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Autore: lumieredujour    19/03/2014    2 recensioni
Oggi sono molto stupida. Un incontro improbabile tra Harry Potter e Magnus Bane. Enjoy :)
Dopo pochi minuti la porta si aprì davanti alla figura più strana che Harry avesse mai visto. Era un ragazzo alto e magro, con la pelle color nocciola e gli occhi luminosi come quelli di un gatto. I capelli erano sparati in tutte le direzioni e pieni di glitter, mentre i pantaloni neri di pelle e la camicia blu elettrico gli donavano quell’aria potente che tanto aveva sconvolto il Sopravvissuto. Un sorriso pigro si disegnò sulle labbra color porpora dello stregone ed Harry sentì un sussurro gelido dietro di sé.
-Harry caro, è questo il tuo amico?
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Ginny
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quando Harry Potter uscì dall’aeroporto JFK di New York, si chiese cosa diavolo aveva in testa quando aveva proposto questa “fuga romantica” a Ginny. Lui era lì per lavorare e la ragazza lo avrebbe sicuramente Trasfigurato in un rospo appena l’avesse scoperto.

-Amore, è bellissima, non credi?- Ginny si avvicinò a lui, spostando i capelli con gli occhiali da sole.
Lei era bellissima con quegli occhi scuri e rilassanti e quei capelli rosso fuoco.

-Non siete ancora arrivati al centro, signori…?- un tassista si avvicinò sorridendo.
Molto accomodanti, questi babbani newyorkesi.

-Potter. Portaci a Brooklyn, a questo indirizzo precisamente- disse il mago entrando nel tipico taxi giallo canarino e passando al tassista un biglietto da visita.

Qualche mese prima era stato contattato dal Ministero della Magia che lo aveva convocato con urgenza per una “missione particolarmente importante”. Dopo dieci anni di lavoro come Auror e i precedenti anni a combattere il Signore Oscuro l’avevano reso particolarmente incline al panico. Forse stava solo esagerando, forse il Ministero aveva solamente deciso di mandarlo in vacanza a fare il turista babbano. Si, come no.

-Siete venuti qui in vacanza, signor Potter?- il tono del tassista era particolarmente composto, ma il suo modo di guidare era orribile.
-Sì, in vacanza. Non siamo mai stati in America- la voce di Harry era tesa e il suo colorito un po’ verdognolo.
-Capisco. Brooklyn di solito non è la prima tappa delle vacanze romantiche, sapete? Soprattutto quell’indirizzo non porta da nessuna parte, io ci abito a Brooklyn, lo so per certo-

Ginny ed Harry si guardarono dubbiosi. I babbani raramente prestavano attenzione a ciò che avevano attorno, ma era comunque un paese diverso dal loro, non sapevano esattamente cosa si sarebbero trovati davanti.

Il resto del viaggio lo passarono col naso attaccato al finestrino, godendosi la vista così diversa dalla loro Inghilterra. L’aria era calda, il sole molto forte e quel rumore incessante di macchine rendeva il tutto più attivo, quasi come se la città fosse un enorme mostro vivente.

Arrivarono all’imbrunire davanti ad un loft grande quanto un magazzino, il sole che quasi spariva dietro il contorno della casa.
-Vedete? Qui non c’è niente, solo vecchi magazzini- il tassista uscì dall’auto, sputò per terra.
Harry e Ginny uscirono anche loro dal taxi, l’ombra di un sorriso sulle labbra. Harry pagò il tassista babbano che sgommando se ne andò.

-Quindi questo è l’indirizzo del tuo amico? E’ molto gentile da parte sua lasciarci vivere con lui. Come hai detto che si chiama?-
Harry non lo sapeva, si avvicinò al campanello e lesse il nome.
-Bane, Magnus Bane-
Strano nome per uno stregone ora che ci pensava. Harry, per precauzione, mise una mano sulla bacchetta e si tranquillizzò. Suonò il campanello, facendo in modo che il suo corpo coprisse Ginny.

Dopo pochi minuti la porta si aprì davanti alla figura più strana che Harry avesse mai visto. Era un ragazzo alto e magro, con la pelle color nocciola e gli occhi luminosi come quelli di un gatto. I capelli erano sparati in tutte le direzioni e pieni di glitter, mentre i pantaloni neri di pelle e la camicia blu elettrico gli donavano quell’aria potente che tanto aveva sconvolto il Sopravvissuto. Un sorriso pigro si disegnò sulle labbra color porpora dello stregone ed Harry sentì un sussurro gelido dietro di sé.
-Harry caro, è questo il tuo amico?- Ginny lo superò e si presentò sorridendo e stringendo la mano affusolata dello stregone.
-Prego, entrate- Magnus non aveva né l’accento americano né tantomeno quello inglese, Harry si chiese che tipo di rapporti aveva col Ministero.

Probabilmente anche Ginny si chiedeva che tipo di rapporti legavano suo marito a questo stravagante sconosciuto. Harry rabbrividì.
-Quindi signor Bane, come ha conosciuto mio marito Harry?- chiese Ginny dopo che si fu accomodata su un basso divano rosso scuro, soffermandosi molto sulle parole “mio marito”.

I suoi occhi ora erano curiosi, ma la bocca era diventata una sottile linea bianca e per un attimo sua moglie gli ricordò la signora Weasley prima di ogni sfuriata. Cercò di cacciare quella immagine agghiacciante dalla sua mente e si concentrò sulla conversazione.
Magnus Bane in quel momento stava raccontando di come aveva conosciuto Harry un paio di anni prima ad un convegno del Ministero della Magia riguardante la cooperazione delle diverse etnie magiche.

-Amore, non mi avevi detto di questo convegno- Ginny cercò di sorridere, ma le uscì un ghigno piuttosto forzato.
Harry arrossì e cercò di prendere tempo. Convegno? Almeno aveva avuto la decenza d’inventarsi una scusa plausibile quello stravagante mago, eppure doveva tirarsene fuori prima che una silenziosa Maledizione Cruciatus lo colpisse.

-Certo, perché lui non era invitato. Il Ministro lo chiamò per una “comparsata”, se così si può dire. Tutti noi eravamo curiosi, volevamo conoscere il Bambino Sopravvissuto, colui che aveva sconfitto Lord Voldemort. Sa com’è, suo marito è famoso- gli occhi di Magnus brillavano di divertimento, come se godesse dell’abbastanza imbarazzante situazione –ma non mi aveva detto che era anche stato fortunato in amore. Lei è particolarmente bella signora Potter. Mi ricorda una mia cara amica- sorrise sornione.

Questa volta fu Ginny ad arrossire e a mormorare un “grazie”. Harry fu sconvolto: sua moglie imbarazzata? Forse era colpa del jet lag, della stanchezza, dell’aria così diversa.

Il campanello suonò e Magnus, scalzo e con un movimento elegante, si alzò ed andò ad aprire.
Entrarono in stanza due ragazzini e per un attimo Harry pensò che erano maghi come loro. Eppure c’era qualcosa di strano in loro, una certa grazia nel modo di camminare che, per un attimo, gli ricordò  quella dei Mangiamorte e, per di più, erano vestiti in nero.

-Okay signori, diamoci alle presentazioni. Loro –disse indicando i ragazzini- sono Clary e Jace. Questi signori seduti sul mio divano sono Harry e Ginny. Ora venite, sedetevi- e sparì in un corridoio limitrofo, lasciandoli soli.

Harry li fissò meglio e notò che erano davvero giovani, non più di diciotto anni. Il ragazzo era abbastanza alto e magro, i capelli color miele e gli occhi ambrati, l’ombra di un sorriso sulla bocca. La ragazza- Clary l’aveva chiamata Magnus- era molto bassa e con ricci capelli rossi: gli occhi verdi e le lentiggini la rendevano molto più simpatica a pelle, come se la conoscesse già. Gli ricordava Ginny per certi versi.

-Quindi voi siete gli stranieri che Magnus deve ospitare- disse Jace con una voce bassa- cosa siete, stregoni?-
-Maghi, precisamente. Veniamo dal Ministero della Magia inglese. E anche voi siete dei maghi?-

Jace rise buttando la testa all’indietro.
-Ti sembro per caso uno stregone? Ho delle orecchie a punta o la pelle verde? No, io sono uno Shadowhutner-

Harry fissò Ginny, dubbioso. Cosa c’entravano le malformazioni fisiche con la magia?
-No, ma se è per questo nemmeno noi abbiamo quell’aspetto. Potevate essere babbani per quanto ne sapessi. Quindi cacciate ombre? E’
davvero un lavoro qui in America?-

-Mondani voleva dire, signore. E comunque è più di un lavoro, è una missione-
-Cosa sono i mondani? Dei dolci tipici? Siete quindi dei maghi particolari, capisco- Harry era sempre più stranito.

Jace rise sarcasticamente e si beccò una gomitata in pieno addome dalla ragazzina.
Subito calò un imbarazzante silenzio nella stanza che fu rotto da Ginny.

-Bei tatuaggi, non sapevo che alla vostra età fossero permessi- disse la ragazza, notando un tatuaggio a forma di occhio sulla mano destra di Clary.
-Sono rune, per l’esattezza- rispose la ragazza.
-Rune? Strano!- Ginny si rivolse ad Harry –avremmo dovuto portare Hermione con noi, sarebbe riuscita a tradurcele, non credi?- poi si rivolse di nuovo ai ragazzini –sapete, una nostra amica è appassionata di Antiche Rune. Avrebbe potuto tradurle tutte in un battibaleno!-

Un gatto comparì nel salotto e, vedendolo così affollato, tentò di nascondersi sotto il divano, ma Ginny fu più veloce e lo prese in braccio.
-Che carino questo gatto, mi ricorda tantissimo Grattastinchi, vero amore?-
Clary e Jace si fissarono straniti.

Harry si accorse che la bacchetta stava per forargli i pantaloni tipicamente babbani, perciò decise d’appoggiarla sul tavolo. Prima che la bacchetta avesse toccato la superfice vitrea del tavolino, Jace aveva già uscito una bacchetta più lunga e luminosa e la stava puntando verso di loro.
-Che cosa siete? Che cos’è quella cosa?-
-E’ una bacchetta. Perché la bacchetta che hai in mano brilla? Cos’è?-
-Una spada angelica?- disse Jace in tono esasperato, prima di rimettersela dietro la spalla, un certo fastidio dipinto in faccia.
-Una bacchetta? Come i migliori maghi di cui parlano sempre i mondani! A che cosa serve?- chiese Clary, avvicinandosi alla bacchetta e osservandola.
-Tutto. E’ ciò che ci rende maghi. Senza saremmo persi. Potremmo far esplodere accidentalmente qualcosa,- sogghignò Ginny, forse pensando al nostro amico Seamus – ma vedo che anche tu hai una bacchetta- ed indicò un oggetto che Clary aveva appena uscito dalla sua tasca.
-Questo? E’ uno stilo. Lo utilizziamo per marcarci con le rune- e detto questo Clary mostrò il braccio su cui vari simboli spiccavano sulla bianca pelle della ragazza.

Il silenzio tornò nella stanza. Erano tutti particolarmente pensierosi.

Harry e Ginny stavano pensando che quei due ragazzini erano strani, pieni di rune iscritte nella pelle, quei segni così simili ai Marchi dei Mangiamorte.

Jace e Clary, d’altra parte, erano straniti. Che diavolo di stregoni erano questi due inglesotti. E com’era possibile che non conoscessero gli Shadowhunters? E, cosa molto più importante, chi diamine era Grattastinchi?

Il silenzio fu interrotto da Magnus che rientrò nella stanza, consegnò a Clary un pacchetto bianco e li spinse delicatamente via.
-Allora ci vediamo presto signori. Magnus, Alec ha detto di rispondere al telefono- disse Clary prima di muoversi ed uscire dal loft.
-Strani i tuoi amici- disse sospettosa Ginny, lasciando andare il gatto sul pavimento.
-Mai quanto i vostri amici! Ancora ricordo quando io e Minerva McGranitt abbiamo fatto un giro sulla prima automobile inglese. Quanto ci siamo divertiti. Come sta quella vecchia micia?- chiese lo stregone sedendosi su una poltrona lì vicina, gli occhi scintillanti al ricordo delle serate passate in Inghilterra.

-Parli della professoressa Minerva Mcgranitt?- erano entrambi scioccati- sta bene. Non pensavo la conoscesse-
-Oh, io la conosco molto bene. Salutatela quando la vedete, anche da parte mia, okay?- i suoi occhi così simili a quelli di un gatto, che per un attimo si chiesero se quell’uomo fosse un mago normale o un Animagus.
Harry cercò d’immaginare quel ragazzo magro e così anticonformista assieme alla sua austera professoressa di Trasfigurazione, ma l’immagine semplicemente non riusciva a formarsi.  Che strano personaggio, questo Magnus Bane!

**

Nei giorni che passarono, Harry fu aiutato dalla fortuna. La mattina andava con Magnus a Central Park, dove lo stregone tramite la sua eloquenza riusciva ad ottenere le rare piante fondamentali per la serra magica del San Mungo. Quella era l’importante missione, prendere
due maledetti bulbi e portarli in Inghilterra.

Il pomeriggio andava in giro per la città con Ginny, facendo i turisti babbani e divertendosi un mondo. Si divertiva in particolare la sera, pensò sorridendo mentre l’aereo decollava dall’aeroporto. Quella settimana era volata, tutto grazie alla complicità dello stregone.
Un paio di volte Ginny ed Harry avevano cenato con Magnus e il suo fidanzato, Alec, un giovane uomo alto e chiaro di pelle,ma con due profondi occhi blu e un umorismo davvero divertente.

Purtroppo non incontrarono più quei due strani individui – com’è che si chiamavano? Jake e Cassie?- del primo giorno, ma Magnus gli assicurò che quei due ragazzini erano una specie di “Auror” americani, persone apposto.
Purtroppo Harry non aveva trovato quello stilo che tanto aveva affascinato Ginny: avrebbe voluto regalarlo ad Hermione, ma tanto meglio! Sicuramente se l’avesse avuto, Hermione avrebbe riempito tutta la casa di rune e dio soltanto sapeva cosa avrebbe combinato.
Strani, questi Auror newyorkesi!




*saluta con la manina*: oggi ero particolarmente stupida. Non so perchè un crossover del genere mi è saltato in mente, ma l'immagine di magnus con la prof McGranitt (e magari anche Silente) mi riempie di gioia. ehehe what do you think?
cuori,
Em
  
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