Nella mia testa era molto più fluff, lo giuro.
E buh, alla Rota che li ama: spero tu possa
apprezzarli anche se Kasamatsu mi crea grande turbamento negli scritti e se in generale
la KasaKise non è propriamente la coppia che mi
riesce meglio, ecco ;;”
La flashfic è stata ispirata dalla canzone “It’s time” degli Image Dragons e più precisamente
dalla strofa: “It’s time to begin, isn’t
it? I get a little bit bigger but then I’ll
admit I’m just the same”,
che mi ha sempre fatto pensare a situazioni come lauree, diplomi o “crescita”
in generale e da cui prende anche il titolo (L)
Kise ricorda il giorno della cerimonia di chiusura
delle scuole medie: non solo l'essersi riuniti in palestra con gli altri membri
della Generazione dei Miracoli, ma la parte prima, quella che poi più somigliava
a un frangente di vita scolastica normale – perché l'ambito sportivo non era
esattamente nello standard, all'epoca.
Ricorda bene di aver passato quasi tutto il tempo circondato da ragazze, anche
di altre classi, e con la stessa chiarezza ha ben presente quanto i compagni –
gli altri ragazzi – si tenessero ben alla larga. Ha anche il sentore, ma di
questo non è molto sicuro a dire il vero, di aver pensato che il diploma del
liceo avrebbe avuto uno scenario simile, su un palco scenico di poco diverso,
con attori e comparse a fare qualche differenza anche se il protagonista non sarebbe
cambiato.
La cerimonia di diploma che si è appena conclusa è quella
dei senpai del Kaijou: Kobori, Moriyama
e Kasamatsu si sono salutati con i rispettivi compagni di classe, hanno fatto
foto e poi si sono uniti ai kohai della squadra. Festeggeranno probabilmente, e
Kise si è impegnato quanto gli altri perché il party in onore dei senpai fosse
ben organizzato, eppure si sente addosso quel sentimento strano e nuovo, quello
che alle medie non ha mai provato – osserva la schiena di Kasamatsu che sbraita
qualcosa contro Moriyama per poi ridere, e gli si
stringe il cuore.
Il pensiero che formula è semplice e istintivo: vuole giocare di nuovo con
Yukio, vuole stare in palestra e sentirlo urlargli contro, vuole potergli dire
che si vedranno il giorno dopo e sa che invece sono piccole cose a cui deve
rinunciare senza poter far nulla per evitarlo.
Hayakawa sta piangendo (fingendo che non sia così) mentre uno del primo anno
consegna il piccolo bouquet che hanno preso per ogni senpai a Moriyama; non se lo aspetta nessuno che Kise tentenni nel
darlo a Kasamatsu – lo hanno affidato a lui volutamente, visto il rapporto
instauratosi tra i due –, che se lo rigiri quasi fra le mani indugiando.
Persino Yukio alza un sopracciglio e poi allunga una mano; lo scappellotto si
abbatte implacabile sul modello e segue una scena vista e sentita troppe volte
per stupirsene ancora.
Quando Ryouta alza lo sguardo Kasamatsu è già troppo vicino e gli passa con
fare goffo e un po' troppa forza un braccio attorno alle spalle. Kise si
ritrova leggermente sbilanciato in avanti e Yukio è con lui, al suo fianco, che
allunga l’altra mano a prendere il bouquet che gli spetta: «Cos'è, vuoi tenertelo tu?» probabilmente
a lui suona come un rimprovero, ma Kise ci legge una malinconia inaspettata.
Allora sorride e gli consegna il suo dono, ma prima che lo lasci Ryouta si
sporge appena e non fa che sfiorarlo in realtà: gli posa le labbra sulla
guancia con una leggerezza che fa temere che non sia quasi successo, poi
sorride come un ragazzino.
Yukio è rosso in viso e cerca conferma con lo sguardo di non essere stati
visti, poi lo picchia di nuovo.
Ryouta ride e va a nascondersi dietro Moriyama – sa che
non potrà fuggire dopo, quando saranno soli e potrà osare più di un bacio
leggero di fronte a troppi occhi indiscreti.