Mi sono svegliata alle 5.30 per prepararmi. Mezza assonnata accendo la piastra ed entro nella doccia. Mi sono vestita, truccata, sistemata e poi sono uscita di casa. Un borsone alla mano e le cuffiette nelle orecchie.
Ho preso posto in treno e ho recuperato tutto il sonno perso. Nel frattempo nella mia testa, oltre tutti i film mentali che potessi farmi, c'erano anche gli avvertimenti di mamma che rimbombavano.
«Stai attenta».
Sono scesa alla stazione molto poco convinta.
Ero disorientata e quel casino assurdo complicava ancora di più le cose.
Cercavo il suo sguardo ovunque, per avere un pò di certezze in mezzo a persone che si salutavano e pianti di bambini piccoli.
Non lo trovavo, e mentre facevo conoscenza con un bambino, un ragazzo alto mi si avvicina sorridendo e mi stringe tra l sue braccia.
«Perchè tremi?»
«Perchè ora tu sei qui»
Non so come mai ma cominciarono a uscire le lacrime.
«Perchè piangi?»
«Aspettavo questo giorno da tempo ormai»
«Quanto sei tenera»
Mi presentò la sua famiglia, che era lì tutta presente, non mancava nessuno all'appello.
«Mamma, papà questa è Ilenia»
Io, ansiosa e titubante, «Piacere»
Andammo a casa sua e mentre mi sistemavo nella sua stanza, mi baciò, di sorpresa.
Io ero molto imbarazzata, non ero mai stata fuori casa, e non conoscevo nessuno lì, solo lui.
Mentre loro erano molto cordiali e socievoli. Il viaggio mi aveva stancato un po', così siamo stati tutto il pomeriggio accoccolati sul divano a guardare un film. Nelle orecchie mi diceva
«Sei stupenda, sai?»
«E tu sei un gran bugiardo, sai?»
Dopo un'ora che sono stata a prepararmi siamo usciti, e mi ha portato al campo. Quello di cui mi parlava sempre. Ci siamo seduti lì in mezzo e abbiamo parlato tantissimo. Forse tutti quei fiumi di parole, nella nostra vita non li abbiamo mai cacciati.
Sono stati i due giorni più belli della mia vita, ma dovevo tornare a casa.