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Autore: The Lady of His Heart 23    07/03/2014    3 recensioni
Questa mia brevissima storia è ispirata al libro e al film "The Help"
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Help!

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“Vorrei parlare di cose che mi disturbano”dissi.
“L’ascolto”rispose la donna dall’altra parte della cornetta.
“Vorrei scrivere un libro diverso dagli altri, lo narrerò dal punto di vista delle cameriere nere. Queste donne accudiscono i figli delle donne bianche e in casa non possono neanche usare il bagno allora ho pensato che forse …” esponevo il mio discorso mentre tra le dita mi attorcigliavo il filo della cornetta del telefono nervosa.
“Signorina, mi scusi se smonto così il suo entusiasmo, ma nessuna di quelle donne parlerà mai”disse la donna con aria di superiorità.
“E se lo facessero invece?”domandai in tono di sfida.
“Buona fortuna allora, ha trenta giorni prima di inviarmi un anticipo del suo romanzo, mi raccomando non deluda le mie aspettative”disse la voce dall’ altra parte della cornetta.
“La ringrazio”dissi e riattaccai.
Corsi in camera di fretta e ancor prima di entrare avevo già tolto la canotta del pigiama gettandola sul letto. Aprii l’armadio e mi infilai svelta la camicetta avendo qualche piccola difficoltà coi buchi delle maniche. L’abbottonai così in fretta che dovetti sbottonarla e riabbottonarla perché non mi trovavo con i bottoni.
Mi infilai i pantaloni color cachi perfettamente abbinati alla mia camicetta marroncina. Corsi in bagno e sistemai in un nastro quei miei indomabili capelli ricci. Pulii gli occhiali e scesi saltando quei pochi gradini della scale senza neanche vederli.
Arrivata in salotto mi diedi un ultima occhiata allo specchio li vicino e presi senza pensarci dei soldi che si trovavano su un pesciolino di vetro colorato, un regalo di zia Angela. Misi il giaccone e afferrai le chiavi del mio furgoncino.
Dopo il consenso della casa di produzione non c’era più niente da perdere, dovevo andare da quella cameriera che conobbi l’altra volta a casa di Meredit per i giochi di società e per il te. Mi era sembrata una tipa in gamba e muoio dalla voglia di saperne di più sulla sua vita, di cosa pensa della situazione in cui vive, di tutto. La mia eccitazione era troppo grande. Ormai ero a un passo da coronare il mio sogno, diventare una grande scrittrice, non posso mollare, non adesso almeno.
“Non hai fatto colazione”urla mia madre dalla cucina.
“La farò al Rocy Big!”urlai sbattendo la porta alle mie spalle. Salii sul furgone, lo attivai e partii. La retromarcia era perfetta, quindi deduco che la giornata non possa andare meglio di così. Accesi la radio e per una volta quella pessima recessione non mi mandò in bestia,niente e nessuno avrebbe rovinato questo giorno, e poi cosa potrebbe mai andare storto …

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Ecco chiudersi la porta di casa della cameriera su cui contavo dritta in faccia. Ribusso, non posso arrendermi.
“La prego, voglio solo parlare”dissi.
“Mi dispiace signorina ma non posso”disse la donna timorosa.
“La prego, almeno mi faccia entrare, lasci che le parli e se non vorrà dirmi niente me ne andrò, ma la prego, mi lasci spiegare”dissi implorando.
Vidi un volto sbirciare dalla tendina che copriva il vetro della porta. Dopo qualche istante la maniglia si piegò e la porta si aprì. Entrai quasi esitante.
La casetta era piccola, ma non molto diversa dalla mia. I mobili erano in legno e il divano era rivestito da una fodera marrone in cuoio dello stesso colore della mia camicetta. Se fossi stata un camaleonte mi sarei mimitizzata alla perfezione in quell’ ambiente.
La donna mi fece accomodare in cucina dove si mise a preparare il te. Provai a parlarle e a spiegarle ciò che volevo fare, dell’idea del libro che volevo scrivere e che avevo bisogno del suo aiuto per saperne di più.
“Ma lei è impazzita”disse tremando mentre versava il te nelle tazze.
“La prego, ho bisogno di sapere, la scongiuro”dissi implorandola.
Non so cosa sia riuscito a commuoverla in quelle mie parole, ma sta di fatto che cedette e acconsentì.
“E va bene, ma a una condizione”mi disse cogliendomi di sorpresa.
“Tutto ciò che vuole”dissi.
“Sarà meglio che gliela scrivo io la mia storia e lei poi la valuta va bene?”mi chiese.
“Si, si certo che si!”dissi sorridendo. Rimasi tutta la giornata a casa di quella donna e fu una giornata stupenda fatta di te caldo e quello che amo di più di tutto, la scrittura. Abbiamo parlato e scritto tutto il tempo.
Ogni volta che quella donna mi raccontava un pezzetto della sua vita, riuscivo a comprendere quando fosse semplice e allo stesso tempo complesso tutto ciò che faceva. Ero sempre più determinata a dare una mano a lei e a tutte le donne come lei, il mio libro avrebbe fatto la differenza.

Riuscii a concludere un approssimato manoscritto ancor prima che i trenta giorni giungessero al termine. Dopo neanche due giorni dalla consegna l’editrice mi chiamò entusiasta dicendo che ciò che avevo scritto le piaceva molto e che era disposta a pubblicare il mio libro.
“L’avverto che sarà un bello scandalo”mi disse.
“Pazienza adoro il rischio”

   
 
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