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Autore: Morgan_    12/03/2014    6 recensioni
Elden appartiene alla razza elfica, ma è stata allevata dai Nani. Quando il suo amico e fratello Gimli viene invitato a recarsi a Gran Burrone per rispondere alla minaccia dell'Anello, decide di partire con lui, per proteggerlo. Ed è proprio a Gran Burrone che incontrerà un certo principe degli Elfi...Con il quale dovrà passare più tempo di quello che desidera, dato che entrerà a fare parte della Compagnia dell'Anello.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Vita morte e miracoli di Elden figlia di Tolen'
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PROLOGO
-Groin, vieni a vedere!- gridò il Nano.
-Cosa c’è, Bofir? Cos’hai da grid... Oh- Groin si fermò appena messo piede nella radura, paralizzato dall’orrore: una coppia di persone, un uomo e una donna, erano riverse a terra, senza vita, e, tra gli schizzi di sangue era seduta una bambina, di sì e no un anno, i suoi grandi occhi verdi si guardavano intorno spaventati.
-Per tutte le pietre preziose, cosa è accaduto qui?-
-Non ne ho la minima idea…- Bofir si avvicinò alla donna e la guardò in viso. Quando il suo sguardo cadde sule orecchie di lei, sgranò gli occhi. -Oh, per tutte le miniere…-
-Cosa? Cosa c’è?-
-…Sono Elfi-
Groin prese in braccio la bambina, e la guardò attentamente.
-Bofir…Hai proprio ragione. Anche lei ha le orecchie a punta. Però non sembra ferita… sta bene-
-Gli adulti sono entrambi morti- osservò Groin.
-E adesso cosa facciamo?-
 
CAP 1
-Giù giù la birra va, e intanto noi ci ubriachiam! Giù giù…-
Elden afferrò un altro boccale di birra e ne trangugiò il contenuto, scatenando tra i Nani risate e scommesse.
-Scommetto una gemma che Elden ne beve più di venti e batte Gimli!-
-Due gemme che questa volta vince Gimli!-
-Un pezzo da otto che Elden lo batte!-
L’Elfo femmina oggetto delle attenzioni dei Nani ruttò sonoramente e ricominciò a bere, non mostrando nemmeno uno dei tanti sintomi della sbronza colossale di cui avrebbe dovuto essere preda, e di cui invece era in balia Gimli, il Nano che l’aveva sfidata.
Elden si scostò alcune ciocche di capelli castani dal viso, e sorrise affabile a Gimli.
-Gimli, non è il caso che ti arrendi? Non hai possibilità contro di me, lo sai!-
Lui, per tutta risposta, la guardò torvo, prima di borbottare qualcosa di simile a un -Neanche per sciogno- ed abbandonare la testa sul tavolo, russando pesantemente.
-Ho vinto!- annunciò la ragazza Elfo, alzandosi e scolando un ultimo boccale di birra, per poi essere issata sulle spalle dei Nani e portata in trionfo nella taverna.
Elden alzò le braccia al cielo, intonando insieme ai compagni di bevute canzoni dal contenuto non proprio casto finché la folla non si diradò e tutto tornò  calmo.
Alle prime luci dell’alba, si issò sulle spalle il corpo addormentato di Gimli, che, anche se era alto poco più della metà di un uomo normale, pesava come tale.
Si diresse verso una delle tante abitazioni che sembravano quasi scavate nella roccia, spalancò la porta con un calcio, fece scivolare Gimli dalla sua schiena fin su un letto e si sdraiò al suo fianco, sprofondando nel dormiveglia tipico di quelli della sua razza.
-Ohi.. Ohi…La testa…-
Elden aprì gli occhi ai lamenti di Gimli, che, al suo fianco, si massaggiava la fronte ad occhi chiusi.
-Elden… Ti ho di nuovo sfidata a bere, vero?- Quando lei annuì, Gimli sbuffò. -Ti ho già detto di non ascoltarmi quando sono ubriaco!-
Lei sorrise divertita e  si diresse verso una grande tinozza d’acqua presente nella stanza.
-Gimli, o esci dalla stanza, o ti volti. Devo lavarmi-
Alle sue parole, il Nano divenne rosso, e si fiondò fuori dalla stanza, lasciando una Elden alquanto ridacchiante.
Quando la ragazza Elfo uscì dalla casa che condivideva con Gimli e suo padre Gloin, per recarsi con entrambi, da Bombur per consumare insieme la colazione, la investirono i soliti acidi commenti delle femmine del popolo nanico.
-Dovrebbero mandarla via…appartiene alla razza elfica, non alla nostra!-
-Come è possibile che abiti con dei Nani…-
-Li ha ammaliati con le doti tipiche di quelli della sua razza, sporco Elfo…-
Elden le guardò beffarda, i loro insulti non la ferivano.
Certo, da piccola ne era rimasta offesa, ma, crescendo circondata da Nani maschi, dato che le donne non volevano avere niente a che fare con lei, aveva imparato ad ignorarle e deriderle.
Sapeva di essere immortale, che poteva venire uccisa solo in battaglia, come gli Elfi, e di  avere la loro stessa fisionomia, ma sapeva anche che dentro non apparteneva alla loro razza, bensì a quella nanica, pronta ad usare la sua ascia a doppio taglio se si presentava l’occasione.
Coloro che l’avevano cresciuta lo sapevano, e la trattavano come un Nano qualunque, un amico leale ed un compagno di bevute impossibile da battere, senza dare peso alle sue origini, né al fatto che fosse una donna.
Elden non li avrebbe mai ringraziati abbastanza, specialmente Gloin, che l’aveva accolta in casa sua senza esitare, quando suo padre, Groin, uno dei Nani che l’avevano trovata, era morto.
Quando poi, Gloin aveva avuto un figlio, Gimli, ed Elden, nonostante dal suo trovamento fossero passati sessant’anni dimostrava ancora l’aspetto di una bambina di dieci, a causa della crescita rallentata degli Elfi, lei ne era stata felicissima, per l’arrivo di un nuovo compagno di giochi.
Erano passati altri sessant’anni, e, ormai, Elden aveva le sembianze di una ventenne, lo stesso aspetto che avrebbe avuto per il resto della sua immortale vita, nonostante i suoi 121 anni.
Arrivati alla casa di Bombur, Gimli alzò una mano per bussare alla porta, ma Dantin, uno dei Nani che si occupavano di mantenere l’ordine nel loro villaggio, giunse correndo da loro.
-Cercavo te, Gloin, e Bombur. È in casa?- chiese senza fiato per la corsa.
Nemmeno un’istante dopo la porta si spalancò, e l’enorme pancia di Bombur sbucò dalla soglia.
-Chi mi cerca?- bofonchiò masticando un boccone della coscia di qualche animale che teneva in mano. 
-Il Capovillaggio vi sta aspettando. Deve parlarvi-
Gloin e Bombur si guardarono.
-Va bene, arriviamo. Gimli, Elden, non entrate in casa mia e non mangiate il mio cibo- Disse Bombur, minaccioso, prima di allontanarsi insieme a Gloin e a Dantin.
Elden e Gimli si guardarono. Sul viso di lei comparve un sorriso che, negli anni, aveva insegnato ai Nani che significava una cosa sola: guai.
-Li seguiamo, Gimli?-
-Non perdere tempo a chiedermelo, Elden-
-Quindi voi vi aspettate che noi andiamo a Gran Burrone per rispondere alla minaccia dell’Anello?- Esordì Bombur. -Sognatevelo! Non ci metterò mai piede, è brulicante di Elfi, lì!-
Il Capovillaggio sospirò, alzando gli occhi al cielo.
-Bombur…non mi sembra che tu abbia problemi per la presenza di Elden, una ragazza Elfo…-
-Lei non c’entra! Nessuno di noi Nani la considera tale, non si comporta come un Elfo, lei è meglio di un Elfo!- Sbottò Bombur.
Nascosta dietro una maestosa statua raffigurante Thorin Scudodiquercia, Elden sorrise nella penombra. Sentire i suoi amici che la difendevano le faceva sempre provare uno strano ma rassicurante calore nel petto, all’altezza del cuore.
-Piantala di sorridere come un’ebete e ascolta!- sibilò Gimli rifilandole una gomitata nel fianco.
Lei sbuffò e ricominciò a seguire la conversazione.
-Comunque, io non ci andrò. Magari riuscirete a mandarci Gloin, ma io con le avventure ho chiuso-
-A questo proposito… Io avrei un’idea- Gloin, che fino a quel momento era rimasto zitto, si alzò dalla sedia sulla quale era seduto e si posizionò davanti al Capovillaggio. -Credo che Gimli sia adatto per questa... missione? Ha il giusto carattere combattivo, pronto a battersi per gli amici, orgoglioso come ogni Nano deve essere, coraggioso…-
Gimli, accanto a Elden, mugolò.
I quattro Nani si diressero verso la statua, scoprendo dietro di essa Elden e Gimli, entrambi con un sorriso forzato ed imbarazzato sul volto. Gloin sorrise. -Ecco, cosa dicevo? Il giusto spirito d’avventura…-
Il Capovillaggio sbuffò. -Va bene, abbiamo capito. Non che abbiamo molte altre alternative. Volevamo mandare i Nani che avevano contribuito alla presa di Erebor ma… se Bombur non vuole, e anche tu ti rifiuti… Gimli, andrai a Gran Burrone, sarai l’ambasciatore del popolo nanico, se ci sarà una qualche missione o spedizione, tu ne prenderai parte. Buona fortuna. Porta onore ai Nani-
Con la coda dell’occhio, Elden vide Gimli deglutire a vuoto. Sogghignò. Poi, un’idea che reputò geniale le balenò in mente. Si fece avanti. -Voglio andare anche io- disse con risolutezza.
Gimli la guardò con gratitudine.
Il Capovillaggio sospirò sonoramente. -Elden, nel caso tu non l’abbia notato, noi appartieni alla razza nanica, per quanto ti diverta fingere di farne parte. Sei un Elfo-
disse, apatico.
Elden strinse i pugni, trattenendo l’impulso di tirargliene uno sul lungo e bitorzoluto naso. Invece si sistemò meglio le trecce in modo da nascondersi le orecchie a punta.
-Ci devo andare per proteggere Gimli- ignorò il commento di Gimli (“Ehi!”) -Devo guardargli le spalle. Sappiamo tutti che tra il popolo elfico e tra quello dei Nani non scorre buon sangue, e se qualche Elfo cercherà di ucciderlo?-
-Gimli è addestrato per potersi difendere in occasioni del genere-
-Ma la mia presenza potrebbe salvarlo-
Il Capovillaggio cercò di ribattere, ma, appena aprì la bocca, Gloin parlò. -Direi che è un’ottima idea-
Il Capovillaggio deglutì, indispettito. Non poteva ignorare l’opinione di uno dei Nani che avevano contribuito alla rinascita del regno del Re Sotto La Montagna. -Elden… puoi andare-



Saaaaaaaaaaaaalve
Spero che questa ff vi piaccia!
Vi prego, recensite in molti, fatemi sapere cosa ne pensate, così che possa migliorarmi.
Ok, adesso non so più cosa scrivere... è abbastanza imbarazzante. 
Vabbè, ciao, fatevi sentire!
 
  
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