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Autore: HarrysSwallows    17/03/2014    0 recensioni
Perché?
Vi racconterò una fiaba, come spiegazione alla vita. La fiaba della rana e dello scorpione.
Genere: Drammatico, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Questa è semplicemente una riflessione. Perché?
È una delle domande più frequenti che vengono poste tutti i giorni. Pensate un secondo a quante volte ve lo chiedete.
Soprattutto durante l’adolscenza. Perché lei è più carina di me? Perché non gli piaccio? Perché esisto?
 
Perché sono questa specie di impiastro?
Beh, sinceramente, me lo chiedo ancora. Bah. Tanto per dire, vi capita mai di fermarvi a pensare? Di fissare un punto vuoto senza una ragione precisa e pensare, pensare, pensare..
Pensare, la più grande e dolorosa forma di autodistruzione umana. I pensieri sono le peggiori armi, adibite a dolore, angoscia, ansia.
Non dico che abbiano sempre e solo un risvolto negativo, certo. Ma fermatevi a riflettere (altra brutta bestia la riflessione), vi è mai capitato di soffermarvi su un pensiero? Su un viso magari. Su un’immagine sfocata. Aver voglia di urlare e smettere di immaginarla. Ma no, non siamo noi a decidere i nostri pensieri.
Credo che a volte il nostro cervello provi gusto a sentirci morire dentro per certi pensieri. Probabilmente è così.
“Alzati e combatti” dicono. Ma come si può sfidare noi stessi? Come si può uccidere brutalmente quello che si è?
“Chi è causa del suo mal, pianga se stesso” Uno dei detti più veri e stupidi che abbia mai sentito. Dovremmo passare la vita a piangere? Noi stessi siamo la causa del nostro male. Sta a te imparare ad accettarlo o no.
Vi racconterò una fiaba, che mia madre usa riproporre spesso come spiegazione alla vita.
“Accanto ad uno stagno c’era una ranocchia sola, aspettava che arrivassero le mosche per mangiarle. A lei si avvicinò uno scorpione.
-Rana, devi farmi un favore, per cortesia- chiese.
-Cosa vuoi da me scorpione, che sei portatore di morte per chi ti sta intorno?- rispose la rana, conoscendo la natura dello scorpione.
-Devi portarmi sul tuo dorso dall’altra parte del laghetto, poiché io non so nuotare- le chiese speranzoso l’animale.
-Stolto! Credi che io sia per caso stupida? Non appena ne avrai la possibilità tu mi pungerai, ed io morirò e farai di me la tua cena!- ribatté indignata la rana.
Lo scorpione non aveva intenzione di ferire la rana. Lui aveva solo bisogno di attraversare il lago, così da raggiungere l’altra sponda.
 
 
-Rana! Cosa vai farneticando? Semmai io ti pungessi alle spalle, mentre mi trasporti, moriremmo entrambi! Io infatti come sai, non sono in grado di nuotare. Non son mica stolto, nemmeno io. Non ti pungerò.-
La rana ci rifletté su qualche minuto. In effetti lo scorpione non aveva torto, e stolto non era di certo.
-Bene, abbiamo un’accordo. Ma bada bene scorpione, ricorda che moriremmo entrambi!- si raccomandò l’anfibio.
-Orsù rana, caricami sul tuo dorso-
Una volta fatto salire lo scorpione la rana iniziò a nuotare attraversando il laghetto, lungo sessanta bracciate a nuoto.
Una volta fatte le prime dieci, la rana si fermò riposandosi, appoggiandosi ad una pietra. Lì incontrò una sua amica, che saggiamente la mise in guardia.
-Cara amica, diffida dello scorpione, poiché non è in grado di cambiare la sua natura, orsù scappa e allontanati, altrimenti morirai- l’avvertì.
-No no, cara compagna, non temere per me. Lo scorpione non è stolto, e se mi pungerà moriremo entrambi-
Detto questo ripartì assieme allo scorpione. Si fermò dopo le successive dieci bracciate, accostando su un’altra pietra. Lì un’altra rana, sua compagna, l’attendeva.
-Oh mia amica, m’hanno detto che stai trasportando lo scorpione. Lascia perdere e abbandona quella creatura maligna. Salvati, ora che puoi, perché t’assicuro che non arriverai alla fine del guado-
-Non penare per me, cara compagna. Ripeto anche a te che lo scorpione non è stolto, non mi pungerà per poi uccidere entrambi. Affogherebbe!-
Non ascoltando nemmeno la seconda sua simile, la rana riprese a nuotare, con lo scorpione in groppa. Quasi arrivata alla terza pietra, a metà del tragitto, sentì il pungiglione del suo passeggero trafiggerle la carne, ed il veleno paralizzarla.
-Stolto! Stolto! Avevano ragione le mie compagne. Ora moriremo entrambi!- gridava la rana, inveendo contro lo scorpione-
-Perdonami rana, è nella mia natura, non posso cambiarla-"
  
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