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Autore: Wanabason    23/03/2014    1 recensioni
Questa fanfiction parla della morte e del passato che ho dato al personaggio di yume nikki shitai. Questa è la mia prima fic, quindi chiedo scusa se è uscita male.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Madotsuki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Un ragazzo stava camminando in una stazione. Camminava barcollando  fissando il pavimento e aveva una mano premuta sul il petto, a coprire una grossa ferita sanguinolenta. Perchè lei lo aveva trafitto? Che cosa era successo a sua sorella per farla agire in quel modo?
Quel giorno lui era andato nella stanza di lei per lamentarsi con lei di un fatto accaduto nella sua scuola.
".....Stavano ridendo di me....sentivo le loro voci intorno a me.....facevano troppo rumore...." Gli disse la ragazzina dalle trecce castane e lo sguardo vacuo.
"Sì, ma non c'era bisogno di picchiarle così! Sono finite in ospedale, Madotsuki, stavano sanguinando, lo capisci cosa significa?!"
La ragazza trasalì per l'improvviso aumento del tono di voce del ragazzo
"Volevo solo che la smettessero!" Madotsuki in quel momento sembrava sull'orlo del pianto, si portò le mani alle orecchie e volse le spalle al fratello.
Il ragazzo sentiva il sangue ribollire nelle sue vene. Le afferrò il polso da dietro per farla girare, ma prima che potesse tirarglielo, lei si girò di scatto e lui sentì un forte dolore al petto.
"Non mi toccare! Vai via!" Strillò madotsuki
Nel momento in cui aveva sentito la mano stretta attorno al suo polso, la ragazzina aveva afferrato velocemente il coltello che stava sulla scrivania di fronte a lei.
Il ragazzo prima osservò il volto spaventato e sporco di sangue  della sorellina, e poi guardò in basso. Aveva un grosso coltello da cucina piantato nel petto, ma per un soffio non gli aveva bucato i polmoni e il cuore. Dalla ferita usciva molto sangue. 
"..S-scusa...i-io non volevo..! Mi dispiace! " Madotsuki iniziò a piangere appena si rese conto di ciò che aveva fatto.
La ferita non era mortale, ed il ragazzo riuscì a dirle: 
"Va tutto bene, stai tranquilla, va tutto bene. Vado a chiedere aiuto,ok?" 
Madotsuki non riuscì neanche a controbattere che il fratello uscì dalla stanza. Nella casa Madotsuki aveva tagliato tutti i cavi del telefono e il ragazzo non aveva un cellulare per poter chiamare un'ambulanza, quindi decise di uscire fuori a chiedere aiuto, ma invano.
Stava camminando da più di quaranta minuti e la ferita continuava a sanguinare. Era al suo limite.
"A..iuto..."
Nessuno udiva la sua flebile voce. Nella stazione nessuno lo aiutava, lo guardavano un'attimo e poi se ne andavano, ignorandolo. Lui continuò a camminare barcollante tra la gente, sembrava quasi invisibile ai loro occhi.
Arrivò fuori dalla stazione, in una strada in mezzo al bosco. La vista gli si stava offuscando. Le persone e le auto che passavano sembravano sempre di più delle macchie di colori indistinte, senza volto o forma. Vuote. Come gli diceva la sorella. Ora riusciva a comprendere il suo astio verso le altre persone. Raggiunto il suo limite si accasciò a terra in mezzo alla strada. Solo allora qualcuno sembrò accorgersi di lui, ma era troppo tardi. Lui non vedeva più niente, riusciva a sentire solo rumori indistinti. L'ultima cosa che sentì  era l'avvicinarsi di una macchina, e l'ultima cosa a cui pensò furono le lacrime della sorella.
"Madotsuki....vivi, ti prego...."
  
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