La ragazza
con gli occhi color cioccolato si avvicinò a lui.
"Tu sei
Robbie Williams."
Era
un'affermazione.
"E tu
ti chiami Julie." ribatté "Lavoravi al pub a cui andavo
spesso, a
Londra. Quello vicino alla stazione di King's Cross."
"Sì."
disse lei, stupita.
'È di
poche
parole, come sempre.' pensò Robbie.
"Ehm...
Io ho finito, ti va di bere un the insieme?" chiese alla ragazza.
Lei
arrossì.
"Okay."
disse.
Si diressero
verso un baretto dall'aria invitante con una scritta vintage.
Anche
l'interno era arredato in stile anni cinquanta.
Robbie si
mise a canticchiare sovrappensiero 'Minnie The Moocher'.
"Bella
quella canzone. È di Cab Calloway, giusto?"
"Oh"
Robbie era sorpreso "esatto. L'ho registrata per il mio nuovo album,
'Swings Both Ways'."
"Wow.
Allora lo comperò."
"Oh,
figurati. Te ne regalerò una copia."
"No,
no, non serve, tranquillo. Ho un po' di soldi da parte."
"Oh,
no, te lo regalo io. Non posso farti un regalo?"
"Poi mi
sentirei in debito."
"Beh,
cerca di non farlo. Anzi, dovresti sentirti onorata."
La ragazzina
rise alla sua battuta.
Robbie
rimase a guardare il suo sorriso per un po', fino a che non si rese
conto che
la stava fissando.
Quando
passò
un cameriere Robbie lo chiamò con un gesto della mano.
"Vorremo
ordinare un espresso e..."
"...
Una coca-cola, grazie."
Il cameriere
fece un cenno con la testa e sparì a riferire l'ordine.
"Una
coca-cola? No, dai, un caffè, un whisky..."
"Non
vorrei ubriacarmi, stasera ho un impegno importante."
"Ah,
okay." disse Robbie sorridendo.
Il cameriere
tornò con le bibite in equilibrio precario su un braccio.
"Ecco a
voi." disse.
"Grazie."
risposero i due clienti.
"Bene,
allora, se non sono indiscreto, perché hai lasciato il tuo
lavoro al pub?"
"Ho
trovato un lavoro più proficuo."
"Oh. E
cosa fai di bello?"
"Ho
iniziato solo come modella, ora creo anche qualche abito. È
forte lavorare nel
campo della moda. Ci sono un sacco di persone interessanti."
L'uomo
mescolò lo zucchero un paio di volte prima di avvicinare la
tazzina alle
labbra, guardando la ragazza di sottecchi.
Dopo un
sorso che durò un po' di tempo, durate il quale
valutò tutte le possibilità e
tutte le scuse che aveva per incontrarla di nuovo, chiese:
"Ed ora
vivi qui?"
Julie rise.
"Oh,
no, vivo ancora a Londra. Buffo che ci siamo ritrovati proprio qui, no?"
"Sarà
uno scherzo del destino." rispose il cantante, sovrappensiero.
"Già..."
Bevvero per
un po' senza aprire bocca, poi Julie si alzò di scatto e
ruppe il silenzio:
"Bene,
io ora dovrei andare a lavoro. Ci si sente."
Detto questo
si avvicinò alla cassa per pagare.
"Aspetta!"
disse Robbie forse con troppa foga.
Julie si
girò verso di lui.
"Primo,
pago io. Secondo, ti do' il mio numero di telefono, così
puoi chiamarmi."
"O-okay.
Ma non paghi tu."
"Invece
sì; perché sono un galantuomo."
E decise di
dimostrarlo fino in fondo aprendole la porta dopo averla avuta vinta ed
aver
pagato anche la sua coca-cola, non senza altre proteste da parte della
ragazza.
"Cosa
vuoi che sia una coca-cola? Sono ricco."
"È
questo che frega le persone. Se sono ricche pensano di poter fare cose
che i
poveri non possono permettersi."
Sospirò
contrariata.
"Non
intendevo questo..."
Si
guardarono un'attimo negli occhi.
"Bene,
a presto, Julie."
"Au
revoir, Robbie."
Si
scambiarono i numeri di telefono e continuarono entrambi per le loro
strade che
si erano indubbiamente incrociate.
NOTA
DELL'AUTRICE:
Bonjour,
sono tornata
dopo i soliti trent'anni (lo imparerete presto).
Okay,
ricordate qualcosa del capitolo precedente?
Vi piace
questo? I personaggi (Robbie non conta 😜)?
Au revoir,
mes chéries.
A presto
(spero)