Fumetti/Cartoni americani > Avatar
Ricorda la storia  |      
Autore: Marge    17/03/2014    4 recensioni
Iroh è tornato dalla battaglia in cui ha perso la vita suo figlio Lu Ten. Piange, in in giardino inondato di petali di ciliegio. Azula e Zuko sono appena stati abbandonati dalla loro madre, e stanno reagendo in maniera molto diversa. Una breve storia in cui tre personaggi sofferenti, ognuno a modo suo, si incontrano e si scontrano.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Azula, Iroh, Lu Ten, Zuko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
IN CADUTA



Life is a waterfall,
We're one in the river,
And one again after the fall.



Iroh era seduto nel giardino da ore; sembrava quasi trasformato in una statua di pietra, tanto era immobile; petali di ciliegio erano caduti durante tutto il pomeriggio e lo ricoprivano come un mantello rosa.
Le lacrime, sul suo volto, non avevano smesso per un momento di scorrere, come il lento volteggiare dei petali; ma nessun’altro segno del suo dolore appariva, non un lamento, non una smorfia o un tremore. Solo quella cascata silenziosa, naturale.
“Azula, non possiamo andare lì” sentì. La voce di Zuko era acuta e balbettante. “Non ricordi cosa ha detto nostro padre? Dobbiamo lasciare solo lo zio Iroh.”
Seguì il rumore di un calcio sferrato alla porta di bambù. “Non me ne importa nulla” sottolineò Azula.
“Ferma!”
Iroh voltò appena la testa: i due bambini erano sulla soglia e si strattonavano i vestiti l’un l’altro. Azula fece un sorrisetto, indietreggiò di un passo per attrarre verso di sé il fratello, poi si scansò di lato; Zuko perse l’equilibro in avanti, ma sarebbe riuscito a non cadere se Azula non avesse allungato un piede a fargli lo sgambetto. Zuko rovinò faccia a terra e cominciò immediatamente a piangere.
Lei si mise a ridere.
“Cosa c’è, vai a chiamare la mamma, adesso?” lo canzonò. A quella parola Zuko si azzittì, si tirò su a sedere e si prese la testa tra le mani.
“Stai zitta, sei cattiva!”
“E tu sei uno scemo.”
Iroh ne ebbe abbastanza. Si alzò e si precipitò dai due.
“Non siete capaci di rispettare il mio dolore?” esplose. Sul suo viso comparvero i segni della disperazione: era rosso, con occhiaie profonde e rughe mai apparse prima; i capelli striati di grigio erano spettinati e sporchi, il naso colava sulla bocca tutte le lacrime ingoiate.
“Scusa, zio Iroh. Le avevo detto di non venire qui” mormorò Zuko. Azula si limitò ad alzare le spalle.
“Ora andatevene subito, andate da vostra madre o da vostro padre o dove volete voi, non vi voglio qui intorno.”
Voleva chiudere lì la faccenda, ritrarsi nuovamente nel suo bozzolo di dolore e pensare solo a Lu Ten e a quanto il mondo sembrasse privo di colori da quando non c’era più, ma Azula ribatté: “La mamma non c’è più, se n’è andata. Per questo Zuko piange.”
Iroh si bloccò, sorpreso. Poi pensò che effettivamente non aveva visto Ursa da quando era tornato, e nemmeno se ne era accorto. L’ultimo ricordo di lei era una lettera di condoglianze che gli aveva inviato non appena la notizia si era diffusa. Una bella lettera, la lettera di una madre che non può sopportare il dolore di perdere i suoi figli e può quindi capire. Se ne era andata?
Zuko riprese a singhiozzare, ma piano, fra sé e sé.
“Non dovresti tormentare tuo fratello a questo modo” mormorò Iroh con tono stanco.
“E perché mai? È un cretino a piangere in questo modo solo perché lei è andata via.” Incrociò le braccia e alzò il mento. “Proprio come te” aggiunse.
Iroh non si accorse neanche di aver alzato un braccio e di averla schiaffeggiata. Azula cadde in terra, accanto al fratello scioccato, e contorse il viso in una smorfia, ma non versò neanche una lacrima.
“Solo tu piangi il cugino Lu Ten” sibilò.
Iroh spalancò gli occhi e sentì il fuoco attraversagli la bocca dello stomaco, la voglia di incendiare quel giardino e quella bambina cattiva con un sol gesto.
“Padre” udì alle sue spalle.
Si voltò con il sangue gelato, il cuore un cavallo impazzito nel petto.
“Lu Ten!” esclamò. Le lacrime ricominciarono a scorrergli sulle guance.
“È impazzito” sentì dire ad Azula, ma non se ne curò. A passo malfermo si diresse verso la figura evanescente sull’altra sponda del laghetto.
“Andiamo via…” sussurrò invece Zuko.
Un momento dopo, solo il vento che danzava coi petali di ciliegio assisteva all’incontro tra Iroh e suo figlio.
“Com’è possibile?” pianse Iroh.
“Non volevo che commettessi una sciocchezza” gli rispose l’ombra. “Azula è solo una bambina.”
“È cattiva” ribatté lui. “Ed ha osato insultare la tua memoria. Ma io non sono l’unico a piangerti, di questo sono certo. Tutti ricordano il tuo valore e la tua bontà, figlio mio.”
I fiori rosa, staccatisi dal ramo, passavano attraverso la figura sbiadita.
“È cattiva” ripeté.
Lu Ten sorrise: “Quei due bambini, ora, non hanno nessuno che li ami. E Azula è corrosa dal desiderio di esserlo, per questo si comporta a questo modo. Devi starle vicino, padre. Ora che io non vi sono più, è di loro che devi occuparti.”
“Li amerò” rispose Iroh. “Lo farò, ma non so se questo potrà bastare.”
“A te basterà.”
Iroh sbatté gli occhi, asciutti dopo tutto quel tempo. Il vento rimase con lui, Lu Ten non più.


Aerials, so up high,
When you free your eyes,
Eternal prize.




***
Scritta per l’Avatar Weekly Fest con i personaggi Azula e Lu Ten e i seguenti prompt:

- 40. Aerials (System of a Down, "Toxicity")
- 51. "Quando esprimi un desiderio, sta’ attento a non caderci dentro." (Marilyn Manson, "Deformography")

E per il LimitaPrompt su piscinadiprompt con:

- Prompt: Avatar, Azula&Zuko, dispetti
- Limitazione: Una storia centrata sul/sui protagonista/i (del prompt), ma scritta dal punto di vista di un personaggio secondario, anche se non necessariamente in prima persona.


Combinare tutti questi prompt è stata una bella sfida, e forse alcuni potranno sembrare poco rispettati, anche se nella mia testa una logica c’è.
Della canzone ho scelto due strofe, la prima e l’ultima. La prima simboleggia Lu Ten, che si trova dall’altra parte del fiume, sia letteralmente (compare al di là del laghetto), sia perché è morto. L’ultima invece si riferisce al dialogo con Iroh: solo aprendo gli occhi, ed il cuore, Iroh riuscirà a trovare un senso alla sua morte, e questo è, in qualche modo, il suo premio eterno.
Alla canzone (il titolo può essere tradotto anche come “trapezisti”) si rifà anche il titolo della storia; in caduta lo sono un po’ tutti, in questa storia: Iroh, che deve cominciare a vivere senza suo figlio, Lu Ten che è caduto in battaglia, Zuko e Azula che cadono letteralmente a terra.
Il secondo prompt invece è tutto per Azula: divorata dal desiderio di essere amata, tanto da impazzire. Sappiamo tutti come andrà a finire, no?
Gli altri due credo siano facili da interpretare: Azula fa un dispetto a Zuko, come sempre, ed è cattiva con lui; il punto di vista è però Iroh, ovviamente.
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Avatar / Vai alla pagina dell'autore: Marge