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Autore: Blue Fruit    19/03/2014    2 recensioni
“…Beth, I know you're lonely
And I hope you'll be alright
'Cause me and the boys will be playin'
All night.”
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: David Tennant, Georgia Moffett, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Beth
 

Questa storia è dedicata a Marta.

Cielo grigio, reso scuro da enormi nuvole senza forma. Sembrano bisbigliare tra loro, indecise su quando far cadere l’ennesima ondata di pioggia.
 
Lui infila la giacca nera ed esce, immergendosi nel freddo dell’inverno londinese.
Si trova in una strada secondaria da cui si può ammirare il traffico susseguirsi in modo lento e monotono.
 
Soffia sulle mani fredde e rigide, rese un po’ ruvide dal passare degli anni.
Sono magre e lunghe, esperte. Un piccolo taglio sul mignolo destro è stato lasciato dall’ultimo copione letto.
Mette le mani in tasca e fissa lo sguardo nel vuoto, con faccia inespressiva e persa.
Le occhiaie gli contornano il viso leggermente teso.
 
E’ stata una lunga giornata, come tutte le altre da un po’ di tempo a questa parte.
Il telefono vibra deciso e veloce  nella sua tasca, ma non se la sente di rispondere. Non ha niente da dire, nulla di nuovo, ed è così stanco delle solite parole roche e biascicate, sempre meno credibili e sempre più banali.
 
“…Beth, I hear you callin'
But I can't come home right now
Me and the boys are playin'
And we just can't find the sound…”

 
Sta mettendo in scena l’Amleto, con la compagnia giovanile del London Theatre.
Sono così impacciati ed eccitati per questa loro prima possibilità di poter recitare in un teatro così prestigioso, con lui.
Sbagliano spesso, non imparano le battute entro i tempi prestabiliti, spesso si perdono anche in stupide rivendicazioni sugli abiti di scena, mai abbastanza stretti o del giusto colore.
Sono molto plasmabili, ma non sempre in senso buono.
 
Lui a quell’età aveva ben chiari quali ruoli avrebbe voluto interpretare durante la sua carriera.
E lui ce l’ha fatta, lui ci è riuscito nel più brillante dei modi.
Lui è il Dottore di molti, lui è riuscito a diventare qualcuno in questo ambiente.
Lui è David Tennant e ama il suo lavoro. E’ la sua vita, il suo pensiero fisso e la sua più grande gioia.
La sua priorità.
 
Stanno provando da una settimana, senza preoccuparsi troppo dell’alternarsi del giorno e della notte.
Il tempo scarseggia e questi ragazzi si aggrappano ancora al copione come se ne valesse della loro interpretazione, ma in realtà le battute non sono che l’incipit e il contorno, il resto dipende dalla bravura del professionista.
 
“Papà arriverà prima o poi, sta solo lavorando un po’ di più.”
 
“…You say you feel so empty
That our house just ain't a home
And I'm always somewhere else
And you're always there alone…”

 
Qualche giorno fa è tornato di corsa a casa. Ha rischiato un incidente a causa della piggoia e della fretta.
Ancora non era entrato dalla porta che già stava pensado al momento in cui ne sarebbe uscito.
La sua testa era rimasta in quel teatro, mentre la stanchezza, probabilmente stimolata dall’odore di casa, dal tepore e dal divano a pochi passi dall’ingresso, si stava insediando in ogni fibra del suo corpo.
 
Georgia gli aveva sorriso, passandogli una mano sulla barba ruvida irregolare che gli era cresciuta sul viso in quei giorni.
Non aveva avuto tempo di rasarsi, neanche se ne era accorto.
La donna aveva però notato anche le scure occhiaie attaccate a quegli occhi nocciola e persi, così profonde da creare dei veri e propri solchi.
 
David non aveva parlato molto.
Aveva salutato sua moglie con un mezzo sorriso sgembo e un ciao appoggiato sulle labbra.
 
La bambina era piccola e tutta infagottata tra le braccia della mamma.
Con la fronte corrugata da un’espressione tesa e la mente occupata aveva lasciato un bacio carico di dubbi e fretta sulla fronte della neonata.
Questa aveva subito increspato le labbra, mostrando il suo disappunto per la durezza della barba del padre contro la sua pelle giovane e morbida.
Ci avrebbe pensato la vita, momento dopo momento, a levigare quella pelle chiara e immacolata.
 
L’aveva poi guardata per qualche istante, dicendo:
“Devo andare.”
 
Lei aveva sbadigliato e si era girata dall’altra parte, come se niente fosse.
David ne fu sollevato.
L’indifferenza degli altri lo faceva sentire meno colpevole.
Uscito dalla porta di casa si rese conto di non essere rimasto neanche dieci minuti, ma in compenso si stava sentendo tremendamente in colpa e ancora più stanco, stufo e infuriato, anche se non sapeva bene per cosa.
 
Ci ha provato veramente quindi, più di una volta. Ha cercato di mettere la famiglia prima di tutto, ma per questo si è sentito perso, come se senza la recitazione non potesse più riconoscersi in se stesso.
Fa di tutto per essere un buon padre e ama i suoi figli, ma fargli scegliere tra una cosa e l’altra è una crudeltà immensa.
E’ metterlo in gabbia, fargli del male, ucciderlo lentamente dall’interno.
In quella visita aveva promesso di tornare ancora a casa.
 
“…Just a few more hours
And I'll be right home to you
I think I hear them callin'
Oh, Beth what can I do
Beth what can I do…”

 
Ma non lo farà.
Non lo vuole.
Ci tornerà, ma quando tutto sarà pronto.
 
Il suo posto è lì, accanto a quegli imbranati. E’ suo dovere istruirli e non permettere loro di infangare teatro, compagnia e opera.
Ancora un po’ e riusciranno nel loro intento, David lo sa.
 
Beth intanto ha due settimane di vita ed è casa con la mamma.
Sua moglie sa cosa vuol dire dover avere a che fare con un attore in casa, ma sperava di poter cambiare almeno qualcosa in suo marito.
 
Non vieni e non verrai mai prima di quella passione.
Beth imparerà presto che è l’Amore a muovere il mondo e che è una cosa che proprio non si può controllare.
Alle volte sarà arabbiata e in altre invece capirà, ma mai fino in fondo.
Probabilmente lo userà come forma di ricatto quando sarà lei a voler seguire il suo Amore.
 
La verità è che il palco è il suo porto sicuro.
Potrebbe andare tutto a rotoli nella sua vita, ma quello rimarrebbe saldo sotto i suoi piedi e pronto a mostrarlo all’ennesimo pubblico in chissà quale interpretazione.
 
David quando si trova in un teatro si dimentica dei suoi problemi, dei suoi timori, del mondo all’esterno di quelle mura.
Morirebbe piuttosto che farne a meno.
Si odia infinitamente per questo, ma il teatro è e sarà sempre il più grande amore della sua vita.
 
“…Beth, I know you're lonely
And I hope you'll be alright
'Cause me and the boys will be playin'
All night.”


Salve a tutti :)

Prima di dire qualsiasi cosa ci tengo a precisare che con questa storia non voglio offendere nessuno nè pretendere di dipingere queste persone realmete esistenti, semplicemente ascoltando la canzone intitolata Beth mi è venuta in mente questa one shot con protagonista David e l'ho scritta, nulla di più.

E' la prima volta che mi cimento nel scrivere qualcosa in questa sezione, spero di non avervi annoiati :)

Questa è la canzone dei Kiss, Beth: http://www.youtube.com/watch?v=FF3sIZiaAkA
Mi sono ispirata però a questa versione: http://www.youtube.com/watch?v=R2AT_uYLk-A

Traduzione:http://canzonimetal.altervista.org/beth-traduzione-kiss/

Questo è tutto, se avete voglia ditemi cosa ne pensate lasciandomi una recensione :)

Twitter: https://twitter.com/Mcc_Blue

FB: https://www.facebook.com/BlueFruitEfp?ref=hl
   
 
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