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Autore: Rox the Fox    07/03/2014    5 recensioni
Qualcosa di strano sta accadendo nella mente di John Young: i suoi ricordi, i suoi sogni, tutto sembra sparire lentamente, con dolore. Tutto sembra cadere drasticamente in pezzi, mentre è tormentato da una misteriosa evanescente figura. Il ragazzo, così, dovrà sommare ai suoi problemi, tutto ciò. A chi potrà chiedere aiuto? A chi si affiderà? E, soprattutto, riuscirà a continuare la sua battaglia contro l'Ultra?
Genere: Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Young, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
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Prologo
 
Silenzio.
Null’altro in quel momento poteva dargli la pace. Riusciva a sentire i propri pensieri e basta. Aprì gli occhi e l’accecante bianco di quel luogo gli fece quasi male. Non c’era nulla lì, a parte lui. Si sentiva così umano, così normale. Chiuse nuovamente gli occhi, ma quando li riaprì, tutto era decisamente cambiato. Il candido luogo ove poco prima si trovava, ora era pieno di sangue, come una scatola totalmente rossa in cui lui era intrappolato. Si portò le mani ai capelli biondi, mentre, nella sua mente, facevano capolino una serie di voci che lui conosceva benissimo.
Perché ci hai abbandonati?
Io mi fidavo di te! Eri il nostro leader!
Io ti amavo, John.
Il ragazzo si ritrovò chino sulle ginocchia, le iridi sgranate dallo spavento  e dalla confusione. Cosa stava succedendo? Perché si sentiva così oppresso? La risposta non arrivò mai, ma ciò che giunse a lui fu una voce che poco prima aveva già sentito, ma stavolta aveva le parvenze del miele, dolce, serafica.
 
John. John, svegliati!
 
Cadde nel buio, ma quando il suo mondo tornò luminoso, si rese conto di essere in un luogo totalmente diverso da quello precedente. Era la realtà. China su di lui, vi era Cara, le sue iridi azzurre e luminose lo scrutavano attentamente, con un cipiglio decisamente preoccupato. Fu quando si alzò leggermente che notò con stupore che non era l’unica che lo osservava. Attorno al divano vi erano anche gli altri Tomorrow People. Corrugò la fronte, piuttosto perplesso: « Siete inquietanti. Che è successo? »
Cara gli poggiò una mano sulla guancia, sembrava seriamente preoccupata: « John, sei svenuto. Stavamo litigando e sei caduto a terra improvvisamente. » gli disse la ragazza, serissima.
Il mutante non poté fare a meno di sgranare gli occhi, sorpreso: « Non ricordo nessun litigio. » ammise, mettendosi seduto, pian piano. Russell, che era poggiato dietro il divano, lo scrutò: « Che vuol dire che non ricordi? È stata una cosa pazzesca, io l’avrei ricordato! »
Ricevette un’occhiataccia da Cara, mentre John non sembrò neanche ascoltarlo. Cos’era l’ultima cosa che ricordava? Un lancinante dolore lo colpì, ma fu così fulmineo, anche se intenso, che gemette soltanto. Guardò la giovane, che era ancora davanti a lui: « Su cosa stavamo discutendo? » chiese.
« Lascia stare. » sbottò lei e fece per allontanarsi. Il povero John si passò una mano fra i capelli biondi e tirò un sospiro, mentre Russell gli si avvicinò, scrollando le spalle: « Donne… » lasciò in sospeso la frase, con un flebile sorriso sul volto. Si alzò dal divano, finalmente, mentre gli altri tornavano alle proprie faccende, Russell compreso.
Mi dispiace tanto, John.
Quella voce, quella frase, lo fecero sussultare. Non era Cara, né una delle ragazze lì presenti. Era qualcuno di nuovo, per lui. Ma chi?
Chi sei? Che ci fai nella mia testa?!
Ma nessuno rispose a quell’appello. Chiunque fosse stato, era già sparito, dileguato nel nulla, così com’era venuto. Sperò solo di non averlo immaginato o questo avrebbe significato che era messo davvero molto male.
 
Stephen arrivò nel tardo pomeriggio e ad accoglierlo vi fu Cara, con la sua aria seriosa, fin troppo.
« Ci sono novità? » chiese la mora, andando subito al dunque, senza perdersi in inutili convenevoli.
« Potresti anche farmi un sorriso, ogni tanto. » protestò lui, con aria piuttosto divertita. La truce occhiata di lei gli fece perdere la leggera allegria che aveva e si schiarì la voce: « Ci sono novità, sì. L’Ultra è riuscita a catturare due gemelli, ma una di loro è scappata. Vogliono che la riprenda. »
« E tu arrivi qui totalmente tranquillo, sorridendo anche! Stephen,  la situazione è parecchio grave! » esclamò. Probabilmente era troppo concentrata all’andamento delle cose lì, con gli altri Tomorrow People, per preoccuparsi dell’Ultra. Il ragazzo alzò le mani, in segno di resa: « Ok, ok, scusa… ti terrò aggiornata, per quel che mi riguarda. Dicono sia molto pericolosa. » la informò, riguardo la fuggitiva.
« Come si chiama? » chiese lei, avviandosi verso la stanza dove tenevano Tim.
Stephen sembrò pensarci su e il nome gli venne in mente quando giunsero a destinazione: « Eveline Winters. » s’illuminò. Senza neanche ricevere l’ordine, Tim proiettò sullo schermo quelle che erano le generalità della ragazza, con foto annessa. Stephen e Cara l’osservarono a lungo. Aveva lunghi capelli rossi, che tendevano naturalmente all’arancione e una spruzzata di lentiggini sul volto, nella quale erano incastonati, come due gemme preziose, gli occhi azzurri.
« Eveline Winters. Data di nascita: 14 Settembre 1993. Le informazioni disponibili sono queste, sono spiacente. » comunicò il super computer, col suo tono meccanico. I due ragazzi sgranarono le iridi: « È impossibile! Tim, cerca ancora! »
« Non c’è nient’altro, spiacente. » ripeté però lui. Cara sbuffò sonoramente, mentre Stephen accennò ad un sorriso: « Almeno sappiamo com’è fatta. » disse, tentando di sdrammatizzare. In quel preciso istante, John entrò nella stanza, tranquillo, sembrava aver ripreso un po’ di colorito: « Stephen. » lo salutò con un cenno del capo, avvicinandosi a loro e puntando gli occhi sulla proiezione di Tim, guardando poi, in modo alquanto interrogativo, i due.
« Una fuggitiva, ricercata dall’Ultra. Ha un gemello e, sinceramente, non capisco perché Jedekiah sia così ossessionato da questi due! » esclamò Stephen, incrociando le braccia al petto. John si fece serio, improvvisamente: « Gemelli, hai detto? Un motivo in più per fermare l’Ultra. Mettiamoci al lavoro, prima la troviamo, meglio è. »
Cara fece per replicare qualcosa, con il suo fare autoritario, forse ricordando a John che adesso comandava lei. Ma il biondino non l’ascoltò, troppo impegnato a sentire la misteriosa voce nella sua testa che, quasi come un sussurro, diceva qualcosa.
 
Tu non farai proprio niente, John Young.




Angolo autrice.
Salve a tutti! Non sono molto orgogliosa di questo prologo, ma ho scritto tutto di getto, quasi senza pensare (non si dovrebbe fare così, lo so D:). Ho bisogno di consigli, li accetterò tutti con piacere! Spero comunque che vi piaccia, per quanto banale e mal scritta possa essere!
   
 
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