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Autore: Dreamer47    16/03/2014    0 recensioni
"Senti, ci stiamo preoccupando tutti, soprattutto Dean!" disse Sam con un sorriso amaro sul viso, avvicinandosi alla ragazza ancora priva di sensi distesa sul divano. "So che non ci conosci e che potresti essere spaventata, ma sappi che di noi ti puoi fidare, vogliamo solamente aiutarti. Quindi svegliati prima che puoi, d'accordo?".
Il ragazzo la guardò per qualche altro secondo: aveva ancora un po’ di sangue vicino all’orecchio sinistro e sotto il labbro inferiore, mentre il viso ed i capelli biondi erano sporchi di nero, ma nonostante ciò, rimaneva comunque bellissima.
Distolse lo sguardo e andò in cucina per preparare la colazione a tutti, uova strapazzate; non appena iniziò a sbatterle, udì dei versi provenienti dal soggiorno ed immediatamente corse nell'altra stanza osservando la ragazza sbattere la palpebre.
"Avevo detto prima che puoi ma non mi aspettavo così presto" mormorò Sam fra se e se, mentre con due falcate la raggiungeva. "DEAN!".
La ragazza si mise seduta con una gran fatica, ogni singolo muscolo era indolenzito, e si guardò attorno senza riuscire a capire dove si trovasse, per poi focalizzare l'attenzione sulla figura di Sam che le si avvicinò velocemente.
"E tu chi diavolo sei?!".
Genere: Avventura, Fluff, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bobby, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Family don't end with blood'
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Capitolo 2

I'm waking up today
 
 
 
 
Dean manteneva il piede schiacciato a tavoletta sull’acceleratore per arrivare da Bobby nel minor tempo possibile; i due fratelli non sapevano cosa fare, come aiutare la ragazza bionda che giaceva ancora priva di conoscenza sul sedile posteriore, ma Bobby lo avrebbe saputo, avrebbe trovato una soluzione come aveva sempre fatto con tutti i problemi che gli bussavano alla porta. Non sapeva come, ma sapeva che avrebbero dovuto salvarla e proteggerla da qualunque cosa.
Il maggiore dei fratelli la osservava dallo specchietto retrovisore ad intervalli di tre, quattro minuti, continuamente preoccupato per la sua incolumità, per vedere se il suo petto continuava ancora ad alzarsi e ad abbassarsi lentamente, ovvero se continuava a respirare. Non sapeva che razza di veleno le avesse iniettato quel demone, ma sapeva che ne aveva introdotto in grosse quantità nel corpo esile della bionda, proprio come alle ragazze che erano legate accanto a lei in quell’orribile posto.
Scosse la testa e tornò ad osservarla: aveva un’espressione seria sul volto ancora sporco di sangue, non sembrava che si stesse riposando serenamente e ciò fece rattristare il ragazzo. Non sapeva come diavolo fosse possibile, dato che non aveva mai parlato con lei e non aveva avuto modo di affezionarsi alla ragazza all’infuori del sogno indotto dal Jinn, ma aveva bisogno che stesse bene. Aveva bisogno che si svegliasse e che gli parlasse di nuovo per stare bene.
"Cosa le diremo appena si sveglierà?” chiese Sam voltandosi leggermente a guardare la ragazza, interrompendo il silenzio e i pensieri del fratello. “Potrebbe spaventarsi parecchio sapendo che dei demoni verranno per lei".
"Sam, non possiamo nasconderle la verità. Se la cercano, vuol dire che lei fa parte di questo mondo; spero che almeno Bobby riesca a trovare una soluzione" disse Dean sospirando, scuotendo la testa, fissando la strada davanti a sé.
Per la prima volta, il Dean Winchester che aveva sempre in mano la situazione, che era sempre molto sicuro di sé, sapendo quale sarebbe stata la cosa giusta da fare, si era trasformato nell’uomo che non aveva la più pallida idea di come comportarsi davanti ad una situazione del genere. 
Entrambi i ragazzi presero un sospiro, pensando a come si sarebbero dovuti rivolgere ad una ragazza che, probabilmente, non aveva idea di chi fosse, non sapevano come avrebbe reagito ed erano molto preoccupati: erano in viaggio da quasi tre ore e la ragazza non si era ancora svegliata, eppure era viva, i battiti del cuore erano regolari ed il respiro era profondo. Dovevano fare qualcosa e la dovevano fare in fretta.
 
Oltrepassarono il cartello "AUTORICAMBI SINGER" e posteggiarono l'Impala proprio davanti la piccola casa, osservando Bobby che stava lavorando ad una macchina, probabilmente immerso nei suoi pensieri, dato che non li aveva sentiti arrivare.
Quando l’uomo si accorse di loro, i fratelli erano già scesi dall'auto e stavano chiudendo gli sportelli, andandogli in contro con un sorriso amaro, sperando davvero che lui li avrebbe potuti aiutare in quel gran casino.
Bobby aggrottò le sopracciglia e si avvicinò di qualche passo ai ragazzi, stranizzatosi della loro visita, e sospirò osservando attentamente i loro visi, deducendo che qualcosa non andasse.
“Che diavolo avete combinato?” chiese l’uomo sbuffando, mentre i ragazzi si scambiavano un piccolo sorriso imbarazzato.

 
 
 
"Starà bene, si sveglierà fra non molto. Ha smaltito tutta la 'droga' che aveva ingerito, non avrà più problemi” disse Erik chiudendo la sua valigetta, alzandosi in piedi. “Per quanto riguarda la perdita della memoria, lo scopriremo solo quando si sveglierà".
"Grazie amico, te ne dobbiamo una" disse Dean guardandolo sorridente, ma la sua espressione rivelò l’imbarazzo che stava provando.
"Non l'ho fatto per te, ho aiutato Bobby" rispose sprezzante Erik, guardandolo negli occhi ed improvvisamente fu chiaro a tutti i presenti come il dottore stesse soffocando l’impulso di dare un pugno sul viso al ragazzo.
"Beh, ad ogni modo, grazie" si affrettò a dire Bobby, poggiando una mano sulla spalla, accompagnandolo alla porta e assicurandosi che se ne andasse.
I ragazzi si scambiarono un’occhiata veloce, dalla quale Dean si ritrasse abbassando lo sguardo sulla ragazza, incrociando le braccia al petto recandosi in cucina, mentre Sam scoppiò in una leggera risata.
"Avete idea di quanto mi costerà avergli chiesto un favore? Quell'idiota si servirà di me per pararsi il culo al prossimo casino che combinerà" disse Bobby leggermente alterato, entrando nella piccola cucina e appoggiandosi al tavolo, dove Dean era seduto.
“Bobby, era l'unico modo" si limitò a dire Sam sospirando, appoggiandosi al top della cucina .
"Siete sicuri di quello che state facendo? Non la conoscete nemmeno, non sapete neanche perché i demoni la cerchino!" affermò Bobby alterato. Non aveva ancora conosciuto la ragazza, ma già non si fidava.
Dobbiamo Bobby! È una nostra responsabilità e chiaramente non è un demone!" Disse Dean difendendola. Si sentiva molto vicino a quella ragazza che neanche conosceva, non riuscendo a capire il perché, ma di due cose era certo: si fidava di lei e voleva solamente aiutarla.
"Oh davvero? E hai intenzione di fare il babysitter finché non le ritorna la memoria? Ammesso che le torni!" Disse Bobby parecchio agitato, allargando le braccia.
"Ehi ok, calmiamo gli spiriti! Lei è una vittima e se quel Jinn non l'avesse rapita, probabilmente starebbe vivendo la sua vita sana e salva, quindi non possiamo abbandonarla chissà dove e scappare via! È una persona innocente e ha subito quello che ha subito Dean, ma adesso è priva della sua memoria! Dobbiamo aiutarla affinché lei possa tornare alla sua vita, avrà dei familiari che la staranno cercando e noi dobbiamo riportargliela, giusto Bobby? " disse Sam discostandosi dal top della cucina e avvicinandosi a lui, sospirando.
L'uomo sbuffò, scuotendo la testa, e per tutta risposta bofonchiò qualcosa di incomprensibile per i ragazzi, andando in un'altra stanza.
Sam si sedette di fronte al fratello scuotendo la testa e, sentendo uno sguardo puntato su di sè, alzò la testa e disse: "Che c'è?".
"Pensi che sia la cosa giusta da fare?" chiese Dean sospirando.
"Dean io.. sono d'accordo con te. Se io fossi in quelle condizioni, vorrei che qualcuno facesse questo per me" disse Sam appoggiandosi al tavolo con i gomiti, accennando un sorriso.
In quel momento il suo orologio suonò, sottolineando ai ragazzi che un'altra ora era passata e la ragazza non si era ancora svegliata.
"Sono passate sei ore Sam. Quanto ci vorrà ancora prima che si svegli?" chiese Dean esasperato, passandosi le mani sul viso e scuotendo la testa.
"Dean hai sentito cos'ha detto Erik, lei si sveglierà. È solo questione di tempo." disse Sam sospirando preoccupato, per poi cambiare espressione e sorridere al fratello, dopo essersi fermato per qualche secondo. "Mmm.. a proposito, cosa gli hai fatto?".
"Cosa? Cosa ti fa pensare che io gli abbia fatto qualcosa?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
"Andiamo, ti conosco! Cosa gli hai fatto?" Chiese Sam cominciando a ridere.
"Sono andato a letto con sua moglie" ammise Dean ridendo, scuotendo la testa.
"DEAN!" Disse Sam scoppiando in una fragorosa risata.
"Che c'è? Era sexy e doveva ringraziarmi per averla salvata da un attacco di demoni" disse Dean facendo spallucce come se fosse una cosa ovvia.
"… Io vado a riposare un po’" disse Sam alzandosi dalla sedia continuando a ridere. "Se si dovesse svegliare chiamami".
"Puoi contarci" disse Dean spostandosi nel salotto dopo aver afferrato fra le mani una bottiglia di whiskey, con l’intento di sorvegliare la ragazza.

 
 

 
Bobby tornò ad aggiustare la macchina che stava sistemando prima che arrivassero i Winchester nel suo vialetto e pensò alla situazione in cui si erano cacciati questa volta: non sapeva che cosa avrebbe dovuto dire, né tanto meno come comportarsi con una ragazza così giovane che probabilmente non aveva nulla a che fare con il loro mondo. Aveva un viso troppo dolce per farne parte.
"Potrà avere 20 anni, 22 massimo" pensò Bobby sbuffando, scuotendo la testa.
Sapeva che appena si sarebbe svegliata, lui avrebbe assistito ad una crisi di panico del tipo "Oh mio Dio, i demoni esistono!" con una serie di gridolini fastidiosi. Non si fidava di nessuno generalmente, lo aveva imparato a caro prezzo durante il corso della sua vita, ed era ciò che lui e John avevano insegnato, o almeno provato ad insegnare, a quelle due teste vuote dei fratelli Winchester, ma questa volta si erano proprio intestarditi nel salvare ed aiutare quella ragazza. Si sforzò ma non ne riuscì a capire il motivo, era una ragazza come tutte le altre, avrebbero potuto portarla in ospedale e lasciarla lì, se ne sarebbero presi curo i dottori molto meglio di loro tre. 
L'unica cosa certa era che, se la ragazza avesse deciso di rimanere con loro, avrebbero dovuto istruirla.
Un altro cacciatore da addestrare” pensò Bobby alzando gli occhi al cielo, sbuffando.
Di certo non era la cosa che più amava fare al mondo, ma sapeva che avrebbe dovuto aiutare i ragazzi, non essendo riuscito a convincerli a liberarsi della ragazza.
Che palle!" Fu l'unica cosa che disse il burbero Bobby, sedendosi su una sedia, riposandosi per qualche secondo per poi rimettersi nuovamente a lavoro.

 
 

 
 

 
Sam aprì gli occhi quando i raggi del sole cominciarono a solleticargli il viso, inducendolo a svegliarsi definitivamente; si stiracchiò lentamente e guardò l'orologio: erano le 8 del mattino.
Sospirò, capendo che aveva dormito circa quattro ore e che, se ancora Dean non l'aveva svegliato, voleva dire che la ragazza non si era ancora svegliata.
"10 ore e ancora nulla" pensò Sam sedendosi sul letto.
Capiva che il fratello volesse aiutarla, ed anche lui ne era intenzionato, ma c’erano molti aspetti da considerare: avrebbero dovuto aiutarla a recuperare la memoria, l’avrebbero dovuta addestrare. Scosse la testa e sospirò nuovamente: avrebbe comunque appoggiato il fratello, qualunque fosse stata la sua decisione, ma guardando la situazione da un punto di vista razionale capì quanto lavoro li aspettasse. 
Si stiracchiò e si fece una doccia veloce, per poi scendere da suo fratello e Bobby per vedere come stava la ragazza.
"Buongiorno, ci sono novità?" Chiese Sam entrando nel soggiorno, osservando la ragazza sdraiata sul divano ancora priva di conoscenza.
"Ti sembra che ci siano novità?" rispose Dean sgarbatamente, seduto su una poltrona con una bottiglia di whiskey vuota posata ai suoi piedi.
"Dean.." disse il minore avvicinandosi a lui preoccupato. ".. ma hai dormito almeno un po’ stanotte?".
"Non proprio. Ma, ehi, almeno non ero solo" disse il maggiore indicando la bottiglia di whiskey, non distogliendo lo sguardo dalla ragazza.
"Beh fratello, si vede e soprattutto si sente" scherzò Sam dandogli una pacca sulla spalla. "Bobby?".
"E' uscito" rispose Dean seccamente passandosi una mano sul viso, si notava quanto fosse stanco con una semplice occhiata. 
"Ok Dean hai bisogno di dormire o perlomeno di farti una doccia. Vai, rimango io qui" disse Sam dandogli una leggera spinta all’altezza delle spalle, sapendo che di sua spontanea volontà non avrebbe mai lasciato la ragazza.
"Hai ragione" disse Dean alzandosi e stiracchiandosi. “Devo proprio..”.
Volse il suo sguardo un’ultima volta verso la giovane ragazza distesa sul divano, provando il forte impulso di non lasciarla da sola nemmeno un secondo, non capendo nemmeno il perchè. Le si avvicinò e le carezzò il viso con il dorso della sua mano, sentendo quando liscia fosse la sua pelle; aveva passato tutta la notte su quella poltrona a fissarla, non distogliendo mai lo sguardo da lei, e adesso era quasi una sofferenza fisica lasciarla.
Prese un sospiro e scosse la testa, dirigendosi vero le scale e salendo al piano di sopra.
Sam notò che la ragazza era rimasta esattamente nella stessa posizione della sera precedente e, quando il fratello sparì al piano di sopra, sbucò dalla cucine e la osservò da lontano per qualche secondo.
"Senti, ci stiamo preoccupando tutti, soprattutto Dean!" disse Sam con un sorriso amaro sul viso, avvicinandosi alla ragazza ancora priva di sensi distesa sul divano. "So che non ci conosci e che potresti essere spaventata, ma sappi che di noi ti puoi fidare, vogliamo solamente aiutarti. Quindi svegliati prima che puoi, d'accordo?".
Il ragazzo la guardò per qualche altro secondo: aveva ancora un po’ di sangue vicino all’orecchio sinistro e sotto il labbro inferiore, mentre il viso ed i capelli biondi erano sporchi di nero, ma nonostante ciò, rimaneva comunque una bellissima ragazza.
Distolse lo sguardo e andò in cucina per preparare la colazione a tutti, uova strapazzate; non appena iniziò a sbatterle, udì dei versi provenienti dal soggiorno ed immediatamente corse nell'altra stanza osservando la ragazza sbattere la palpebre.
"Avevo detto prima che puoi ma non mi aspettavo così presto" mormorò Sam fra se e se, mentre con due falcate la raggiungeva. "DEAN".
La ragazza si sedette con una gran fatica sul divano, ogni singolo muscolo era indolenzito, e si guardò attorno senza riuscire a capire dove si trovasse, per poi focalizzare l'attenzione sulla figura di Sam che le si avvicinò velocemente.
"Chi diavolo sei tu?" Chiese la ragazza massaggiandosi le tempie per via del forte mal di testa che aveva, strizzando leggermente gli occhi. “Dove mi trovo?”.
"Ehi, ciao, ti fa male la testa? A Dean è passato quasi subito ma tu hai avuto una dose maggiore di quella roba. Io sono Sam, un amico" disse sorridendole, aiutandola ad alzarsi in piedi, afferrandola per un braccio al quale lei si aggrappò con decisione.
La ragazza volse il suo sguardo spaurito e disorientato verso il ragazzo che le stava accanto e che l’aiutava a reggersi in piedi, cercando di capire cosa le avesse appena detto quello sconosciuto sorridente; inizialmente la irritò quel continuo sorridere; lei aveva solamente bisogno delle risposte.
“Dove sono?” chiese la ragazza allontanandosi di qualche passo dal giovane ragazzo molto più alto di lei e lo fissò attraverso i suoi occhi azzurrissimi.
“Come ti chiami?” controbatté Sam perentorio aggrottando le sopracciglia, sospirando.
La ragazza non rispose e scosse la testa, gesto che non fece altro che aumentare i suoi giramenti, così appoggiò le braccia alla poltrona e strizzò gli occhi, mentre Sam si avvicinò velocemente e l’afferrò nuovamente da entrambe le braccia per sorreggerla, mentre lei si limitava a guardarlo negli occhi: era abbastanza spaventata ed era stanca.
“Se non stai ancora bene potresti sederti..” disse il ragazzo sorridendo, ma la bionda si liberò facilmente dalla sua presa e si allontanò nuovamente.
"Sto bene, il mio nome è..” iniziò la ragazza sospirando ed aggrottando le sopracciglia, rendendosi conto di non riuscire più a ricordare il suo nome.
“..il mio nome.." continuò la ragazza aggrottando anche la fronte e portandosi una mano alla testa mentre abbassava lo sguardo. Com’era possibile che non riusciva a capire chi fosse?
"Dannazione, quello che ha detto il demone è vero: hai perso la memoria"  disse Sam sospirando e voltandosi dall’altro lato.
"Demone? Che diavolo stai dicendo?" Chiese la ragazza sgranando gli occhi e parandosi di fronte a lui pretendendo delle spiegazioni. “Voglio sapere dove siamo, chi sei tu e che cosa vuoi da me!!”.
"Te l'ho appena detto: io sono Sam. Sei a casa di Bobby, un amico, perché hai avuto un incidente e adesso ti stiamo solo proteggendo" disse Sam cercando di calmarla, allargando le braccia.
"Ehi Sam, ho sentito delle..." disse Dean scendendo dalle scale, con ancora un piccolo asciugamani bianco con il quale tamponava i capelli ancora gocciolanti, bloccandosi non appena vide la ragazza in piedi. "..voci".
Gli occhi verdi di Dean si scontrarono con quelli azzurri della ragazza, e rimase senza parole e bloccato a metà delle scale per qualche secondo, non riuscendo a credere che la ragazza che aveva vegliato tutta la notte fosse finalmente sveglia.
“Tu chi sei? Bobby?” Chiese la ragazza sospirando e aggrottando le sopracciglia, mentre vide il ragazzo sbattere gli occhi e scendere le scale.
"Cosa? No no, io sono Dean" disse avvicinandosi cautamente alla ragazza. "Come ti senti?".
“Come mi sento? Non capisco chi diavolo siete, questo qui.." disse la bionda indicando Sam ".. parla di demoni e io non ho la minima idea di chi io sia in questo momento!".
"Ti racconteremo tutto, lascia che ti spieghi" si offrì Dean e si sedette sul divano invitandola a fare altrettanto
La ragazza guardò prima Dean, poi Sam e successivamente il posto dove il ragazzo le chiedeva di sedersi.
“Sto in piedi, grazie. Raccontami” disse prendendo un respiro, non aveva idea di ciò che le stesse per dire il ragazzo, ma capì che si trattava di qualcosa di molto brutto. “Che tipo di incidente ho avuto?”.
 

 
 

"Demoni e cacciatori?" Sentì dire, Bobby da una voce proveniente dal salotto, mentre apriva leggermente la porta.
'Ci siamo' pensò. 'Vai con la crisi di panico'.
"Si, è tutto reale" disse Sam sorridendole gentilmente.
"Io non so perché mi stiano cercando, non me lo ricordo!" Disse la ragazza e si dovette tenere al bordo della poltrona, il mal di testa era tornato e le aveva procurato un altro capogiro. 
“Stai bene?” chiesero all’unisono i due ragazzi, mentre Sam che più vicino a lei le afferrò ancora una volta il braccio.
“Si, ho soltanto avuto un capogiro” disse la ragazza afferrando il braccio di Sam, respirando faticosamente. “Sono così stanca e ho davvero un forte mal di testa! E desso voi mi dite che ci sono dei.. demoni.. che mi danno la caccia e io non riesco neanche a dirvi il mio nome!” esclamò la ragazza facendo spallucce, scuotendo leggermente la testa.
"Beh, a questo possiamo rimediare. Come ti ho detto nel mio sogno il tuo nome era Katherine, se ti piace potresti usare questo nome finché non scopriamo chi sei veramente" disse Dean sorridendole, avvicinandosi a lei.
"Katherine?" Disse la ragazza voltandosi verso di lui e sorridendo, fissandolo per qualche secondo. “Io penso che possa piacermi..”.
"Bene 'Katherine', ti ho comprato questi stamattina" disse Bobby entrando nella stanza porgendole dei vestiti puliti.
La ragazza osservò prima la busta che l’uomo le stava porgendo, dopodiché lo fissò in negli occhi in maniera disorientata con le sopracciglia aggrottate.
“..Sono Bobby” aggiunse l’uomo sforzandosi di esibire un sorriso che non sapesse di falsità.
"Ok sentite.." disse la ragazza scuotendo la testa, tornando ad avere l’atteggiamento di pochi secondi prima e lasciando il braccio di Sam. "..non capisco perché degli estranei siano così gentili con me! Scusate ma io al vostro posto non so se mi comporterei in questo modo, neanche mi conoscete..".
“Che possiamo dirti? Noi siamo fatti così, aiutiamo le persone” disse Bobby facendo spallucce, voltandosi verso i due ragazzi. “Occupatevene voi, io vado a mangiare”.
“E’ sempre così?” chiese la ragazza ridendo per la prima volta da quando aveva aperto gli occhi in quella casa.
“Si, la maggior parte delle volte” disse Sam sorridendole.
“Potreste mostrarmi il bagno? Ho bisogno di fare una doccia” disse Katherine sospirando, osservando il resto della casa.
“Certo, seguimi" disse Sam salendo le scale e conducendola al piano di sopra, illustrandole il resto della casa.
"Io.. io non la immaginavo così" disse Dean sbalordito, facendo spallucce e tornando a sedersi sul divano.
"Neanche io. Pensavo che non avrebbe accettato facilmente tutta questa storia" disse Bobby sbucando dalla cucina, masticando ancora qualcosa. “E’ tosta!”.
"Già" disse Dean pensieroso scuotendo la testa, andando in cucina a finire ciò che il fratello aveva iniziato. "Vado a preparare la colazione per noi".
 
Bobby si versò una tazza di caffè pensando con un sorriso sulle labbra che, forse, quella ragazza non avrebbe portato solo scompiglio nella loro vita.

 
 

 Mentre saliva le scale con Sam, Katherine sbirciò in ogni stanza a cui avessero lasciato la porta aperta, notando il disordine, i vestiti gettati sulle scrivanie e la polvere che era ammucchiata negli angoli delle stanze, deducendo che in quella casa non vivesse nessuna donna.
“Chissà com'è che non macchiano la biancheria di rosa" pensò Katherine sorridendo, sapendo che prima o poi l’avrebbe scoperto.
"Ecco, qua trovi tutto ciò di cui hai bisogno” disse Sam entrando dentro il bagno, mostrandole tutti i flaconi di sapone che vi erano nella doccia.
“E le asciugamani sono qui" continuò aprendo l’armadio in cui erano riposte.
"Sto dimenticando qualcosa?” chiese ancora il ragazzo aggrottando le sopracciglia, continuando a guardare il bagno.
"Non credo" disse la ragazza accennando un sorriso, facendo qualche passo ed entrando nel piccolo bagno.
"Ok allora sarà meglio che io vada" disse Sam sorridendole imbarazzato, uscendo dalla stanza.
"Aspetta" disse Katherine accennando un sorriso, afferrandolo dal braccio, posando lo sguardo prima sulla sua mano e successivamente verso il ragazzo. "Grazie".
“Non è niente..” disse Sam ricambiando il sorriso, mentre usciva e chiudeva la porta della stanza.
Katherine prese un respiro profondo e si voltò verso il piccolo specchio, non avendo ancora il coraggio di guardarsi: e se non le fosse piaciuto quello che avrebbe visto riflesso nello specchio? O peggio, se non si fosse riconosciuta?
Sospirò nuovamente ed alzò gli occhi, osservando la sua immagine riflessa: osservò il suo viso, sporco di sangue e qualche altra roba scura che l’aveva macchiata probabilmente nel capannone dove i ragazzi l’avevano trovata, e notò, come se fosse la prima volta, i capelli lunghi e biondi che le incorniciavano il viso scarno, il colore azzurro intenso dei suoi occhi e le sue labbra che si piegarono in un sorriso amaro capendo che nulla del suo viso le era familiare.
Il suo sguardo scese ad osservare il resto del suo corpo: le sue gambe magre erano avvolte da un paio di jeans blue scuro con in vita una cintura nera, una canottiera chiara smanicata le fasciava il busto ed una felpa le copriva le braccia esili. Lentamente cominciò a spogliarsi, provando dolore per ogni movimento facesse, probabilmente per il veleno che le era stato iniettato il giorno prima, ed osservò il suo corpo nudo allo specchio, rimanendo a bocca aperta. Aveva alcune cicatrici sulle braccia e sul resto il corpo, ma fece caso a due in particolare: la prima che notò fu quella sul fianco, lunga e spessa, come se un coltello l’avesse trapassata ma fosse inspiegabilmente guarita; la seconda era proprio nella parte destra del collo, una mezza luna costituita da piccoli fori che avevano tutta l’aria di essere… morsi?
Non aveva la più pallida idea di cosa le fosse successo e questo la spaventava più di ogni altra cosa, più di trovarsi in una casa, e in quel momento si maledisse mentalmente per non aver chiesto in che Stato si trovasse, con tre uomini gentili e pronti a proteggerla da... demoni?
Era stato semplice per lei credere che i ragazzi stessero dicendo la verità: non sapeva come, ma era certa che nella sua vita avesse sempre creduto a questo genere di cose. L’unica cosa che probabilmente non immaginava era che poi questi esseri sarebbero venuti a cercarla.
Scosse la testa e decise di entrare dentro la doccia, indirizzando il getto d’acqua calda sui suoi capelli che cominciò a strofinare energicamente per togliere il nero che li macchiava.
Quando finì, si mise l'accappatoio e si asciugò i lunghi capelli biondi in qualche minuto; indossò i jeans, la maglietta a mezze maniche di qualche taglia più grande e la felpa che le aveva comprato Bobby.
Sorrise e sospirò, guardandosi nuovamente allo specchio: aveva sperato che, una volta tolta quel nero e quel sangue dal viso, si sarebbe in qualche modo riconosciuto, ma purtroppo riuscì solamente a constatare quanto la sua pelle fosse pallida, non riuscendo a riconoscersi.






 
 

Katherine scese al piano di sotto silenziosamente e sentì i tre uomini parlare tra loro a bassa voce; incuriositasi, continuò a scendere le scale silenziosamente e si nascose dietro il muro che divideva il soggiorno da un’altra porta che probabilmente portava nella cantina.
"... quindi dovremmo perquisire il posto e magari l’aiuterebbe" disse Sam salvando la colazione che il fratello stava quasi per bruciare.
“E se non volesse venire ? Questo non lo avete considerato nei vostri infallibili piani, vero geni?” chiese Bobby alzando gli occhi al cielo e respirando rumorosamente.
"Quale posto? Dove andate?" Chiese Katherine prendendo un respiro ed entrando finalmente nella stanza.
Tutti e tre gli uomini si voltarono nella sua direzione, notando il cambiamento che c’era stato nella ragazza dopo essersi ripulita dal sangue al viso, mentre Dean sorrise, sentendo il proprio cuore perdere un battito, osservandola attentamente in ogni minimo particolare.
"Ehi, ciao" disse il maggiore dei fratelli alzandosi dal suo posto e andandole in contro. "Come ti senti?".
"La testa mi fa male ancora un pò..” rispose la ragazza ricambiando il sorriso, guardandolo negli occhi. “..dove andate? " chiese ancora spostando lo sguardo sui tre presenti.
"Avevamo pensato di tornare nel magazzino dove ti abbiamo trovata" disse Sam accennando un sorriso, portando i piatti a tavola. "Sempre se tu sei d'accordo ovviamente..".
La ragazza rimase qualche secondo a pensare alle parole del ragazzo, guardandolo con le sopracciglia aggrottate, senza sapere cosa dire. Volevano davvero farla tornare in quel posto dopo tutto quello che le aveva fatto quell’essere?
"Volete tornare lì?" chiese la ragazza sospirando, rimanendo immobile.
"Si magari ti aiuta a riacquistare la memoria" disse Dean sorridendo, facendo qualche altro passo verso di lei. “Non ti succederà nulla, te lo prometto”.
"Potrebbe funzionare, ok.." disse Katherine abbassando gli occhi, cercando di nascondere la grande paura che provava al solo pensiero di dover tornare lì. “Se dovesse andare male, sareste in grado di tirarmi fuori un’altra volta, giusto?”.
"Intanto mangia, sarai affamata" disse Bobby accennando un sorriso, seduto al tavolo. "Ti piacciono le uova?".
"Io.. non lo so.. penso di si" rispose Katherine facendo spallucce, guardando in un primo momento il piatto e successivamente lui.
“Prova a vedrai. Sam è un cuoco provetto" disse Dean ridendo, prendendo posto accanto a Bobby.
"Non esagerare" disse Sam ridendo.
"Ok" sussurrò la ragazza prendendo un bel respiro, sedendosi fra i due Winchester, avendo l’impressione che da quel momento sarebbe stato costantemente in quel modo.





"Sapevo che ti sarebbero piaciute, ti farò provare i cheeseburger" disse Dean sorridendo, aprendo lo sportello e salendo in macchina.
"Sono buoni?" Chiese Katherine salendo dall'altra parte dell'auto.
"Sono buoni? Sono la fine del mondo" esclamò Dean, immaginandone il sapore, chiudendo gli occhi per qualche secondo.
Sam rise sentendo il discorso dei due ragazzi e salì in auto dalla stessa parte di Katherine, rimanendo tutti e tre davanti, mentre Bobby rimaneva a casa per concludere dei lavori.
"Abbiamo più o meno tre ore di strada" disse Katherine sbuffando, disperandosi all’idea di dover passare così tanto tempo in macchina. "Dovremmo pur parlare di qualcosa: ditemi qualcosa di voi”.
"Non c'è molto da sapere. Sam e Dean, incredibilmente affascinanti e sexy.." disse Dean calcando l'ultima parola con enfasi girandosi verso la ragazza e facendole l'occhiolino. "..cacciatori di demoni".
“Ci stai per caso provando con me?” chiese la ragazza aggrottando le sopracciglia, scoppiando in una risata.
“Lui è fatto così..” disse Sam guardandola sorridendo.
"Dico seriamente ragazzi: come mai siete diventati.. cacciatori?" Chiese la ragazza guardando a turno i ragazzi.
"È una lunga storia" disse Sam divenendo serio, voltandosi verso il finestrino.
"Beh, nostra madre è stata uccisa da uno di questi esseri e nostro padre ci ha insegnato a lottare contro di loro" spiegò Dean sospirando, stringendo le mani sul volante, guardando fisso la strada davanti a lui.
"Non era tanto lunga" disse Katherine guardando Sam, che per tutta risposta le fece un sorriso tirato. "E vostro padre? E' a caccia anche lui?".
"È morto poco tempo fa. Ucciso dallo stesso essere che ha ucciso nostra madre" disse Sam sospirando, girandosi nuovamente verso il finestrino.
"Mi dispiace" si limitò a dire Katherine facendo spallucce, ma la conversazione morì per tutto il viaggio, mentre ognuno dei ragazzi si perdeva nei propri pensieri.





Non appena i tre ragazzi arrivarono nei pressi del magazzino, vi trovarono una folla bloccata dalle transenne e dai sigilli che la polizia aveva messo da poco, e che mormorava fra di loro, spaventati per il ritrovo di alcuni cadaveri di due giovani donne.
"Che diavolo è successo?" Esclamò Dean alterandosi, sospirando, camminando nuovamente davanti alla propria auto posteggiata.
"Hanno trovato i corpi delle ragazze che erano con me" affermò Katherine fissando il magazzino con sguardo vitreo appoggiandosi al cofano, mentre i due ragazzi si voltarono a guardarla senza dire una parola. "Come diavolo entreremo lì dentro?".
"Kath, torneremo fra qualche ora, quanto tutto si sarà calmato" disse Sam facendo spallucce, accennando un sorriso. "Andiamo a prendere una stanza?".
"Come scusa?" Chiese la ragazza guardandolo, alzando un sopracciglio.
"Si, una stanza con tre letti diversi o preferisci forse due stanze separate?" disse Dean ridendo.
"No va benissimo una stanza sola" disse continuando a fissare entrambi con un sopracciglio alzato, sorridendo.


 
"Posteggio e arrivo, voi prendete la stanza" disse Dean lasciandoli davanti al motel, andando a posteggiare l’auto.
I due ragazzi scesero e si recarono alla reception, dove presero la stanza e la donna che lavorava lì porse loro le chiavi, indicando dove fosse situata la stanza con un sorriso sulle labbra; salirono al secondo piano del motel e alla fine del corridoio trovarono la loro stanza tripla.
Quando entrarono Sam adagiò a terra il suo borsone e quello del fratello mentre Katherine, cercando di non farsi scoprire, tastò tutti i letti con una mano, finché non trovò quello più soffice e vi si lanciò letteralmente, stanca e con ancora qualche residuo di mal di testa.
"Questo è mio" disse ridendo distendendosi come una bambina, seguita da Sam che fece la stessa cosa nel letto accanto al suo.
"Sono davvero stanco" affermò Sam sorridendo, passandosi una mano fra capelli.
Katherine si mise su un fianco e l'osservò meglio: era davvero un bel ragazzo. Per qualche secondo si guardarono negli occhi, sorridendosi, fin quando gli occhi della ragazza scesero sul corpo di Sam, osservando quanto fosse atletico e alto; come minimo doveva essere più alto di 15 cm rispetto a lei, ma la ragazza pensò con precisione che fossero 20 i cm che li dividessero.
“E’ davvero alto!”  pensò la ragazza ridendo, tornando a fissare i suoi occhi.
"Che c'è?" chiese Sam aggrottando le sopracciglia, sentendola ridere.
"Nulla, stavo solo notando la differenza d'altezza" disse Katherine sedendosi, ridendo ancora. "Saranno almeno 15-20 cm".
In quell’istante, Dean aprì la porta della stanza, e ridendo entrò dicendo: "La signora di sotto è scoppiata a ridere quando mi ha visto salire qui".
"Che idiota" disse la ragazza seccata, scuotendo la testa.
"Ragazzi perché non andiamo in un centro commerciale, così Katherine può comprarsi tutto ciò che le serve e inganniamo il tempo? Torneremo al magazzino solo quando farà buio" propose Sam sedendosi sul letto, accennando un sorriso alla ragazza.
"Hai dimenticato che ho perso la memoria?" chiese Katherine aggrottando le sopracciglia. “Non ho soldi con me!”.
“Oh, non preoccuparti, pagherà un tizio di nome 'George Williams' ” disse Sam sorridendo, estraendo la carta di credito registrata sotto falso nome
"Andate voi ragazzi, io preferisco riposare. Non dormo da.. " disse Dean sforzandosi di ricordarsi l’ultima volta che si era riposato, porgendo le chiavi della macchina al fratello e buttandosi nel suo letto. “.. niente da fare, non me lo ricordo”.



"Ho i sacchetti pieni di magliette, pantaloni, felpe, giubbotti, scarpe e una valanga di trucchi e profumi! Penso che per il momento possano bastare!" Esclamò sorridente la ragazza dopo aver pranzato con il ragazzo, mostrandoli felice fra le mani.
"Puoi continuare finché vuoi” disse Sam sorridendole.
"Penso che per oggi mi fermerò qui" disse Katherine sorridendo educatamente, non volendo eccedere.
Katherine e Sam uscirono dal centro commerciale, andando verso la macchina continuando a scherzare, e la ragazza confesso di trovare veramente intelligente questa genialata delle carte di credito false, nonostante fosse rimasta perplessa in un primo momento.
"Sta diventando buio Sam.. voglio sbrigarmi, prima andiamo, prima torniamo" disse la ragazza sospirando, guardando fuori dal finestrino con un’espressione trsite.
"Ci saremo noi con te, non devi avere paura" disse Sam guardandola e accendendo il motore, notando però il suo sguardo assente.
"Lo so, non ho paura di cosa possa incontrare lì dentro, ma di cosa io possa ricordare" affermò triste Katherine sospirando.
“Andrà tutto bene” disse Sam sorridente stringendole la mano fra le sue. “Capito?”.
“Si..” disse la ragazza ricambiando sia la stretta di mano che il sorriso. Dopotutto, non trovava irritante il suo modo di sorridere.




"Non mi facevo una dormita così da secoli!" Disse Dean sorridendo, una volta posteggiato vicino il magazzino.
Ma nessuno gli diede corda, per via della tensione che si era creata nell’abitacolo della macchina, Katherine era molto spaventata; superarono i sigilli e forzarono la porta per entrare.
La ragazza osservò il grande edificio in cemento, sporco ed abbandonato e provò un brivido lunga la schiena che non riuscì a capire, non era un brivido di paura. Che fosse entrata all’interno per trovare il demone di proposito, la notte precedente, prima di perdere la memoria?!
I ragazzi puntarono la torcia davanti a sé con una mano, mentre con l’altra impugnarono la loro pistola, lasciando la ragazza sempre in mezzo a loro, ferma ad osservare ogni loro mossa ed ogni dettaglio del posto.
Qualche raggio entrava dalle finestre malmesse site vicino al tetto e Katherine potè vedere alcune catene gettate ai piedi di una grande credenza in ferro completamente scoperchiata e arrugginita, mentre delle grate impedivano l’accesso ad una delle stanze; dei carrelli erano stati rovesciati a terra con tutte le cianfrusaglie che contenevano.
Dopo ancora quale passo, arrivano al punto in cui la ragazza e Dean erano stati tenuti legati e drogati dal Jinn; Katherine vide dei ganci, collegati e posti uno di fila all’altro, e vi si avvicinò lentamente, riconoscendo quale fosse il suo.
"Riconosco questo posto" disse la ragazza sospirando.
Si avvicinò ulteriormente ed allungò la mano tremante verso il gancio su cui era rimasta appesa per giorni, nella speranza che la memoria tornasse, ma così non fu. Riconosceva il luogo e sapeva di essere già stata lì in passato, ma non ricordava nient’altro.
Vide una chiazza di sangue esattamente sotto il gancio freddo d’acciaio che stava ancora toccando e capì che fosse il suo, mentre un’altra chiazza si estendeva dove era stato legato Dean; ne vide altre due più scure esattamente sotto i ganci dove erano state appese le due ragazze che, al contrario di Katherine, erano morte.
Il fiato cominciò a mancarle mentre il cuore cominciò a batterle forte e la fronte e le mani le si imperlarono di sudare freddo.
"Ragazzi.. non ricordo.. nulla.. voglio uscire da qui! " esclamò Katherine mentre il suo corpo cominciò a tremare come una foglia, non riuscendo più neanche a reggersi in piedi.
"Ma siamo appena entrati.." disse Dean avvicinandosi, aggrottando le sopracciglia.
"Dean!" esclamò Sam rimproverando il fratello mentre metteva la sua pistola a posto, avvicinandosi alla ragazza e afferrandola dalla vita. "Vieni con me, usciamo di qui".
"Ti senti bene?" chiese Dean preoccupato, uscendo fuori ed osservando la ragazza.
"Si si, tutto bene" rispose Katherine, prendendo fiato appoggiandosi ad un muro, mantenendo saldo però la stretta al braccio di Sam, mentre lui la sorreggeva dalla vita.


 
Una volta tornati al motel, Dean uscì a comprare la cena, decretando che sarebbe stato meglio se la ragazza avesse passato un po’ di tempo in camera con loro prima di uscire nuovamente, così Katherine si diresse in bagno e fece una doccia mentre Sam cercava qualche caso nelle vicinanze al pc.
Non appena la ragazza finì la doccia, si infilò l’accappatoio, cominciando ad asciugarsi e a vestirsi con i nuovi vestiti, quando udì un cellulare squillare, così silenziosamente si avvicinò alla porta con l’intenzione di origliare.
"Non lo so Bobby. Credo abbia avuto un attacco di panico, è voluta uscire subito... no, non ne ho idea.. si, penso che domani saremo di ritorno, non ho trovato nulla.. ok.. a domani" disse Sam chiudendo il telefono con un sospiro.
Dopo qualche secondo Katherine uscì dal bagno, mentre Sam le riservava un sorriso gentile da dietro il computer; la ragazza sospirò e si sporse dalla finestra, osservando Dean che scendeva dall’Impala con dei sacchetti, all’apparenza molto pieni, ed entrava all’interno del motel.
“E’ arrivato Dean con dei sacchi pieni di cibo..” disse Katherine sorridendo, sedendosi sul letto.
“Si, questo è tipico di lui.. mangia molto!” esclamò Sam ridendo.
"Il cheeseburger che ti avevo promesso" disse Dean entrando nella stanza sorridente.
Mangiarono immediatamente e la serata passò velocemente, chiacchierando del più e del meno, finché non si misero tutti a dormire nel proprio letto. Tutti tranne Katherine che non riusciva a prendere sonno per tutti quei pensieri che le giravano per la testa; a notte fonda, stufa di rigirarsi continuamente nel letto, uscì fuori dalla stanza il più silenziosamente possibile, per prendere una boccata d'aria fresca e schiarirsi le idee, e si appoggiò alla ringhiera della tettoia.
Si passò entrambe le mani sul viso, provando delle sensazioni che probabilmente non aveva mai provato in vita sua, ma questo lei non poteva stabilirlo con certezza, dato che aveva perso la memoria: era arrabbiata, arrabbiatissima, con se stessa perché non riusciva a ricordare nulla del suo passato a di quella notte,  nonostante fosse tornata in quel posto e avesse avuto un attacco di panico.
Non sapeva che diavolo avrebbe dovuto fare adesso: cominciare una vita da cacciatrice? O usare una carta di credito per comprare dei documenti falsi, affittarsi una casa e vivere finché non avesse trovato un lavoro? E se i demoni fossero tornati?
''Bel problema'' disse ad alta voce, con le mani che ancora le coprivano il viso.
"Di che parli?" Chiese Sam alle sue spalle, facendola spaventare.
"Dio, Sam!!" rispose la ragazza facendo un balzo, girandosi di scatto verso di lui. “Mi hai fatto prendere uno spavento!”.
"Scusa" disse il ragazzo ridendo, avvicinandosi ed appoggiandosi alla ringhiera accanto a lei. "É tutto a posto?".
"Credo di si" disse Katherine con voce troppo flebile e triste perché Sam le credesse.
"Con me puoi parlare, se vuoi. Non so cosa stai passando, certo, ma la mancanza di una persona con la quale sfogarsi la conosco" disse Sam guardando la strada, sospirando.
"Neanche tu riesci a dormire, eh?" chiese la ragazza guardandolo in viso con un sorriso amaro.
"Esattamente" rispose facendo un sospiro, tornando a guardarla negli occhi.
"Come fate ad affrontare tutto questo? Saltate da un motel all'altro, da un caso all'altro. La vostra famiglia è morta, siete rimasti solo voi a combattere questi mostri. Perché lo fate? Non sarebbe più semplice rifarsi una vita, ricominciare da capo ed avere tante persone da amare?" Chiese brusca Katherine, quasi arrabbiata per la vita che i due ragazzi stessero conducendo, nonostante li avesse appena conosciuti.
Sam si prese un attimo per pensare e per scegliere le parole con cura, distogliendo lo sguardo dalla ragazza e fissandolo sulla grande luna che padroneggiava il cielo, e scandendo ogni singola parola, con un sorriso amaro sulle labbra e con estrema calma disse: "Ci ho provato una volta, sai? Andavo a Stanford, avevo voti alti e buone possibilità di trovare lavoro appena laureato".
"Stavo con una ragazza dall’inizio del college, Jessica; tutto andava a gonfie vele, avevamo anche intenzione di sposarci dopo la laurea" continuò facendo un'altra pausa, facendo diventare il suo tono più duro. "Finché un giorno il demone che ha ucciso i miei genitori non uccise anche lei. È per questo che lo facciamo: la nostra famiglia è morta e il responsabile è ancora vivo, e continua a fare del male ad altre persone. Noi non permetteremo che continui, io non glielo permetterò".
La ragazza rimase sorpresa di tutta questa sincerità con una perfetta estranea, soprattutto da parte sua, che le era sembrato leggermente più chiuso rispetto al fratello; non sapeva cosa dire o come comportarsi adesso, avrebbe potuto dire un milione di parole, fare un’infinità di discorsi, ma decise di fare una cosa della quale si stupì anche lei: lo abbracciò.
"Mi dispiace Sam" disse solamente Katherine, mettendo un braccio attorno alle sue ampie spalle.
Un leggero vento piacevole soffiò sui due ragazzi e quando Katherine tremò, Sam le mise un braccio sulle spalle, attirandola a sé, rimasero in quella posizione, appoggiati alla ringhiera ed abbracciati, ancora per un po’.


NOTE DELL'AUTRICE:

Salve ragazzi! Spero che questi capitoli vi siano piaciuti, quindi, se volete, fatemi sapere tutto quello che pensate!! Grazie mille a chi mi segue; buona serata ragazzi/e! ;)
  
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