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Autore: angeljamesj    07/03/2014    3 recensioni
Era sempre davanti a me, mi passava accanto, mi guardava e non mi vedeva, mi sentiva ma non mi ascoltava, era questo il problema. Lui c’era e non c’era. Magari mi chiedeva i compiti di matematica ma non badava mai a me, ero una delle tante capitate sotto mano.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James McVey, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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10 marzo 1998, Londra                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    Non mi sono mai sentita all’altezza di niente, stavo sempre lì seduta al banco o sdraiata sul letto, in perenne silenzio. Tutto mi trapassava, ma non lasciava nulla. Ero una ragazza timida che non parlava mai con nessuno, amavo da lontano, sognavo senza speranze, suonavo e non trasmettevo niente. Mia madre mi chiamava ‘idiota’ perché non parlavo a scuola e non avevo amici, lei di amici ne aveva e anche troppi. Ma naturalmente ero io l’idiota che se li portava a letto senza ritegno ero io quella che si scolava alchool e non si degnava di mostrarmi affetto. Forse la causa della mia apatia e del mio silenzio era anche lei, insieme al mondo intero, insieme alla morte di papà, insieme a James che non mi guardava neanche. Già, lui non mi guardava ma io si, ero perennemente con lo sguardo sul suo viso, sul suo corpo mancava poco e con gli occhi sarei riuscita a trapassargli la mente sentendo i suoi pensieri. Era sempre davanti a me, mi passava accanto, mi guardava e non mi vedeva, mi sentiva ma non mi ascoltava, era questo il problema. Lui c’era e non c’era. Magari mi chiedeva i compiti di matematica ma non badava mai a me, ero una delle tante capitate sotto mano. Ma lui invece, era l’unico che io vedevo ed ascoltavo veramente, perché tutto il resto mi passava come il vento tra i capelli. Il resto era nulla quando lui era nelle vicinanze e c’era sempre perché la mia mente non lo lasciava mai andare, era un punto fisso. Non sapevo il suo colore preferito o la musica che gli piaceva ascoltare, non sapevo le cose basilari. Ma si poteva dire che fossi innamorata di lui. Perché dopo tre anni passati ad osservare a scoprire, a cercare cose su di lui c’ero finita dentro anche io, ero finita nel girone come molte altre. Molto probabilmente non ero il suo ‘tipo’ come non lo era nessuna nella nostra scuola, sembrava avesse usti alquanto raffinati dato che metà scuola non gli andava bene,ragazzo strano. Un po’ come me, no?                                                                                                                                                                                                                                                                            Camminavo per i corridoi della scuola con il mio nuovo libro stretto al petto, i capelli biondo cenere mi cadevano davanti agli occhi e mi coprivano la vista, ma l’unica cosa che volevo vedere erano le punte dei miei anfibi e il pavimento che scorreva sotto di essi. Dovevo arrivare in tempo alla mensa, se no niente pranzo e sarebbe stata dura non mangiare fino al mattino seguente dato che a casa m deprimeva mangiare sola. Ero convinta che davanti a me non ci fosse nessuno così continuai a camminare a passo sostenuto finche qualcosa o meglio qualcuno non mi venne contro facendomi cadere il libro e facendone uscire il foglio in cui come una ragazzina di due anni avevo scritto un miliardo di volte ‘james’,non  alzai lo sguardo impaurita e raccolsi il foglietto da terra, senza badare al libro, volevo evitare di fare brutte figure ma..«carine le scritte sul foglietto.» disse una voce che conoscevo a memoria nella mia testa. James era – come al solito perfetto -  davanti a me e mi guardava con un ghigno divertito sul volto, io avevo di sicuro uno sguardo terrorizzato in volto e non osavo immaginare cosa stesse pensando di me quel ragazzo che tanto bramavo, come potevo passare per la parte della stupida per l’ennesima volta? Presi il libro dal pavimento e tornai a guardarlo torturandomi la gonna di cotone nero con la mano che stava pian piano diventando sudata dall’ansia. Non avevo la piu’ pallida idea su cosa dire, nella testa non passava piu’ niente. «Ora vado.» dissi passandogli accanto e abbassando di nuovo lo sguardo per cercare di non piangere. Perché ogni volta che stavo tranquilla doveva succedere qualcosa? Come poteva, poi, capitarmi con lui?  Mi uscì un singhiozzo mentre spingevo la porta del bagno e mi appoggiavo contro di essa scoppiando letteralmente. Doveva capitare sempre a me, ero sempre io quella difettosa e tutti erano lì pronti a ricordarmi che qualcosa di sbagliato lo facevo sempre. Poi però qualcuno bussò alla porta, era difficile che delle ragazze nell’ora di pranzo venissero nel bagno dell’ala ovest dato che avevano quello accanto alla sala mensa. Allora chi poteva essere?  Mi asciugai gli occhi e tutta tremante aprii la porta trovandomi davanti l’ultima persona che mi sarei mai aspettata. Mi prese il volto con le mani grandi e morbide e poggiò le sue labbra sulle mie. Restai paralizzata, pensando che forse stavo solamente sognando, come poteva succedere una cosa del genere?  Appena si staccò «sei tu.» disse a pochi centimetri dalle mie labbra. I nostri respiri ad intrecciarsi. Lo guardai interrogativa «s-sono io cosa?» sussurrai sconvolta. «Sei tu quella che cercavo e che ho aspettato per tanto, troppo tempo.» rispose tornado a baciarmi. Poteva esistere sensazione migliore di quella?  No, ero innamorata e finalmente felice.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                     Tataaaaan sono tornata con una nuova One-Shot che all'inizio e triste ma finisce bene. Mi è piaciuto molto scriverla con il sottofono di Birdy con “Let Him Go“,“No angel“ e “All You Never Sayd“, bhè che dire spero che vi sia piaciuta e mi fareste tanto felice se lasciaste una - anche piccola - recensione qui sotto, grazie mille a chi lo fa. Come ho accennato alle ragazz che hanno recensito la vecchia One-Shot molto presto - non proprio molto - pubblicherò una storia su James - in quante hanno capito che James è il mio 'preferito'un applausa anche a voi ahah- spero che siate in molti a seguirla a presto. E mi scuso immensamente se i capitoli vengono tutti saltati o con le frasi messe male ma ho problemi con il computer. Giulia
   
 
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