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Autore: ladyhades    16/03/2014    2 recensioni
Oneshot. Rei/Minako. E' facile dare per scontate le cose semplici, ad esempio svegliarsi.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Minako/Marta, Rei/Rea
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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NDA: E' passato un po' di tempo. Dovrei aggiornare l'altra storia, prima di incagliarmi. XD Ma non riuscivo a dormire, e questa piccola, qualsiasi cosa la vogliate chiamare, ne è il risultato.
Non possiedo nulla a parte questo cheeseburger, e non lo potete avere.


No Comfort Here

"Posso portarti qualcosa, cara?"

"Huh? Oh... no. No, sto bene." Rispose distrattamente Rei, posando lo sguardo per un breve momento sull'infermiera. Camice azzurro. Un bell'azzurro luminoso. Curioso come quella particolare tonalità le causasse tanta insopportabile angoscia.

Un sospiro gentile e un leggero fruscio le fecero capire che l'infermiera si stava allontanando, e la ragazza mora si ritrovò ancora una volta sola nella sala d'aspetto.

Da quanto tempo era lì? Ore? Giorni? Non aveva più molta importanza. Il tempo sembrava sempre fermarsi in quell'orribile stanza sbiadita, dove non si poteva trovare alcun conforto. Si era quasi abituata all'odore pungente dei disinfettanti che aleggiava nell'aria, e al debole eco di passi che si muovevano su e giù per i vuoti corridoi. Un televisore appeso al muro nell'angolo più lontano blaterava allegramente, ma non riusciva a catturare la sua attenzione. Quella stanza non cambiava mai. Avrebbe giurato che le riviste sparse sul tavolino vicino fossero le stesse che c'erano più di un mese fa, quando era entrata in quella stanza per la prima volta.

Era davvero passato più di un mese ormai? Poteva davvero qualcuno così pieno di energia e vitalità dormire per così tanto tempo? Chissà com'era il suo aspetto ora? La sua figura già minuta forse era ancora più magra? Uno scheletro vivente, che respirava. Pallida, grigia. Lo stesso colore di quelle mura.

Rei scosse la testa violentemente. No. Meglio non lasciar vagare i pensieri in quella direzione. Non c'era nulla da quella parte se non dolore. Si afflosciò sullo schienale della scomoda sedia e alzò lo sguardo, scrutando con gli occhi viola le piastrelle del soffitto sopra la sua testa.

Tutto ciò pareva così strano. Quasi surreale. Si sentiva vecchia, più di quanto non si sentisse da molto tempo. Ed era tutto dire, pensò. Dopo tutte le volte in cui era arrivata ad un passo dalla morte e a morire davvero, non si era mai sentita così spenta. Sembrava davvero uno scherzo perverso. Potevano ritornare dal mondo dei morti, ma non riuscivano nemmeno a svegliarsi da un coma?

Dio aveva un ironico senso dell'umorismo.

'Minako. Se solo fossi stata un po' più veloce.'


"E' qui tutte le sere?"

"Sì. Povera ragazza. Credo sia un'amica della ragazza bionda nella 102. Non la vedo mai entrare, però. Resta seduta nella sala d'aspetto tutte le sere, ogni sera. Ho visto un gruppo di ragazze entrare quasi tutti i giorni durante il turno giornaliero, ma lei viene da sola."

"E non dice mai nulla?"

"No."

"Mi chiedo cosa sia successo. So che la ragazza della 102 è in coma."

"L'hanno portata qui circa un mese fa, svenuta e mentre stava perdendo parecchio sangue. Era ferita così gravemente che ha iniziato ad andare in arresto cardiaco. Il dottore l'ha messa in un coma 'indotto' per prevenire ulteriori traumi, ma la piccola ne deve ancora uscire."

"Cosa può avere causato tutte quelle ferite?"

"Nessuno lo sa per certo. Pensano che abbia qualcosa a che fare con quegli attacchi occasionali di mostri che ogni tanto si vedono in televisione."

"Huh. Dove sono quelle guerriere Sailor quando hai bisogno di loro?"

"Chi lo sa? Beh, andiamo. E' ora di fare il giro."


"Dormi mai?" le chiese una voce gentile, strappando la miko dai suoi brutti ricordi.

Rei abbozzò un sorriso. "Pessima battuta."

"Mi dispiace." Rispose Setsuna, sedendosi di fianco a lei. "Non intendevo offenderti."

"Lo so." La mora sospirò stancamente, sfregandosi gli occhi. "Sto iniziando a sentirmi come se avessi della carta vetrata negli occhi."

"Credo sia un segno che hai un serio bisogno di riposarti." Osservò la guardiana del tempo, raccogliendo le mani sul grembo.

"Credo che lei stia dormendo abbastanza per tutte noi."

Setsuna sorrise leggermente. "Così testarda. Sono molto preoccupate per te, sai."

"Davvero? E' stata colpa mia."

La donna increspò le labbra. "Ne sei convinta?"

Rei alzò un sopracciglio. "Sei tu quella che sa tutto, e vede tutto. Dimmelo tu."

"Hm."

La miko sospirò frustrata. "Sa tutto, vede tutto, ma non parla mai."

Setsuna inclinò leggermente la testa. "Ormai dovresti conoscere le regole."

"Fin troppo bene." Scattò Rei.

La guardiana del tempo restò impassibile. "Ci sei passata ormai diverse volte, Rei. Lo sai che ci sono sempre dei rischi."

"Certo che ci sono dei rischi. Ma no dovrebbero essere provocati dalle tue compagne."

"Davvero?" rispose tranquillamente Setsuna. "Ricordo di avere osservato una ragazzina mora lanciarsi di fronte a qualsiasi cosa l'universo le scagliasse addosso, tutto per la salvezza di una delle sue compagne."

"Quello è diverso. Proteggere Usagi è il mio dovere. Il nostro dovere."

"E' questo il solo motivo per cui lo fai?" Chiese la donna più grande.

"Certo che no. Tutte noi vogliamo bene ad Usagi. Tutte noi la amiamo. E' qualcosa che faccio senza pensare."

La guardiana del tempo annuì. "E quante volte Usagi si è incolpata ogni volta che a una di noi capitava qualcosa?"

Rei strinse gli occhi. Aveva capito esattamente dove voleva andare a parare. Meraviglioso.

"E' mai stata colpa sua?" chiese Setsuna.

"No. E non le permetterei mai di pensarlo."

"E Minako vorrebbe che tu pensassi che tutto questo sia colpa tua?"

Rei deglutì a fatica. "No."

Setsuna si alzò in piedi. "Dicono che anche nei sonni più profondi, le persone care riescono a sentirti."

La guerriera del fuoco incrociò le braccia. "Dicono anche che il tempo guarisca tutte le ferite."

La donna più grande sorrise. "Credo di sapere una cosetta o due riguardo al tempo. Alcune ferite però hanno bisogno di qualcosa di più."

La ragazza mora sospirò profondamente. "Va bene. Va bene. Ho capito."

"Sei qui tutto il tempo in ogni caso." Replicò Setsuna con un cenno del capo. "Tanto vale andare a vederla. Scommetto che sente la tua mancanza."

Rei si alzò lentamente, con le ginocchia che schioccavano in segno di protesta. 'Non tanto quanto lei manca a me.'


La prima cosa che notò fu l'inconfondibile odore di morte che permeava l'aria. Era quasi soffocante, e dovette mettercela tutta per non fuggire dalla porta, dalla stanza, dal macabro promemoria che non tutto era come doveva essere.

Minako era immobile sul letto di fronte a lei, nella stanza buia, l'unica luce proveniente dalla debole luminescenza del cardiofrequenzimetro di fianco a lei.

Rei represse il nodo che le si era formato in gola, e scacciò le lacrime indesiderate che le stavano spuntando. Non riusciva più a piangere. Faceva male. Dio, perché tutto faceva così male?

'Questo è amore. Guardare qualcuno morire.'

Quei bellissimi occhi blu che avevano rubato il cuore della guerriera del fuoco dal primo giorno che si erano incontrate rimasero chiusi, e i capelli color miele in cui Rei aveva sempre desiderato far scorrere le sue dita rimasero flosci e immobili sul cuscino.

Allora le lacrime arrivarono, incontrollate, e non volevano finire. Così tanto tempo perso. Aveva avuto così tanta paura di ammettere i suoi sentimenti per la bionda, e adesso temeva che fosse troppo tardi. Emersero i ricordi, che continuavano a ripresentarsi ancora e ancora, sembrando succhiarle l'anima dal petto.

Perché? Erano tutte così giovani. Sarebbe mai finita?

Conosceva la risposta a quella domanda.

Minako era così pallida e sottile, proprio come Rei l'aveva immaginata. Le bellissime labbra che aveva sognato di catturare con le sue un giorno o l'altro erano secche e screpolate. Con mani tremanti, la guerriera del fuoco prese un bicchiere d'acqua dal tavolino, e bagnò la piccola spugna che era appoggiata lì di fianco. Si chinò sulla bionda, e passò gentilmente la spugna sulle sue labbra.

"Va meglio?" Chiese Rei con una voce roca che riconobbe a stento.

Mise al loro posto il bicchiere e la spugna e restò di fronte a Minako, senza sapere cosa fare. Era sicura che se fosse riuscita a smettere di piangere, non sarebbe stato così difficile pensare a qualcosa.

"Come ti senti?"

L'unica risposta che ricevette fu il quieto segnale del misuratore di pressione che penetrava nel pesante silenzio. Chinò la testa, e fissò la punta delle sue scarpe con occhi sfocati. Che senso aveva? Non c'era niente che potesse fare per rimediare, niente che potesse cambiare la situazione. Era impotente, e questo la terrorizzava più di qualsiasi altra cosa.

"Forse Setsuna si sbagliava." Sussurrò Rei. "Non so come fare. Non so nemmeno cosa dire."

Silenzio.

"Stupida." Singhiozzò. "Sei una stupida. Perché l'hai fatto? Quel colpo era destinato a me. Se me l'avessi lasciato ricevere..."

'Ora ci saresti tu qui a guardare me morire. Ma questo è l'amore, giusto?'

Spalancò gli occhi violetti. Aspetta. Aspetta. Era questo che Setsuna stava cercando di dirle? Amare qualcuno voleva dire correre dei rischi, fare le cose senza pensare, proprio come aveva fatto Minako quando aveva spinto Rei fuori dalla traiettoria ed era stata colpita da un raggio di energia che le aveva trapassato il petto.

I pezzi iniziarono ad andare al loro posto. Frammenti di ricordi le attraversarono la mente ancora una volta.


"Allora, hai intenzione di uscire con Yuuichirou?" chiese Minako con un sorriso, appoggiandosi al tronco dell'albero sotto il quale lei e Rei si erano riparate. La pioggia improvvisa le aveva colte di sorpresa, e non accennava assolutamente a voler smettere.

"Dio, no. E' così appiccicoso." Brontolò Rei, facendo scorrere le dita in mezzo ai suoi capelli bagnati.

"Ma ti ama." La bionda cinguettò scherzosamente, sbattendo le palpebre.

"Dovrà farsela passare." Borbottò cupamente la ragazza mora.

Gli occhi di Minako si spostarono sulla pioggia torrenziale e il suo viso si fece pensieroso. "Un amore non corrisposto, huh?"

"Cosa ti rende così tanto esperta?" Brontolò Rei.

La bionda si illuminò in un sorriso allegro, e alla miko mancò un battito.

"Perché Pyro, io sono la Dea dell'Amore."

"Sì. Certo." Replicò Rei in tono ironico. "Ecco perché sei ancora single."

Minako finse un'espressione di profondo dolore, e spinse Rei in mezzo alla pioggia. "Questo dovrebbe rinfrescarti le idee. Che acida che sei!"

"Non sono acida."

"Sì che lo sei!"

"Perché dovrei esserlo?" Chiese la mora con aria abbattuta. Era inutile ormai cercare di ripararsi. Era bagnata dalla testa ai piedi, e aveva freddo.

"Perché, anche tu hai un amore non corrisposto." Annunciò allegramente la bionda da sotto l'albero. "La strada del vero amore è cosparsa di rocce aguzze e appuntite."

Rei sorrise nonostante il freddo che le penetrava nelle ossa. "Pensavo fosse, la strada del vero amore non è mai piana?"

"Stessa cosa. Però non l'hai negato."

"Oh, che importa." Brontolò Rei. "Ma non soffrirò da sola."

"Huh?"

La guerriera del fuoco raggiunse il punto in cui Minako si era appollaiata, e si mise facilmente la bionda in spalla, nonostante le divertite proteste. Insieme all'autoproclamata dea dell'amore ritornò in mezzo alla pioggia e la mise a terra.

"Non è stato molto carino." Farfugliò Minako, cercando invano di spingere via dagli occhi delle ciocche bagnate.

"Hai cominciato tu."

"Sei proprio acida."

"Tutti hanno qualcosa che non vogliono che gli altri tocchino." Rispose Rei. Minako dovette sforzarsi di sentire le sue parole in mezzo al rumore dell'acquazzone. "Inoltre." Continuò. "Sembri parlare per esperienza diretta. Quindi forse non sono la sola ad essere acida."

"Forse." Rispose la bionda, pensierosa. "Ma tu sei fredda."

"Eh?"

"Stai tremando." Disse Minako, abbracciando la ragazza più alta.

Rei sentì il rossore salirle lungo le guance, e le ci volle tutta la sua forza di volontà per reprimerlo prima che la bionda se ne accorgesse.

"Un giorno se ne accorgeranno. Devono farlo." Sussurrò Minako. "Nessuno è così lento di comprendonio."

"E' un dato di fatto?" Chiese tristemente Rei.

"Sì." La bionda rispose con un sorriso gentile, alzandosi sulla punta dei piedi per baciare la guancia della mora. "Lo so."

Prima che Rei potesse anche solo realizzare cosa era successo, Minako era sgattaiolata via dalle sue braccia e aveva iniziato a correre in direzione del tempio. "Andiamo Pyro! Fa FREDDO!"

"...huh?" Rispose imbambolata la guerriera del fuoco. Il suo viso si infiammò, ed era sicura che tutto il sangue del suo corpo ormai le si fosse raccolto nelle guance.

Minako si lasciò sfuggire un sospiro di frustrazione e tornò indietro, prendendole la mano e intrecciando le loro dita. "Forza, stupida. Ti prenderai un malanno." Disse con un leggero sorriso, tirando la mano di Rei.

"Basta che mi prometti di non aiutarmi quando succederà." Mormorò cupamente Rei.

"HEY!!!"


"Minako." Sussurrò Rei nel silenzio della stanza. "Non me ne sono mai accorta. Dio, non me ne sono mai accorta."

Altro mortale silenzio.

"Mi dispiace così tanto Minako. Scusami." Singhiozzò debolmente, le lacrime la accecavano. "Ma adesso sono qui. E non ho intenzione di arrendermi. Anche tu non ti devi arrendere. Ti prego. Apri gli occhi."

Niente.

"Andremo dovunque. Dovunque tu voglia. Non torneremo mai più qui. Solo..."

Non c'era conforto lì.

Prese la mano della bionda nella sua, e la strinse gentilmente. Calore. Minako non era morta. E non sarebbe morta finché lei era lì, decise la miko. "Sarò forte, per entrambe, finché non ti sveglierai."

Deglutì a fatica, e si asciugò le lacrime con la mano libera. "Allora ti dirò quello che provo."

La mano che Rei teneva si mosse leggermente, e rispose alla stretta.

'La speranza può essere considerata un conforto?'


NDA: Beh. E' stato esaltante.

NDT: "La strada del vero amore non è mai piana (in originale: The course of true love never did run smooth)" è una citazione da Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare (Atto 1, Scena 1). Ovviamente Minako rielabora, come suo solito, citazioni e proverbi a modo suo XD

  
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