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Autore: Sniperelite996    05/03/2014    0 recensioni
La terza guerra mondiale è ormai finita, grazie al capitano Price e alla task force 141, ma a quanto pare un altro russo seguiva le impronte di Makarov. La Task Force Charlie sarà all'altezza della 141?
Genere: Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
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“Permanenza”
Luogo ignoto
Tiratore scelto Derek “Red” Gibbs
 
Era ancora tutto buio. Forse perché teneva ancora gli occhi chiusi, era ovvio che non ci vedesse. Tentò di aprirli ma non ci riuscì. Riprovò ancora, e ancora. Niente da fare. Come diavolo era finito lì? Ricorda solo un fruscio alle spalle e il calcio di un fucile che si abbatteva sulla sua testa. Sentiva qualcosa di freddo e duro sulla faccia. Riprovò di nuovo ad aprire gli occhi. Sta volta riuscì a vedere qualcosa anche se sfocato. Un pavimento grigio, come le pareti, ed una porta forse in ferro, che chiudeva la stanza. Si fece forza e aprì completamente gli occhi, sollevò la testa e se li stropicciò con la mano, dopo di che si mise a sedere. Si guardò un po’ intorno, sembrava una cella. In alto si trovava una piccola finestra con sbarre di ferro dalla quale filtrava un lieve fascio di luce che illuminava la piccola stanza. Si accorse solo dopo che la testa li doleva immensamente, all’altezza della nuca, la botta che li avevano dato doveva essere stata bella forte. A un tratto sentì un gemito alle sue spalle e quando si volto vide Buck e Doc accasciati a terra. Doc tentava di alzarsi e si teneva la testa con una mano.
-Doc! Tutto bene?-
-Oh cazzo, no che non va bene! Dove siamo? Dove ci hanno portato?-
-Non lo so, ma che diavolo è successo?-
-Lo sapevano! Sapevano che saremmo arrivati allo stabile, ci hanno teso un’imboscata. La domanda è come facevano a saperlo-
-Price! E stato lui ne sono certo!-
-Non puoi essere ancora in dubbio di lui Red!-
-Ti ricordi? Come faceva a sapere tutte queste informazioni sullo stabilimento? Si è arrabbiato quando glielo ho chiesto e adesso non è nella cella assieme a noi, non c’è altra spiegazione!-
-Non fa una piega…-
-Si lo so-
-Fatto sta che dobbiamo riuscire ad andarcene, non voglio stare qui a marcire-
Rimasero in silenzio. Avevano sentito un rumore provenire da fuori la cella, dei passi e qualcosa che strisciava. Si avvicinavano sempre più e giunti davanti alla porta della cella si fermarono. Sentirono il rumore di un mazzo di chiavi e la serratura che scattava. Poi la porta si aprì e qualcuno venne buttato dentro. Aveva la testa incappucciata. Le guardie chiusero le porte e se ne andarono.
-Chi è?- Disse Doc
Red si avvicinò e sfilò il sacco nero dalla testa del prigioniero.
-E’ una donna!-
Una ragazza era sdraiata a terra, un grosso bernoccolo sulla fronte. Aveva dei folti capelli riccioli e scuri, difficile dire se neri o castani a causa del buio e della sporcizia di cui erano ricoperti. Doc e Red la spostarono vicino al muro e li poggiarono una delle loro giacche sotto la testa.
-Chissà chi è?- Si domandò Red.
-Si me lo chiedo anche io, è giovane, avrà si e no 20 anni, cosa ci fa in un posto così?-
-Perché non fate le madri amorose anche con me?- Buck si era svegliato e si era messo a sedere.
-Oh Buck tutto bene?- Chiese Doc.
-Mai stato meglio! Aaah la testa..., dove siamo?-
-Bella domanda, ce lo siamo chiesti anche noi, non ne abbiamo proprio la più pallida idea-
-E quella chi è?-
-Non lo sappiamo. La hanno appena buttata dentro con noi, è priva di sensi-
Poi rimasero in silenzio, ognuno a pensare a cosa poter fare per andarsene da quel posto, o a chi fosse la ragazza svenuta li con loro. Red si appoggiò al muro con la schiena, guardò la loro nuova inquilina, il volto liscio e il naso piccolo  e dritto. Si chiese ancora come aveva fatto una ragazza così a finire lì poi si addormento sulla parete.
Un forte rumore metallico destò Red dal sonno, la porta era stata aperta e qualcuno era entrato. Senti stringersi delle mani intorno alle braccia. Tentò di divincolarsi ma gli riuscirono comunque a mettere delle manette a polsi e a giudicare dal trambusto che c’era ora nella cella altri uomini stavano facendo altrettanto con il resto dei prigionieri. Quando alzò lo sguardo vide Ivanov, alto, naso lungo e appuntito, occhi neri come il petrolio.
-Bene, bene, bene. Allora siete svegli. Pensavo che i miei uomini fossero andati troppo pesanti con voi ma vedo che il vostro addestramento ha dato i suoi frutti. Non penso che vi servirà a molto ormai qui dentro-
-Che cosa vuoi da noi!- Sbraitò Buck da dietro le spalle di Red.
-Niente, assolutamente niente. Mi servite solo come ricatto per Price. E’ lui che svolge il lavoro sporco per me in cambio del vostro mantenimento in vita, e se cercherà di fregarmi voi morirete. Ma una volta che avrà finito penso che vi terrò qui dentro diciamo per tutta la vita, giusto per divertimento-
-Sei un bastardo!- Disse Doc a Ivanov sputandogli nei piedi. Ivanov rispose assestandogli un calcio dritto in faccia facendoli di nuovo perdere i sensi.
-Usciremo da qui in un modo o nell’altro, sappilo! E quando lo faremo ti faremo fuori! Price tornerà!-
-Mm, no, non credo, lo ucciderò appena tornerà dal lavoro. Beh buona permanenza- Rivolse loro un sorriso di puro disprezzo e soddisfazione ai tre, poi si voltò e uscì dalla cella. Le guardi tolsero le manette alla squadra e uscirono anche loro dalla stanza richiudendosi la porta alle spalle.
-Cazzo, come diavolo facciamo?- Chiese Buck.
-Non ne ho idea- Rispose Red affranto.
Cira cinque minuti dopo uno sportello nella porta si aprì e due vi infilarono un vassoio con quattro pagnotte secche ed una brocca d’acqua sporca. Red e Buck mangiarono a fatica, il pane era come pietra, e lasciarono da parte il resto per Doc e la sconosciuta che erano ancora svenuti. Si riappoggiarono ai muri e rimasero zitti di nuovo. Ma un nuovo rumore attirò l’attenzione dei due, un tossito. Si voltarono, non era Buck che tossiva, era la ragazza che si era svegliata, e si stava alzando. Quando fu in piedi si guardò i giro e vide Red e Buck, che la fissavano.
-E voi chi sareste? Dove siamo? Ditemelo!- Disse rivolta ai due.
-Stai calma tu, non risolvi niente alzando la voce!- Red si alzò in piedi e sporse le mani verso di lei per dirle di calmarsi. La ragazza prontamente gli afferrò i polsi e ribaltò Red come se pesasse due etti. Doc si buttò su di lei ma lei si spostò e all’ultimo li tiro un colpo alla nuca, facendo cadere anche lui.
-Ma che cazzo fai? Siamo nella stessa situazione! Stavamo solo cercando di calmarti! E come diavolo hai fatto?- Disse Red rialzandosi.
-Ora la faccio a pezzi!- Buck si stava riavvicinando a lei.
-No fermo , calmati anche te, non serve a nulla litigare fra noi-
-Si hai ragione. Fatto sta che vorrei avere l’onore di sapere chi sei e come hai fatto a buttare a terra due Marines come fossero marionette!-
-Va bene, ma lo farò solo se prima mi dite come voi siete finiti qui-
-D’accordo- Disse Red- Siediti ti raccontiamo-
Si sedettero tutti e tre a terra e Buck cominciò a raccontare.
-Noi siamo dei Marines, Stati Uniti ovviamente. Eravamo incaricati di recuperare delle informazioni da uno stabilimento in Russia, vicino a Pokrov, oltre che a tentare di catturare un certo Aleksey Ivanov. Un trafficante d’armi che a quanto pare a portato del nucleare nel suo paese-
-Si lo conosco-
-Come fai a conoscerlo?-
-Prima la vostra storia!-
-Giusto. Allora eravamo allo stabile e andava tutto bene. Giunti nell’atrio dell’edificio principale ci siamo divisi dal nostro capitano per recuperare quel che trovavamo. Red non era lì però stava coprendoci da trecento metri di distanza. Non so come hanno preso lui-
-Più o meno prendendomi a calci nel culo da dietro!- Risero un pochino tutti e tre.
-Comunque poi ci siamo risvegliati qui dentro, senza sapere dove ci hanno portato-
-Ma come facevano a sapere che eravate li? Avrebbero dovuto far partire un allarme o che so io tirare un urlo- Domandò la ragazza.
-E’ quello che ci siamo chiesti, abbiamo pensato al nostro capitano, pensiamo che ci abbia traditi. Sapeva del bunker che si trovava li e dell’arrivo di Ivanov ma quando gli abbiamo chiesto come faceva a saperlo se ne è andato senza darci risposte- Spiegò Red.
-Ah, che storia interessante- Commentò la ragazza-
-Ora tocca a te però! E non ci siamo ancora presentati, io sono Derek o Red, come vuoi chiamarmi scegli tu. E lui è Doc-
-Piacere, io mi chiamo Judit, e adesso vi racconto come io sono finita qui. Mettevi comodi sarà una lunga storia!-
  
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