Perfect
Day
Questo è un giorno
perfetto. Sto guardando il mondo dalla
tua moto, senza meta, senza pensieri che ci inseguono. Il prato e il
profumo di
primavera nelle narici.
La natura è spettacolare,
fiori di ogni colore: rossi,
gialli, rosa. Ci fermiamo e scendiamo, corriamo nell’immenso
prato, guardiamo
davanti a noi e ridiamo, quanto è bello ridere. Ho
così tanta vita da vivere.
Mi prendi la mano con delicatezza e
corriamo fino ad un
piccolo lago, ci specchiamo nell’acqua limpida, i nostri
occhi scuri risaltano
nella trasparenza del lago. Mi lasci la mano,mi schizzi con
l’acqua fredda,
rido, oh quanto rido. Anche io comincio a schizzarti, ci divertiamo.
L’aria
profuma, l’orizzonte è così ampio che
ho paura di perdermi senza trovare la
strada per il tuo viso.
Ora sorridi, distogli subito lo
sguardo. Lo so, perché dovresti
provare interesse per una come me? Sono sbagliata, sono rotta e i pezzi
di
ricambio non esistono.
-Ti piace questo posto?- annuisco
debolmente, mi sistemo una
ciocca dietro l’orecchio.
-Se vuoi possiamo
tornarci…- sei gentile, l’unico che è
gentile con noi, con me.
Chiudo gli occhi e mi immagino di
correre per quei prati con
te, come abbiamo fatto oggi, di salire ancora sulla tua moto e ammirare
il
panorama dai mille colori e profumi.
Stiamo rientrando, sto per essere
rinchiusa, di nuovo. Tu
ritornerai alle tue mansioni, io ritornerò ad essere la
strana, la diversa.
Mi porti nella mia stanza, nella mia
prigione. Ho paura di
quella stanza buia, comincio a tremare.
-Tranquilla, va tutto bene- vorresti
tranquillizzarmi.
Vorrei chiederti di rimanere con me, di portarmi via di qui. Ma
è da troppo
tempo che non parlo, ho paura di non esserne più capace.
-Quello che abbiamo fatto oggi
è un segreto ok?- mi strizzi
l’occhio. Entro nella cella e il rumore della pesante porta
che si chiude
dietro di me spegne questo giorno perfetto.
E’ da tre anni oramai che
sono internata, oggi per la prima
volta mi sento di nuovo viva.
……………….
Sono in cortile con gli altri, i
dottori mi osservano.
Pensano che sia peggiorata. Continuo a girare su me stessa lentamente
ad occhi
chiusi: immagino fiori, aria primaverile, immagino te che mi stringi la
mano,
di nuovo. Non hanno notato il mio sorriso.
So che non uscirò mai di
qui, tanto vale immaginarsi una
vita meravigliosa, con te. Ci
deve essere
qualche ingranaggio rotto anche nel mio cuore, penso continuamente a
quel
giorno, a come ci siamo divertiti. Dicono che abbiamo il cervello
difettoso,
forse i dottori hanno ragione a preoccuparsi per me, perché
anche il mio cuore
lo è. Spero che tu mantenga la promessa, spero che mi
regalerai un altro giorno
perfetto, io ti aspetterò, non posso scappare, ho bisogno di
te. Tu dai la
carica ai miei ingranaggi.
Aiutami a trovare i pezzi di ricambio.
Spazio Angelica:
Ciao a tutti! Ringrazio come sempre
per la lettura, spero
che vi sia piaciuto questo breve racconto.
Ho cercato di trasmettere il disagio
della protagonista
internata in un manicomio, ovviamente a quei tempi i malati di mente
erano
trattati quasi come bestie, non come individui. Ora le persone con
disagi
mentali sono molto più aiutate, ma nonostante questo
c’è ancora molta gente
vittima del pregiudizio, dell’ignoranza. Spero con questa
storia di avere
trasmesso qualche emozione, se ne avete voglia fatemi sapere anche con
una
piccola recensione che ne pensate. Grazie
Angelica