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Autore: lamialadradilibri    17/03/2014    2 recensioni
Brad Norton. Una breve storia horror, thriller su un serial killer che viene ucciso da un’altra serial killer. È scritto per diletto, diciamola così. ‘Diletto’. Per me è diletto vedere un assassino che muore, chiaro? Ok. Buona lettura!
Genere: Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Brad Norton. Yea, una breve storia horror, thriller su un serial killer che viene ucciso da un’altra serial killer "per caso". È scritto per diletto, diciamola così. ‘Diletto’. Ok. Per me è "diletto" vedere un assassino che viene ammazzato da un'assassina "per caso", sì. Ok, non è esattamente "normale", ma a me piace l'idea di giustizia... Buona lettura!
 
1
La ragazza passò rapidamente, tenendo nella mano destra il guinzaglio del suo grande cane. Aveva un’espressione severa, la sua bocca era ridotta ad una linea dritta e fina, le sue sopracciglia erano piegate verso il basso e alcune rughe leggere le contornavano la bocca.
Nella mente dell’uomo si agitarono pensieri ben poco puri, ben poco normali, ben poco umani. Per capirli dovreste aver letto il giornale del paese da cui egli proveniva, Il tempo; dovreste aver visto le foto, i manifesti, i corpi.
Ma né voi né lei avevate notato tutto ciò, ovviamente. E così lei non si nascose né scappo, né ordinò al suo grande cane d’attaccare, quando l’uomo le si avvicinò con una sigaretta spenta tra le labbra che parevano disegnate da un artista.
— Oggi la Luna è bella, no? —, le domandò, accostandosi a lei.
La ragazza quasi sobbalzò, ma all’ultimo riuscì a trattenersi. Un brivido le percorse la schiena – aveva forse un innato sesto senso? — Oh, sì. È piena, è splendente. Chi siete?
L’uomo si limitò a sorridere. Aveva un sorriso perfido, malvagio, quasi sadico. Sì, sadico era il termine giusto per descriverlo. Allungò una mano ed afferrò l’accendino nella tasca dei jeans. — Chi sono? —, mormorò, accendendo la cicca.
Il cane abbaiò, inquieto. Scalpitò e tirò il guinzaglio, ma la ragazza non si mosse. Rimase là, ad ostentare coraggio e distacco. Spalle dritte, mento alto. Ma aveva paura.
— Sono la peggiore e l’ultima cosa che vedrai, sciocca.
E poi tutto accadde così in fretta. Lei quasi non riuscì a rendersene conto, ma agì. Oh, aveva un innato sesto senso e fu quello che la salvò.
 
2
— Cosa...
L’uomo allungò una mano verso di lei. La ragazza che non sapeva chi lui fosse, né cos’avesse fatto. Ma nemmeno quell’uomo, quel mostro, quel demone, la conosceva. Agì com’era solito fare, con furia ed in velocità, ma sbagliò tutto.
Una mano le afferrò il braccio libero dal guinzaglio. Il cane abbaiò e ringhiò, si preparò ad attaccare.
— Giù, buono.
Per un secondo l’uomo fu terrorizzato dalla freddezza della voce di lei. Non avrebbe dovuto urlare, avere paura? Ed invece no, se ne restò là ad osservarlo, quasi pacata, silenziosa, educata, ecco.
— L’ultima cosa che vedrò, avete detto?
L’uomo la avvicinò a sé. Aveva il respiro ansante, la voglia d’uccidere gli attanagliava il cuore. Voleva uccidere e uccidere e uccidere e uccidere e uccidere.
— Sì.
I loro corpi si scontrarono con un botto. La spalla della ragazza sbatté contro quella di lui, ed allora lei mollò il guinzaglio.
Il cane attaccò.
— ... Cazzo!
L’uomo sentì un acuto dolore al polpaccio. La sigaretta gli cadde dalle labbra quando urlò, ed il sangue lo mandò in panico.
— Sì, proprio così — sussurrò lei, sempre pacata. Dolce, quasi, gli afferrò la gola. Meticolosa, ecco. Strinse. Dapprima più piano, poi sempre più forte, finché anche le dita cominciarono a farle male.
— Cosa provi? — gli domandò; sospirò per lo sforzo, ma ne fu appagata. Se lei stava male, quel verme stava peggio. Più in basso, il cane continuava a stringere la carne e mordere, lacerare, strappare. Il sangue colava a fiotti dai tagli.
L’uomo aveva il volto paonazzo. Gli occhi sembrarono più azzurri di quanto non fossero e brillarono nel buio. Tentò di divincolarsi, di colpire la ragazza. Quella schivò i suoi colpi e, compiaciuta, gli mollò una ginocchiata alla pancia dello stomaco, decisa.
— Cosa provi, ho detto. Dimmelo.
Lui non poteva, ovviamente. Si limitò a rimanere zitto, a cercare di respirare.
Ma non ci riusciva, dannazione.
Mollò un calcio al grosso cane. La bestia guaì, ma tornò all’attacco più forte di prima. Era un fascio di muscoli, un enorme boxer dal manto scuro e con due piccoli occhi ora furibondi. Quando i denti tagliarono la carne come fosse burro, l’assassino non provò più dolore. I danni dovevano essere gravi, irreparabili.
— Non parli? —, bisbigliò la ragazza, senza nascondere una nota di compiacimento. Lui le si era avvicinato, le aveva parlato. Sin dall’inizio lei sapeva già cos’avrebbe fatto, ossia che l’avrebbe attaccata, poiché l’aveva riconosciuto.
Brad Norton. Era scappato dal suo paese, ovvio, ma quelle foto avevano fatto il giro del mondo – salvo per poi essere cestinate come inappropriate per il web. Ovviamente su internet girava e gira ben di peggio, ma alla gente normale non è dato saperlo, giusto.
Lui rapiva ragazze. Le picchiava e rinchiudeva in casa. Lì le torturava nei modi più disparati, divertendosi.
Gettò ogni corpo in una fossa comune. Coloro che abitavano là vicino dissero, in un’intervista, che l’odore era nauseante, e all’inizio pensammo fosse una discarica. Nessuno poté immaginare cosa ci fosse veramente laggiù e per troppo tempo non c’avvicinammo. Ma l’odore aumentava, cresceva, peggiorava: c’insospettimmo ed andammo a controllare. Ma Brad Norton già non c’era più.
Lei aveva letto ogni cosa. Aveva provato dolore per quelle ragazze, aveva pianto e urlato. Non c’era stata giustizia! Brad Norton era scappato, il caso era stato archiviato.
Ma ora... Giustizia sarebbe stata fatta.
Guardò un’altra volta il volto di Brad Norton. Così cupo, così rosso, così provato. Provò piacere nel vederlo così, lui se ne accorse e la osservò intensamente.
— Crepa, figlio di puttana!
 
3
— Liberami! —, latrò con un guizzo di forza Brad Norton. S’aggrappò alle mani di lei e le strinse così forte da farsi male, ma ella non mollò. Aveva uno sguardo così determinato e fiero, e lui capì.
L’aveva riconosciuto.
Cristo.
Non voleva morire, non così. Nella vita aveva ucciso per gioco tante ragazze, un po’ perché era maschilista, un po’ perché s’annoiava.
Ma schiattare era davvero così? Un po’ d’ossigeno in meno, una pazza che s’incazza con te ... E fine? The end? Davvero?
— Mai. Brad Norton. Sì, l’avrai capito. So chi sei. E non ti libererò. Mai. Tu creperai qui, grazie a me. E vendetta sarà fatta, cristo!
— No...
— Sì! — ringhiò lei. Strinse ancor più la presa e lui sputò saliva e sangue, strizzando gli occhi. Il cane gli afferrò i jeans, gli strappò. Il pacchetto di cicche si schiantò a terra, il portafoglio pure.
— Voglio che tu muoia.
— Anch’io.
Errore. Non aveva mai fatto cosa più sbagliata.
 
4
Brad Norton è stato ritrovato.
Ed è morto.
Il suo corpo è stato rinvenuto a lato d’una strada di campagna poco frequentata. Presenta segni di strangolamento, morsi e lacerazioni e saliva di cane lungo le gambe.
Accanto al suo corpo, un biglietto: « Giustizia è stata fatta ».
Chi è l’assassino, o l’assassina?
Dalle famiglie delle ragazze assassinate è partito un messaggio breve, conciso. Forse non giusto, ma non importa. « Grazie ».
Ed è vero.
Grazie.
- Il tempo.
  
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