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Autore: Smaragdine_99    23/03/2014    0 recensioni
Lo aspettava,lo aspettava da dietro una tenda sperando che non l'avesse dimenticata,sperando che il loro matrimonio non fosse finito. Fino a quando una poco più che adolescente è disposta a sperare che l'uomo che ama torni? Fino a quanto è disposta a sopportare?
Genere: Fluff, Guerra, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I'm Still Waiting.

Sentiva che qualcosa era cambiato,la preoccupazione si poteva vedere anche dietro le tende di pizzo verde chiaro dalle quali la donna,ansi la poco più che adolescente,Jade,dai capelli corti e castani guardava cercando di scorgere con i grandi occhi luminosi il marito che tornava.

Ma lui non lo fece,non lo fece per una notte,poi per un'altra.

Poi una settimana,Jade cominciò a non guardare più attraverso le finestre certa che non sarebbe più tornato da lei,certa che aveva fatto qualcosa di male e che il loro matrimonio fosse ormai più di un ricordo lontano.

Aveva avvisato un'amica che stava facendo di tutto per aiutarla a cercalo ma era come volatilizzato nel vento,nessuna traccia di lui se non il profumo dolce e maschile in soggiorno insieme alle foto incorniciate.

Nulla di nulla,nulla che potesse darle la conferma di una speranza sottile quanto il capello di un neonato,nulla che potesse farle credere che quella parte di letto vuota potesse riempirsi la notte seguente,nessuna conferma che potesse farle sorridere il cuore oltre che il viso,nulla per il primo mese.

Poi uno spiraglio,una lettera trovata in casa facendo le pulizie,non l'aveva vista in giro precedentemente e non si raccapezzava di come potesse essere visto che puliva praticamente ogni giorno.

Si sedette sul divano e con mani tremanti aprì la lettera come un bambino che apre il regalo tanto atteso la mattina di Natale o come una lepre che sfuggita al suo aggressore può rilassarsi contenta all'ombra di un albero.

Poteva essere la lettera che si aspettava di leggere dove lui le diceva che sarebbe tornato,che era solo a trovare i suoi genitori che non vedeva da tempo,che stava solo facendo un viaggio o che semplicemente sarebbe tornato presto e le avrebbe spiegato il motivo di tale assenza.

Il cuore batteva così velocemente che si sarebbe potuta unire un'orchestra al ritmo e fare un concerto assordante,poi quando la lesse per intero si fermò completamente lasciandola senza fiato e senza respiro.

La guerra,quella dannata guerra,quell'orrore e lui era li,li in mezzo a chi sa quale caos a rischiare la vita dicendole in quella lettera quanto l'amasse e quanto gli dispiacesse non averla avvertita prima. Cose che ogni marito dovrebbe dire alla moglie in altri contesti,cose che solo lor due condividevano e cose che riguardavano la sua morte che lei non volle nemmeno leggere,e così dopo quella lettura nei suoi giorni non attendeva più sue notizie ma il suo ritorno,adesso aveva la speranza che il suo letto sarebbe tornato ad essere riempito da due corpi caldi e abbracciava il cucino che aveva ancora il suo profumo.

I mesi passano e l'inverno freddo aveva lasciato il posto ad una primavera verdeggiante e fresca,la ragazza adesso andava in giro cercando qualche maglietta per lui,aspettare non era un problema visto che lui era vivo,o almeno aveva la speranza che fosse ancora vivo, speranza che dopo aver letto quella lettera non l'aveva abbandonata per una sola ora di un solo giorno.

Al suo rientro dalle compere la porta della cucina era aperta e circolava nell'aria un profumo di malinconia e dolcezza,un profumo che non era suo ma che avrebbe riconosciuto tra mille in un giorno di tempesta,le gambe cominciarono a tremarle e gli occhi saettarono in giro veloci in cerca di un minimo movimento,le buste le caddero a terra,lo cercava disperatamente sperando di non essere d'un tratto impazzita.

Poi due braccia calde le cinsero i fianchi stringendola delicatamente contro un petto forte,una giacca pesante e guercia le accarezzò la pelle delle spalle lievemente scoperte,il respiro contro il suo collo e poi il viso da lei tanto amato accanto al suo.

Non si trattenne,non voleva farlo,si girò verso di lui e lo strinse forte,più forte che poteva,più di quanto non avesse mai fatto in quel tempo che erano stati sposati saltandogli in braccio e piangendo contro il suo collo,mentre lui le stringeva il morbido tessuto della maglietta tra le dita ad occhi chiusi,beandosi del calore della persona che tanto amava prima di scoppiare in lacrime insieme a lei al centro del soggiorno.

Non si sarebbero mai voluti separare,avrebbero voluto far durare quel momento per sempre,rimanere in quel modo attaccati,l'una in braccio all'altro mentre le lancette dell'orologio spegnevano il silenzio e lo spezzavano brutalmente,mentre i loro respiri si calmavano poco a poco lasciando attorno a loro solo un alone di tranquillità.

Poi dopo quello che parve un tempo infinito si staccarono ma solo per guardarsi negli occhi e asciugarsi le lacrime a vicenda,lei con le dita percorrendo poi tutto il suo viso e le sue labbra,studiandole come se volesse far rimanere impressa nella mente quell'immagine tanto angelica,lui con le labbra,baciandole via le salate lacrime dalle guance e dagli occhi ripetendole di non piangere,ripetendole di sorridere perché quando lo faceva era più bella.

Lei si era persa,tra una parola e l'altra,nei suoi occhi verdi come le foglie di un abete,con quei particolari riflessi verde scuro e verde militare tanto contrastanti quanto belli,si era persa a guardargli le guance lievemente arrossate e smagrite,aveva perso le sue dita tra i capelli mossi e color miele del ragazzo giocandoci com'era sempre solita fare.

Passarono la serata sul letto,lui con i pantaloni del pigiama e lei con la camicia da notte bianca che rifletteva la luce della luna facendola parere un angelo,si guardavano negli occhi e si parlavano.

Lui faceva parlare lei e la faceva sfogare,le baciava di tanto in tanto le labbra,sfiorandole come fossero di cristallo e potessero rompersi,prima di ritornare con il viso sul palmo della mano,lasciandola con le gote arrossate e gli occhi che brillavano.

Poi uno di quei baci non smise subito,durò per ore mentre i vestiti superflui si ammassavano sul pavimento così come i gemiti dei due amanti si ammassavano nella stanza riempiendola dolcemente come le note di un pianoforte ben suonato,quel bacio sempre dolce che al posto di essere appena accennato lasciava accarezzare le loro lingue e lasciava spazio ai loro corpi di sfiorarsi e toccarsi.

Lasciava alle parole lo spazio di essere dette,ansimate,sussurrate contro un orecchio per poi tornare ancora una volta come se non se ne fosse mai andato,andare via e tornare fino alla fine di quel loro rapporto,fino a quando i due non dissero i loro nomi persi nel piacere l'uno dell'altra fino a piangere dalla commozione di essersi ritrovati.

La loro notte doveva essere ormai passata, ma invece dopo essersi addormentati più stretti che mai un rumore quasi impercettibile svegliò la ragazza nel cuore della notte,era lui,la teneva stretta e aveva la fronte poggiata contro la schiena minuta di lei inondandola di lacrime amare e più silenziose che potesse farle.

Per lei fu uno strazio,il suo amato stava piangendo inconsolabile e lei non poteva far nulla se non stare a sentirlo mentre si disperava,sapeva che se si sarebbe girata per consolarlo da sveglia le avrebbe arrancato una scusa per non farla preoccupare e avrebbe tenuto dentro di se tutto il suo dolore,ma che moglie sarebbe stata se non provava nemmeno a prendere parte del suo dolore?

Ad occhi spalancati e spaventati guardava il muro di fronte,continuando ad ascoltarlo fino a quando presa dalla disperazione non fa finta di girarsi nel sonno e se lo stringe al seno,lasciandogli ascoltare il battito lento e costante del cuore che le batteva in petto,dandogli il suo profumo al centro del loro giaciglio matrimoniale.

Le parole di lui prendono vita come se sapesse che lei era sveglia e che poteva ascoltarlo,la voce era tremante e lieve,poteva anche scomparire da un momento all'altro per quanto ne sapevano entrambi.

Gli orrori che aveva visto gli si presentarono uno dopo l'altro in mente suscitando immagini che descriveva attraverso il fiato.

Donne violentate alle quali veniva portata via la loro unica dote,la loro purezza fisica da uomini che non avevano nessuno scrupolo,donne che venivano portate in angoli di città remoti per essere spogliate anima,corpo e indumenti e poi se erano fortunate liberate in caso contrario uccise e lasciate li ai cani e agli uccelli senza una sepoltura degna delle loro corte e rubate vite.

Donne alle quali venivano portati via i bambini,strappati via dalle braccia e consegnati a chi sa quali uomini o famiglie lasciando le madri a piangere e sbraitare in cerca del loro amato figlio,alcune invece,quelle che cercavano di rimanere calme,speravano in silenzio che il loro bambino potesse avere un destino migliore di quello che era toccato a loro.

Uomini che avevano perso le loro famiglie quando il fuoco era sceso direttamente dal cielo,esplodendo a terra e diradando per le strade come tentacoli agguantando tutto ciò che di più prezioso ogni essere aveva,agguantando ogni vita che gli sembrava opportuno tirare nelle fiamme.

Uomini che erano stati torturati,portati alla morte e alla disperazione,persi nel baratro della macabra disperazione e pazzia di chi ha visto l'orrore non si affretta a dimenticarlo,a dimenticare quei volti insanguinati e conosciuti che pregavano Dio di essere risparmiarti dalla nera signora che uccide o che implorando che essa li uccidesse prima che il dolore aumentasse,ma naturalmente in entrambi i casi non accadeva,morivano tutti lentamente e atrocemente,lacerati dai dolori che li affliggevano.

Bambini che avevano perso ogni giocattolo,ogni speranza,ogni sogno tra le macerie di un Paese distrutto che non poteva rialzarsi,che cercavano disperatamente di unirsi con le loro poche forze agli adulti che li avevano sempre protetti e che stavano perdendo o morendo.

Bambini ai lati delle strade,sporchi e piangenti che cercano le loro madri o i loro fratelli tendendo le mani per essere salvati da chi ritengono affidabile e che poi magari li vende al primo acquirente organo dopo organo al mercato nero.

Morti per le strade ammassati e depredati in cerca di qualche soldo,di qualcosa di prezioso,che non avevano sepoltura ne grazie,ne una croce sulla quale pregare per la loro anima,che erano morti sperando di salvare il proprio credo e che all'ultimo avevano pregato per essere loro stessi salvati dalle fiamme della vita dopo la morte.

Soldati come lui in divisa con il fucile in mano con il compito di mantenere l'ordine,di contrastare chi stava facendo del male a quella povera gente senza alcun motivo se non quello della stupidità senza limiti dell'essere umano.

Soldati come lui che dovevano sparare ad altri esseri umani,che dovevano tendere le mani a chi ne aveva bisogno e ritirarle a chi non meritava altro che uno sputo in faccia facendosi così altri nemici,che dovevano stare attenti che una pallottola nemica non li ferisse nel bel mezzo di una lotta lasciandoli secchi sul pavimento a vedere la loro vita passargli davanti come un film in bianco e nero.

E poi c'era lui,lui che guardava una foto del loro matrimonio ripiegata nel taschino della giacca quando la situazione diventava insopportabile,lui che non le scriveva nulla perché aveva paura che la intercettassero e che le facessero del male ricattandolo,lui che piangeva ogni notte sulla branda ascoltando l'eco degli spari e delle urla intorno sperando che tutto finisse presto.

Lui che nel giorno in cui tutto era finito si era buttato in ginocchio e aveva guardato il cielo pronto per tornare dalla donna che tanto amava,prendendo il primo treno che poteva prendere,fregandosene del cibo che li sopra scarseggiava e delle condizioni atmosferiche.

Lui che le stava raccontando tutto senza sapere che lei fosse sveglia piangendo e singhiozzando,chiedendosi il perché di quell'orrore,di quella immane sofferenza e disgrazia provocata solo da essere come lui,essere umani che schiacciavano e mandavano a morte altri umani.

Lui che si era calmato dopo più di un'ora e adesso sentiva solo il rumore del vento e il respiro della donna che amava,il suo calore,il suo profumo che ormai conosceva e riconosceva e che lo faceva sentire a casa.

Lui e lei che si erano riaddormentati nello stesso momento stringendosi tra le lenzuola,lei a sognare il suo amato in guerra e lui a sognare la sua amata in casa ad attenderlo.

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Be' ringrazio chiunque abbia letto questa piccola storia,spero vi sia piaciuta visto che non pubbicavo o scrivevo da tempo e sono un po' arruginita. Alla prossima,spero sia presto ^^

  
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