Storie originali > Commedia
Ricorda la storia  |       
Autore: NorwegianWinds    11/03/2014    0 recensioni
Alex è un giovane musicista allo sbando: è appena stato cacciato dalla sua band, i We Love Thighs, e non sa cosa fare del proprio futuro. Tra tostapani molesti, amici fedeli, pornobimbe silenziose, vecchie guide ed ex mogli alla ribalta, riuscirà Alex a ritrovare la propria strada e la propria musica?
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Pioggia.
Ogni grande storia, ogni grande film inizia in una fottutissima giornata di pioggia. La mia storia, invece, finisce.
Non scherzo: sono davvero alla fine di tutto. Cammino per queste vie sudicie e bagnate e non so nemmeno più dove sto andando. A malapena mi ricordo cosa ho fatto per tutto il giorno.
Niente, credo.
Ecco cosa mi aspetta. Il vuoto totale. Dopo anni passati a spostarmi freneticamente da un posto all'altro, concerti, interviste, notti interminabili, amanti insaziabili, fan scatenate.
E adesso, invece... Un nulla senza fine davanti ai miei occhi.
Passo davanti a un negozio di televisori. Sono giganteschi, bellissimi. Nonostante tutti i soldi fatti con la band, non me ne sono mai potuto permettere uno. E' comprensibile. Il nostro agente i soldi li faceva girare. Li trasformava in pubblicità, gadget, dischi, singoli, videoclip _ perché è quello che al giorno d'oggi ti porta al successo, quanta pubblicità hai, quanto sai venderti. Non è colpa sua se è finita.
Ci sono io, in una di quelle televisioni maestose che trasmettono canali a caso. E' un telegiornale di Mtv, figuriamoci, e ha l'esclusiva sul grande scoop.
Lo schermo è così grande che quando mi fanno un primo piano posso vedere ogni poro della pelle, ogni piccola ruga che si sta creando, ogni pelo di barba. Fa un po' schifo, a dire il vero.
A pensarci bene, forse non voglio uno di questi mostri in HD.
In tv sono impacciato e non riesco a fissare la folla, ma solo il microfono. Sembro strabico. E' sempre stato così nelle conferenze stampa. Non so mai a chi devo rivolgermi quando parlo: ai giornalisti, ai fotografi che mi abbagliano con i loro dannatissimi flash, alle telecamere che incombono da ogni parte, al cinese che aspetta che la sala venga sgomberata per poter pulire il pavimento? Occhi bassi e parole mormorate, tanto ci pensa il microfono a farle rimbombare ovunque.
In realtà lo schermo è muto, ma so perfettamente cosa sto dicendo.
"E quindi, per le questioni di incompatibilità artistica di cui ho parlato prima, ho deciso che per me è meglio lasciare i We Love Thighs, affinché possano proseguire il loro percorso musicale senza essere ostacolati dalle divergenze tra noi..."
Ehi Alex, che programmi hai per stasera?
Una bella bottiglia di whisky e un flaconcino di farmaci. E preparare lo scoop di Mtv di domani:
"Alex Caviezel è stato trovato morto nel suo appartamento di Manchester; si sospetta che avesse ingerito grandi quantità di alcol e psicofarmaci. Alex aveva comunicato due giorni fa di voler lasciare la band di cui era frontman, i We Love Thighs, ma evidentemente non ha retto il colpo..."
Ecco, una cosa del genere.
E poi io, evanescente fantasma, voglio godermi le facce attonite di Matt, Eddie e Phil. Eddie soprattutto, visto che è stato lui a mettersi contro di me e a trascinare gli altri. Perché lui è un chitarrista fottutamente carismatico, mentre io sono sostanzialmente uno sfigato. Così sfigato che non sono stato capace nemmeno di tenermi stretta la band che io ho fondato. Così sfigato che stasera non avrò abbastanza palle per un'uscita in grande stile, per una morte da rockstar e una vendetta da gran bastardo.
I morti sono sempre santi e hanno sempre ragione e i vivi passano il resto delle loro esistenze a rodersi il fegato per i sensi di colpa. Ma io risparmierò loro questa sofferenza e farò finta di essere superiore, anche se la verità è semplicemente che non ho il coraggio di fare niente.
E quindi, Alex, che combini stasera di bello?
Ah già, sono in piedi da mezz'ora davanti al negozio di tv, e sta ancora diluviando e non ho ancora deciso niente. Però qua vicino c'è l'Interzone, e lì sicuramente avrò qualche bicchierino gratis, e roba da mangiare, e qualcosa per asciugarmi. Dawson è innamorato di me, se ne occuperà lui. Inizio a correre come se l'Interzone fosse il posto che mi cambierà la vita. Invece cambierà solo il mio prossimo quarto d'ora.
Entro col fiatone e in un attimo si crea una piccola pozzanghera intorno ai miei piedi.
Dawson, il proprietario del locale, si illumina in viso vedendomi. L'Interzone è, come sempre, bellissimo e deserto.
- Si batte la fiacca anche stasera, Dawson? -
Lui fa un sorriso un po' mesto e mi guarda con i suoi grandi occhi scuri
- Guarda come ti sei ridotto. Sei fradicio... Dammi la tua giacca -
Scompare nel retro, ritorna con un asciugamano. Me lo appoggia sulla spalla, mi scompiglia i capelli bagnati, mi fa una leggera carezza.
Lo fa sempre. Siamo stati a letto insieme un paio di volte, nel corso della nostra lunga amicizia. Niente di impegnativo, in ogni caso.
Mentre mi asciugo noto che mi versa da bere e mi scruta di soppiatto.
- Ho saputo di quello che è successo con la band. Mi dispiace un sacco. Devi essere piuttosto giù di morale -
Certo che lo sono, ma mi rifiuto di mostrarlo a chiunque. Faccio il gradasso esaltato, che è meglio.
- Giù di morale? Scherzi? Questa cosa è arrivata al momento giusto. Ho già nuove idee, per un.... Progetto solista -
Sulle parole progetto solista mi sale di nuovo il magone. Mi impappino e balbetto qualcosa di inarticolato e stupidissimo, tipo - Ho... Ehm... Ho già pronto... Ah... Qualche pezzo mio -. Pietosa menzogna. E chiunque se ne accorgerebbe.
Chiunque, ma non Dawson, che mi guarda adorante. Crederà sempre a qualunque cosa io gli dica. Crederà sempre in me. Infatti fa un gran sorriso.
- Ma è fantastico, Alex! Mi piace come stai reagendo a tutta questa faccenda-
Poi mi rendo conto che gli sta venendo in mente qualcosa, e prego qualche dio della pioggia per non finire ancora più nella merda di adesso.
- Alex, stavo pensando... Se hai già qualche pezzo pronto, potremmo organizzare un concerto qui! Potrebbe essere una grande occasione per lanciare te come solista e far funzionare questo locale... Che ne dici? -
... Ecco, appunto. Il dio della pioggia, se c'è, è sordo e pensa solo a pisciare su Manchester per divertimento.
Cerco di temporeggiare, non lo so Dawson, ci devo pensare, non ho poi così tanti pezzi, insomma vedremo ma per ora non prendere iniziative. A quel punto voglio solo levarmi di torno per evitare altre proposte scomode. Tipo andare a dormire da lui e cose del genere. Non sono proprio dell'umore giusto. Lo batto sul tempo, ringrazio - saluto - torno a casa.
Perché a questo punto non c'è davvero nient'altro da fare.
 
 
Vengo svegliato da un suono insistente e insopportabile. Rimango immobile nel letto, pensando che se resto esattamente in questa posizione (a pancia in giù, faccia spiaccicata contro il cuscino, un filo di bava che mi esce dalla bocca) il suono smetterà e io potrò rimettermi a dormire, cervello spento totalmente ancora per un'ora o due. E infatti il suono smette. Per ricominciare circa quattro minuti dopo. Con un grugnito getto in aria il piumone e scendo di sotto per rispondere al telefono. Il pavimento gelido e l'ennesima giornata di pioggia scoraggiano all'istante la mia baldanzosa erezione mattutina.
- Pronto? - ho una voce schifosa, roca, impastata, piena di catarro. Colpa del freddo e delle quaranta sigarette di ieri. Ma tanto per un po' non dovrò cantare, no?
... A quanto pare mi sbaglio di grosso.
- Alex, sono Dawson. Ti ricordi del progetto di cui parlavamo ieri, del concerto da solista, eccetera? -
- Tu ne parlavi, Dawson, non io -
- Sì, ok. Beh, insomma. In ogni caso mi sono messo in contatto con un mio amico che fa il giornalista, sai, lavora al Sun. Gli ho dato la notizia e lui provvederà a diffonderla, in fondo il Sun è il tabloid più venduto d'Inghilterra -
- Aspetta un momento scusa... Che notizia? -
- Che farai un concerto all'Interzone! Fra un mese esatto. Data già fissata. Da oggi inizio la prevendita dei biglietti! -.
Riattacco di colpo e corro in bagno. Il tempo di raggiungere il cesso e vomito l'anima. O è stato lo shock della notizia, oppure l'aria ghiacciata che ha distrutto il mio fragile equilibrio interiore fatto di alcool e panini ipercalorici di Dawson.
Dawson.
Maledizione.
Un mese. Per preparare pezzi che non esistono. Bel debutto solista di merda. Già lo vedo cosa diranno i giornali. Pezzi superficiali. Accordi dozzinali, già sperimentati e sentiti migliaia di volte. L'ennesimo frontman che senza una band alle spalle non vale niente.
E poi che cazzo, ho appena avuto un brutto colpo, voglio un attimo di pausa per elaborare. Digerire. Altrimenti rigetto tutto. Basta musica per un po'.
E invece.
 
...Fottiti Dawson. Fottiti.
 
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Commedia / Vai alla pagina dell'autore: NorwegianWinds