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Autore: 9Pepe4    06/03/2014    2 recensioni
«Chi tace acconsente, cara».
Quel commento, per qualche motivo, sembrò pungerla sul vivo.
«Non è vero!» irruppe Regina. Un momento dopo, parve annaspare nel rendersi conto di aver quasi gridato, e il rossore strisciò sulle sue guance. «Non è vero» ripeté, in tono più controllato. «La mancanza di opposizione non equivale a… a… all’accettazione».
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Regina Mills, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Senza scelta

Light up, light up
As if you have a choice

La radura era uno spiazzo erboso, delimitato da alberi giovani.
Tremotino, tuttavia, non l’aveva scelta per quella cornice di gemme verdi e tronchi snodati, bensì per comodità.
Quel luogo, infatti, si trovava abbastanza vicino al castello da permettere a Regina di raggiungerlo in poco tempo, ma abbastanza lontano da non correre il rischio che qualche guardia reale li sorprendesse.
La ragazza era un’allieva volonterosa, ed imparava in fretta.
Aveva un potenziale così vasto… Talvolta, Tremotino si rammaricava di non essere riuscito ad averla prima… Tutti quegli anni sprecati, e solo perché Cora aveva trovato una falla nel suo contratto.
Fortunatamente, la donna aveva legato la figlia ad un guinzaglio troppo stretto, e alla fine era stata proprio Regina a cercarlo… E lui le aveva prontamente fornito la chiave per liberarsi da quella tirannia.
Senza dubbio, il fato aveva un buon senso dell’umorismo.
«Bene, mia giovane apprendista» disse Tremotino, facendo schioccare le dita con un sorriso folle. «È tempo di imparare un incantesimo di levitazione».
Regina gli rispose con un’occhiata ansiosa. «Credi ne sarò in grado?»
Più che la moglie del re, sembrava una fanciulla timorosa.
Se la colpa fosse dei suoi vestiti – dal taglio pratico più che elegante – e dei suoi capelli acconciati in una semplice treccia, oppure del suo sguardo liquido e irrequieto… Be’, questo era tutto da stabilire.
Tremotino allargò le braccia a comprendere le pietre incastonate nel terreno davanti a loro. «Si tratta solo di far svolazzare un paio di oggetti inanimati. Non è niente di ché!» Inclinò la testa, scrutando la ragazza. «O forse ritieni che la magia sia troppo potente perché tu possa controllarla?»
Lei non rispose, limitandosi a sollevare su di lui uno sguardo un poco offeso.
L’Oscuro sogghignò. «Chi tace acconsente, cara».
Quel commento, per qualche motivo, sembrò pungerla sul vivo.
«Non è vero!» irruppe Regina. Un momento dopo, parve annaspare nel rendersi conto di aver quasi gridato, e il rossore strisciò sulle sue guance. «Non è vero» ripeté, in tono più controllato. «La mancanza di opposizione non equivale a… a… all’accettazione».
«Interessante». E lo era davvero. «Forse dovresti dirlo a tuo marito, la prossima volta che visiterà il tuo letto».
Seppe subito di aver fatto centro, poiché lei distolse lo sguardo, serrando le labbra e tremando da capo a piedi. Erano fremiti di rabbia? Di umiliazione?
Tremotino lo ignorava.
Dopotutto, entrambi i sentimenti erano utili ai suoi scopi.
«Ti vedo turbata, mia cara».
La ragazza non rispose. Stava ancora cercando di controllarsi.
Tremotino avanzò verso di lei, quindi parlò con la voce bassa di un cospiratore: «Quando conoscerai la magia, quando avrai il potere, il tuo no arriverà forte e chiaro alle orecchie del re».
Regina alzò di scatto il mento ed incontrò i suoi occhi. «È una metafora?» chiese.
Il suo sguardo non tradiva alcuna lacrima, bruciava.
«No» rispose Tremotino, mentre un ghigno si apriva lentamente sul suo volto, «è una promessa».
Lei assottigliò con sospetto gli occhi scuri. «Tu puoi vedere il futuro?»
Ironico, davvero. «Mi è sufficiente conoscere il passato» le rispose. «La magia ti ha già liberata una volta. Lascia che lo faccia di nuovo».
Regina non si mosse. Lo scrutò a lungo, come se cercasse di decifrare gli angoli più reconditi della sua anima.
“Forse ci riusciresti anche, cara, se solo io avessi un’anima”.
Per quel che lo riguardava, credeva di aver intuito benissimo ciò che si celava nel cuore di lei. Dalla rabbia alla sofferenza al rancore all’infelicità.
E quando Regina gli avrebbe confessato cosa voleva davvero, lui avrebbe fatto a pezzi la sua speranza più disperata. A quel punto, la sua opera sarebbe stata completa.
Alla fine, la ragazza annuì. «Mostrami quell’incantesimo».
Tremotino ghignò, scoprendo una fila di denti giallastri. «Hai fatto un altro passo nella giusta direzione» la elogiò.
Regina non sembrò accogliere il complimento col solito, emozionato orgoglio. Ancora tesa, schiuse le labbra. «Davvero la magia mi libererà da… lui?»
«Eccome se lo farà, mia cara!»
Per intrappolarla in altre prigioni, ma questo non poteva certo dirlo ad alta voce. Non sarebbe stato granché, come discorso di incoraggiamento.
In quel momento, Regina sorrise. Era un sorriso così luminoso, così colmo di sollievo, quasi disperato nella sua bellezza…
Tremotino si sentì quasi costernato.
Ci credeva davvero, lei. Credeva veramente che la magia l’avrebbe liberata da suo marito, e già covava l’insana speranza che le restituisse il suo amato.
«Insegnami» chiese Regina, fremente, e lui annuì.
«È ciò che farò» disse, provando per quella ragazza – che credeva di aver deciso quale strada seguire, che credeva di aver scelto di usare la magia – un’orribile pietà.
Ma per chi non ha un’anima, in fondo, non c’è spazio nemmeno per il rimpianto.






















Note:
No, non so cosa sia questa… ehm… cosa.
So solo che il rapporto tra questi due è uno dei miei preferiti in OUAT, e in questo periodo (fosse solo in questo!) la versione giovane di Regina mi ispira parecchio…
La canzone citata è Run degli Snow Patrol.
  
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