mi butta a terra. Io l’accoltello al petto un paio di volte mentre lei stringe le sue mani attorno alla mia gola.
Dei tentacoli ci fermano.
Slenderman è qui.
Smettetela. Con me siete al sicuro. Dice la sua voce indefinibile nelle nostre menti.
Io e Sally ci guardiamo.
Le do un buffetto sulla testa quando Slenderman ci mette giù.
Appena è a terra si lancia verso di me e mi bacia sulle labbra.
Rido istericamente.
In vita non ero apprezzato, ora sì.
In vita ero umano, ora no.
In vita non ero completamente pazzo, mentre ora lo sono, ma non mi sono mai sentito più vivo che ora che sono morto.
Prendo Sally per mano.
«Andiamo a dormire?», le chiedo.
Lei sorride di quel suo sorriso psicopatico adatto al mio.
«Insieme», risponde.
La casa dietro di noi è immersa nel sangue e la strada davanti a noi è buia.
Non c’è niente di meglio.

 
   
 
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