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Autore: fastingpylades    18/03/2014    7 recensioni
“Dovresti dormire di più”.
“Non ci riesco”.
“Perché?”.
[Jason/Nico]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jason Grace, Nico di Angelo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Raramente Nico Di Angelo dormiva e tutto l’equipaggio dell’Argo II lo sapeva, i turni notturni li faceva tutti lui e da quando era stato tratto in salvo da quei  due giganti che lo avevano imprigionato in quel vaso di bronzo, mangiava e beveva poco.
Sembrava un fantasma, un fantasma che se ne andava in giro per quella grande nave.
Era una di quelle notti in cui Nico girovagava per la nave per controllare che tutto andasse bene e che non ci fossero intrusi, camminava lentamente con la sua spada sopra la sua schiena coperta da un giubbotto da aviatore nero.
Da una porta socchiusa, aveva controllato Leo che costruiva qualche aggeggio probabilmente un supporto per la nave. Aveva controllato sua sorella che dormiva serenamente abbracciata a Frank, stessa cosa valeva per Percy e Annabeth che dopo tante disavventure nel Tartaro potevano dormire sonni tranquilli.
Era felice per loro, ma era felice di aver rivisto Percy sano e salvo; si mordicchiò le labbra e se ne andò, cercando di fare meno rumore possibile.
L’ultima stanza era quella di Jason, aprì lentamente la porta e guardò dentro lasciando che un raggio di luce illuminasse di poco quella stanza.
Notò con sorpresa che Piper non era lì e Jason dormiva come un sasso sul fianco destro, verso la porta.
Gli occhi neri scrutavano la figura possente del ragazzo più grande illuminata da quel flebile raggio di luce; i capelli corti e biondi splendevano, il viso era rilassato e la cicatrice, sopra il labbro, spiccava.
Gli ci vollero pochi secondi per entrare e chiudere la porta senza fare rumore, insomma era un esperto in queste cose. 
Lentamente si avvicinò e si mise seduto sul letto, stando attento a non toccarlo o sfiorarlo poiché non voleva svegliarlo. Dall’espressione che aveva, Nico poteva dedurre che stava facendo un bel sogno.
Jason si era avvicinato di più dopo quell’avventura per recuperare lo scettro di Diocleziano, si era dimostrato disponibile, lo aveva difeso non appena erano torni sulla nave e si sentiva protetto quando c’era lui nei paraggi.
Allungò la mano per accarezzargli la guancia, ma la ritirò subito quando il biondo si mosse e sbadigliò; Jason aprì prima l’occhio destro poi il sinistro, gli occhi azzurri brillavano nell’oscurità e si trovarono a fissare Nico che era come pietrificato.
Avrebbe voluto sparire, ma non poteva, lo aveva visto.
“Nico. . ?” gracchiò il biondo che si mise seduto, mentre si stropicciava gli occhi. Gli ci vollero pochi minuti per riprendersi e concentrare tutta l’attenzione su di lui.
“È successo qualcosa? Siamo sotto attacco?”
Nico scosse la testa velocemente anche per cercare di mandare via il rossore che era comparso sulle guance in quel momento.
“No, no. Ero solo venuto a vedere se tutto filava liscio qui”.
Jason sospirò e si passò una mano tra i capelli, Nico rimase in silenzio, tenendo lo sguardo basso e torturandosi le mani bianche e quasi scheletriche. Non era riuscito a riacquistare il peso di prima di essere catturato da quei due giganti, gli sembrava ancora di dipendere da quei semi.
Dopo un po’ alzò lo sguardo e incontrò gli occhi del biondo prima di avvicinarsi, Jason alzò le coperte come per invitare Nico sotto le coperte.
Non gli piaceva l’idea di condividere il letto con qualcuno, preferiva di gran lunga dormire da solo eppure dopo qualche minuto cedette.
Si tolse il giubbino d’aviatore, le converse scure e la spada poggiandoli sulla sedia che stava lì vicino prima di infilarsi sotto le coperte stando a qualche centimetro di distanza da Jason che abbassò le coperte, assicurandosi che fosse ben coperto.
Socchiuse gli occhi e avvicinò una mano ai capelli che accarezzò, Nico si mordicchiò le labbra e abbassò lo sguardo per non incontrare quei occhi blu.
“Dovresti dormire di più”.
“Non ci riesco”.
“Perché?”
Già, perché?
Non aveva una risposta precisa questa domanda. Le poche volte che aveva dormito, aveva sognato sua sorella Bianca che si prendeva cura di lui fino a quando non lo aveva abbandonato per le cacciatrici di Artemide ed era morta nel tentativo di portagli quella statuina poi tanti altri sogni sempre più deprimenti che spesso riguardavano anche Percy.
Jason ottenne una risposta a quella domanda, una risposta silenziosa che lo fece avvicinare al ragazzino. Gli circondò la vita con il braccio facendo in modo che la testa del moro si appoggiasse al petto, Nico gli permise di avvicinarsi e arrossì, nessuno lo aveva mai abbracciato in quel modo a parte Bianca.
Per la prima volta dopo tanto tempo si sentiva al sicuro, senza il bisogno di scappare via.
“Hai mai provato a dormire con qualcuno”.
“Sì, ma quel qualcuno è morto”.
Oppure preferisce qualcun altro, avrebbe voluto aggiungere Nico che lanciò un’occhiata a Jason che gli accarezzò la guancia fredda come il ghiaccio sapendo benissimo a chi si riferiva.
Era la prima volta che notava quanto era freddo e pallido eppure nei ricordi che gli aveva mostrato Cupido, la sua pelle era olivastra e non c’erano segni di notti insonni sotto gli occhi, sembrava vivo.
Jason era immerso nei suoi pensieri, pensò Nico che si mise seduto e lo guardò negli occhi azzurri assenti.
Perché lo stava facendo, si chiedeva il moro che mise le braccia incrociate al petto, nessuno lo aveva trattato in quel modo insomma era il figlio di Ade, chi voleva avere a che fare con lui?
Quello strano ragazzino che sembra un morto che cammina con quei occhi scuri e profondi come il Tartaro.
Era convinto che nessuno lo volesse attorno eppure c’era qualcuno.
Jason.
Sin dal momento in cui era salito sulla nave, lo aveva sempre difeso e ammettiamolo—si sentiva al sicuro con lui nei paraggi, più di quanto lo era con Percy.
Lo aveva invitato nel suo letto e aveva avuto l’impressione che volesse abbracciarlo, ma non lo fece.
“Jason”.
Il figlio di Giove si svegliò dai suoi pensieri e alzò la testa, leggermente sorpreso poiché lo aveva sempre chiamato per il cognome; il figlio di Ade si avvicinò al suo viso e gli sfiorò le labbra con le proprie, arrossì lievemente e stava per ritirarsi, ma il biondo gli prese il viso e ricambiò il baciò con dolcezza.
Non se lo aspettava, ma lo baciò ancora prima di socchiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dai bacio di Jason.
Aveva bisogno di tutto questo, aveva bisogno di qualcuno come Jason.
Aveva bisogno di Jason, si corresse mentalmente prima di staccarsi da lui e guardandolo negli occhi azzurri.
Si sentiva felice dopo tanto tempo, accennò anche un sorriso che fece sorridere Jason che lo guardava rassicurante.
Aveva un bel sorriso, pensò il biondo che si stese e abbracciò il moro non appena si adagiò sul materasso che si strinse a lui, lo vide scivolare in un sonno tranquillo e gli accarezzò dolcemente la guancia che aveva ripreso un po’ quel colore olivastro.
Era la prima volta che lo vide così rilassato e forse felice come quel Nico che era arrivato al Campo Mezzosangue insieme a Bianca nel ricordo che aveva visto nel palazzo di Diocleziano, gli baciò la fronte e si mise a dormire con Nico che dormiva tranquillo sul suo petto.
  
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