Te lo giuro.
Io non ricordavo.
Emmy, se puoi sentire le mie parole, dovunque tu sia ora, perdonami.
Ero rinato da poco come Jack Frost, non avevo più i miei ricordi! O meglio i nostri..
Ogni tanto mi chiedo cosa sarebbe stato diverso.
Se io non avessi perso la memoria, ti avrei cercata? O avrei preferito vegliare su di te da lontano?
Tu mi avresti visto? Avresti creduto in me? E nostra madre?
Potrei continuare con queste domande all’infinito, ma tanto a che servirebbe? Non posso tornare indietro nel tempo. Non avrò mai la risposta. Tanto vale non infilare il dito nella piaga ancora più a fondo..
Ora che ci penso, Emmy.. io ricordo di quella sera, al lago dove sono rinato..
Lo so, è facile parlare col senno di poi…
Ma io ti ho vista, quella sera! So che eri tu, ora lo so!
Eri li, in piedi a fissare il lago, con un fiore in mano.. Guardavi la lastra di ghiaccio sottile che ricopriva l’acqua. Lo fissavi con amarezza, quel sottile gelo che per poco non ti uccideva, e che ti ha strappato via tuo fratello. Sospirasti e posasti il fiore sul bordo del lago. Rimanesti in ginocchio..
Io ero li, nascosto tra gli alberi. Saltellavo e facevo nevicare. Non era da molto che avevo questo potere, e diciamo che mi stavo allenando.
Un fiocco di neve ti cadde sul viso, sfiorandoti delicatamente la punta del naso.
Tu alzasti lo sguardo, Emmy.. me lo ricordo, e incrociasti il mio.
Io non so se è effettivamente così.
Ho come la sensazione che tu sia riuscita a vedermi, in quel momento.
Se è così, te lo giuro.. non ci avevo fatto caso! Non sapevo chi tu fossi! Me ne sono andato..
Da allora, per anni, sul bordo del lago trovai lo stesso fiore ogni giorno.
Ma io avevo iniziato a girare il mondo, e tornavo al lago sempre più di rado..
Forse tu, invece, tornavi ogni giorno, sperando di rivedermi. Forse volevi una prova, volevi un segno.
Forse volevi autoconvincerti di non aver sognato: “Quello era Jack, era mio fratello”
Poi ad un certo punto, i fiori cessarono.
E ora sto parlando alla Luna, sperando che mandi il messaggio a te, sorellina.
A te, con cui ormai non potrò più parlare di persona.
Perché ora che finalmente ricordo, tu non ci sei più.
Trecento anni… Per quanto mi hai aspettato inutilmente?
Spero che tu, la mamma, e tutti quanti, siate riusciti ad andare avanti anche senza di me, che sapevo solo giocare e scherzare tutto il giorno.
Spero che nel tuo cuore ci fosse la mia stessa allegria, e che questa non ti abbia mai lasciata.
Spero che mi perdonerai, per averti lasciata sola, sorellina. Non era mia intenzione! Solo, non sapevo nulla.
Spero che tu abbia vissuto una vita felice..
 
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Sento un rumore alle mie spalle. Mi volto di scatto.. ero sovrappensiero.
“mmm.. Jack, cosa c’è? Parlavi da solo..”
Jamie si stropiccia gli occhi e sbadiglia.. devo averlo svegliato, povero! Un sorrisetto mi si dipinge sulle labbra, nel vederlo assonnato e scompigliato.
Ero talmente preso dai miei pensieri che mi sono scordato di essere venuto a trovarlo e aver aspettato che si addormentasse!
Mi allontano dal davanzale della finestra in camera del bambino, per avvicinarmi a lui. Gli sorrido e gli scompiglio i capelli.
“Tutto bene Jack? Mi sembri pensieroso..” Dice lui.
Guardo Jamie negli occhi.. mi ricordano tanto i tuoi, sai Emmy?
“Non preoccuparti piccolo! Pensavo solo a quanto è bella la Luna stasera..”
Jamie si affaccia alla finestra della sua camera, accanto a me. Ed io lo osservo, felice.
Perché più lo guardo, più mi autoconvinco che me lo hai mandato tu, sorellina.
Lui, con questi occhi così simili ai tuoi, è stato il primo a vedermi.
E se ora sono un guardiano, lo devo a questo, e a te.
Grazie.
E chissà, forse un giorno ci rivedremo.
Lasciamo che sia la Luna a deciderlo!