Sasori?
Nulla.
Sasori?
Di nuovo silenzio.
Camminava da mezz'ora per quel bosco desolato, tra alberi con i rami
spezzati,
terra smossa e grosse pietre divelte da terra. E lo chiamava.
Sasori! Sasori? Sasori...
Nessuna risposta.
Poi... il corpo. A terra. Senza vita. Sasori. Orrendamente mutilato.
Danna...?
Lo vuoi capire o no? E' morto.
No che non lo è.
Sì invece. Lo è. E smettila di disperarti
così, sei un ninja. Sei disgustoso.
Ecco, vedi? Continui ad urlare il suo nome. Non si
risveglierà. E questo lo
sai.
No. No. No. NO! NOOOOOOOOOO!!!
-no...?-
Deidara si svegliò di colpo e si guardò intorno.
La sua stanza era in un
disordine infernale, come al solito, dall'appartamento adiacente si
sentiva
chiaramente una radio dimenticata accesa biascicare qualche nota,
ovattata
dalle pareti, come al solito. Tutto regolare. A parte per il fatto che
lui
aveva appena fatto un incubo. Un altro. Gettò un'occhiata
alla sveglia: segnava
le tre e mezza del mattino.
-evvai...un'altra notte in bianco! Non riuscirò mai
più ad addormentarmi, fino
alle sette meno cinque, esattamente quando sta per suonare la sveglia,
e
arriverò a scuola con due occhiaie in faccia da sembrare zio
Fester della
famiglia Addams in versione bionda. Ma bene...!-
Si buttò di malavoglia sul letto, sperando di prendere
sonno, ma dopo venti
minuti buoni di acrobazie e contorsionismi nel tentare di trovare una
posizione
sufficientemente soporifera, si alzò e andò verso
la finestra. Scostò
lentamente le tende verde limone e si accoccolò sul
davanzale a guardare la luna.
Una palla piena, dal bagliore vacuo e lattiginoso. Tutto sommato doveva
ammettere che aveva il suo fascino. Chissà come sarebbe
stato scenografico se
fosse esplosa di colpo?
Ok, no, basta, adesso aveva davvero superato il limite: d'accordo,
sapeva che la
sua grande passione erano le esplosioni e gli spettacoli pirotecnici,
ma
arrivare a immaginarsi la luna che esplodeva... era troppo anche per
lui. L'ora
tarda doveva avergli dato letteralmente alla testa. Il suo cervello si
era
fuso, i neuroni avevano perso tutta la loro vivacità ed
erano diventati più
sedentari di lui. Ecco tutto. Era ora di darsi una regolata.
Si, ma come? Stava impazzendo, e tutto perchè dormiva poco,
anzi, pochissimo.
Ogni notte si svegliava di soprassalto a causa di incubi ricorrenti che
aveva.
E lo sapeva perchè. Un giorno si era impuntato di andare al
cinema a vedere un
film horror che parlava di ninja, e ci aveva trascinato a forza anche
Sasori,
il suo migliore amico, che di film horror non ne voleva sapere. E
allora per
fare lo sbruffone, lo aveva preso in giro, dandogli del fifone.
Risultato: quel
film infernale gli aveva attorcigliato le budella dal terrore, e gli
era
rimasto così impresso che ogni notte faceva incubi tremendi
con lui e Sasori
come protagonisti, che finivano immancabilmente torturati, sventrati,
scuoiati,
mutilati, uccisi in qualche orrendo modo... brrrr, solo al pensiero gli
si
rizzavano i capelli.
Tornò a guardare la luna, cercando di scacciare i fotogrammi
che riaffioravano
nella sua mente. Missione fallita.
-ok, torniamo a letto.-
...
-e dormiamo...-
un quarto d'ora dopo.
-avevo detto "e dormiamo".-
altri venti minuti dopo.
-si, ciao...!-
ore 6.54
-ronf...zzzz...ronf...zzz...-
DRRRRRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIINNNNNNNNNN!!!!!!!!!
-uaaargh!!! Accidenti... e spegniti!!-
Deidara diede una manata alla sveglia, che finì miseramente
sul tappeto,
destinata a rimanerci tutto il giorno, fino a quando il ragazzo, a sera
tarda,
spinto da misericordia, l'avrebbe rimessa al suo posto sul comodino.
Andò di filato a fare colazione, si lavò,
indossò la divisa scolastica color
blu-jeans scuro, e solo come ultima cosa, proprio perchè
andava fatta, si
guardò allo specchio.
-occhiaie. E ti pareva.-
In effetti si potevano notare due lievi ombre violacee disturbare il
meraviglioso
azzurro degli occhi di Deidara, che non si disturbò nemmeno
a cercare di
coprirle, e si affrettò a correre in strada e prendere
l'autobus.
Una volta arrivato, si diresse in classe di corsa, travolgendo non
pochi
studenti, e masticando qualche scusa affrettata, per poi lanciarsi su
Sasori un
millesimo di secondo dopo averlo avvistato.
-Deidara...mi stai soffocando.-
-sta' zitto, avevo bisogno di abbracciarti!-
-ma cos'è che ti spinge a tanto?-
-quel film...-
-film?-
-si...quello dei ninja...quello che nel titolo aveva... aspetta... il silenzio... dell'aquila? No, troppo bella...del...dell'avvoltoio? No...-
-...del corvo?-
-eh, sisi!! Quello...-
-non dirmi che hai fatto un altro incubo?!-
-beh, io...-
-Deidara...!-
lo richiamò l'amico.
-ok, si, ho fatto un altro incubo!-
-e chi schiattava in questo?-
-tu. E non parlare così! Devi prenderla sul serio questa
cosa!!-
-non è colpa mia se ti fai traumatizzare da un film di serie
B, con una
sceneggiatura così banale che ogni scena era più
che prevedibile, con dei
costumi così insulsi che gli antichi guerrieri ninja si
sarebbero rivoltati
nella tomba al vederli, e con quelle ferite, ma dai, le hai viste? Il
sangue
era così sbrilluccicoso che nemmeno un bambino si sarebbe
fatto impressionare!
Era troppo inverosimile!-
-smettila di prendermi in giro! E non metterti a fare l'analisi dei
film!-
-ti ricordo che siamo iscritti al club del cinema...-
-si, lo so, ma che c'entra? Qui si parla di me!!-
-si parla sempre di te...sei troppo egocentrico Deidara, te l'ho sempre
detto,
ma tu non mi vuoi ascoltare...-
L'attenzione degli studenti venne richiamata dal professore, che fece
loro
cenno di sedersi. Quando ognuno fu al suo posto, iniziò a
parlare.
-Buongiorno, ragazzi.-
-Buongiorno, professore.-
-ragazzi, oggi si unirà a noi un nuovo compagno di classe.
Si è appena
trasferito qui da Tokyo con la sua famiglia, e vi chiedo di essere
gentili con
lui, in modo che riesca ad ambientarsi bene, d'accordo? E mi rivolgo a
qualcuno
di voi in particolare...-
E, dicendo questo, soffermò lo sguardo su due studenti
dell'ultima fila, noti
per essere i bulli della classe, che si divertivano a fare scherzi di
pessimo
gusto a tutti e a spadroneggiare nella scuola. Uno si chiamava Hidan,
aveva i
capelli bianchi tirati all'indietro con un'abnorme quantità
di gel, era
prepotente e piuttosto stupido e impulsivo, e il suo vocabolario, per
quanto
scarso, era fornitissimo di epiteti poco piacevoli, parolacce e
quant'altro.
L'altro, il suo compare, era un ragazzo molto alto per la sua
età, con un
fisico potente e uno sguardo che metteva i brividi. Aveva una bandana
nera che
portava sempre tirata fin sopra il naso, e pareva che fosse tanto un
freddo
calcolatore, quanto attaccato ai soldi come un mafioso. In effetti, un
po' lo
sembrava. In ogni caso, nessuno dei due era abbastanza scemo da fare
qualcosa
sotto gli occhi del prof, e si limitarono ad annuire in silenzio
all'ammonimento.
-e ora, vieni, entra pure. Su, presentati ai tuoi compagni.-
Deidara non aveva prestato molta attenzione al discorso, né
aveva recepito bene
il fatto che avevano un nuovo compagno di classe, tant'era ancora
impegnato a
rimuginare sull'incubo di quella mattina, ma appena il nuovo arrivato
entrò in
classe, il suo sguardo venne immediatamente catturato da quella figura
che
avanzava lenta e sinuosa verso la cattedra. Capelli neri, lunghi e
raccolti in
una morbida coda sulla nuca, occhi altrettanto neri, lucenti e
profondi, con
uno sguardo incredibilmente magnetico, e due fossette marcate a livello
degli
zigomi.
Senza accorgersi di ciò che stava succedendo, Deidara si
ritrovò a fissare
l'altro ragazzo a bocca aperta, come un idiota, gli occhi fissi sulle
sue
labbra, mentre pronunciavano le parole:
-buongiorno a tutti. Il mio nome è Itachi Uchiha.-
-Deidara...-
-...
-Deidara, chiudi quella bocca. Sembri un cane che aspetta che il
padrone gli
lanci l'osso...e la vuoi chiudere o no?!-
Il ragazzo sentì il richiamo di Sasori come se fosse stato a
chilometri di
distanza da lui, ma serrò meccanicamente la mascella, quasi
che la piccola
parte del suo cervello che non era ancora andata a farsi friggere,
avesse
pensato bene di fargli mantenere un minimo di dignità, per
quanto possibile. Il
ragazzo nuovo, che ora tutti sapevano si chiamava Itachi, venne inviato
dal
professore verso un banco vuoto che, notò Deidara con
orrore, era esattamente
quello alla sua destra. Mentre il ragazzo andava a sedersi, il biondo
seguì
come ipnotizzato ogni suo minimo movimento, fino a che non si
accomodò con
grazia sulla sedia. Non gli rivolse un saluto, né gli chiese
il nome, ma a
Deidara bastò incrociare il suo sguardo per un paio di
secondi per diventare
rosso come un pomodoro, e chinare di scatto la testa sul banco per
l'imbarazzo.
La giornata proseguì monotona, fino a che suonò
la campanella che segnava la
fine delle lezioni. Sasori si alzò e prese Deidara per un
braccio, conducendolo
all'uscita.
-torniamo a casa insieme?- gli chiese
-si...si, ok...-
-Deidara... ehi, ci sei?- disse sventolandogli una mano davanti agli
occhi, per
poi seguire il suo sguardo e cercare di capire cosa avesse di tanto
interessante da guardare.
-ancora?- domandò esasperato quando i suoi occhi si posarono
su Itachi Uchiha.
-Deidara, è tutto il giorno che fissi quel povero ragazzo,
vuoi lasciarlo in
pace, sì o no? Lo consumerai a forza di
guardarlo!!! Si può sapere che ti
prende? Che hai? Che ha lui?-
Deidara si voltò verso l'amico, paonazzo.
-lui...insomma... Uchiha è...-
-è...?-
Il biondo diventò, se possibile, ancor più rosso.
-è tremendamente carino!!!!-
--------------
fine capitolo 1.
Dango
writes…:
Ok,
è un inizio pessimo, lo so e vi chiedo perdono! Quando
dovrei pensare a
scrivere i nuovi capitoli delle mie altre due fic in
prosecuzione…mi metto a
scrivere un’altra fic!! TT_TT imperdonabile… e
tutto ciò nonostante gli
avvertimenti della mia nee-chan che incombono su di me come
l’avvoltoio sulla
spalliera!!! Il fatto è che all’ispirazione non si
comanda, e se mi viene da
scrivere…devo farlo!! Perdonami nee…ok, passando
ad altro, come vi è sembrata??
È un esperimento per me, in quanto non ho mai scritto fic
sulla coppia, che
come avrete capito, è Itachi/Deidara, e ho trovato
ben poche fic sul tema,
perciò vorrei leggere qualche commentino, in seguito al
quale deciderò se continuare
o no… aiutatemi voi!! \(>_<)/
-Dango-