Era una domenica di estate, e il maresciallo Cecchini si godeva il sole di Spoleto sul balcone, leggendo il giornale.
La radio lo accompagnava con una canzone in sottofondo, e gli odori della cucina di Caterina lo travolgevano.
Il capitano Tommasi era appena arrivato con la piccola Martina, e tentava – insieme Lia – di farle lavare le mani tra le risate e i capricci.
Il maresciallo sorrideva.
Voltò la pagina del quotidiano del luogo, quando in basso vide un trafiletto che faceva da pubblicità a uno dei macellai più famosi di Spoleto. Era famoso non per la sua carne, ma per le trovate pubblicitarie che trovava ogni anno usando dei calendari con povere ragazze in cerca di lavoretti.
Voltò ancora pagina e prese a leggere la sezione dedicata allo sport. Quando, all’improvviso, si bloccò, tornò indietro con la pagina e prese ad urlare: < Caterina! Caterina! > .
La moglie preoccupata da quell’urlo si precipitò dal marito e fu seguita dal capitano e Lia che teneva tra le braccia la piccola Martina.
< Cosa succede? > domandarono all’unisono.
< Ma sai che pensavo? Che quel porco del macellaio quest’anno non ha fatto calendari con le ragazze, chissà perché! >
Gli altri si guardarono imbarazzati e risposero: < chissà perché! > .