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Autore: MatitaGialla    21/03/2014    24 recensioni
Peeta e Gale sono migliori amici dall'infanzia: bellissimi, intelligenti, sexy, popolari, sportivi: i più desiderati del liceo, inutile dirlo!
Insieme fanno ogni cosa, come ad esempio scappare dal Priorato del P&G's Fan Club: un gruppo di psicopatiche adoranti e sessualmente disturbate che cercano in ogni modo di farli innamorare di loro.
Ma come succede a noi, l'adolescenza è sempre piena di amori e umori, sentimenti contrastanti e perché no, anche di una discreta dose di senso dell'umorismo.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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* Attenzione: OOC, AU, What if?. TUTTO INSOMMA. GLI AVVENIMENTI DEI LIBRI SONO TOTALMENTE ESCLUSI A QUESTA STORIA.
 

12. Credo di adorarti.
 
Mentre Johanna spiega anche del patto fatto con Finnick ed Annie, Peeta non smette di guardarla negli occhi, anche se lei spesso volta lo sguardo verso il parco giochi ed i bambini.
Quando finisce, il ragazzo si alza lentamente e, accendendosi un’altra sigaretta; saluta con un cenno del capo e se ne va.
– Dove stai andando? –
– A fare due paroline con mio fratello, ciao – risponde freddamente.
 
In casa Mellark oggi è un giorno di gran lavoro per il capofamiglia, in panetteria ci sono foglietti con ordini ovunque: è la vigilia di Natale; e chiunque, a Panem, si affida al forno più famoso per farsi preparare pane croccante o torte clamorose.
Hexe proprio per questo è parecchio nervosa oggi, seduta al tavolo della cucina che impasta centinaia di praline, borbottando tra sé e sé come sia inconcepibile che alla panetteria non bastino i forni.
Phil sta disfando i bagagli nella stessa camera dove prima dormivano insieme i fratelli minori, Pebble è sulla scrivania che riordina dei fogli sparsi, immagino appunti.
– Non riesco a crederci che Peeta ti abbia fottuto la camera padronale – dice Phil con un ghigno, guardando di sottecchi quanto scocci a Pebble affrontare questo argomento. Il fratello alza le spalle.
– Mi ha fregato, è stato furbo – sibila – Ma in qualche modo io mi vendico sempre –
Il sosia di Peeta ripone l’ultimo maglione nell’armadio, e si lascia cadere con un tonfo sul letto in cui dormirà per un paio di settimane fino al ritorno all’università.
– Tu sai cos’è successo ieri tra Peeta e Gale? Non hanno mai litigato quei due, in tanti anni – domanda lui.
– Certo che lo so. Io ho visto Gale che si limonava Katniss qui sotto, e l’ho detto. Semplice – dichiara lui, come se fosse talmente ovvia la questione da ritenere sciocca una tale domanda.
– Katniss sarebbe.. –
– La presunta ragazza di Peeta – risponde subito Pebble, girandosi verso Phil – anche se adesso non so come siano rimasti – conclude con un’alzata di spalle.
– E com’è lei? – domanda Phil, incuriosito.
– Carina, direi. Piccola e magretta, bruna con gli occhi chiari. Un po' scontrosa ad essere sincero, sembra non gli interessi di niente e nessuno – ammette Pebble.
– Ma fammi capire – puntualizza il fratello maggiore – hai fatto la spia, Pebble? –
L’interpellato sta per rispondere con una espressione piuttosto scocciata, quando qualcuno bussa alla loro porta.
Nemmeno il tempo di dire “avanti”, che Peeta è già dentro la stanza.
Ben dritto, il ragazzo resta in silenzio mentre viene salutato allegramente da Phil.
Con il mento pronunciato in avanti, in una espressione facciale che rappresenta solo che superiorità, Peeta osserva con quasi disgusto il fratello maggiore Pebble, che rimane seduto alla scrivania senza smettere di fissarlo. Gli occhi di entrambi, azzurrissimi, riportano due stati d’animo completamente differenti: l’uno disagio, l’altro “scappa o ti uccido”.
– Tu – dice piano Peeta.
– Cosa vuoi? – domanda Pebble, mantenendo la calma.
– Tu sei un dannatissimo figlio di –
– Affermazione errata, fratellino – s’intromette Phil, ancora sdraiato sul letto – La mamma in questione è di tutti e tre qui, non autoinsultarti –
Peeta gli lancia uno sguardo indecifrabile che lo fa rimanere zitto, quindi Phil alza la mano e lo invita a proseguire. Il più piccolo sposta di nuovo lo sguardo assassino verso Pebble.
– Ora, voglio che tu mi dica esattamente quello che hai visto qui sotto casa – dice scandendo bene la parola “esattamente”.
– Non ho idea di cosa tu stia parl.. –
– DIMMELO, COGLIONE! – grida Peeta.
Dalla cucina arriva la voce di Hexe, che rimprovera il figlio minore; e Phil si alza in piedi palesemente allarmato.
– Stop – dice, infatti, portando su di lui tutta l’attenzione – arrivo subito –
Peeta e Pebble rimangono un secondo stupiti e titubanti, mentre guardano il loro fratello maggiore uscire dalla stanza, scendere in sala, sbattere qualche mensola, rovistare velocemente nel frigo, e poi tornare su con un sacchetto di patatine e una bibita gasata.
Apre il sacchetto e si siede comodo sul letto, con un sorriso soddisfatto: – ora potete continuare –
Tutta la scena è così assurda che si vede chiaramente che mentre lo guarda, Peeta si sta sforzando di non ridere; ma quando torna per l’ennesima volta ad incrociare il suo sguardo con quello angosciato di Pebble, inizia a fremere.
– Dimmelo. Sai di cosa parlo – ripete con voce rabbiosa.
– Parli di Gale e Katniss? – domanda l’altro – Te l’ho detto. Erano sotto casa nostra che si baciavano –
– e..? –
Aiuto, aiuto, aiuto! Qui la cosa si fa allarmante! Dovreste vedere Peeta e i suoi occhi! Sembra un po'.. uhm.. presente quel film che hanno dato qualche settimana fa su PanemTV, quello dei vampiri?
Oddio, com’è che si chiama.. ah! Twilight.
Gli occhi del tipo biondo (quello che fa parte del gruppo dei tre vampiri cattivi) che quando si vogliono mettere a giocare alla partita di Baseball con la famiglia “buona”, ad un certo punto (causa vento) si mette a sniffare nell’aria l’odore della mora che fa da protagonista. Ecco, quegli occhi da invasato, simili all’espressione che farebbe un uccellino quando un umano fa pipì nella fontanella d’acqua dove alla mattina si lava il sedere pennuto.
In sintesi: Peeta sta letteralmente uccidendo con lo sguardo Pebble, il tutto sotto i divertiti gorgoglii di Phil che trangugia coca – cola e patatine proprio come se fosse al cinema.
– E niente, tutto qui! – ribatte Pebble.
– Ne sei sicuro? – domanda Peeta fintamente ironico – nessuno che si divincola, nessuno che urla, nessuno che scappa..? –
Pebble sembra essere in conflitto con se stesso, ma quando pochi istanti dopo si rende conto di non aver più altra scelta, fa un sospiro profondo incurvando le spalle.
– ..forse Katniss si è spostata immediatamente.. – dice piano, mentre nella stanza si sente solo le testa di Phil che inizia a sbattere ripetutamente contro il palmo della sua mano; mentre ripete a bassa voce “non può essere così imbecille” “non può essere così stronzo” “non può essere mio fratello”.
Peeta chiude gli occhi, come per trattenersi dal strozzarlo; ma non sembra funzionare un gran ché, visto che nel giro di mezzo secondo si sta scagliando contro di Pebble che rimane sulla sua sedia con le spalle al muro, intrappolato come un tributo in quel gioco della playstation: Hunger Games.
Il più piccolo dei Mellark prende il fratello dal collo della maglietta e con violenza lo strattona per farlo alzare dalla sedia, fino a quando non lo sbatte contro l’armadio.
– Hai mandato a puttane tutto quanto! – gli urla contro la faccia, Peeta. Così vicino che potrebbero anche baciarsi, se volessero – Perché!? – domanda ad alta voce, ma non ottiene risposta da Pebble che evita in tutto e per tutto il suo sguardo, senza parole, con le orecchie improvvisamente rosse per l’agitazione.
Ah. Mi fa un po' pena, poveraccio.
– Dimmi perché non hai detto le cose come stavano! –
– Per una volta che qualcuno ferisce te! – sbotta Pebble all’improvviso, iniziando lui stesso a gridargli in faccia – Mi hai rubato la stanza! Mi rubi tutta la scena a scuola! Tutte acclamano te che non sei altro che un moccioso! –
Peeta lo osserva sbalordito, senza parole.
– Mi hai fatto fare a pugni con il mio migliore amico e mi hai praticamente fatto mollare ancora prima di metterci insieme con Katniss.. perché tu sei geloso di me e ti ho rubato la camera? – chiede al culmine della rabbia.
Detto questo, Phil si alza lentamente serio in viso, e si avvicina proprio quando Peeta alza il pugno per scagliarlo sulla faccia di Pebble che ha già iniziato a squittire.
Il maggiore dei fratelli cinge il minore per la vita e lo trattiene a sé mentre lo allontana dall’armadio, mentre questo continua a gridare cose indicibili verso Pebble.
– Calmati, Peeta! – grida Phil mentre cerca di trattenerlo – Calmati, Cristo! La violenza non ti serve a un cazzo in questo caso! –
Lo trattiene fino a quando non si calma, fino a quando Peeta non ha più il fiatone e i pugni serrati in direzione di Pebble. Peeta Mellark oggi è estremamente sconclusionato.
– Se vuoi avere un po' più di successo, inizia con il farti meno seghe o, per lo meno, di non vantartene in giro – dice Peeta rabbuiato, mentre con un gesto rapido si scosta dal fratello che lo blocca, e scompare dalla stanza.
Phil e Pebble rimangono in silenzio per un tempo indefinito, fino a quando il più biondo rompe il silenzio.
– Pebble non preoccuparti – dice, con un sorriso mesto – tra poco finirai la scuola e potrai ricominciare tutta un’altra vita con l’università –
E detto questo, esce anche lui dalla stanza.
Phil raggiunge la mansarda e, seguendo l’odore di sigaretta, sbuca sul balcone dove Peeta sta fumando.
– Venivi sempre a rompere le scatole, per buttare i pasticcini a Gale – dice improvvisamente sedendosi affianco a lui, che si gira a guardarlo sorridendo.
– Sì, anche quando ti barricavi in camera con le tue ragazze – risponde divertito Peeta – colgo l’occasione per scusarmi –
– Tranquillo, lo trovavano tutte un gesto adorabile – ribatte Phil – lo fate ancora? –
– Ogni giorno –
– E lo farete ancora? –
Peeta guarda davanti a se, mentre la brezza gelida lo fa rabbrividire. – Non so – dice tristemente.
– Pebble ti ha “spiegato” la situazione, Peeta –
– Appunto. È stata Katniss a spostarsi, e posso perdonarla. Gale invece mi ha tradito in tutto e per tutto –
Il fratello minore volge lo sguardo al balcone di Gale, vuoto e freddo.
Phil alza i due indici all’aria – Voi siete in simbiosi da sempre, avete vissuto parallelamente l’uno all’altro tutta la vita; e scommetto che non ti è così difficile capire il perché l’ha fatto. Dopotutto, gli ha permesso di capire che a lui piace quella ragazza che è venuta stamattina –
Peeta serra le labbra quasi imbarazzato. Non è facile parlare di cose sentimentali per i ragazzi d’oggi, e probabilmente ancora meno con suo fratello maggiore. – Queste stronzate le impari all’università? – chiede divertito.
– Sì, alle ragazze piace un sacco conoscere uomini profondi – risponde Phil facendogli l’occhiolino.
Peeta scrolla le spalle come per mandare via i brutti pensieri, e lo guarda sorridente: – Come sono le ragazze là? –
– Magnifiche! – risponde immediatamente Phil, accoccolandosi il fratellino sulla spalla – Ma inizio a sentire il bisogno di una ragazza fissa – ammette.
Il maggiore scoppia a ridere quando il suo “sosia” lo guarda sconvolto, additandolo.
– Tu? Una ragazza fissa? – pigola.
– Proprio così – annuisce Phil – passi tutta la tua adolescenza a scopare ragazze che per te non significano niente; ma quando tiri le somme prima di andare a dormire, ti rendi conto che una persona che ti vuole davvero bene ti manca –
Peeta lo guarda incredibilmente serio, comprendendo che Phil non sta scherzando per niente.
– Ti auguro di trovarla, allora – dice comprensivo.
– E tu cosa aspetti ad andare dalla vicina? – domanda Phil.
– Parli di Katniss? – chiede Peeta a sua volta, guardando la finestra di casa Everdeen – Ora vado – e detto questo si alza.
– E con Gale? –
– Con lui.. non so ancora cosa fare, non riesco a farmi passare questa incazzatura boia – risponde Peeta, aprendo la porta finestra della mansarda. – Grazie, Phil – dice, prima di sparire dal balcone.
 
Katniss sta guardando il soffitto da quando ha aperto gli occhi stamattina: ha ancora il pigiama (solo una maglietta piuttosto vecchia e larga, in realtà), i capelli aggrovigliati e gli occhi gonfi. Il suo stomaco in compenso, inizia a brontolare. È ora di pranzo per tutti, dopotutto.
Il suo aspetto credo sia terribile, è per questo che sgrana gli occhi terrorizzata quando Peeta Mellark apre la sua porta con estrema velocità. Katniss balza in piedi spaventata.
– Cosa fai qui? – chiede agitata, con voce ancora rauca.
– Sono venuto a cercare di capire perché ieri non hai detto nulla –  risponde Peeta serio.
– Io.. cosa avrei dovuto dire? – domanda Katniss balbettando – Non c’è proprio nulla da dire, nemmeno ora.. ma chi ti ha fatto entrare? Non ho sentito il camp.. –
– Tua madre stava uscendo per prendere la posta – taglia corto Peeta, risoluto.
Lui si avvicina e si stravacca sulla sedia girevole in tessuto morbido: – Ora sto qui finché non parli – dice minaccioso. Katniss sospira profondamente.
– Te lo ripeto Peeta, non c’è niente da dire – risponde ributtandosi sul letto – Gale mi ha baciata, punto e fine –
– Perché non mi dici anche che l’hai respinto? –
Katniss sembra stupita, e rimane istantaneamente senza parole (come se ne dicesse tante, questa benedetta ragazza) – come lo sai? –
– Diciamo che ho sentito più di una persona, stamattina –
Katniss si fissa i piedi silenziosa, e la sua espressione impassibile viene tradita dalla sfumatura rossa che inizia colorarle le guance e le orecchie. – Perché non mi sei venuta a parlare? Te ne frega così poco? –
– No! – esclama immediatamente Katniss – Dio, no! –
– E allora perché? – insiste Peeta.
– Io.. –
– Io cosa, Katniss? Vuoi parlare? – Il ragazzo inizia ad innervosirsi. Gli si legge una leggera ansia e pura delusione quando lei si limita a rispondere: – Non sapevo cosa fare, credevo di averti perso per sempre –
È ovvio che non gli basta questa risposta! Gesù Benedetto bambina mia, vuoi darti una svegliata? Sembra più reattivo il Dott. Haymitch dopo una notte insonne a causa delle voglie della signora Effie!
Eppure Peeta alza un angolo della bocca, in quello che sembra essere un sorriso.
Si avvicina al letto con la sedia girevole, spingendosi con le punte dei piedi e rischiando anche, ad un certo punto, di cadere dalla sedia scivolando sul tappeto.
Quando le arriva davanti, si fissano per un momento restando in silenzio; cercando indubbiamente di capire cosa l’altro stia pensando.
Peeta abbassa leggermente il viso ancora indolenzito e ferito, ma mantiene fisso il contatto con gli occhi grigi e tristi di Katniss. Il ragazzo in questo momento è veramente bellissimo con quello sguardo serio, e darei oro per sapere cosa ne sta pensando lei.
– Mi sono innamorato di te – dice poi, a bassa voce. Così bassa che solo Katniss (e io) può sentire.
Questo momento è così intenso che non credo di riuscire a trasmettervelo: Katniss sussulta leggermente e con gli occhi guizza nell’azzurro serio ed ora messo a nudo di Peeta.
I capelli che le circondano disordinati le guance sembrano ammorbidirsi all’istante, la fronte si rilassa e persino il suo corpo sembra afflosciarsi. In tutto questo però, lei non riesce a distogliere l’attenzione dal viso del ragazzo.
Le si inumidiscono gli occhi, ma scrolla la testa come per sforzarsi di non piangere. Apre le labbra e sembra voglia dire qualcosa di serio, ma la voce le si rompe in gola e sussurra: – Che sfortuna.. –
A Peeta muore il sorriso sulle lebbra e si fa improvvisamente gelido.
CHE COSA?! Ma questa è scema?!
– .. perché credo di esserlo anche io, di te – balbetta poi, concludendo – e non è una gran fortuna, stare con me –
Il ragazzo rimane leggermente scosso mentre acquisisce quanto ascoltato; e quando realizza, ride.
– Sono sicuro di essere il più fortunato del mondo, invece – dice, prendendole il viso con le mani e attirandolo a se, per un bacio dolce e gonfio di calore. Si vede chiaramente la lingua di lui insinuarsi fra le sue labbra, ed accarezzarle i denti per esplorarne poi infine la bocca nel profondo.
Katniss gli mette le braccia attorno al collo e lo attira a sé possessivamente, così serena in viso mentre bacia quel ragazzo che sembra non esistere nient’altro che loro sulla faccia della terra.
In mezzo minuto di bacio umido ed appassionato, Peeta finisce steso sopra la ragazza e la bacia a fiato corto.... sono davvero precoci questi ragazzini.
Quando senza nessun tipo di timidezza lui scende con le mani forti lungo i fianchi di Katniss, sino a raggiungere le cosce nude, lui si alza improvvisamente e con uno slancio violento, imbarazzato e con gli occhi sgranati.
– Che? – chiede lei rossa in viso e balbettante – Che c’è? –
– Ehm.. – Peeta si stringe nelle spalle e cerca di trovare le parole, ma è incredibilmente teso – Non sapevo che avessi delle gambe.. come dire.. Soffici.. –
Peeta abbozza un sorriso sbilenco mentre Katniss lo guarda come se avesse pitturato in faccia “sono scemo”. – Soffici? Soffici sono gli animali pel.. –
Katniss assume un’espressione mortificata e diventa, se possibile, ancora più rossa. – Ma che cazzo.. la ceretta l’ho fatta ieri.. – bisbiglia confusa mentre si sposta dal groviglio di coperte.
Ranuncolo.
Rannicchiato in mezzo alle lenzuola nel mezzo del letto, se ne sta appollaiato e saggiamente addormentato, incurante di essere appena stato carezzato venendo scambiato per delle pelose e “soffici” gambe umane.
Entrambi rimangono a bocca spalancata, ma ad onor del vero, ammetto che è Peeta ad avere la faccia più sollevata.
– Credevi fossi pelosa come un gatto?! – pigola Katniss mordendosi il labbro.
– Scusa – risponde Peeta sul l’orlo di una risata chiassosa. Sembra si stia proprio per trattenere, ma scoppiano a ridere insieme; imbarazzati e arrossati in viso mentre Katniss, con le convulsioni allo stomaco, prende Ranuncolo per la pelliccia e lo caccia fuori dalla stanza con un sonoro “Ti odio, stupido gatto”.
Dopo qualche minuto di tremolii e risate soffocate, sono di nuovo stesi sul letto, in un unico abbraccio.
Katniss tiene gli occhi chiusi mentre ascolta rasserenata il battito del cuore del ragazzo.
– Peeta, scusami ancora. Avrei dovuto parlare sin da subito –
Ma lui le risponde di tacere, con un piccolo e tenero bacio.
– Sarà meglio che vada, io e i miei fratelli dobbiamo farci da mangiare – dice lui accarezzandosi la pancia brontolante.
– E con Gale? – domanda Katniss mantenendo uno sguardo frastornato dalla dolcezza.
– Non me la sento ancora di parlare con lui –
La ragazza annuisce silenziosamente.
– Visto che stasera non andrai con lui alla messa di Natale.. ci vieni con me? –
 
 
Johanna Mason vorrebbe fare tutto, persino piangere, piuttosto di trovarsi seduta dov’è ora: su un tavolo imbandito di ogni ben di Dio, con due bambini e un dodicenne che lei definirebbe “scassa coglioni”, una donna petulante e il fidanzato depresso.
Ascolta con un sorriso falsissimo come Giuda le storie dell’asilo di Posy, delle elementari di Vick  e delle medie di Rory.
– Tua mamma non ha mai pensato di farsi legare le tube dopo aver avuto te? – domanda bisbigliando nelle orecchie di Gale. Lui in risposta, sospira tristemente. Johanna alza gli occhi al cielo come una supplica esasperata.
– Sono davvero felice di averti qui, Johanna – dice la signora Hawthorne, mettendosi le robuste mani sui fianchi – Non ci presenta mai le sue “amiche” – conclude facendo le virgolette con le dita.
– Ehm.. è un piacere anche per me.. signora – risponde perplessa Johanna, in tono forse più interrogativo di quanto volesse.
Gale sospira.
– E tu ragazzo, fatti vedere da uno psichiatra perché picchiarsi con Peeta vuol dire essere proprio scemi – lo minaccia sua mamma.
Johanna si volta, sentendosi osservata, e nota Vick che la sta fissando con i grandi occhioni di un bambino al termine delle scuole elementari; ma non tanto stupido come lei desidererebbe.
– Tu e mio fratello scopate? –
Johanna rimane interdetta, Gale si soffoca con il pezzo di pane che sta masticando, Hazelle si volta come se le avesse rotto il servizio di porcellana, Rory (da buon fratellino maggiore) soffoca una risata imbarazzata; e Posy continua indisturbabile a pasticciare i suoi broccoli in salsa dolce.
 
Ore 21.00, Vigilia del Santo Natale, Quartiere 12.
Il pomeriggio della vigilia di Natale, solitamente nessuno resta con le mani in mano: gli adulti sono impegnati nelle faccende domestiche per il pranzo del 25, gli adolescenti scorazzano ovunque allegri per il loro primo giorno di vacanze, i bambini affollano i parchi con le loro risate e decine di palloni volanti in ogni giardino circostante.
I nostri P&G erano soliti a passare ogni vigilia nel cercare i regali da darsi a vicenda. Si riserbavano l’ultimo giorno, da gran ritardatari, e insieme giravano ogni negozio del centro commerciale “The Arena” a sgomitarsi con la folla per i regali migliori.
Oggi invece, non si sono nemmeno visti. Peeta è rimasto tutto il giorno a passeggiare con Katniss e chiarire i loro sentimenti e parlare un po' di sé, Gale è stato accoccolato nel letto con Johanna praticamente da quando si è svegliato fino ad ora (pranzo imbarazzante escluso ovviamente).
Entrambi i loro occhi, seppur sereni delle attenzioni delle rispettive fidanzate (possiamo chiamarle così?), sono stati spenti tutto il tempo, e i sorrisi erano meno accesi, furbi o vivaci.
Ma ora ci siamo!
È la sera della vigilia! La sera della Ss. Messa!
 
Peeta si presenta elegante come non mai al campanello di Katniss, mentre aspetta che la famiglia Everdeen esca di casa per andare alla chiesa principale di Panem.
Questa sera, il coro scolastico del liceo “Scalini della Torre” nel quale Katniss si è tanto esercitata, canterà i cori Natalizi durante la celebrazione; e quindi è richiesto che i partecipanti arrivino almeno un’ora prima per le prove finali (la Messa sarà alle 22.30, qualcuno vuole venire?).
Mentre il ragazzo biondo saluta cordialmente la signora Elaisa e la piccola Primrose, prende la mano di Katniss con naturalezza. Stanno per salire in macchina, quando esita davanti alla portiera.
Si morde il labbro e si tortura le mani, continuando a guardare verso casa Hawthorne e le sue finestre che emanano una luce calda ed accogliente, e un rumore divertente di bambini protestanti per gli abiti poco comodi.
– Peeta? – lo chiama Katniss seduta nei sedili posteriori, che attende che salga.
– Katniss io.. – soffoca lui in un sospiro, continuando a guardare con velata malinconia verso la mansarda di Gale. La ragazza abbozza un sorriso, e scende dalla macchina chiedendo un minuto alla madre.
Gli schiocca un bacio sulle labbra fredde, e piega la testa di lato come se potesse osservare meglio la faccia da cucciolo che ha indosso il minore dei Mellark.
– Ci vediamo là – sussurra piano, e senza neanche attendere un secondo, Peeta sta già scavalcando il muretto degli Hawthorne.
 
Gale è seduto nel balconcino dei pasticcini, se vogliamo chiamarlo così, avvolto in una coperta che riscalda i suoi vestiti eleganti da cerimonia.
Ha lo sguardo perso e l’espressione imbronciata; sembra che niente possa risvegliarlo in quel momento dal suo stato catatonico.
Ecco perché sussulta spaventato, quando sente la porta finestra aprirsi alle sue spalle.
Ammutolisce e trattiene agitato il respiro, mentre guarda Peeta sedersi affianco a lui e rubargli un po' della sua coperta, rabbrividendo.
Rimangono in silenzio per un tempo che sembra infinito, entrambi imbarazzati e risentiti.
– Come sta Marvel? – chiede poi il ragazzo biondo, rompendo il ghiaccio.
– Diciamo che ha vissuto momenti migliori.. dopo il tuo pugno, il priorato si è scagliato su di lui – osserva Gale – ..gira voce che ti espelleranno per qualche settimana –
– Grandioso! – dice Peeta contento – prolungamento delle vacanze. Mitico – conclude, ed entrambi non proseguono la conversazione, lasciando solo gli ultimi uccelli notturni cantare nella gelida serata.
– Perché sei qui? – domanda Gale – Non credo di meritarmelo –
– No, infatti. Ma mi faceva pena pensarti solo e abbandonato – spiega il figlio dei Mellark.
Gale annuisce, come in un conflitto interiore dentro di sé.
– Peeta sai che non farei mai nulla per ferirti – dice.
– Ma l’hai fatto. Hai infranto i nostri comandamenti – risponde l’altro, glaciale.
– Lo so. Sono stato un idiota –
– Nemmeno io sono stato sempre sincero con te – ammette Peeta – non andavo dalla Trinket a decidere gli addobbi, dopo le riunioni. Andavo ad ascoltare Katniss cantare –
Il ragazzo moro sbuffa divertito. – Sai, l’ho intuito quando ho visto troppi, ma proprio troppi fiori, nell’allestimento. Riuscirai a perdonarmi, amico? –
– Non lo so.. – sussurra Peeta guardando oltre le sbarre del balcone, ed ignorando il lamento di delusione che viene dalla gola dell’amico.
– Non vai con Katniss? – chiede Gale, triste e rassegnato per la risposta che gli è stata data – Ti starà aspettando –
– Lei è già andata – ribatte il biondo immediatamente.
Quando Gale guarda interrogativo e confuso Peeta, questo alza le spalle sospirando: – Una tradizione è una tradizione –.
E poi sorride. Si sorridono, e gli occhi di Gale sembrano inumidirsi.
– Sai, Peeta: credo di adorarti – dice.
– Taci, cretino. Mantieni il tuo orgoglio – risponde Peeta, fingendosi disgustato, ma con una nuova luce negli occhi – Ora andiamo. Che Messa di Natale sarebbe senza i P&G? –
 
Ore 22.00, Cattedrale di Panem.
Tutti pronti. Tutti impettiti, ben vestiti, sbarbati i signori ed improfumate le signore; si apprestano ad entrare nella fantastica e gloriosa Cattedrale di Panem.
Ho visto Delly, insieme a qualche matta del priorato; Madge accompagnata dai suoi genitori; i signori Mellark con i figli meno che uno; la signora Trinket che si trascina dietro il marito stanco; tutti.
Molti preferiscono andare alla chiesetta del quartiere, ma da quando i P&G iniziarono ad allestire i loro presepi viventi quando erano piccoli, la gente ha preso l’abitudine di venire quasi tutti qui.
Salendo i gradini della chiesa, tutti si lisciano il vestito. Qualche bambino sbuffa insonnolito, le signore più anziane salgono trepidanti dei posti migliori, come se stessero dando la caccia all’ultimo prosciutto rimasto in tutti i supermercati del mondo; gli adolescenti si ritrovano e chiacchierano.
Ed eccoli. Eccoli, sbucare tra le centinaia di teste della folla che avanza; eccoli che stanno venendo proprio verso di ME, raggianti con i loro visi scolpiti da una bellezza acclamata da chiunque, con i loro denti bianchi e forti, i loro occhi furbi e vispi; e non intristiti come quelli di oggi.
Sistemo il colletto e sorrido felice, quando mi sono a pochi metri, e vengono a stringermi le mani per salutarmi.
– Buona sera, Don Snow. Pronto per celebrare la Messa? –
 
 
Caaaalma. Caaaalma! :)
Se avete mille domande in testa, tranquille, verrà chiarito tutto.
Spero di non essere stata troppo scontata, e che almeno un po' di voi non si sarebbero aspettate chi fosse veramente il narratore/narratrice misterioso; o per lo meno non si aspettassero il ruolo.
Detto questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto; so che
ci sono tante cose dentro, ma spero di essere stata chiara in tutti i punti e che vi abbia almeno fatto fare un sorriso.
Come sempre vi chiedo di farmelo sapere con una gentilissima recensione che potrete lasciare proprio qui sotto. Dopotutto, avete avuto tempo per leggere fino adesso, che vi costa recensire? Fatelo sempre, e con qualsiasi autore!

Angolo dello spot:
- "Andrà tutto bene.. alla fine!" di Flin815
- "What if.." di Una Rosa in Fiamme
 
Un bacione grande, e grazie di continuare a seguirmi, siete dolcissime (ok continuo a dare per scontato che siate tutte donne...)

MatitaGialla { che non può mettere "Gialla" in giallo perchè altrimenti non si legge.. che depressione :) }
  
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