Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: _Nikita_    19/03/2014    1 recensioni
Questa piccola storia è saltata fuori dopo una serie d'incontri che ho fatto seriamente sul lungomare della mia città, c'era questo ragazzo con lo skate che riusciva sempre a farmi sorridere. L'ho incontrato due o tre volte e poi mai più, volatilizzato. Una sera stavo ascoltando Wishlist dei Pearl Jam e non so perchè ma ho ripensato a lui, la fantasia ha preso quindi la sua strada ed è nata questa. E' stata per un lungo periodo incompleta, non riuscivo a trovargli un finale che potesse dargli un senso. Poi ieri sera alle 2 di notte, un lampo di genio (si spera che sia di genio e non di m... non so se mi spiego xD ) e l'ho completata. Spero che possa piacervi, è una storia senza pretese che racconta di Sara, una giovane maturanda che pensa di avere le allucinazioni e di Luca, un ragazzo ombroso che ha trovato il motivo per sorridere.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Blocco degli appunti alla mano, era uscita di casa. Aveva deciso di prendersi una pausa, quella maturità la stava uccidendo!
Sul lungomare, col sole che le splendeva dritto in faccia, l'aveva incontrato di nuovo. Era stato un attimo, ma era bastato per sorridersi a vicenda. Era stato un attimo perchè lui correva veloce come il vento, sul suo skate. 
Sara non si era voltata neanche sta volta. Aveva paura di scoprire che fosse solo un sogno. Già, un sogno, che pensiero stupido. Era palesemente sveglia e nonostante avesse torturato il suo cervello, studiando Kant tutta la mattina, di certo non aveva le allucinazioni. Ma quel ragazzo così particolare, con i capelli lunghi quasi quanto i suoi, gli occhi così chiari e la pelle diafana lo incontrava solo lì, sul lungomare lontano dalla strada e, ogni volta, sembrava apparire dal nulla. In centro non l'aveva mai visto, eppure non viveva in una grande città, ne lui era quel tipo di ragazzo che passa innosservato. Era come se esistesse solo lì, sul lungomare, e proprio per questo Sara non si voltava mai, per paura che lui fosse già sparito. 

 
I wish I was a neutron bomb, for once I could go off 
I wish I was a sacrifice but somehow still lived on 

Ogni volta che la incrociava sul lungomare, lei riusciva a strappargli un sorriso. Luca non aveva la più pallida idea di come ci riuscisse, ma poco importava. L'unica certezza era che, di qualunque umore fosse, appena la vedeva, gli angoli delle sue labbra si piegavano all'insù. Non ci avrebbe creduto nessuno, di solito le ragazze erano attratte dalle tenebre che lo avvolgevano mai dal suo sorriso, anche perchè -doveva ammetterlo- difficilmente sorrideva così apertamente.
Anche quella volta, si era voltato a guardarla. Era più forte di lui, non riusciva a lasciarsela alle spalle senza prima averla spiata per un po' camminare svelta e leggera. Gli piaceva come camminava, ne era quasi ipnotizzato. Sembrava non toccare terra da quanto era elegante. Questo pensiero lo portava sempre a sorridere -ancora-, lui per staccarsi da terra usava il suo skate e tutti gli dicevano che con quello sotto i piedi, sembrava che volasse. Lei, invece, non ne aveva bisogno, quando camminava normalmente sembrava che galleggiasse nell'aria come una piuma. 


 
I wish I was a sentimental ornament you hung on 
The Christmas tree, I wish I was the star that went on top 


Dopo la maturità, si era trovata un piccolo lavoretto, in un piccolo chiosco sulla spiaggia. Ogni mattina e ogni sera passava sul lungomare, ma Quel Ragazzo Sullo Skate non l'aveva più incontrato. 
Quel pomeriggio, prima di andare al lavoro, era stata in un'agenzia di viaggi con due sue amiche per prenotare la vacanza tanto agognata e per la quale, da ormai un mese, aveva iniziato a mettere da parte i propri guadagni. 
Quindi, mentre lavava tazze e bicchieri di turisti frettolosi che non vedevano l'ora di sdraiarsi al sole, pensava che presto ci sarebbe stata lei da quella parte del banco, a farsi servire e riverire col solo pensiero di divertirsi. 
Quando le campanelle sopra la porta tintinnarono, si voltò pronta a soddisfare le richieste del nuovo cliente, ma mai si sarebbe aspettata di trovarsi davanti Quel Ragazzo Con Lo Skate. 
Sara si sorprese nel vedere quanto fossero verdi quegli occhi che lei aveva sempre creduto azzurri. Di solito, non sbagliava mai il colore degli occhi di una persona, ma in effetti non aveva mai avuto -fino a quel momento- l'occasione di soffermarsi bene su quei due specchi di vetro. 
Cercò di tirarsi fuori da quello stupore iniziale, accogliendolo come si addice a una vera professionista.
-Ciao, dimmi pure-
-Sì, un... un caffè, grazie-
Lì per lì, sembrò pensarci un po', al contrario di Sara che si girò svelta verso la macchina del caffè.
Non aprirono più bocca, non una sola parola. Lei continuò a dedicarsi ai suoi bicchieri e alle sue tazze e ai nuovi ordini che la tenevano impegnata. Ogni tanto, si concedeva di guardarlo di sfuggita, un po' per curiosità, un po' per capire cosa ci trovasse di così interessante nel suo lavoro, dato che gli aveva sfilato la tazzina vuota da almeno un quarto d'ora e lui non dava ancora segno di volersene andare. 


 
I wish I was the evidence, I wish I was the grounds 
For 50 million hands upraised and open toward the sky 


Luca non sapeva perchè l'avesse fatto, ma quando l'aveva vista attraverso i vetri del locale, non era riuscito a trattenersi dall'entrare. L'aveva fatto e basta. Anche al momento di ordinare, aveva ordinato un caffè e basta. Poco importava che lui odiasse il caffè. L'aveva fatto e basta. 
Mentre lo beveva cercava di trattenere una smorfia di disgusto e si concentrava sulla figura di lei. Non faceva altro che pensare che coi capelli legati fosse ancora più bella. La coda le faceva risaltare gli occhi intensi, che non si capiva bene di che colore fossero, un po' come i suoi. La prima volta che li aveva visti avrebbe giurato che fossero marroni, poi un'altro giorno aveva notato delle paiuzze verdi ed infine, l'ultima volta che l'aveva incontrata, quando aveva il sole in faccia, gli erano sembrati color ambra. Sarebbe rimasto a guardarla per delle ore, ma quel pomeriggio aveva le prove con i ragazzi ed era già in ritardo.
Quando prese la strada per la porta, si ripromise che sarebbe tornato e così fece. Ogni volta che aveva le prove, e ciò vuol dire almeno due volte a settimana, partiva da casa con largo anticipo e si fermava al bar della Ragazza Con Gli Occhi D'Ambra. E ogni santa volta ordinava un caffè. Si odiava per questo, ma per lei avrebbe fatto qualsiasi cosa anche bere caffè tutta la vita. 


 
I wish I was a sailor with someone who waited for me 
I wish I was as fortunate, as fortunate as me 



Doveva essere un normale sabato sera, un giro in centro e poi il classico Cosmopolitan al tavolo del solito bar. 
Come ogni sabato al Thunder c'era musica dal vivo, Sara e le sue amiche sedevano ad uno dei tavolini che non dava una buona vista del palco, a loro non importava. Ma Sara la voce del cantante la riconobbe in un attimo. Era lui e non stava ordinando un caffè.
-Carino il cantante! -
-E' lui... è.. è quello dello skate! -
Riuscì finalmente a dire.
-Beh, allora avviciniamoci! -
Quella sera la vista del palco aveva un'importanza fondamentale.
Sara ancora non ci credeva, se prima lo incontrava solo sul lungomare, ora sembrava essere ovunque. 



Appena la vide, il gusto del caffè gli tornò alla bocca. Non avrebbe mai pensato di incontrarla al Thunder, ma ormai si era rassegnato a crederla ricca di sorprese.
Avrebbe voluto avvicinarla, una volta finito di cantare, ma quando era riuscito a liberarsi lei sembrava essersi volatilizzata. In ogni caso la vocina nella sua testa non faceva altro che ripetere: "Sì e una volta che l'avevi avvicinata cosa gli avresti detto, Luca? Ciao, sono quello che viene al bar a prendere il caffè e poi resta mezz'ora a guardarti. Poco imbarazzante, mi dicono''. 

 

I wish I was a messenger and all the news was good 
I wish I was the full moon shining off a Camaro's hood
 



Il lunedì pomeriggio Luca era davanti al suo caffè, ancora. Lo prese in mano e trattenne il fiato prima di berne un sorso, come da bambino faceva con lo sciroppo. 
Lei era appoggiata alla macchinetta del caffè, sembrava infreddolita. In effetti quell'anno agosto pareva più novembre, il sole era quasi sempre coperto. 
Luca sentiva lo sguardo di lei addosso, sembrava entrargli nella carne e quando alzava gli occhi, i loro sguardi si incrociavano ogni volta. 
-E così frequenti il Thunder-
Riuscì finalmente a dire.
-E tu sei un cantante-
Replicò lei, piegando la testa da un lato. Gli occhi marroni furono attraversati da un lampo d'ambra che colorò le pagliuzze verdi. Splendida
-Già-
Luca non voleva che la loro conversazione, se così si poteva chiamare, finisse lì così com'era iniziata.
-Hai una bella voce, sei bravo come cantante. Cioè, a me piaci-
Anche lei sembrava in vena di fare due chiacchiere. Luca sorrise e un altro lampo d'ambra le illuminò gli occhi, facendo brillare le piccole pagliuzze. Splendida. Allora si fece coraggio e riuscì a passare l'intera mezz'ora a chiacchierare con lei. 
-Beh, io ora devo andare Sara- Sara, quello era il suo nome e quando lo pronunciava, sentiva in bocca un gusto decisamente migliore del caffè. -Ho le prove coi ragazzi. Ma se stasera sei libera, posso farti ascoltare quel CD dei Pearl Jam di cui ti ho parlato-
La guardò sorridere ed arrossire leggermente. Esisteva un aggettivo per descrivere qualcosa che fosse più che splendido? Luca ci pensò, ma non gli venne in mente alcun aggettivo adeguato. 
-Mi stai chiedendo di uscire? -
Annui solamente ed aspettò che lei sorrise ancora. 
-Ci vediamo sul lungomare alle nove, sotto Garibaldi- 
-Va bene, a stasera allora-
-A stasera-
E con questa promessa prese la porta. Forse non era necessario un'altro caffè

 

I wish I was an alien at home behind the sun 


Sara ancora non riusciva a crederci, sarebbe uscita con Luca. Luca, Il Ragazzo Con Lo Skate che aveva paura fosse solo un sogno e che invece si era rivelato vero come nessun'altro. 
Oggi i suoi occhi erano grigi. Chiuse gli occhi, sì decisamente grigi come il cielo, ma accidenti se brillavano quegli specchi. Anche il sorriso di Luca era accecante, accecante e bellissimo. Non trovava altre parole per lui, solo bellissimo.
Quando ritirò la tazzina, si sorprese che il caffè fosse praticamente ancora tutto lì. Scrollò le spalle e lo gettò nel lavandino. 



 
I wish I was the souvenir you kept your house key on 
I wish I was the pedal brake that you depended on
 



-E poi mamma? Cosa successe sotto Garibaldi? -
-Il seguito te lo racconta papà quando torna, ora fai la nanna che è tardi. -
Ogni volta la storia finiva così. Sara non andava mai oltre, aspettava che fosse Luca a raccontare il seguito.
-E quando torna papà?-  
-Presto, amore-
Erano quattro anni che Sara ripeteva che papà sarebbe tornato presto, ma Ambra ancora non aveva sentito il seguito della storia. Eppure Sara sapeva che Luca sarebbe tornato. 
Ambra si stropicciò gli occhietti verdi e sbadigliò, mentre la mamma le rimboccò le coperte.
-Mamma mi canti quella canzone? Per favore! -
-Quale canzone, amore? -
-Quella tua e di papà-
Sara sorrise, era solo quella La Canzone che voleva Ambra, prima di dormire.
Sì, Luca prima o poi sarebbe tornato perchè lei, per lui, era quella canzone alla radio, quella per cui stava alzando il volume. Sarebbe tornato  perchè lui, per lei, voleva essere ancora il verbo 'fidarsi' e non l'avrebbe mai delusa. Luca sarebbe tornato e una sera avrebbe raccontato il resto della storia alla piccola Ambra. 


 
 
I wish I was the verb 'to trust' and never let you down 

I wish I was a radio song, the one that you turned up 
I wish... I wish... I wish... I wish...

 
 
I GUESS IT NEVER STOPS
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: _Nikita_