All'inizio era tutto nero. Nere le pareti, nero il soffitto, nero il pavimento. Hazel era come avvolta nell'oscurità più totale.
Poi uno spicchio di luce si fece largo nel buio. Una porta si aprì, e un ragazzo entrò dentro.
La luce che entrava dalla porta, che era rimasta spalancata, non rendeva possibile vederlo.
«Hazel Grace» disse. «Ci hai messo più tempo di quello che avevi promesso». 
«Il cancro non agisce con la stessa velocità su tutti, Gus» rispose lei.
Augustus allungò una mano verso di lei, che la afferrò senza titubanza. 
Poi entrambi passarono oltre la porta, verso la luce.
Senza ossigeno, senza cannula, senza gambe finte, senza cancro.