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Autore: scapparsi    09/03/2014    5 recensioni
«But with the beast inside
There’s nowhere we can hide, I can’t escape this now
Unless you show me how.»
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Demons.

«But with the beast inside
There’s nowhere we can hide, I can’t escape this now
Unless you show me how.»
 

La gelosia non è una brutta cosa, non è possibile considerarla addirittura una malattia, una fissazione. La gelosia è un'insicurezza, è amare una persona ma aver paura che questa provi quel sentimento per qualcun'altro.
Questa a volte viene confusa con l’ossessione, viene confusa con l’amare in modo morboso una persona ed ucciderla a causa di quel sentimento malato.
Charlie credeva che Luca fosse geloso. Si sbagliava. Lui era ossessionato da lei, dalla sua voce, dai suoi capelli dorati e gli occhi castani. Luca non l’amava. Luca era ossessionato da Charlie. Lei lo negava, forse più per convincere se stessa che gli altri che incominciavano a preoccuparsi di quei lividi ricorrenti e quel sorriso forzato.
Charlie amava perdonare, credeva che bisognasse sempre dare una seconda possibilità a tutti senza rendersi conto che le persone sono come i lupi: perdono il pelo, non il vizio.
Capì di dover fuggire troppo tardi, lui ormai l’aveva segregata in casa e scappare era impossibile. Non poteva uscire, non poteva avere contatti con il mondo esterno. Si era ben presto dimenticata di come era fatto il mare che lei amava tanto, si era dimenticata dell’odore dei capelli della madre, della gentilezza della sorella e del sorriso del padre.
Si ribellava arrendendosi quasi subito. Lui era troppo forte.  La puniva sempre, per cosa nessuno sapeva dirlo.
La punizione peggiore era dormire al buio. Charlie ne era letteralmente terrorizzata. Si sedeva in un angolino e si abbracciava dondolandosi avanti ed indietro aspettando di essere punita.
Quando entrava nella stanza lei doveva sempre sorridere perché lui voleva che fosse felice. Ed era straziante sorridere quando l’unica cosa che volesse fare era piangere. E così incominciò a scrivere rendendosi conto a poco a poco dei demoni che le divoravano l’anima lentamente.

 

12/01/2001

Caro diario,

ho paura dei demoni che si celano dentro la mia anima. Quando lui è qui mi aiutano ad essere forte e a mostrare il sorriso che lui ama tanto anche se me lo sta togliendo giorno dopo giorno. Ma quando lui se ne va loro lo sostituiscono e non so dove possa nascondermi. Loro sono ovunque. Sono nell’oscurità. Sono nei suoi occhi. Sono in questa stanza. Sono dentro di me.
A volte Luca permette ai miei di venire a cena. Mi lava, mi veste, mi pettina i capelli e mi bacia la fronte tornando il ragazzo di cui sono sempre stata innamorata. Alla mia famiglia non dico niente. Voglio nascondere la verità, voglio difenderlo perché lo so che lui mi ama nel profondo. Anche lui vuole proteggermi, lui ci tiene a me ed ha paura che io non lo ami è per questo che si comporta così.
Dopo che mi punisce glielo dico, glielo urlo che l’ho sempre amato e lui scoppia a piangere e mi abbraccia forte: “Scusa- mi dice- non succederà più” ed io gli credo. Io gli credo perché è giusto che sia così.

 

3/02/2001

Caro diario,
ti sto scrivendo grazie alla fievole luce emessa dalla finestra. La vista è un po’ scadente ma mi piace immaginare cose al di là di quella casa abbandonata che ho di fronte. Immagino giardini pieni dei fiori che amo tanto, immagino io e mia sorella che corriamo velocissime mentre mio padre e mia madre ci inseguono esausti. Immagino il mio sorriso splendente e i miei occhi che brillano. Voglio salvare quella luce che emettono sempre più difficilmente. Voglio scappare ma so che lui farà del male ai miei genitori se non mi trova, ed io non voglio che succeda qualcosa alla mia famiglia.
Il telefono ha squillato oggi. Luca ha risposto e mi ha passato l’oggetto. Erano i miei genitori. Ho fatto la brava e ho fatto finta di nulla ma mi ha punito lo stesso e dopo è uscito. E’ tornato dopo qualche ora e mi sono schiacciata contro la parete e ho pianto. Mi ha dato uno schiaffo e poi è scoppiato a piangere anche lui.
L’ho stretto debolmente: “Non piangere-gli ho detto-andrà tutto bene”, avrei potuto scappare ma lui è troppo veloce.
Ricordo di quando andavamo al parco e mi rincorreva, eravamo così felici.

“Non mi prenderai mai” urlai correndo più veloce che potevo.
Il vento soffiava forte scompigliando i capelli lunghi che odiavo tanto ma che lui amava da morire. Il parco era strapieno di persone e tutti ci guardavano sorridenti, altre coppie di ragazzi ci guardavano con invidia mentre litigavano. Eravamo perfetti noi due insieme.
Mi fermai e sorrisi mentre riprendevo fiato. Delle braccia mi strinsero da dietro. Mi girai e ci abbracciamo ed io seppi che quello era l’unico posto nel quale mi sarei sentita a casa: tra le sue braccia.

Vorrei tornare indietro e non innamorarmi di lui. Non lo so cos’è che mi colpì di lui. Forse il suo sorriso o il suo essere sempre gentile. O forse perché vidi nei suoi occhi la stessa disperazione che c’era nei miei.

 

7/03/2001

Caro diario,
domani è la festa della donna e Luca mi ha detto che mi porterà fuori a cena.
Mi ha comprato un vestito ma non mi sta bene, sono diventata troppo magra e mi si vedono le costole. Lui dice che sono bellissima.
Ho pianto.
Non è vero.
Mi ha distrutta e ha fatto in modo che nessun ragazzo mi trovi stupenda.
Vorrei essere un uccello e volare via da qui, ma se mi butto da un palazzo non spiegherò le ali. Pazienza, mi son detta.
Il prete quando ha celebrato il matrimonio ha concluso dicendo: “Finché morte non vi separi”.
E finalmente la morte mi prenderà con sé avvolgendomi con il suo manto nero. Finalmente la morte mi libererà da questa agonia e volerò lontano da questa merda.
Lo vedrò all’inferno, a meno che Dio non perdoni la mia scelta.
Ma tanto, pazienza. Non è colpa mia se morirò. E’ colpa di Dio perché avrebbe dovuto fare il suo lavoro: difendere i buoni e punire i cattivi.

Addio, nessuno.


Buongiorno lettori.
Ieri, come ben tutti sapete, è stata la festa della donna e allora ho ben pensato di scrivere una one shot a riguardo mentre il 2 Capitolo di "Syringa" è ancora da revisionare. Non ho molte cose da dire, in realtà sì ma è meglio che mi stia zitta altrimenti rompo con tutto ciò che ho da dire sulle donne.
Concludo dicendo che la storia si è ispirata alla canzone "Demons" degli Imagine Dragons e che tengo molto ad essa essendo una femminista.
Arrivederci, scapparsi.  

 

   
 
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